Grande successo di pubblico per la Festa nell’Oasi del Bosco Camerine di Albanella. Pienamente soddisfatto il Sindaco Renato Josca.
Quattro giorni di festa dal 14 al 18 agosto 2016, nello straordinaria e fantastico scenario del Bosco Camerine tra un percorso mistico in devozione a S. Sofia, la favola, la leggenda, la musica e una ricca e variegata proposta gastronomica di ricette antiche del Bosco. E… già si pensa all’edizione 2017.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ALBANELLA – Si è conclusa con uno straordinario successo di pubblico e di partecipazione la Festa popolare nell’Oasi del Bosco di Camerine di Albanella. Quattro giorni di festa dal 14 al 18 agosto 2016, nella straordinaria e fantastica “Oasi di Bosco Camerine” nel Comune di Albanella, tra il “sacro” e il “profano“, il mistero e la favola, la storia e la leggenda, musica e gastronomia nell’incantevole scenario naturale di una delle poche macchie Mediterranee ancora non contaminate dall’uomo e molto apprezzato dai visitatori, che a migliaia si sono “rifugiati” nel Bosco di Camerine per trovare freschezza dalle torride serate estive e per “tuffarsi” in un clima nel contempo “fiabesco” e “Storico-rievocativo”, nel “Mistero” e nella “Fede” e ogniunon ha trovato quello che cercava, ma soprattutto ognuno ha partecipato e ha gustato tutte le leccornie che sono state preparate ed offerte.
In Migliaia nelle quattro serate hanno partecipato alla Festa, che voleva essere tutta popolare, organizzata dal Comune di Albanella, l’Enpa, la Pro Loco di Albanella e le associazioni cittadine, per condividere con gli altri e rilanciare l’immagine dello straordinario contesto naturalistico del Bosco di Camerine di Albanella, ma anche per partecipare ad un vero e proprio percorso mistico e religioso affascinante nel suo genere, che racconta e si richiama al culto della Patrona di Albanella Santa Sofia, e di quì varcare i confini che dalla storia, passano per il mito, la leggenda, la fantasia, la fede. Storia, mito, leggenda, Fantasia, Fede che raccontano il passaggio nel Bosco Camerine di Santa Sofia, costretta a rifugiarvisi perchè insieme alle sue tre figlie Fede, Speranza e Carità fuggiva dalla persecuzione cristiana dei Romani sotto l’imperatore Traiano. La leggenda racconta anche che la Santa in segno di riconoscenza verso il popolo altavillese, che l’aveva accolta e protetta dai sui persecutori, volle lasciare loro, il segno di gratitudine e del suo passaggio un roseto, unico per bellezza e profumo, che unito ad altri fiori, e tra questi anche orchidee, che spontaneamente nascono nel Bosco, “certificano” la straordinaria devozione alla Patrona che hanno gli albanellesi.
Una Rosa particolare quella di Santa Sofia, che, sempre da quello che si è tramandato da padre in figlio tra gli albanellesi, pare dalle sue foglie si estraesse una essenza particolare: l’Elisir della Giovinezza; giovinezza per dire purezza e per coronare quel sogno a cui tutti ambiscono di voler restare giovani. Elisir della giovinezza che è anche diventato un “Progetto”, che il Sindaco di Albanella Renato Josca con la sua Amministrazione ha messo in piedi, riprendendo la coltivazione della rosa e appunto, ricavare da essa una essenza, che diventerà un “brand” e sarà prodotta anche per commercializzarla, e così chi aspira a quella “giovinezza” potrà provarla e se non dovesse succedere nulla, stia tranquillo e ci riprovi, perchè non basta solo assumerla, ma è necessario avere anche la massima devozione per Santa Sofia perchè si possa aspirare alla “Saggezza“, alla “Fede“, alla “Speranza“, alla “Carità“, proprio come si traducono dal Greco il suo nome e quello delle tre figlie martirizzate dai romani, ed è forse proprio quello il messaggio alle genti di oggi per dire che chi ha quelle doti ha raggiunto il desiderio e se lo raggiungessimo tutti forse il Mondo sarebbe migliore.
Ed è proprio su questa bella storia che il Sindaco di Albanella Renato Josca ha voluto organizzarle intorno una bella Festa che a giudicare dalla partecipazione (intorno alle 15mila preesenze) è ben riuscita incoraggiandolo ad insistere per farla diventare un appuntamento annuale. «Sono pienamente soddisfatto – dice il Sindaco Josca a commento del successo della Festa – per come si è svolta la Festa e per l’afflusso di una marea di visitatori che ha evidentemente apprezzato la nostra proposta e i nostri sforzi che mirano a far conoscere il nostro territorio e per esso il Bosco Camerine di Albanella, che tra l’altro è un palcoscenico naturale dalla natura magica. Attraverso questa festa vogliamo aprire le porte di un teatro naturale, farlo conoscere e condividerlo con gli altri attraverso quello che è stato un viaggio affascinante di quattro giorni nel mistero, nella favola e nella leggenda».
Come si svolta la Festa? – Il Sindaco continua – Il 14 agosto c’è stato: “Il Respiro di Santa Sofia”; Un percorso mistico ed affascinante, religioso e popolare lungo i sentieri a cunicolo del bosco ascoltando ed ammirando la natura e sentendo i suoi profumi. Una carovana umana accompagnata da attori professionisti ha raggiunto l’area di S. Sofia e ad accoglierla sono state le voci di un coro e lo scrigno dei pensieri dove ognuno ha potuto lasciare il suo messaggio o la sua preghiera, dopo essere stati “benedetti” con l’acqua del Pozzo di Santa Sofia. Il Messaggio o il desiderio che verrà ritenuto più bello sarà premiato con un viaggio in una localitàdi culto religiosa.
