Nuovo Piano Ospedaliero. Il Sen. Cardiello(FI): “Plurime violazioni. Si cambi“; e interroga il Ministro Lorenzin. E.. la Sanità muore.
Lo sconcerto si carica di profonda delusione rilevando come da Caldoro a De Luca la musica non è cambiata: Una “Marcia funebre” che accompagna lentamente ed inesorabilmente la Sanità fino a recitarne il suo “REQUIEM”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Il nuovo Piano Ospedaliero proposto dal Commissario straordinario dell’ASL Salerno Giuseppe Longo, ora nominato dal Governatore Vincenzo De Luca, General Manager all’Ospedale dei Colli di Napoli, per il Sen. Franco Cardiello del gruppo parlamentare di Forza Italia contiene una moltitudine di violazioni, e a tale proposito a tutela dei territori e dei cittadini ricadenti nell’Azienda sanitaria di Salerno, ha presentato un’interrogazione, che si allega e si pubblica integralmente qui di seguito, al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Il Senatore Cardiello parla di: “Plurime violazioni. – e auspicando una revisione aggiunge – Si cambi“. Richiesta di cambiamento che si sarebbe dovuta articolare sia nel corso del quinquennio della Giunta Caldoro e sia all’attuale Giunta De Luca al governo da 13 mesi. Richiesta di cambiamento tardiva ma che non esclude le gravi responsabilità in capo a Caldoro e i suoi e non assolve De Luca e i suoi, che altri non hanno fatto che continuare nella stessa scia. Scia che ci fa rilevare come questo Piano Sanitario Regionale e quello della riorganizzazione dei Presidi Ospedalieri in Campania, poggia su diverse illegalità, e citandone una solamente, ma prima fra tutte, non rispondendo ai parametri fissati dal Ministro della Salute e a quelli riportati nel famoso decreto 49 rispetto al rapporto posti letto-abitanti. Condizione falsata, sulla quale si è poggiato tutto l’impianto che, con convinzione e quindi colpevolmente, tutto falsamente redatto che ha visto la soppressione sistematica di alcuni ospedali, il ridimensionamento di altri, il potenziamento per contro di altri ancora, la chiusura, l’accorpamento, il trasferimento di alcuni reparti da un Ospedale all’altro, creando nel frattempo disagi alla popolazione amministrata e disservizi ai pazienti che si vedevano costretti a rivolgersi a strutture private, il vero obiettivo, evidentemente, dei redattori dei vari Piani.
Piano sanitario e piano Ospedaliero al ribasso per la così detta Valle del Sele, che si è vista negare qualsiasi cosa, dal personale medico ed infermieristico alle attrezzature, ma che alimentava solo lo Scandalo degli Scandali dell’ALPI arrivando a spendere per questa pratica “viziosa” fino ad oltre i settanta milioni di euro, ma per contro negare tutto a reparti definiti per risultati e prestazioni eccellenti, come per il caso di Nefrologia di Eboli, costretto a lavorare con tre medici e 12 infermieri, o quello di Cardiologia e Emodinamica sempre di Eboli, che attende ancora i Medici che dalla vicina Battipaglia dovrebbero essere trasferiti come furono trasferiti i loro colleghi di Ostetricia e Ginecologia che da Eboli a Battipaglia. Ebbene il risultato è che dal prossimo settembre il Direttore dell’U.O. di Nefrologia Giuseppe Gigliotti ha minacciato la chiusura se non saranno assegnati al suo reparto medici e infermieri, per coprire la mole di lavoro “ECCELLENTE” che il reparto offre quotidianamente ai pazienti provenienti da tutta la Regione e oltre.
