Nonostante erbacce e cattiva conservazione, boom di presenze al Parco Archeologico di Velia. Nel periodo estivo registrato un +23% con 14.355 visitatori.
Mentre tra i visitatori c’è chi protesta per lo stato di conservazione e di abbandono del bacino archeologico di Velia, la Soprintendente Francesca Casule è soddisfatta: “Un bilancio estivo più che positivo con numeri importanti“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – «L’estate 2016 del Parco Archeologico di Velia – apprendiamo da una nota stampa pervenutaci dall’Ufficio stampa della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino – si chiude con un bilancio molto soddisfacente. I mesi estivi, infatti, hanno registrato un notevole aumento del numero dei visitatori: + 23% rispetto al 2015 per un totale complessivo di 14.355 presenze, con un +16% nei mesi di luglio e agosto e un picco nel mese di giugno, per il quale si segnala un incremento pari al 44%.
Soddisfatta la Soprintendente Francesca Casule, che osservando i risultati dal canto suo ha dichiarato: “Un bilancio estivo più che positivo“. Si tratta – per la soprintendente Casule – di un risultato molto importante che premia gli sforzi messi in campo dalla Soprintendenza, con la costante e preziosa collaborazione del Comune di Ascea, del concessionario dei servizi aggiuntivi arte’m e delle diverse associazioni del territorio.
Il successo è dovuto anche alle ante iniziative che hanno spinto i visitatori a recarsi al Parco Archeologico di Velia, tra cui si è aggiunta, nel mese di giugno, anche l’apertura straordinaria della Torre sull’Acropoli dopo oltre 20 anni, oltre al consueto appuntamento con VeliaTeatro ad agosto, e a concerti e attività didattiche realizzate nel corso dei tre mesi estivi.
E ancora altre iniziative importanti in programma a Velia, in questi primi giorni di settembre, come ad esempio la ripresa delle attività di ricerca, curate, in regime di concessione, dall’Università degli studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Soprintendenza.
Le indagini si concentreranno su due aree dell’abitato con l’obiettivo di acquisire ulteriori dati rispetto a quelli ottenuti nelle passate campagne di scavo che restituiscono l’immagine di una città estremamente attiva fino alla tarda antichità, inserita in un’ampia rete di scambi commerciali e contraddistinta da significative produzioni locali di ceramica. Per tutto il periodo delle ricerche l’area di scavo sarà aperta al pubblico e visitabile, esclusivamente in presenza degli archeologi, dal lunedi al sabato mattina.
Invece a partire – si riporta ancora nella nota – da oggi mercoledì 7 settembre diversi appuntamenti da non perdere: all’interno del suggestivo scenario del teatro greco di Velia, con il concerto “SOUNDStories”, una performance musicale con la partecipazione di un collettivo di musicisti di diversa formazione. In apertura l’esibizione del gruppo musicale Daltrocanto. Ingresso libero al concerto».
Si spera che dalla concessione affidata all’Università di Napoli Federico II si possa oltre che portare alla luce altri manufatti a testimonianza delle molteplici attività e della ricchezza della Città di Velia, si possa conservare bene e meglio quello che già da tempo è stato portato alla luce negli anni precedenti, e che risulta praticamente abbandonato a se stesso, come testimoniano le foto che ci sono pervenute da un visitatore che indignato ha inviato a POLITICAdeMENTE per denunciare in che situazione versa il sito di Velia.
Intanto mentre gli sforzi della Soprintendenza che tendono a rendere fruibile il patrimonio artistico e monumentale e archeologico nella nostra provincia, svaniscono nel momento in cui si registrano le condizioni in cui versa l’area, proprio nei giorni di ferragosto (22 agosto u.s.) in cui si è registrato il massimo afflusso di visitatori, che hanno potuto ammirare le rovine “rovinate” di Velia, in mezzo ad erbacce e a finocchi selvatici, alti più di un metro, così come piante spontanee che nell’incuria di chi avrebbe dovuto vigilare crescono prepotenti e indisturbate tra i tasselli dei mosaici compromettendone irreversibilmente con l’apparato radicale la tenuta.
Una denuncia che ci lascia senza fiato e che viene affidata a POLITICAdeMENTE perchè si possa divulgare e ottenere che un intervento di riqualificazione immediata dell’intera area archeologica, che per il momento adrebbe solo liberata dalle erbacce spontanee, e poi semmai, affidarla all’Università per gli ulteriori scavi, augurandoci che non facciano la stessa fine di questi.
«Caro Massimo, – scrive il Dott. Pino Gigliotti in vacanze ad Ascea e dopo la visita al Parco Archeologico di Velia – ho provato, invano, ad inviare queste foto ai siti di sovrintendenza di Salerno e Ministero Beni culturali. Si tratta di un mosaico delle terme romane di Velia, raffigurante delfini e tritoni marini, dove le erbacce fanno saltare i tasselli (non vi è alcuna protezione) e dell’area sacra caratterizzata da un imponente altare votivo di cui, nella foto, non vedo nulla aggiunge e e conclude amareggiato Gigliotti – perché invaso da un mare di erbacce».
Pino Gigliotti è medico ed è il Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Maria SS Addolorata di Eboli, reparto di eccellenza e punto di riferimento regionale. Noi non possiamo che ringraziare Gigliotti e nello stesso tempo vorremmo che i responsabili fossero puniti per un crimine che nel codice Penale non c’é ma si potrebbe introdurre “Attentato alle opere d’Arte”.
Ulteriori informazioni sul sito web della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino www.ambientesa.beniculturali.it /info 089 2573241 / Fax 089 318120 e mail:sbeap-sa.stampa@beniculturali.it – UFFICIO STAMPA Soprintendenza / Funzionario Responsabile Dott. Michele Faiella / Per approfondimenti: I luoghi e gli eventi www.beniculturali.it – Numero verde 800 99 11 99 – Il MiBACT è anche su Youtube,Facebook e Twitter.
Salerno, 8 settembre 2016