Dal 15 al 18 agosto, è stata la volta delle Storie di Santi, streghe, briganti, femmine e viandanti, quelle storie che si raccontano vicino ad un camino quando non si ha a disposizione i luoghi adatti come i percorsi e i più piccoli anfratti del Bosco Camerine, insomma per il Sindaco Josca, è stata una quattro giorni di festa popolare, e per questo non sono mancate: musica, percussioni, ritmo e suggestioni intorno al fuoco dando vita al rito, che per quattro giorni ha riportato i visitatori nel passato, e il ritorno alla realtà sarà anche l’avvio della parte gastronomica.
E se i grandi sono stati attratti dall’offerta gastronomica con le antiche ricette del Bosco con: Mozzarella nella mortella con pomodorini spontanei; Pancotto alle erbe del Bosco; Acqua sale alle erbe selvatiche; Fusilli e gnocchi secondo la tradizione; Pasta alla Chitarra alle erbe aromatiche e pecorino; Carne arrosto macerata nel mirto, lentisco, mentuccia e finocchietto selvatico; Cioccolata, Ciambotta e Pizza Cilentana; Ravioli con ricotta di capra, con miele, mirtilli e more; Cannoli con ricotta, pere selvatiche e miele; la specialità dolciarie di Matilde; tutto accompagnato da tanto, ma tanto vino di produzione locale.
La cosa più interessante è di straordinario successo di partecipazione è stata l’area dedicata ai bambini con i laboratori didattici e le rappresentazioni delle fiabe del bosco, con le visite guidate, le passeggiate sugli asinelli, l’area giochi con gonfiabili.
l Bosco Camerine è un esempio tipico di Macchia Mediterranea, negli ultimi secoli è servito a scopi essenzialmente forestali e selvicoli e più diffusamente alla preparazione di carbonelle aromatiche, a base di mirto e lentisco. Ricade per tutti i suoi circa cento ettari nel Comune di Albanella, e per essere ai piedi degli Alburni, ed è stato inserito tra le aree contigue del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Ma la sua frequentazione e la sua storia ci riportano molto indietro nel tempo alle sue prime testimonianze storiche, che infatti, parlano di una colonizzazione, da parte di monaci orientali, Alacri diffusori del culto diSanta Sofia, che fuggendo dalla guerra iconoclastica (VIII sec.) si stabilirono nel Bosco Camerine e a seguito del quale sonoancora visibili tracce del loro passaggio.
Ed è proprio a quell”epoca che risale il pozzo cosiddetto di “Santa Sofia“, il perimetro murario oggi ridotto a ruderi sempre nella cosiddetta “area di Santa Sofia“, una radura proprio al centro del Bosco la quale misteriosamente non è stata mai “sopraffatta” dal Bosco, che al contrario tutt’intorno è fitto e rigoglioso.
Altre notizie che riguardano il Bosco Camerine e l’area protetta, risalgono agli anni “leggendari” del brigantaggio meridionale, quando all’epoca dell’unificazione d’Italia e le “persecuzioni”, anche quì che l’esercito piemontese perpetrò per sopprimere quei rigurgiti di resistenza ad una operazione politica di tavolino, che sebbene necessaria, non tenne conto delle identità e del rispetto delle culture locali, alcuni briganti vi si rifugiarono, per sfuggire alla morte, e di quì anche un’alra leggenda quella del nascondiglio dei tesori dei Briganti che la gente di Albanella cerca ancora…
Una quattro giorni di Festa popolare che ha come scopo, come ci sottolinea il Sindaco di Albanella Renato Josca: “Per recuperare attraverso una Festa, i luoghi e la partecipazione popolare, i valori della memoria, della storia, della tradizione, e soprattutto il rispetto per la natura oltre che la valorizzazione delle tipicità locali, le quali, sebbene non manchino in tutto il resto d’Italia, quelle di Albanelle sono interessanti e per questo sono state proposte, nello scopo, anche questo principale e ben riuscito vista l’enorme affluenza di visitatori, di essere una meta alternativa per i turisti che d’estate soggiornano tra Paestum e il Cilento“.
E se il Bosco Camerino è carico di riferimenti storici o meno che siano, se come racconta la tradizione sia veramente stato il luogo in cui si sia rifugiata Santa Sofia protetta dagli albanellesi, e se qualcuno mette in dubbio addirittura l’esistenza reale di S. Sofia e delle sue tre figlie, Fede, Speranza e Carità, volendo inserirle invece come figure allegoriche delle virtù di cui portavano il nome; se ancora sia stato il rifugio dei Briganti, a noi poco importa, quello che è giusto e che è straordinariamente importante è invece l’aggrapparsi al passato, vero, costruito o artefatto che sia, per dare un senso alla memoria e nobiltà alla tradizione.
E oggi, proprio oggi che la nostra società ha bisogno di “Sapienza“, di “Fede“, di “Speranza” e di “Carità“, questa Festa popolare assume un altro significato e per questo si consiglia di tuffarcisi dentro e tra mistero, favola e leggenda, musica e gastronomia ritrovare se stessi e i valori della convivialità. E si sono appena spenti i riflettori su questa bella Festa tra la natura e la tradizione che già si pensa all’anno prossimo e a come migliorarla, a come arricchirla di altri particolari e di come poter dare il massimo dell’accoglienza alle persone che vorranno condividere luoghi e tradizioni degli albanellesi.
Albanella, 20 agosto 2016