Queste insieme all’elenco che il Sen. Cardiello ha inserito nella sua interrogazione al Ministro Lorenzin, sono solo alcune delle rilevanze che purtroppo non sono mai state ascoltate, sia da Caldoro e tutta la sua brigata di “Colonnelli“, “Generali“, Commissari straordinari, ordinari, normali o “Sub”, che sono passati per Via Nizza, tutti intenti a far quadrare i conti generali eliminando, guarda un pò, solo quelli che si ritenevano fossero sprechi nell’ASL Salerno, e nell’Area della Valle del Sele, più precisamente tra Eboli e Battipaglia, lasciando continuare a sperperare le varie ASL o Aziende napoletane e casertane. Mancanze sul piano gestionale e organizzativo che aggiunte a quelle politiche e di concertazione, danno il paia e ci diconocome erano prezzolati tutti quei poltronari che si sono seduti nella nostra ASL.
La cosa più sconcertante che si carica di una profonda delusione è quella che cambiando da Caldoro a De Luca la musica non è cambiata solo che per noi è diventata una “MARCIA FUNEBRE” e constatiamo come siano vicini quelli che governano, così vicini che non è cambiato proprio nulla e attenderemo solo che la “Marcia funebre” giunga fino a recitare il “REQUIEM” della sanità. Ma non tutto è perduto e così come ritualmente è avvenuto nel corso di questi ultimi sei anni, durante i quali tutte le volte che si cambiano i vertici, spuntano: denunce, richieste e suggerimenti; dispensati ora da organizzazioni sindacali ora da politici che utilizzando le proprie modalità cercano il contatto con il subentrante. Il subentrante Antonio Giordano ascolterà quelle denunce, quelle richieste, quei suggerimenti “ruffiani” o si girerà prima intorno, si leggerà prima le carte e poi dopo che si è fatta un’idea semmai procedere nella “correzione” che si ritiene siano in netto contrasto con il quadro normativo? Staremo a vedere, intanto di seguito pubblichiamo la nota e l’interrogazione del sen. Cardiello, sicuri che il Ministro nemmeno la leggerà facendo rispondere ad uno dei tanti funzionari “squadrati” o “inquadrati” che a loro volta sottoporranno ad un improvvido Sottosegretario, il quale invierà la solita risposta piena di ovvietà.
«Dopo uno studio approfondito e le plurime segnalazioni delle associazioni del settore, – scrive in una nota politica il Senatore di Forza Italia Franco Cardiello alzando gli scudi contro il Nuovo Piano Ospedaliero e gli effetti negativi di questo sui Presidi Ospedalieri della così detta Valle del Sele a danno di altre realtà territoriali – che ringrazio per la proficua collaborazione, non potevo esimermi da un’analisi del prospettato Piano Ospedaliero. Tale provvedimento ridisegna la materia sanitaria nella nostra Provincia, ma evidentemente è il frutto di una politica poco lungimirante e indifferente verso i problemi dell’area Sud. Sono molte, anzi troppe, le violazioni normative messe in atto dal Commissario ad Acta che, invece, doveva essere il primo garante del rispetto delle leggi.
Segnalo, – prosegue il Senatore Cardiello – in questo breve elenco, quelle più evidenti che ho ritenuto opportuno inviare, previo atto di sindacato ispettivo, al Ministro Beatrice Lorenzin per una dettagliata relazione:
- Il Commissario ad acta, in particolare, nelle tre aree della Valle del Sele, Agro-Nocerino- Sarnese e Vallo della Lucania, non ha rispettato l’indice fissato dallo stesso D.M. n. 70/2015 pari a 2,95 posti letto per 1.000 abitanti;
- le disposizioni del D.M. n. 70/2015 risultano essere violate anche per quanto concerne Ostetricia, Ginecologia e Pediatria dell’Area della Valle del Sele. In base al Piano anche Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Eboli viene definitivamente chiusa;
- l’art. 2, comma 2bis, del D.Lgs. 502/92, recante Riordino della disciplina in materia sanitaria, ha previsto l’istituzione di una Conferenza Permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria regionale, cui deve essere sottoposta qualsiasi misura di pianificazione (in materia). In Campania, tale organismo non è stato istituto;il provvedimento commissariale modifica e sostituisce tutti gli atti amministrativi in contrasto, ivi compresi, i Piani Attuativi Aziendali. La modifica e rinnovazione della procedura pianificatoria sanitaria, in ossequio al principio del contrarius actus, esigeva la partecipazione degli Enti Locali;
- l’art. 35 della Legge Regionale della Campania (LR n. 32/1994) ha prescritto che gli atti aziendali, che hanno ad oggetto i Piani Attuativi del Piano Sanitario Regionale (il Piano Ospedaliero, come è noto, rientra nel Piano Sanitario), devono preventivamente essere inviati alla Conferenza dei Sindaci per la acquisizione del parere (obbligatorio) di competenza;
- il Decreto commissariale è stato disposto senza acquisire il parere della Conferenza dei Sindaci dell’A.S.L. Salerno, malgrado la disciplina in tema di commissariamento non deroghi alle regole di formazione dei Piani Sanitari;
- eventuali patologie cardiache acute, a titolo esemplificativo, rischiano di diventare irreversibili, essendo necessario un tragitto di almeno due ore (di strade montane) per raggiungere il più vicino presidio (di pronto soccorso), dotato di terapia intensiva coronarica, con intuibili conseguenze per la garanzia dei livelli di assistenza minimi sanitari (cd. golden hour).
