Nuova Sentenza del Consiglio di Stato sul Crescent

Con la nuova Sentenza del Consiglio di Stato riconfermata la correttezza e la validità di tutti gli atti amministrativi.

Il Comune di Salerno invierà alla Soprintendenza il nuovo parere paesaggistico previsto sulla base della normativa di oggi, e non “ora per allora”. E supponendo questi sia positivo chi pagherà i danni di tutti questi stop.

Crescent-Salerno
Crescent-Salerno

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – È stata pubblicata una nuova Sentenza del Consiglio di Stato relativa al Crescent. – Si legge in una nota inviataci dall’Ufficio Stampa del Comune di Salerno a commento della lunga vicenda del Crescent, “il Condominio di lusso”, come lo hanno ormai etichettato, progettato da Richardo Bofill e una dei progetti su cui il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ha impostato la nuova trasformazione urbanistica della Città di Salerno – Come è noto, a dicembre scorso, il Consiglio di Stato, dopo aver riconosciuto l’assoluta correttezza di tutti gli atti tecnico – amministrativi relativi alla realizzazione del Crescent, aveva sollecitato il Comune di Salerno e Soprintendenza a riformulare il parere paesaggistico.

Si è aperta, a quel punto, – si aggiunge – la seguente questione: se occorresse formulare il parere in base alla normativa di allora (secondo l’interpretazione dell’Ufficio Legale del Comune) – oppure secondo la normativa attuale. Il Consiglio di Stato ha stabilito che si assuma la norma attuale. Di conseguenza il Comune di Salerno riformulerà il parere di propria competenza.

La cosa importante – prosegue la nota – è la riconferma della correttezza e quindi della validità di tutti gli atti amministrativi (“…il divieto di sanatoria di opere realizzate in aree vincolate per legge non è applicabile nel caso in cui nel momento della realizzazione dell’opera il titolo abilitativo era stato rilasciato ed è stato solo successivamente annullato” – Art. 13 della sentenza).

Pertanto, a breve, – conclude – il Comune invierà alla Soprintendenza il nuovo parere previsto sulla base della normativa di oggi (e non “ora per allora”), sperando che non si perda altro tempo prezioso a danno dei lavoratori, della città e dell’economia del territorio.

E adesso? Che cosa si farà? Chi è che pagherà i danni di questo fermo?

Ma danni e  responsabilità o colpe a parte, la questione di fondo che si deve necessariamente affrontare, e certo non lo può fare ne il Comune di Salerno ne altri se non il Parlamento, è quella di porsi una volta per tutte la domanda: Può essere mai affidare il destino progettuale di una città ad una Sentenza? A che cosa serve svolgere le Elezioni, Comunali, Regionali o Nazionali e affidare al Partito o alla Coalizione vincente, la responsabilità della gestione o della Legislazione ma soprattutto della programmazione e della successiva realizzazione, se poi ricorrendo al Tribunale Ordinario, speciale o contabile questa viene cancellata e sostituita da una Sentenza, che non solo non risponde alla programmazione voluta, magari poi genera un danno economico non indifferente, nel momento in cui queste sentenze arrivano nel corso avanzato della realizzazione delle opere programmate?

Sarebbe il caso di attribuire ad un organismo intermedio ogni valutazione, che possa intervenire ancor prima di iniziare una qualsiasi opera, oppure dare definitiva sovranità ai famosi pareri unici, espressi nelle conferenze dei servizi nel momento in cui si apre il procedimento?

E’ giusto sorvegliare e opporsi ad alcune o tutte le iniziative che mette in campo un’Amministtrazione, ma quando questa diventa poi una sorta di opposizione parallela, o una crociata e trasferisce brutalizzando il dibattito da un Consiglio Comunale ad un Tribunale, allora chi lo fa deve anche sapere a cosa va incontro e se procura dei danni in capo a chi vanno, specie se si tratta di opere che trovano quell’incontro tra il pubblico e il privato

Salerno, 28 marzo 2014

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