Nomine ASL: Una riforma del sistema

Una riforma del sistema per le nomine di Manager Direttori Sanitari e Primari nelle ASL della Campania. 

La proposta è del Candidato alla Regione per il M5S Enrico Farina che per allontanare il “clientelismo” e dare spazio alla “meritocrazia”, ignorando che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è su base pubblica ed è regolato da un Piano Sanitario Nazionale sotto l’egida del Governo, ritiene di farlo buttando “fuori De Luca dalla Sanità Campana“. 

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – «Come candidato al Consiglio Regionale della Campania reputo sia giunto il momento per una seria riforma del sistema di nomina dei manager della sanità pubblica. – si legge in una notacstampa di Enrico Farina aspirante ad uno scranno nel consiglio regionale della campania per il Movimento 5 Stelle – Tale premessa è condizione imprenscindibile per migliorare la qualità del manangement e con esso le prestazioni ospedaliere destinate alla comunità campana.

Il faro della sanità pubblica dovrà essere l’art 97 della Costituzione, il quale impone che i pubblici uffici debbano essere organizzati in modo che “siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità“. – prosegue Farina richiamandosi alla Carta Costituzionale, da più parti spesso invocata ad usum delphini, per modificare qualcosa che si intende modificare salvo poi a renderla elastica quando si giunge al potere e ci si rende conto di “altro” – Questo oggi non avviene in tante realtà territoriali della nostra regione. Infatti, la storia delle aziende sanitarie campane è costellata di inefficenze, burocrazia e cattiva gestione della sanità regionale.

Ritengo che tale cattiva gestione sia da imputare ad un sistema di nomine dei veritici della sanità campana, da parte della politica, che troppo spesso ha tenuto in scarsa considerazione il valore della meritocrazia, preferendo al suo posto logiche di tipo clienterale. – aggiunge ancora Farina, inoltrandosi in un alveo che è di esclusiva competenza dello Stato Centrale, e che potrebbe essere di trattazione dell’attuale Governo. Va da se che la nomina dei dirigenti in Campania come in tutte le regioni d’Italia è legata a criteri valutativi dei singoli aspiranti manager, criteri che se non rispondenti nemmeno si potrebbero candidarsi. Di per se quei criteri sono la garanzia del valore dei singoli aspiranti, ed è da quei criteri che si sceglie i manager. – Così come avviene nei paesi del nord europa, è ampiamente dimostrato che sistemi di selezione meritocratici dei manager pubblici si traducono in servizi efficaci ed efficienti per i cittadini.

Inoltre, reputo necessario che i pazienti debbano valutare personalmente le prestazioni di carattere sanitario, ricevute dalle ASL campane, affinchè si possa intervenire su coloro che non assicurano il buon andamento e l’efficienza della sanità pubblica ed, al contempo, premiare le realtà eccellenti e
virtuose che onorano il servizio a loro affidato. – aggiunge Farina introducendo un altro tema, che se dovesse attuarsi sarebbe una piazzata, poiché il paziente non può esprimere criteri valutativi in un ambito nel quale non ha nessuna competenza. Cosa diversa invece è esprimere gradimento sulla degenza ma anche questi potrebbero essere di nocumento alla bravura “vera” e non quella elettiva. I primari come i Manager non si eleggono si valutano in base a titoli e percorsi. Va ricordato a Farina, e questo è un caso vero che si è verificato: Una signora che non gradiva stare in camera insieme ad una sig.ra ricoverata come lei ma araba, al diniego del Primario che le disse di non avere altro posto e di non condividere il suo preconcetto razzista, si inventò un bel po’ di storie e con la compiacenza di uno stupido “giornalista”, divenne un caso. Vogliamo questo tipo di indirizzo per valutare Ospedali e Medici e Primari? Grazie non ci interessa ne la delazione ne la gogna.

Come candidato al Consiglio Regionale della Campania reputo imprenscindibile contrapporre la logica meritocratica a quella delle nomine politiche dei manenager della sanità pubblica. – aggiunge Farina proseguendo nelle sue congetture che al contrario trovano attuazione nei principi generali già contenuti nel Piano Sanitario Nazionale e nei criteri di cui ai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), proprio quei criteri e quei Livelli che con il Commissariamento della Sanità Campana per 10 anni l’hanno fortemente penalizzata costringendo aad accorpare e chiudere Reparti, chiudere Ospedali, bloccare le assunzioni, ridurre drasticamente i posti letto, ben al di sotto degli standard nazionali, mentre le sanità delle Regioni del Nord fintamente funzionanti facevano incetta di fondi per miliardi di euro. In quelle Regioni, Lombardia, Emilia e Romagna Veneto e Piemonte o in Sardegna e Sicilia (Regione a Statuto Autonomo) Governate dal M5S, cosa pensa Farina che le nomine si facciano seguendo i suoi criteri e non quelli del Piano Sanitario Nazionale? O pensa che la Campania è una Repubblica a parte solo perché vi è la presenza dell’odiato De Luca?

«Pertanto, nel quadro dell’avanzamento del processo di aziendalizzazione, nonché della riaffermata natura privatistica e fiduciaria del rapporto di lavoro, – aggiunge ancora Enrico Farina che immagina evidentemente una gestione della Sanità di tipo privatistico che segue il mercato del profitto e non quello del principio costituzionale di garantire servizi e prestazioni sanitarie gratuite a tutti ritenendo la salute un bene primario ed inalienabile proprio tutto il contrario di un “avanzamento di aziendalizzazione“, cioè quello che ha portato Lombardia, Veneto ed Emilia e Romagna a consegnare nelle mani di privati il 50% della Sanità a fronte di quel 10% di quella privata in Campania – credo sia giunto il momento di sostituire l’attuale procedimento di nomina disposta unilateralmente dalla Regione con un atto discrezionale di alta amministrazione (il quale non parrebbe assecondare il disposto dell’art. 97, con cui sembra anzi confliggere), con una procedura di evidenza pubblica (quale quella concorsuale), – conclude Enrico Farina Candidato alla Regione per il M5S che per allontanare il “clientelismo” e dare spazio alla “meritocrazia“, ignorando che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è su base pubblica ed è regolato da un Piano Sanitario Nazionale sotto l’egida del Governo, ritiene di farlo buttando “fuori De Luca dalla Sanità Campana“. – che si configurerebbe come il rimedio alle pratiche clientelari di conferimento degli incarichi, con contestuale recupero della selezione meritocratica, della trasparenza e dell’efficienza dell’attività sanitaria pubblica campana».

Battipaglia, 13 agosto 2020

Lascia un commento