Regionali Campania, il PD e l’area “Democrat” pro Caldoro

Esponenti “Democrat” campano remano contro una eventuale vittoria del PD e il continuo e strumentale rinvio delle primarie maliziosamente lo avvalora.

Sollevata anche la costituzionalità della Legge Severino. Intanto De Luca, condannato a 1 anno  di reclusione per abuso d’ufficio, torna Sindaco di Salerno per effetto della sentenza del Tar Campania sez 1 Salerno e si riaprono i giochi anche per le Primarie.

Cozzolino-De-Luca-Orlando-Migliore-Saggese
Cozzolino-De-Luca-Orlando-Migliore-Saggese

di Marco Naponiello
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Partendo dall’ultima vicenda che vedeva il Sindaco di Salerno condannato ad un anno di reclusion econ pena sospesa e all’interdizione dai pubblici uffici, e all’immediato ricorso al Tar, ecco che Vincenzo De Luca è uscito dalla porta per rientrare prontamente dalla finestra, come da consolidata prassi italiota. Brevissima, dunque, la reggenza del vice sindaco, considerando che tra la sospensione e il reintegro di De Luca è trascorso solo il week end, giorni in cui la macchina comunale si ferma, dunque tempestiva la sentenza del Tribunale Amministrativo. Ricordiamo che era un ricorso contro la pena, non l’appello contro la condanna.

Ma qual è l’abuso di De Luca? Aver nominato una persona di sua fiducia a gestire il termovalorizzatore di Salerno, parliamo quindi di una scelta politica . Adesso arriva il TAR e ci dice che quella legge non può essere applicata.

Palazzo s Lucia
Palazzo s Lucia

La sopravvenuta sospensiva a Vincenzo De Luca sulla vicenda Termovalorizzatore lo rimette in gioco nella corsa al governatorato regionale. Quella che si è verificata a Salerno è la replica del caso De Magistris: sospeso nei mesi scorsi dal prefetto di Napoli in seguito anch’egli, alla condanna per abuso di ufficio nel processo «Why not», il Sindaco del capoluogo campano è stato, di seguito, sospeso dalla carica di primo cittadino dal prefetto in applicazione della legge Severino. Il Sindaco di Salerno patrocinato dall’avvocato Antonio Brancaccio il quale in contemporanea ha inviato gli  atti alla Corte Costituzionale per l’esame di “coerenza “costituzionale di alcune norme della Legge Severino. Ma il tema scottante è un altro: quanto tengono i vertici del Partito Democratico ad insediarsi a Palazzo S. Lucia sostituendosi cosi a Stefano Caldoro?

Partendo da una interessante inchiesta di Julie tv, (emittente partenopea,da sempre accorta alle vicende campane) vorrei quivi sottolineare alcuni comportamenti eterodossi di alcuni esponenti democratici, che sembrano avvalorare la tesi di un accordo di retroscena, che agli occhi inesperti di noi comuni cittadini facilmente sfuggirebbe.

Il ventidue di Febbraio dovrebbero tenersi  le primarie del PD, con due principali attori: il sempreverde Sindaco della città di S. Matteo, Vincenzo De Luca, l’europarlamentare Andrea Cozzolino, questi ampiamente favoriti, ed in posizione di outsiders la bella Senatrice Angelica Saggese e  Marco Di Lello per il Psi, a patto che le sezioni per votare si apriranno, e questo è il rebus che mette in crisi la segreteria di Assunta Tartaglione a Napoli e di  Nicola Landolfi a Salerno. Infatti ad horas, però, mancano le firme di almeno 146 componenti l’assemblea regionale del Pd. Le primarie infatti potrebbero, a norma di Statuto, essere annullate, solo se c’è il consenso del 60 per cento dei componenti dell’assemblea. Un “ultima ora” vuole il Sindaco, sfidare Matteo Renzi, su una eventuale candidatura di Gennaro Migliore o Andrea Orlando alla poltrona di Governatore campano, difatti il caso De Luca poneva anche un’altra questione: teoricamente lui poteva essere candidabile nonostante la condanna e l’interdizione, ma se fosse stato eletto incorrerebbe nelle disposizioni previste dalla legge Severino e non potrebbe governare; questione dissipatasi con la sentenza dell’organo di giustizia amministrativa.

Stefano Caldoro
Stefano Caldoro

Secondo una visione “complottista”, gli infiltrati caldoriani del PD, sarebbe quella di non far sostenere le primarie, dirottare l’investitura su un candidato poco rappresentativo e nella migliore tradizione, divide et impera, cosicché un PD lacerato da risentimenti e divisioni finirebbe sconfitto, riproponendo di nuovo il miracolato Caldoro, ricordando la famosa “strategia a perdere” di Mario Morcone, che annullò di seguito le primarie partenopee quattro anni fa, spianando la strada a Luigi De Magistris, e fu  Mario Morcone di conseguenza promosso a Roma.

