Eboli: Il Consiglio ha approvato il Decreto Sviluppo. La grande “Topessa” ha partorito il topolino

Il Consiglio approva il regolamento del “Decreto Sviluppo”. Melchionda: “Un altro importante strumento, utile a favorire il rilancio dell’edilizia”. Marisei: “Chiara la strategia dilatoria dell’Amministrazione”.

Operatori e uffici avranno: indirizzi specifici e modalità operative di accelerazione e semplificazione delle procedure per gli interventi di riqualificazione; caratteristiche ammissibili degli interventi in deroga; il tutto per garantire requisiti e benefici, mentre la Regione latita.

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di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)

EBOLI– Il Consiglio Comunale, nella seduta del 12 luglio scorso, ha approvato il Regolamento per l’applicazione del Decreto Sviluppo. Con la sua applicazione, vengono forniti agli uffici gli indirizzi specifici utili a consentire, in linea con i principi ispiratori del Decreto stesso, le modalità operative di accelerazione e semplificazione delle procedure per gli interventi di riqualificazione, al fine di creare le condizioni per lo sviluppo ed il rilancio economico del settore edilizio, in mancanza dell’adozione di specifiche normative regionali.

Il Regolamento approvato dal Consiglio Comunale, ha nelle sue intenzioni quella di definire le caratteristiche ammissibili che dovranno possedere gli interventi in deroga, in maniera tale da garantire i requisiti stabiliti dalla legge ed un concreto beneficio alla collettività.

Così che, per i soli interventi riconducibili alle tipologie previste dal Regolamento, il Consiglio Comunale ritiene automaticamente riconosciuto l’interesse pubblico e, dunque, adottata la deliberazione propedeutica al rilascio del permesso in deroga. In quei casi, laddove ne ricorrano puntualmente le condizioni, viene riconosciuta una volumetria premiale determinata al 20% del volume dell’edificio ristrutturato in caso di uso residenziale, oppure al 10% della superficie coperta, laddove l’uso non sia residenziale.

 Consiglio-comunale-palladino1.

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La commissione che mi onoro di presiedereha dichiara il Presidente della Commissione Urbanistica Roberto Palladinoha lavorato alacremente e con impegno al provvedimento d’indirizzo sul Decreto Sviluppo, per giungere all’individuazione di uno strumento capace di fornire risposte concrete alle  esigenze della nostra città  e, ad un tempo, liberare risorse utili allo sviluppoCon il contributo utile di tutti i commissari si é potuta realizzare una discussione proficua, che ha portato ad un provvedimento utile, dai tratti innovativi, ed atteso da molti portatori d’interessi. ha concluso PalladinoAbbiamo fatto la nostra parte, la palla passa ora ai tecnici ed alle imprese, con la speranza di aver posto le basi, assieme agli altri provvedimenti realizzati e da realizzare, per in reale sviluppo della nostra città”.

Cosimo Cicia
Cosimo Cicia

“La discussione consiliare di ieri serasecondo l’assessore all’Urbanistica Cosimo Ciciaha visto l’individuazione di un importante indirizzo, che, nell’ambito della normativa nazionale, e in assenza dell’intervento puntuale del legislatore regionale, intende, nei limiti del possibile, favorire il rilancio del settore edilizio. Il Consiglio Comunale è pervenuto ad un provvedimento che, in tema di disciplina degli interventi edilizi, agevola l’iter amministrativo. E’ stato un lavoro complesso ed intenso, e per questo motivo intendo rivolgere i miei ringraziamenti all’ingegnere Rossi e a tutto il settore competente, oltre che alla commissione consiliare Urbanistica, presieduta dal consigliere Palladino”.

Non poteva mancare la rifelssione del Sindaco di Eboli Martino Melchionda: ieri sera, come già per l’approvazione della variante al Regolamento Edilizio Comunale, la maggioranza compatta ha votato un importante provvedimento che dà agli uffici un indirizzo capace di superare difficoltà ed ostacoli, derivanti, tra l’altro, dall’assenza di una specifica legge regionale qui in Campania.

Martino-Melchionda
Martino-Melchionda

Si trattaspiega Melchionda – di un regolamento che si pone due importanti finalità: la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente – attraverso interventi volti a valorizzare l’uso degli edifici sia in termini edilizi che di destinazione d’uso – e la riqualificazione di aree urbane degradate.

