Viene spacciata come anticoncezionale, ma è una vera e propria pratica contragestatoria (pertanto abortiva)
L’EllaOne in Europa, è già disponibile, è stata messa in vendita senza polemica in Italia la “RU486”, nonostante il parere dell’AIFA ancora non è disponibile.
EBOLI – Dopo il vespaio di polemiche che si sono scatenate con la famosa “RU486“, la così detta “pillola del Giorno dopo”, arriva ora in commercio EllaOne, o più comunemente ribattezzata come “pillola dei 5 giorni dopo”.
Sicuramente non mancheranno le polemiche tra l’azienda farmaceutica HRA Pharma, titolare del brevetto e le stanze del potere italiano, intrise di cattolicesimo ed ipocrisia e sicuramente andrà a riaccendere, rinnovandola, una bagarre tra le fazioni degli abortisti e degli anti-abortisti italiani.
Questa pillola in ogni caso nel resto d’Europa, è già disponibile, e senza nessuna polemica è stata messa in vendita.
In Italia invece nonostante l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) abbia dato l’ok per la commercializzazione della Pillola del giorno dopo, la “RU486”, per rimarcare l’ipocrisia imperante del nostro Paese, il farmaco non risulta ancora in vendita e la scusa ufficiale è che non sono state ancora stampate le confezioni in lingua italiana, figurarsi per la EllaOne.
A tale proposito, Antonio Lioi ha solo anticipato l’informazione sulla EllaOne, su questo blog, e sui suoi effetti, e da Biologo, è intervenuto sulla vicenda parlandone e offrendo il suo contributo ai lettori di POLITICAdeMENTE. Ben sapendo che su questi temi vi sono posizioni ben diverse, e correndo anche il rischio di generare ulteriori polemiche a polemiche già in corso, si è preferito pubblicarlo per aprire un dibattito scevro da tutti i pregiudizi sicuro di aprire un confronto civile ed interessante.
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di Antonio Lioi
Sta per irrompere sul mercato italiano EllaOne la pillola dei cinque giorni dopo. Un tentativo concreto di “commercializzare un abortivo per contraccettivo”.
Spacciata per anticoncezionale d’emergenza, EllaOne sarà un nuovo rimedio per impedire una gravidanza indesiderata entro 120 ore da un rapporto sessuale potenzialmente fertile.
Vediamo di cosa si tratta esattamente. Questa pillola contiene una molecola che si chiama ulipristal acetato, un antiprogestinico di seconda generazione. Per i profani è sufficiente sapere che quel composto sintetico si lega ai recettori del progesterone (ormone prodotto dalle ovaie) esattamente come la pillola abortiva RU486. L’azione del progesterone è fondamentale per l’iniziale sviluppo della gravidanza poiché prepara l’utero ad accogliere l’embrione ed EllaOne, legandosi appunto ai recettori di quell’ormone ne inibisce l’azione. Poiché, quindi, contrasta l’annidamento dell’embrione, quella pillola svolge in realtà un’azione intercettiva-abortiva. E non contraccettiva. Non è un caso, infatti, che i primi studi sulla EllaOne siano stati realizzati proprio confrontando la sua azione con quella della RU486.
E’ interessante anche analizzare la differenza tra EllaOne e la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, ovvero la contraccezione a base di levonorgestrel.
Il più rilevante tratto distintivo si riferisce al periodo di assunzione dei due prodotti.
Mentre il levonorgestrel, infatti, deve essere assunto entro 72 ore, la posologia di EllaOne prevede un arco temporale maggiore, ovvero un’assunzione entro le 120 ore (5 giorni). Peccato, però, che nella fisiologia della riproduzione, l’embrione a cinque giorni dal concepimento sia già in utero per annidarsi.
Più interessante appare la correlazione tra EllaOne e la RU486.
Entrambe le molecole, infatti, appartengono al gruppo degli antiprogestinici, i quali svolgono la loro azione inibitoria dell’annidamento dell’embrione. La farmacodinamica dell’ulipristal acetato è, peraltro, pressoché identica a quella del mifepristone (Ru486).
Parole complicate per dire che si sta spacciando per contraccettivo un prodotto che, invece, ha effetti abortivi. Tutto regolare? Non direi proprio.
Com’è noto, la Direttiva europea 2005/29/CE dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno, prevede una severa disciplina in materia. E l’Italia è stato il primo Paese dell’Unione a recepire integralmente quella direttiva, attraverso il Decreto Legislativo 2 agosto 2007, n. 146, il cui art.21, primo comma, lett. a) e b), espressamente prevede che debba considerarsi ingannevole una pratica commerciale non solo quando contiene «informazioni false» ma pure quando «in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, inganni o possa ingannare il consumatore medio», e ciò «anche se l’informazione è di fatto corretta». L’inganno deve riguardare «l’esistenza o la natura del prodotto», ovvero «le caratteristiche principali del prodotto», quali, tra l’altro, «la composizione», «l’idoneità allo scopo» ed i «risultati che si possono attendere dal suo uso».
EllaOne, come si è visto, agisce impedendo il proseguimento dello sviluppo dell’embrione, giacché rende impossibile il suo annidamento nella parete uterina. Non si tratta, dunque, di un effetto contraccettivo bensì di un meccanismo prevalentemente abortivo qual è quello antinidatorio, che si estrinseca dopo l’avvenuta fecondazione, quando è già iniziato il processo di sviluppo di una nuova vita umana.
Anche la logica, del resto, vuole la sua parte. Dal punto di vista etimologico il termine “contraccezione” deriva dall’inglese contra-conception e sta ad indicare l’attività volta ad impedire la concezione, la fecondazione. Ora come può EllaOne pretendere, logicamente, di impedire qualcosa che in realtà è già avvenuto, ovvero la fecondazione? Dopo il concepimento, in realtà, non si è più nell’ambito della contraccezione ma in quello contragestazione, cioè dell’attività che contrasta la gestazione. Impedire l’annidamento significa impedire lo sviluppo di una vita già iniziata.