Non sembra infatti che nella consiliatura di Stefano Caldoro ci sia stata una opposizione ferrea al Governatore da parte della pattuglia democratica in regione, e in nome di perduranti interessi comuni  forse, si appresterebbero a saldare una cambiale politica all’amico Stefano?

È  nei fatti una sgradita impressione, ma purtroppo diffusa tra i tanti simpatizzanti ed iscritti.

Lello Topo è il principale indiziato, il quale menando il “can per l’aia”, da mesi proponendo qualsiasi carneade a candidato, ed esasperando con continui attacchi a De Luca, (nella speranza patente, che il suddetto abbandoni il partito),in questo spalleggiato a quanto pare da Peppe Russo, una strategia attuata anche il trenta di dicembre,alla direzione regionale stando ai rumors, con la mal simulata intenzione di fratturare l’asse di dialogo voluto dalla Saggese, tra Cozzolino e lo stesso De Luca, in modo tale da facilitare la candidatura di un terzo incomodo che sia acconcio alla causa pro Caldoro. Lo stesso nostro Governatore non sempre appoggiato come si deve dalla sua stessa maggioranza, in particolar modo da Forza Italia, è riuscito ad evitare i perigli nel corso del mandato, grazie ad una opposizione accomodante, che ha verso di  lui giocato di sponda.

Aggiungiamoci anche il gruppetto dei giovani “renziani” con alabardieri la europarlamentare Pina Picierno e Francesco Nicodemo, ex componente della segreteria nazionale, questi non sopportano  apertamente, il triunvirato di papabili (De Luca, Cozzolino, Saggese)  se esaminiamo le dichiarazioni fatti nei loro confronti attraverso vari media, ne ricaviamo una profonda idiosincrasia. Al contrario vi è una corrispondenza di amorosi sensi tra i renziani ed il Governatore, sigillato dall’appoggio alla manifestazione della Picierno  “La Fonderia”,(qui infatti, invece di rottamare si fonde il passato sic) che avrebbe dovuto nelle intenzioni essere l’imput  al lancio della candidatura personale della Picierno, ma nei fatti un mezzo flop. Dunque autolesionismo in salsa piddina, preferendo magari un Caldoro riconfermato che un “compagno” a loro sgradito, anche questo è oggi il PD in Campania.

Pina Picierno
Pina Picierno

Per finire, tra i fans caldoriani si annoverano europarlamentare dalemiano Massimo Paolucci, e Umberto Del Basso DE Caro ex socialista come il buon Stefano e legato al lui da profonda storica amicizia, iscritto alla massoneria (non è un reato naturalmente) entrambi aventi atteggiamenti ostruzionistici verso forti candidature di partito,di parere avverso sono invece Luisa Bossa e Giorgio Piccolo, entrambi deputati, apertamente favorevoli alla consultazione interna.

Registriamo una notizia positiva al pluralismo: a sinistra del Pd si muove un qualcosa, usciti da uno stato che appariva catatonico, e per il bene della dialettica politica, la sinistra seppur sfilacciata ora punta su Marco Esposito, orbene l ‘ex assessore comunale partenopeo, sostenuto da Rifondazione Comunista e Meridionalisti di Sinistra, potrebbe guidare la coalizione a sinistra del Pd per le regionali.

In definitiva e ad avviso dei tanti simpatizzanti, le primarie per scegliere i rappresentati del partito devono essere considerate ormai un imperativo.

Primarie autentiche e rigorose, senza trucchi di sorta: chi si presenterà accetterà di porsi sotto l´occhio vigile degli iscritti e di coloro che si dichiareranno per iscritto votanti del PD e dell’area di centro sinistra.

Non ci sarà a quel punto bisogno di rottamare (vocabolo discutibile e cacofonico) a priori qualcuno, né di stabilire quote di alcun genere. Aggiungiamo come prerogativa che il certificato penale immacolato deve essere un prerequisito irrinunciabile, lasciamo invece che siano i votanti alle primarie a decidere l´età e il sesso dei candidati o a valutare se il numero delle legislature/ consiliature già vissute, sia troppo elevato o meno.

Le primarie devono essere un impegno oneroso, ma altrettanto significativo, affinché ci sia uno sforzo concreto per contribuire a restituire credibilità ai Partiti e passione per la politica nazionale, altrimenti si profileranno come l’ultimo, crudele, inganno verso i cittadini e la civica partecipazione.

Salerno, 27 Gennaio 2015

5 commenti su “Regionali Campania, il PD e l’area “Democrat” pro Caldoro”

    • Ti correggo, con le votazioni del presidente della rep. già dal 28 vedremo gli effetti per il 22 p.v.
      vedremo che partito è il PD!

  1. l’effetto tsipras sarà da traino x il cs e quindi un vento di sinistra seppur moderato aleggerà suelle consultazioni.
    eboli non farà eccezione e i furbetti dei cambiacasacca non sono + tollerati!

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  2. Temo che i congiurati possano ledere alla vittoria finale.
    Spero x il territori a sud del fiume sarno che de luca vinca, altrimenti buona Gomorra a tutti

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