I parcometri costano alla Multiservizi circa 8.000 euro mensili a fronte di un incasso mensile di circa 50.000 euro.

Gli incassi sarebbero inferiori a quelli precedentemente registrati di circa 15 mila euro mensili, non sarebbero controllati e i parcometri non sarebbero fiscalizzati.

EBOLI – Sono partite le nuove tariffe e le nuove aree destinate al Parcheggio a pagamento, i negozianti sono infuriati, gli abitanti non ne parliamo proprio. Un lato di via Umberto Nobile e di via Matteotti sono le due nuove “zizzelle” a cui attingere latte nuovo e fresco. Si pagherà un euro ogni ora o frazione di un’ora, queste le nuove tariffe suggerite dal Piano Industriale redatto dal Prof. Gerardo Metallo. Piano che dovrebbe risolvere i problemi della Multiservizi e dei suoi buchi, ma che dovrebbe azzerare quelli che sarebbero i famosi debiti strutturali, rappresentati da costi di gestione che non consentono alla Società di coprire nemmeno le spese e che accompagnato ad altri provvedimenti, come la riduzione del personale di 13 unità e l’attribuzione al patrimonio della Multiservizi, del Parcheggio Multipiano dell’Ospedale, per modo da poterle consentire di offrirlo in garanzia per eventuali finanziamenti a copertura delle passività, dovrebbero farle raggiungere l’autonomia finanziaria.

E ci voleva un professore universitario per stabilire che i costi di quella Società erano sproporzionati rispetto ai ricavi? C’era bisogno della zingara per indovinare che l’unico sistema per mantenere quello “status quo”, era quello di aumentare le tariffe al parcheggio dell’Ospedale da 1,50 a 2,00 euro; eliminare la tariffa minima da 0,50 a 1,00 euro nel resto delle aree di sosta a pagamento della Città; di aumentare le stesse estendendole ad altre strade cittadine; di attribuirle in proprietà il Parcheggio Multipiano; di ridurre il personale di 13 unità.

Tornando ai nuovi parcheggi a pagamento di Via Nobile e Via Matteotti e alla rabbia di commercianti e residenti che dalla befana, per poter parcheggiare sotto casa dovranno abbonarsi e sborsare 23 euro al mese per alimentare il latte alle due nuove “zizzelle” e consentire alla Multiservizi di continuare a sperperare soldi, elargire clientele, come in più occasioni hanno accusato le opposizioni di Massimo Cariello, Lazzaro Lenza, Damiano Cardiello, Fausto Vecchio e le opposizioni interne alla maggioranza di Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Antonio Petrone, Armando Cicalese, e favorendo sacche di parassitismo a spese dei contribuenti. Un abbonamento per parcheggiare ovunque in Città invece costerà 40 €.

“Come è buono lei” direbbe il ragionier Fracchia mentre il suo capo lo tartassa.

Come sono buoni loro, che continuano imperterriti ad alimetare gli sprechi e a stangarci con ogni mezzo pur di non cambiare nulla, in una Città che più del resto del Paese sta soffrendo questa crisi economica paurosa e dalla quale i pensionati ne usciranno “morti”, gli operai e gli impiegati “poveri”, i giovani “tramortiti” e senza speranze.

Una Città povera e senza speranze che non può sopportare i costi degli sprechi più sfacciati sotto gli occhi di tutti. E’ bastato soffermarsi un poco a parlare con i commercianti e i residenti per capire come è alta la tensione, ma anche per conoscere il grado di informazione di cui sono dotati e mentre c’é chi dice senza peli sulla lingua che questa soluzione serve solo ad arricchire qualcuno, che l’estensione dei parcheggi a pagamento sono il “balzello” da pagare per mantenere in piedi un “carrozzone” politico eun personale demotivato, inadeguato, svogliato sovradimensionato.

Parlano di cifre di fatti, di circostanze che se dovessero risultare vere sarebbe veramente inquietante. Hanno raccontato di un agio di circa 8.000 euro mensili, che la Multiservizi pagherebbe alla Società che gestisce i parcometri. Cifre che dovrebbero coprire i costi di vigilanza e di prelievo del danaro per ogni parcometro.

Praticamente la Multiservizi pagherebbe a questa società questi circa 8.000 euro mensili a fronte di  incassi, che non supererebbero i circa 30.000 euro mensili, e nonostante l’aumento delle aree di sosta a pagamento e l’aumento delle tariffe, risulterebbero degli incassi sensibilmente inferiori a quelli precedentemente registrati che andavano intorno ai 45mila euro mensili. Un residente praticamente infuriato sottolineava come sarebbe potuto possibile incassare le cifre dei Parcometri senza che vi fosse la certezza della regolarità degli incassi, dubitando della possibilità che le macchine fossero “fiscalizzate“.

E’ fantasia, sono illazioni o tutto questo risponde a verità?

Fatto sta che gli incassi non vengono recuperati dalla Multiservizi e per questo sarebbe difficile poter controllare promanibus gli effettivi incassi, lasciati solo alla “sensibilità” della stessa società che funge da controllore-controllata, e se la calunnia è un venticello, uno degli uomini politici più furbi e longevi d’Italia diceva che “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca“. Se poi ai dubbi e alle perplessità si aggiungono anche i conti, allora due più due fa quattro e non sarebbe affatto una bestemmia suggerire di controllare se veramente gli incassi dei parcometri sono risultati essere inferiori ai propri standard.

Mutuando quella frase attribuita ad Andreotti e calzandola alla questione dei parcheggi si vorrebbe dire che “fidarsi è bene ma non fidarsi e meglio“. I cittadini onesti strozzati da tasse di ogni genere che finiscono poi per mantenere in piedi sprechi e scialacquamenti di ogni tipo utili solo a coloro i quali si attaccano a quelle “zizzelle” senza lasciarle nemmeno per un attimo, hanno il diritto di sapere cosa accade e hanno il diritto di chiedere:

• E’ vero che il servizio dei parcometri costa circa 8.000 euro mensili alla Multiservizi?
• E’ vero che la Società che preleva dai parcometri non è sottoposta a nessun controllo?
• E’ vero che i Parcometri non sono fiscalizzati?
• E’ vero che c’é stato una notevole riduzione degli incassi?

Domande che aspettano risposte. Risposte serie e oneste per evitare che due più due faccia veramente quattro e non che per strada diventi tre.

Eboli, 12 dicembre 2012