Sempre in tema di logica, è interessante notare che il punto 4.1 delle istruzioni per l’uso di EllaOne, relativo alle «indicazioni terapeutiche», includa tra i casi in cui assumere la pillola anche la «contraceptive failure», ovvero l’ipotesi di mancato funzionamento di un contraccettivo. Come si può, quindi, logicamente immaginare che il rimedio al fallimento di un contraccettivo possa essere un altro contraccettivo? Alla “contraceptive failure” non può che seguire un’azione contragestatoria, ovvero abortiva.
Ora, da quanto fin qui evidenziato, risulta evidente che presentare EllaOne come un contraccettivo d’emergenza anziché come un prodotto abortivo, rappresenti una grave manipolazione semantica, tale da integrare una vera e propria pratica commerciale ingannevole, in palese violazione dell’art. 6, primo comma, lett. a) e b) della Direttiva 2005/29/CE, e dell’art.21, primo comma, lett. a) e b) del Decreto Legislativo 2 agosto 2007 n.146, violazione sulla quale, peraltro, dovrebbe intervenire l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato.
Né si può tacere sulla natura e sull’oggetto dell’inganno. La posta in gioco, in realtà, assume rilievi non indifferenti di natura morale, etica, filosofica, culturale. Usare un contraccettivo non è come abortire.
Per questo l’informazione deve essere chiara e obiettiva, affinché una donna possa acquisire la piena consapevolezza della sua scelta e sappia che qualora opti per l’uso della pillola EllaOne non sta evitando un aborto. Lo sta praticando.
In realtà però la morula non è annidata . Quindi sono solo cellule combinate. E’ giusto che EllaOne o un farmaco equivalente o altri farmaci della stessa catagoria vengaano immassi sul mercato. Si evitano interventi e visite invasive della dignità e del corpo della donna .
X Marianna Bonina: mi sia consentito di fare un poco di chiarezza sulla “morula e annidamento”
L’annidamento dello zigote si verifica in prossimità del fondo dell’utero in una zona compresa fra lo sbocco di due ghiandole uterine adiacenti (zona trofica ideale per lo sviluppo). L’inizio dell’annidamento si ha alla fine della prima settimana CIOE’ ENTRO SOLO SETTE GIORNI DALLA FECONDAZIONE e coincide con la formazione della blastocisti. Lo sviluppo della blastocisti provoca la rottura della
membrana pellucida ad opera di enzimi proteolitici prodotti dal trofoblasto. La mucosa uterina promuove l’azione di
tali enzimi, cosicché l’impianto deriva dall’interazione fra trofoblasto ed endometrio.
L’annidamento
Grazie a questo meccanismo le cellule trofoblastiche che ricoprono il polo embrioblastico iniziano a penetrare fra le cellule epiteliali della mucosa uterina. Ci sono poi casi di Annidamento ectopico, ma non ci interessa in questa sede.
Or bene l’ulipristal acetato, ( EllaOne) è un antiprogestinico di seconda generazione.Quindi, contrasta- nei primi CINQUE giorni- l’annidamento dell’embrione, svolge in realtà un’azione intercettiva-abortiva. E non contraccettiva.
Quello che io denunciavo è la PUBBLICITA’ INGANNEVOLE che fa passare EllaOne, al pari di un farmaco ANTICONCEZIONALE. Pertanto l’uso da parte delle donne ( e la mia preoccupazione e l’uso che potrebbero farne le giovani adolescenti) non ” evitano interventi e visite invasive della dignità e del corpo della donna ” come Tu dici, ma un SUO sfruttamento a sfondo commerciale. Ripeto con “contraccezione” si indica l’attività volta ad impedire la concezione, la fecondazione. Mentre utilizzare EllaOne dopo il concepimento,dopo la fecondazione, in realtà, non si è più nell’ambito della contraccezione ma in quello contragestazione, cioè dell’attività che contrasta la gestazione. Impedire l’annidamento significa impedire lo sviluppo di una vita già iniziata. Lo scopo della mia segnalazione era quello di dare una informazione capace di correggere “quella commerciale della ditta che non nomino”. Spero di essere stato utile.Antonio Lioi
Caro Antonio Lioi,vorrebbe che le giovani adolescenti debbano ricorrere all’aborto ,se c’è qualche imprevisto nella loro vita sessuale? Si è cercato un modo per mettere in commercio questo farmaco. Ed è giusto che ne usufruiscano anche le giovani adolescenti ,che sono vita umana ,e non sono ancora in età da fare da madri.
facendo le dovute eccezioni (tipo violenza sessuale), tutti questi ragionamenti scientifici e pseudo morali non convincono, l’atto sessuale e le conseguenze che ne derivano è comprensibile solo riportandolo nel suo alveo naturale che secondo me è l’etica
Cara Marianna, la mia formazione scientifica Biologo con specializzazione e oltre 40 anni di professione di patologo clinico, mi ha spinto a fare il commento alla scorretta pubblicità ingannevole di cui sopra.
La mia formazione ideologica ( marxista socialista A-COMUNISTA), mi permette di sperare che le giovani donne ( ed uomini) siano sempre più informate sulla PREVENZIONE e quindi si convincano una volta per tutte che “chi intende avere una vita sessuale diciamo impegnativa” USI SEMPRE IL PRESERVATIVO.
Questo consiglio cade a pochissimi giorni dal 1 dic, giorno dell’AIDS ed il giorno in cui la RAI ha “consigliato” di non nominare la parola preservativo o profilattico.