Esso fissa dei punti fermi, definisce parametri chiari e delle premialità che non sono, in alcun modo, generalizzate ed indiscriminate. Restano salve, al contempo, le prerogative del Consiglio Comunale. Per quanto riguarda gli interventi più ampi, difatti, e in caso di valutazione da farsi su questioni di rilevante interesse pubblico, resta determinante il vaglio e l’approvazione della massima assise cittadina.

Siamo giunti  ad una proficua sintesi tra quello che è stato proposto dall’Amministrazione Comunale, dalle sollecitazioni emerse nel corso del dibattito in Consiglio Comunale – sia dalla maggioranza che dall’opposizione – e da quanto proposto da singoli cittadini, o da gruppi organizzati di essi.

Ciò nonostanteconclude  Martino Melchiondal’opposizione ha preferito ancora una volta, pur riconoscendo l’utilità del provvedimento, rifugiarsi dietro il paravento di questioni incomprensibili e strumentali, ed ha espresso, incomprensibilmente, il proprio voto contrario”.

Salvatore Marisei
Salvatore Marisei

Notizia a parte e dichiarazioni a parte dei vari protagonisti della Maggioranza, verrebbe da dire: “La Montagna ha partorito il topolino”. Ma un topolino che scappa e scappa e finisce sempre per andare a finire nelle maglie dell’urbanistica e in quelle maglie si leggono tante interpretazioni e tra queste quelle dei Liberi e Riformisti Carmine Campagna, Antonio Petrone e Salvatore Marisei che hanno votato contro, anche perché avevano votato in alternativa un  loro emendamento a sua volta bocciato dalla Maggioranza. E proprio Marisei raggiunto telefonicamente motiva la sua contrarietà al provvedimento approvato.

“La proposta dell’Amministrazione – ci spiega Marisei – era basata su due presunzioni a nostro avviso errate: l’obbligatorietà di autorizzare gli interventi dei privati con il ‘permesso in deroga’ e l’esistenza presuntiva dell’interesse pubblico su ogni progetto privato che il Consiglio comunale era chiamato a valutare:

  1. Ci è parso chiara sin dall’inizio la strategia dilatoria dell’Amministrazione comunale, su questo come sugli altri provvedimenti in materia di urbanistica, fatta di riunioni di maggioranza, vertici con gli Uffici, pareri e consulenze, commissioni ad oltranza ed aperture interessate all’opposizione, con l’obiettivo di prender tempo e far acquisire pareri e nulla osta a chi vuole sfregiare il territorio. Il fatto che il PUC sia in preparazione dal 2007 dice tutto. Ad Eboli nessuno può edificare ciò che il piano o la legge gli consente, ma chi opera in variante al PRG ha una corsia preferenziale.
  2. Il decreto sviluppo è legge dello Stato e come tale andava applicata dal luglio 2011, due anni fa, senza perdite di tempo come avviene in tutti i Comuni di’Italia. Certamente si poteva fornire indirizzi agli Uffici, però per tempo (dalla entrata in vigore della legge) ed entrando nel merito della condizione urbanistica della nostra città, e di interi quartieri disagiati.

Un’aberrazione amministrativa – prosegue Marisei – che ha spinto l’Amministrazione a confezionare un Regolamento che assegnava una delega in bianco all’Ufficio costringendo il Consiglio a dichiarare, oggi per il futuro, l’esistenza dell’interesse pubblico su tutti i progetti privati che saranno presentati, da valutare invece caso per caso, perché in via generale un progetto privato di pubblico non ha proprio nulla.

Di qui la nostra ‘Questione Pregiudiziale’ che ha ricevuto un singolare parere contrario dell’Ufficio Urbanistica, motivato dal fatto che l’emendamento apriva un doppio binario contrario alla norma: progetti da approvare con permesso ordinario entro 30 gg. e progetti da approvare con permesso in deroga, previa valutazione dell’interesse pubblico in Consiglio comunale, su istruttoria dell’Ufficio entro 45 gg. dalla deliberazione.

Atteso che la maggioranza per ordine di scuderia – prosegue ancora Marisei – non avrebbe votato la nostra pregiudiziale accantonando il provvedimento, abbiamo presentato una nostra mozione sotto forma di emendamento che riscriveva per intero il Regolamento con pochi punti fermi e tempi stringenti per far ripartire l’edilizia.

