Terrorismo. Charlie Hebdo e la libertà di parola: La grande disfatta dell’umanità

Il Terrorismo, l’ignoranza, Charlie Hebdo, l’ironia e la libertà di parola: la grande disfatta dell’umanità.

Il terrorismo colpisce la libertà di parola. Sempre. Ce lo ha insegnato la storia, ce lo ha ricordato il 2015. Il terrorismo colpisce chi fa pensare. Cosa significa libertà intellettuale?

Charlie-Hebdo-le facce del terrore-675
Charlie-Hebdo-le facce del terrore-675

di Annamaria Forte
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

ROMA – L’espressione “libertà intellettuale” è utilizzata per descrivere quella situazione nella quale ogni essere umano può pensare, dire, scrivere e affermare qualsiasi idea o opinione. Negli Stati Uniti questa libertà è protetta dal Primo Emendamento della Costituzione che in una sua parte sancisce: «Il Congresso non potrà emanare alcuna legge che obblighi a una religione o che ne proibisca il libero esercizio; né potrà abrogare la libertà di parola o di stampa». Tuttavia la totale libertà esiste solo nelle pagine degli scrittori utopistici e è per questo che le leggi di tutte le giurisdizioni, nel concreto, la limitano. Così l’idea iniziale che sembra semplice diviene ingannevole, poiché, com’è naturale, esistono leggi giuste e leggi ingiuste e, per farla breve, le opinioni degli uomini cambiano con il passare del tempo. Nel corso dei secoli, determinati tipi di espressioni politiche, sociali, sessuali, letterarie o religiose sono state vietate.

Pensare, fa venire dubbi, fa venire perplessità, fa mettere in discussione lo stato delle cose costituito. La gente non deve pensare, semplice. Se la gente non pensa, la gente è assoggettabile. Se la gente non pensa, la gente ha paura. Per questo il terrorismo colpisce la libertà di parola. Sempre. Riviste come quella del Charlie Hebdo fanno pensare, fanno riflettere e stimolano l’opinione pubblica. Fanno comprendere le contraddizioni del mondo, avvicinano le genti e abbattono l’ignoranza. Con l’arma più bella che c’è. L’ironia. E il terrorismo, invece, vuole l’ignoranza. L’ignoranza crea paura e senza paura il terrorismo non ha motivo d’esistere.

Annamaria Forte
Annamaria Forte

Nel 2014 l’ISIS ha attaccato più volte la libertà d’opinione. Ha ucciso, ha  giornalisti,  ha ucciso cronisti e inviati di tutto il mondo. Perchè dire la verità fa male al potere costituito. La verità fa bene solo alla democrazia. L’integralismo ha paura di questo, perche il suo obiettivo è di stimolare la paura, creare dissensi, creare caos, e ne  l’armonia ne  la pace possono far parte del suo piano. È bene chiarie, l’integralismo, non l’Islam, confusione che molto spesso si fa, associazione di idee e parole sbagliate. L’Islam non ha nulla a che fare con i due killer che sono stati uccisi a  Parigi. Quello era integralismo, era terrorismo. Perché il terrorismo deve comandare le genti con la paura. L’Islam no. Il terrorismo attacca le redazioni dei giornali e la libertà di parola. L’Islam no.

Paure, reazioni e conseguenze: Da un lato ci sono quelle istituzionali, dall’altro quelle personali. Le prime dovrebbero rappresentare la voce della ragione; le altre dimostrano la necessità di procedere all’azione, che abbia un senso o meno. Eppure, proprio le istituzioni, , in risposta alla minaccia, “minacciano” le libertà per cui le vittime dell’attacco sono morte: la Francia, sembra pronta ad approvare un decreto legge che permette  di bloccare i siti con contenuti di sostegno al terrorismo. In Italia il ministro degli Interni Angelino Alfano sta cercando di far approvare sull’onda dell’indignazione per Charlie Hebdo nuove disposizioni per controllare i contenuti online.

Sia Parigi che Roma hanno cercato subito di precisare che si tratta di possibili interventi assolutamente residuali e da adottare solo nei casi specifici previsti dalla legge. Ma quando si avvia un provvedimento al controllo….non si sta “minacciando” la strada alla libertà?

vignetta-Charlie-Hebdo
vignetta-Charlie-Hebdo

Grande portavoce della libertà di pensiero è il Giornalista. Personaggio spesso scomodo, se si pensa che il più delle volte si avvia alla professione per passione e non per soddisfazioni economiche. Questo piccolo dettaglio, fa la differenza, perché pone codesto in una posizione scomoda e per gli altri e per se stesso, perché unico e solo scopo della sua informazione è la Verità.  Eh si sa questa a pochi piace,

Riferire la verità oggettiva, scherzarci persino su, sottolineare quanto certe cose siano così paradossalmente assurde da non sembrare reali quando invece lo sono eccome… tutto questo è un lavoro pesante, ingrato ma in un certo qual senso molto nobile. È la chiara dimostrazione di come le opinioni, per essere tali e mantenere la loro potenza, devono essere libere di viaggiare.

Grandi lotte dal passato sono state fatte , per conquistare il diritto di dire quello che pensiamo senza ripercussioni di un potere superiore, millenni in cui l’unico motivo per cui abbiamo continuato a lottare, alla fin fine, è il desiderio di poter pensare, parlare, agire liberamente. Oggi, alla luce dei fatti , possiamo  affermare che, questa lotta è, in definitiva, il più grande fallimento del genere umano.

Crolla così il castello di carte dei diritti umani: basta un attimo per spezzare vite  innocenti e farci rendere conto che tutte le conquiste che noi diamo per scontate non sono solo importantissime, ma effimere, fragili, pronte a essere i primi sacrifici sull’altare della barbarie umana, in una semplice quanto distorta interpretazione del principio della sopravvivenza del più forte, dove forza è tristemente diventata sinonimo di violenza.

Nulla è cambiato se la razza umana continua a danneggiarsi così tanto in nome di principi così nobili, come libertà e religione. Ma resta il fatto che tutta questa morte e questo terrore, la negazione totale della libertà di espressione e la continua strumentalizzazione di idee di per sé nobili rappresentano la prova di quanto deboli siano le nostre conquiste e di quanto grave sia questa sconfitta.

Roma, 10 gennaio 2015

3 commenti su “Terrorismo. Charlie Hebdo e la libertà di parola: La grande disfatta dell’umanità”

  1. purtroppo siamo al redde rationem ! e non pagano coloro che hanno dato ordine di fare fuori Gheddafi,unica barriera all’entrata in Europa,via mare di terroristi e fiancheggiatori.

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  2. Problema terrorismo Islamico:
    Se ci comportiamo con durezza,aumentiamo l’odio.
    Se invece siamo per una tollerante integrazione,nonostante tutto,sembriamo deboli.
    Infine, se accusiamo gli USA di una cinica geopolitica,con delle finte esportazioni di democrazia cosi lasciandoci la patata bollente alle porte,per non troppo reconditi interessi,siamo dei fantasiosi complottisti.
    Insomma, non vorrei che il destino della vecchia Europa fosse quello di macerarsi nei dubbi pseudo-para-fanta “accademici”,anbandonando il futuro del continente alle onde del destino?

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