- Pur comprendendo che l’emergenza finanziaria rappresenta sicuramente un “vincolo” per la pianificazione dei servizi pubblici, l’applicazione del Piano Ospedaliero dimostra che si è sacrificata la garanzia dei livelli minimi assistenziali, in un territorio montano disagiato, caratterizzato da sviluppo diradato, che non può subire una drastica chiusura dell’emergenza sanitaria;
- la redazione del Piano Ospedaliero rientra nella competenza di pianificazione (di Settore), destinata a produrre effetti su tutti i territori degli Enti Locali (Comuni e Province), titolari di competenze autonome, in tema di organizzazione e gestione dei servizi pubblici locali;
- il Piano Ospedaliero ha estromesso completamente anche le Autonomie Locali, le Organizzazioni Sindacali (degli operatori del settore pubblico e privato) ed i rappresentanti delle strutture accreditate;
- lo scostamento rispetto alle previsioni del D.M. n. 70/15 dovrebbe necessariamente comportare l’illegittimità del Decreto n. 33/2016.
Roma, 27 luglio 2016
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Cardiello – Al Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin
Premesso che – :
in un mutato contesto normativo e a sei anni dal Decreto Commissariale n. 49 del 27 settembre 2010, il Commissario ad acta per l’Attuazione del Piano di rientro dai Disavanzi del Settore Sanitario della Regione Campania ha approvato, con il Decreto n. 33/2016, il Piano Regionale di Programmazione della rete ospedaliera, asseritamente redatto ai sensi del D.M. n. 70/2015, recante Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, ovverosia del Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativo relativi all’assistenza ospedaliera;
- il provvedimento è di particolare importanza in quanto la predisposizione di una organizzazione sanitaria territoriale idonea costituisce un obbligo non derogabile, che incide in maniera determinante sulla tutela del diritto alla salute;
- il Piano Regionale di Programmazione della rete ospedaliera si pone in netto contrasto con le finalità cui dovrebbe necessariamente tendere, ed ha predisposto degli strumenti che, a prescindere dallo loro chiara difformità rispetto alle norme di settore, penalizza proprio quegli obiettivi assistenziali che le strutture sanitarie devono garantire, ovverosia efficacia, qualità e sicurezza delle cure, centralità del paziente e umanizzazione delle cure, il tutto nel rispetto della dignità delle persone;
- dette finalità costituiscono l’obiettivo del D.M. n. 70/2015, che, dall’esame del Piano Regionale di Programmazione della rete ospedaliera, non risultano assolutamente perseguite;
- infatti, basti considerare che detto Regolamento, per l’area salernitana, prevede che:
- i territori, al cui interno insistono gli Ospedali, che hanno il requisito per essere “Ospedali di Base sede di pronto soccorso” sono, in base agli abitanti (80.000/150.000 abitanti), Nocera, Scafati, Sarno, Eboli e Vallo della Lucania,
- Salerno (150.000 abitanti), nel cui territorio ricade l’A.O.S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, dovrebbe essere considerata DEA di II° livello;