Una posizione – tiene a precisare Marisei – talmente ragionevole che il Sindaco in parte ha fatto propria gettando nell’imbarazzo il suo Vice, il Presidente della Commissione Palladino, i Caprigruppo API e PD, il Responsabile dell’Ufficio Urbanistica. Con il suo emendamento di colpo ha:

  1. cancellato l’articolo relativo alle finalità del Regolamento (facendo approvare un provvedimento che non ha scopi e quindi è inutile come da noi sostenuto);
  2. cancellato ogni riferimento al permesso in deroga e, conseguentemente, all’interesse pubblico e quindi l’aberrante meccanismo della delega in bianco del Consiglio all’Ufficio;
  3. introdotto un doppio regime per gli interventi a scala edilizia (progetti privati da approvare con il permesso ordinario) e a scala urbana (progetti privati complessi per i quali può ravvisarsi un interesse pubblico, da approvarsi con il permesso in deroga previa pronuncia del Consiglio).

Il parere dell’Ufficio? Favorevole perché conforme a norma! Così emendato il Regolamento altro non è che un indirizzo all’Ufficio di applicare la legge, cosa di cui non vi era alcun bisogno.

Il voto contrario – Spiega a nome dei Liberi e Riformisti Salvatore Marisei era dovuto sul piano tecnico-amministrativo e sul piano politico con questa motivazione: “Invece di applicare la legge, ad Eboli si inventano un Regolamento attuativo in gestazione per 24 mesi, presentato a tecnici ed imprenditori in riunioni riservate dal Sindaco e dal suo Vice – la cui parola evidentemente non vale nulla – per poi accorgersi grazie alla nostra ferma opposizione in Consiglio comunale, ed alla legittima protesta del Comitato dei disoccupati, che si trattava di un atto illegittimo, foriero di ulteriori danni per il Comune e di responsabilità amministrative e contabili per i Consiglieri. Una maggioranza confusa e disorientata, incapace di programmare uno sviluppo ordinato del nostro territorio, un Assessore all’Urbanistica che rimedia brutte figure a ripetizione, un Ufficio che cambia parere sullo stesso provvedimento a seconda del presentatore, è questo il triste epilogo di un’Amministrazione sempre più ostaggio di gruppi imprenditoriali senza scrupoli che aggrediscono le nostre colline e dettano i tempi al Consiglio Comunale.

La montagna ha partorito il topolino“, perché come al solito, e come tutti i provvedimenti che il Governo Berlusconi ha preso sono solo roboanti, ma senza produrre nessun effetto, tanto e vero che a distanza di oltre due anni, ancora i Comuni si attardano ad approvare l’ovvio, distorcendolo e addirittura complicandolo, come nel caso di Eboli e così quel “topolino” avrà come madre quella “grande Topessa” che è la montagna.

Ma c’era bisogno di un “Decreto sviluppo” almeno per quanto riguarda la parte dedicata all’edilizia e non alla “Pianificazione Urbanistica” perché i Comuni deliberassero su questioni che erano di loro esclusiva competenza, tra l’altro, semplificati al punto tale, da assecondarli ai Poteri della Giunta, e magari dare direttive precise ai propri funzionari, anziché di ricorrere nuovamente al Consiglio Comunale? Perché si semplificasse e si velocizzassero i singoli procedimenti di competenza esclusiva in capo ai funzionari, così detti: Responsabili del provvedimento; non era forse sufficiente un banalissimo regolamento attuativo, appendice banalissima ad un qualsiasi Strumento Urbanistico, oppure una qualsiasi nota di indirizzo a cui i funzionari avrebberodovuto attenersi?

Il Decreto sviluppo, come in altri casi, non ha saputo intervenire nella parte “progettuale”, imponendo alle Regioni di appropriarsi del ruolo di Pianificare e indirizzare, e ha pensato di “suggerire” ai Comuni accellerazioni spicciole, che potessero avere la pretesa di favorire l’edilizia e avviare un processo economico intorno ad essa. Forse era meglio intervenire mettendo mano complessivamente alla Pianificazione Urbanistica e avviare la discussione sul PUC, e una volta approvato si pensava alle norme e al Regolamento di attuazione, all’interno del quale si indicavano modalità e tempi, senza frapporre tra la domanda e l’esecuzione maglie legate alla politica e non alla procedura. Forse era meglio intervenire nella Pianificazione imponendo una specifica individuazione delle parti pubbliche seguendo i reali bisogni, piuttosto che lasciarle alla discrezionalità della Progettazione contrattata (Project Financing), e quindi al singolo soggetto proponente conferendo beni, magari inutili e per nulla speculari alle necessità di una collettività?

