Dopo il segreto di Pulcinella dello sgombero ex Apoff, per il Sen. FI Cardiello (FI): “La battaglia inizia adesso“.
Cardiello dichiara guerra ai caporali e alle connivenze locali del lavoro nero, ma per gli immigrati propone anche centri di assistenza e fiscale, ma insinua anche “sospetti” su eventuali fughe di notizie del blitz.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il Sen. Franco Cardiello del Gruppo Parlamentare di Forza Italia a seguito dello sgombero dell’ex Apoff alza il tiro e oltre a dichiarare guerra al caporalato e ai caporali, ma pensando a centri di assistenza anche fiscali per gli immigrati non clandestini.
“L’operazione non ha avuto quel resoconto da me sperato, – scrive il Senatore Cardiello anche come membro della Commissione Parlamentare Antimafia – anzi, a causa di qualche “informatore” sono stati scovati solo 36 immigrati. Dalle fonti in mio possesso erano ben oltre 200 le unità costrette a vivere in condizioni disumane, frutto evidente dell’imposizione dei caporali.
Il quadro emerso e conosciuto da tempo – prosegue Cardiello – impone una seria riflessione: è giunta l’ora di avviare indagini approfondite per vedere dove questi individui si recavano durante le giornate lavorative; chi li assisteva fiscalmente e smistava le loro pratiche burocratiche; chi erano i “capi” di questo sistema di schiavitù collaudatissimo.
Non possiamo fermarci ad applaudire, – ammonisce il Senatore forzista – come è stato doveroso fare, l’intervento delle forze dell’ordine ma bisogna sradicare il problema alla radice, mettere una lente di ingrandimento su chi lucra alle spalle dei migranti è ineludibile.
Grazie alla nuova legge contro il caporalato, approvata in via definitiva prima della pausa estiva, – prosegue Cardiello – che inasprisce le pene per questi tipi di reati, sarà mio dovere segnalare alla Procura della Repubblica, all’Ispettorato del lavoro e a tutti gli Enti competenti le aziende che sfruttano manodopera in maniera illegale.
Anche le associazioni, i cittadini ed i sindacati offrano una collaborazione seria e non omertosa, affinché i lavoratori nel comparto agricolo, se pur immigrati, siano trattati come persone e non come oggetti da sfruttare.
Questo sistema – sostiene Cardiello – non può e non deve avere la meglio sull’azione di ripristino della legalità da parte delle Istituzioni, perché se tra qualche giorno la bidonville riprende vita allora significa che “abbiamo perso”.
Alta vigilanza, – conclude il Senatore Franco Cardiello – chiusura ed eventuale abbattimento di quel rudere da una parte per non consentire il ripopolamento; inchiesta ferrea e di contrasto al caporalato, ai centri che favoriscono il lavoro nero e ai conniventi locali dall’altro. Queste sono le due direttive su cui muoversi nei prossimi giorni».
Intanto, proprio stamattina il cancello dell’ex Apof era accostato e oltre alle rovine, ai cumuli di immondizia e di materiali vari, tra cui probabilmente anche Amianto, era parcheggiato un veicolo, segno inequivocabile che non basta una operazione congiunta di polizia per contrastare determinati fenomeni, per i quali l’abbandono e la scarsa sorveglianza diventano inevitabilmente un invito per chi ha intenzione di nascondersi o di dimorarci nella certezza nella certezza di non essere mai trovato e soprattutto disturbato.
Non basta una operazione sporadica di Polizia per evitare che questi fenomeni accadano e si ripetano, e soprattutto non si può consentire che in un posto così centrale, come nel caso della ex Apof, vengano tollerate per anni, sotto gli occhi quotidiani preoccupati dei cittadini del posto, di quelli che vi transitano, e di quelli distratti delle forze di Polizia Locale, Stradale, Carabinieri, Finanzieri, Guardie Forestali, e chi ne ha più ne metta per avere la certezza che non si ripetano. Poi, rispetto allo sgombero notturno dell’ex Apoff, è sembrato, come si dice dalle nostre parti, sia stato eseguito “zitt zitt rint u mercat” per dire che sebbene si sarebbe dovuto sorprendere si è finito per far fuggire la notizia, che probabilmente è arrivata anche a chi doveva arrivare, tant’è che si è poi trovato solo qualche sfessato e non chi invece si voleva sorprendere, ma c’era la stampa, si è fatto anche qualche filmato e magari insieme alle Forze di Polizia c’era anche chi non doveva esserci, vista la delicatezza e la natura dell’operazione che avrebbe voluto segretezza per contare sulla sorpresa.
Insomma una operazione che voleva essere una lezione e il ripristino di una legalità ad una condizione di illegalità “tollerata” sembra essere fallita clamorosamente ed è passato Nell’immaginario collettivo come un semplice sgombero. E la conferma è che dopo qualche giorno c’é chi se ne frega e continua a frequentare quel luogo: Che ci fa quel camioncino li dentro? Che cosa c’è ancora lì dentro? A chi interessa quel luogo? Chi vuole resti così? Perché il Sen. Cardiello sospetta fughe di notizie? Ci sono state? Da dove è a chi sono sfuggite? Chi ha chiamato la stampa?
Quell’Operazione è sembrata il segreto di Pulcinella. Chi si deve interrogare lo faccia.
Eboli, 2 settembre 2016