- sul lato operativo, applicando i criteri del D.M., quanto sopra detto comporta che la rete di emergenza, avrebbe dovuto essere costituita dai nodi degli Ospedali di Nocera, Scafati, Sarno, Eboli, Vallo della Lucania (ASL Salerno) e Cava dei Tirreni (Azienda Ospedaliera di Salerno), da considerarsi Ospedali di Base sede di pronto soccorso con posti di OBI (osservazione breve intensiva), con il riferimento comune di un unico HUB di II livello che avrebbe dovuto assimilare a sé tutti gli interventi previsti anche nell’Ospedale sede di DEA di I livello e cioè il S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona. Il Presidio Ospedaliero di Roccadaspide, invece, essendo lontano più di 90 minuti da un DEA di I livello e più di 60 minuti da un Presidio di Base, avrebbe dovuto essere individuato, in deroga, quale Presidio di Base;
- il Commissario ad acta ha previsto delle macro aree di cui una a Nord e una a Sud di Salerno sui cui territori si prevedono l’Ospedale di Nocera e l’Ospedale di Vallo della Lucania classificati, in deroga, Presidi Ospedalieri di I livello. Residuano, invece, gli Ospedali di Scafati, Sarno, Eboli, Battipaglia, Roccadaspide, Polla, Oliveto Citra, quali Presidi Ospedalieri che solo in parte rispondono alla classificazione posta dal D.M. n. 70/2015 e quindi, possono definirsi ibridi. Detta organizzazione si riverbera necessariamente sulla distribuzione dei posti letto, errata sia in rapporto alla normativa sia rispetto ai LEA di cui al D.M. n. 70/2015;
- nelle tre aree prese in considerazione, cioè Valle del Sele, Agro-Nocerino- Sarnese e Vallo della Lucania, l’indice fissato dallo stesso D.M. n. 70/2015 pari a 2,95 posti letto per 1.000 abitanti non risulta rispettato;
- le disposizioni del D.M. n. 70/2015 risultano essere violate anche per quanto concerne Ostetricia, Ginecologia e Pediatria dell’Area della Valle del Sele. In base al Piano anche Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Eboli viene definitivamente chiusa;
- l’art. 2, comma 2bis, del D.Lgs. 502/92, recante Riordino della disciplina in materia sanitaria, ha previsto l’istituzione di una Conferenza Permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria regionale, cui deve essere sottoposta qualsiasi misura di pianificazione (in materia). In Campania, tale organismo non è stato istituto;
- il provvedimento commissariale modifica e sostituisce tutti gli atti amministrativi in contrasto, ivi compresi, i Piani Attuativi Aziendali. La modifica e rinnovazione della procedura pianificatoria sanitaria, in ossequio al principio del contrarius actus, esigeva la partecipazione degli Enti Locali;
- l’art. 35 della Legge Regionale della Campania (LR n. 32/1994) ha prescritto che gli atti aziendali, che hanno ad oggetto i Piani Attuativi del Piano Sanitario Regionale (il Piano Ospedaliero, come è noto, rientra nel Piano Sanitario), devono preventivamente essere inviati alla Conferenza dei Sindaci per la acquisizione del parere (obbligatorio) di competenza;
- il Decreto commissariale è stato disposto senza acquisire il parere della Conferenza dei Sindaci dell’A.S.L. Salerno, malgrado la disciplina in tema di commissariamento non deroghi alle regole di formazione dei Piani Sanitari;
- eventuali patologie cardiache acute, a titolo esemplificativo, rischiano di diventare irreversibili, essendo necessario un tragitto di almeno due ore (di strade montane) per raggiungere il più vicino presidio (di pronto soccorso), dotato di terapia intensiva coronarica, con intuibili conseguenze per la garanzia dei livelli di assistenza minimi sanitari (cd. golden hour). Pur comprendendo che l’emergenza finanziaria rappresenta sicuramente un “vincolo” per la pianificazione dei servizi pubblici, l’applicazione del Piano Ospedaliero dimostra che si è sacrificata la garanzia dei livelli minimi assistenziali, in un territorio montano disagiato, caratterizzato da sviluppo diradato, che non può subire una drastica chiusura dell’emergenza sanitaria;