Il Legislatore se ha inteso separare la “Pianificazione Urbanistica” dalla “Pratica Urbanistica“, era per evitare che le cose si complicassero e per questo ha attribuito l’indirizzo e la proposta alla parte politica che interpretava le istituzioni, e ha conferito ai funzionari la parte esecutiva poiché si trattasse solo, appunto, di “eseguire” e non di interpretare, quindi dare all’uno o all’altro qualsiasi discrezionalità, è solamente una ulteriore complicazione. Intanto per una banalissima pratica c’é ancora chi attende diversi mesi, intanto i PUA sono ancora al Palo, intanto le gru sono ferme, intanto i progetti, anche quelli finanziati non partono, intanto i bandi e le gare vengono decise con “discrezionalità” dai responsabili, ecc. ecc., intanto si è approvato il Regolamento per l’applicazione del Decreto Sviluppo, per buona pace di chi lo ha votato e si spera, nella soddisfazione del Comitato dei disoccupati dell’edilizia, che ancora una volta e in barba a tutti i regolamenti, il Presidente del Consiglio Comunale Luca Sgroia, grondante di democrazia, irritualmente ha concesso la parola in aula all’ex Consigliere Comunale Mario Rega, uno dei suoi massimi esponenti.

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Emendamento Liberi e Riformisti

Al presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Ai Consiglieri Comunali
p.c. Al Segretario Generale
Al Responsabile Ufficio Urbanistica

Emendamento relativo alla proposta di delibera di cui al primo punto all’ordine del giorno del Consiglio comunale del 12.07.2012 recante Regolamento per l’applicazione dell’art. 5, commi 9-14 del DECRETO LEGGE 13 MAGGIO 2011, N. 70, CONVERTITO DALLA LEGGE 12 LUGLIO 2011, N. 106/2011.

I sottoscritti consiglieri comunali presentano  il seguente emendamento:

PREMESSO:

  • Che con il decreto legge n. 70/2011, convertito nella L. 106/2011, si sono disposte, fra l’altro, forti innovazioni nella disciplina urbanistica ed edilizia, particolarmente incisive rispetto alla vigente impostazione che vede il piano regolatore quale elemento fondamentale per l’operatività edilizia;
  • Che in particolare i commi da 9 a 15 dell’art. 5, sono finalizzati ad incentivare una politica concreta di riqualificazione urbanistica ed edilizia, consentendo premialità a fronte di interventi di rinnovo urbano (ampliamenti, delocalizzazione in altra area, modifica di destinazione d’uso, modifiche di sagoma);

PRESO ATTO:

  • Che il quadro normativo, delineato dalle disposizioni innanzi richiamate, demandava all’intervento legislativo concorrente delle Regioni, entro i primi sessanta giorni di vigenza del decreto legge il compito di incentivare gli interventi di riqualificazione;
  • Che è scaduto il predetto termine e che, decorso anche il termine di centoventi giorni dall’entrata in vigore del decreto, al fine di rendere immediatamente applicabili le premialità anche nelle regioni ordinarie che non hanno provveduto a legiferare in merito, lo stesso provvedimento, indica la misura massima degli ampliamenti da riconoscere quali premialità;

DATO ATTO:

  • Che gli interventi previsti dalla legge perseguono, in linea generale, finalità di riassetto territoriale, di stimolo e di sostegno all’industria delle costruzioni private ed in generale, alle attività economiche, unitamente al miglioramento della qualità edilizia ed energetica, nonché della fruibilità delle costruzioni, ritenuti elementi rilevanti ai fini dello “sviluppo e del rilancio economico” perseguito dalla legge;
  • Che la realizzazione degli interventi introdotti dalla legge, nel caso determinino il ridisegno di ambiti urbani di estensione significativa, possono necessitare di specifica espressione del Consiglio comunale, chiamato a valutare se i benefici pubblici correlati agli stessi progetti siano di natura e qualità prevalenti rispetto alle disposizioni pianificatorie vigenti, oggetto di deroga;

RITENUTO:

  • Necessario provvedere ad emanare indirizzi specifici al fine di consentire, in linea con i principi ispiratori del decreto, modalità operative di accelerazione e semplificazione delle procedure per gli interventi di riqualificazione volti a favorire lo sviluppo ed il rilancio economico;

 PROPONGONO

  • Di fornire i seguenti indirizzi specifici all’Ufficio competente al fine di accelerare, in linea con i principi ispiratori del decreto, le procedure per gli interventi di riqualificazione volti a favorire lo sviluppo ed il rilancio economico della città:

1. rendere immediatamente applicabile l’art. 5, comma da 9 a 14, della legge 106/2011 sopra citata, al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti nonché di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare, prevedendo:

a) il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto alla volumetria esistente come misura premiale secondo l’art. 5, comma 14, della legge 106/2011 (per definizione di volumetria esistente si rimanda all’art. 2 della Legge Regionale n. 1/2011;
b) la delocalizzazione delle relative volumetrie in area o aree diverse, purché trattasi di aree omogenee aventi la stessa classificazione di PRG;
c) l’ammissibilità delle modifiche di destinazione d’uso, purché si tratti di destinazioni tra loro compatibili o complementari, secondo le previsioni vigenti del PRG;
d) le modifiche della sagoma necessarie per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizi esistenti deve avvenire con l’obbligo di osservare nella costruzione di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti gli allineamenti e le prescrizioni di zona stabiliti dal vigente PRG;

2. per l’individuazione degli interventi di cui all’art. 5, comma 9, della legge 106/2011 che non possono riferirsi ad edifici abusivi o siti nei centri storici o in aree ad inedificabilita’ assoluta, con esclusione degli edifici per i quali sia stato rilasciato il titolo abilitativo edilizio in sanatoria, si fa riferimento alle zonizzazioni del PRG vigente;

3. per aree urbane degradate, ex art. 5 comma 9 della legge 106/2011, con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti nonché di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare, si intendono quelle descritte nel PRG vigente e nelle Norme Tecniche di attuazione;

4. l’ammissibilità degli interventi è sempre subordinata al rispetto degli standard urbanistici, delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia e in particolare delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, di quelle relative all’efficienza energetica, di quelle relative alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, nonché delle disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;

  • Di invitare, pertanto, l’Ufficio competente ad accelerare l’esame delle pratiche giacenti aventi ad oggetto costruzioni private e cambi di destinazione d’uso, istruirle ed approvarle, secondo l’ordine cronologico desumibile dalla data di protocollo, entro il termine di 30 giorni dall’adozione della presente delibera;  
  • Di invitare, altresì, l’Ufficio competente ad accelerare l’esame delle pratiche giacenti aventi ad oggetto il ridisegno di aree urbane degradate, facenti parte dei più ampi contesti urbani, con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti nonché di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare, e laddove ne ravvisi la necessità e nel rispetto delle competenze degli organi del Comune, trasmetterle al Consiglio comunale, accompagnate da adeguata relazione istruttoria, secondo l’ordine cronologico desumibile dalla data di protocollo ed entro 45 giorni dall’adozione della presente delibera;
  • Di invitare l’Ufficio competente a procedere con urgenza all’esame di ogni ulteriore pratica dovesse pervenire a far data dalla presente delibera nel rispetto dei termini sopra indicati;
  • Di trasmettere la presente agli Uffici competenti.

F.to Carmine Campagna
Salvatore Marisei
Antonio Petrone

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Eboli, 14 luglio 2013

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3 commenti su “Eboli: Il Consiglio ha approvato il Decreto Sviluppo. La grande “Topessa” ha partorito il topolino”

  1. A me pare che questa volta i Liberi e Riformisti abbiano abbastanza ragione.
    La maggioranza ha approvato un roboante DECRETO SVILUPPO di berlusconiana memoria. E così, le cose semplici diventano ancora più complicate!
    Si è voluto dare maggiore discrezionalità sia alla parte politica, sia alla parte tecnica, con buona pace della semplicità e linearità. Eppure era ben chiaro che agli amministratori spettasse l’indirizzo e la proposta e ai tecnici la mera esecuzione senza le soggettive interpretazioni, a volte contraddittorie e fuorvianti!
    Infine, ci congratuliamo per “l’eccesso di democrazia” del presidente del consiglio comunale…ma questa regola dovrebbe valere per tutti non solo per il portavoce del Comitato Disoccupati Edili. Domani potrebbe capitare al portavoce degli Idraulici, poi a quello dei falegnami, dei Giovani Disoccupati, degli Insegnanti Precari, dei pensionati al minimo,ecc…ecc…

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  2. CORTE DEI CONTI,SALVACI TU!
    NON VOTERO’ + PD SE CI SONO QUESTI QUI,SPERO CHE ANCHE LA MAGISTRATURA ORDINARIA SI MUOVA,IL PARADOSSO KAFKIANO SI CHIAMA EBOLI E LA SUA DECADENTE AMMINISTRAZIONE…

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