- la redazione del Piano Ospedaliero rientra nella competenza di pianificazione (di Settore), destinata a produrre effetti su tutti i territori degli Enti Locali (Comuni e Province), titolari di competenze autonome, in tema di organizzazione e gestione dei servizi pubblici locali;
- il Piano Ospedaliero ha estromesso completamente anche le Autonomie Locali, le Organizzazioni Sindacali (degli operatori del settore pubblico e privato) ed i rappresentanti delle strutture accreditate;
- lo scostamento rispetto alle previsioni del D.M. n. 70/15 dovrebbe necessariamente comportare l’illegittimità del Decreto n. 33/2016;
per sapere,
se intenda verificare quanto esposto dall’interrogante e quali iniziative intenda il Ministro adottare qualora il Decreto del Commissario ad acta risulti avere violato, in particolare, quanto stabilito dal D.Lgs. n. 502/92 e dal D.M. n. 70/2015.
Roma, 27 luglio 2016
Articolo dice: Nefrologia di Eboli, costretto a lavorare con due medici e tre infermieri
Non mi sembra che sia così…Forse cè un errore oppure una male informazione.
Per Monica,
grazie della tua notazione, infatti c’é stato un refuso.
Nell’U.O. di Nefrologia e Dialisi, ci sono 10 posti letto.
Questa mattina i ricoverati erano 15, 5 dei quali appoggiati in altri reparti.
I medici sono tre più il direttore e 12 infermieri.
Per poter coprire tutti i turni e lavorare bene e rispondere a tutte le prestazioni il reparto avrebbe bisogno almeno di altri tre medici e quattro o cinque infermieri.
Pensi di no?
Lo sai che Nefrologia di Eboli in rapporto ai posti letto offre il maggior numero di prestazioni di tutti gli altri reparti della Regione?
A te e a tutti le riflessioni.
La carenza di personale c è in tutto l’ospedale non solo in nefrologia.Quindi di riflessione c e ne da fare ben poca.
Per Monica
invece di riflessioni se ne devono fare tante e come.
La carenza di personale è cronica, ed è frutto del ridimensionamento che i vertici provinciali e regionali hanno architettato per gli Ospedali di Eboli e di Battipaglia. Se Gigliotti se la combatte e se i risultati del suo reparto sono di tutto rispetto è una richiesta giustra, ponderata e meritevole. Se altri invece subiscono e si nascondono e non hanno nemmeno dei risultati sorprendenti è un problema molto grande.
Nel complesso l’Ospedale di Eboli non è affatto male solo ci vorrebbe un poco più di coraggio da parte dei direttori delle singole Unità Operative.
Noi vorremmo fossero tutte ecellenze. sarebbe bene per tutti.
A me risulta che di primari di ruolo cè ne siano uno o due.Il resto tutti in sostituzione.Quindi……..faccia lei una riflessione……
Per Monica,
ma chi se ne frega del ruolo, sono importanti i risultati e i risultati parlano chiaro. In ogni caso è un dirigente incaricato e con ciò?
Sembra quasi dispiaccia che quel reparto funzioni.
Pubblicheró appena li avrò acquisiti i risultati.
Ma indipendentemente dai ruoli ti dico che il vino buono si vende senza la frasca.
Caro Admin, secondo me conosci molto poco la realtà con annessi e connessi….. del presidio ospedaliero di eboli.
un egregio saluto.
Per Mario,
aiutami a conoscerla.
Io non sono il portatore della verità assoluta, ma osservando e parlando, ma anche facendo più di qualche domanda mi faccio l’idea.
Se vuoi, ovviamente sempre preservanto la privacy possiamo parlarne insieme.
Questo è il mio numero telefonico
366 539 1810