La Città di Eboli consegna le chiavi al Prefetto Pansa: Uno dei suoi figli più illustri, ed è una “festa” di “famiglia”.
Una cerimonia oltre il protocollo. E tra personalità civili e religiose, amici e parenti, messaggi istituzionali e ricordi, emergono spessore e semplicità, convivialità e affetti. Il Sindaco di Eboli Massimo Cariello: “La legalità ad Eboli ha il volto del Prefetto Alessandro Pansa“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «Non è stato né il solito gesto di omaggio ad un prestigioso figlio della città, né un’occasione per illuminare la vetrina della città. – dichiara il Sindaco di Eboli Massimo Cariello nel commentare la cerimonia formale della consegna delle chiavi della Città al concittadino Prefetto Alessandro Pansa – La consegna delle chiavi al Prefetto Alessandro Pansa, oggi al vertice dei servizi di sicurezza dello Stato Italiano, ha voluto rappresentare un messaggio di crescita, soprattutto per le giovani generazioni.
Ciò che ha rappresentato e che rappresenta Alessandro Pansa – Prosegue Cariello – va al di là dei ruoli ricoperti. E’ un esempio virtuoso per le giovani generazioni, che attraverso modelli come Pansa possono e devono ritrovare l’importanza della legalità, dei comportamenti corretti, del sacrificio e dell’impegno.
Il nuovo capo del DIS – Aggiunge il Sindaco di Eboli – ha perfettamente compreso tuto questo e non a caso ha voluto prolungare la sua permanenza ad Eboli, pur preso dai tantissimi impegni del suo ufficio, perché qui ha ritrovato le atmosfere della sua giovinezza, affetti familiari ed amicali, ma ha anche verificato quale sia il nostro sforzo lungo il percorso della legalità. Anche per questo siamo grati ad Alessandro Pansa, che con la sua presenza ha voluto testimoniare nella nostra città l’importanza della legalità quale principio base della convivenza delle comunità.
La sua commozione nel ricevere il più alto omaggio dalla sua città natale – sottolinea Cariello – ci ha fatto capire quale sia l’attaccamento di Alessandro Pansa per Eboli. Così come la nostra evidente emozione ha dato il senso di quanto sia importante lanciare, da parte dell’Amministrazione comunale, questi segnali di trasparenza e correttezza ai nostri giovani che devono sapere di potere contare sul governo della città lungo il percorso della ricerca di comportamenti virtuosi. – E conclude – Un ringraziamento lo rivolgo anche alla moglie del Prefetto Pansa, Silvana Trotta, anche lei ebolitana, che ha voluto essere presente nella sua città per un’occasione così importante».
La cerimonia della consegna delle chiavi della Città di Eboli al Prefetto Alessandro Pansa, uno dei suoi figli più importanti, ha seguito diverse tipologie cerimoniali, e il protocollo per certi versi è saltato se non nella fase che ha visto un Alessandro Pansa nel suo interventio commosso e inorgoglito, non tanto per il riconoscimento che la Città gli ha conferito, ma per trovarsi circondato da tante persone, parenti, amici e compagni di scuola, che lo hanno accolto con l’affetto, affetto arretrato, recuperato in qualche modo, standogli vicino, parlandogli, e cogliendo l’occasione per farsi ritrarre in qualche scatto fotografico, facendo saltare, appunto, il protocollo ma trasformando l’evento in una festa di famiglia con tanta allegria e tando affetto. E tra personalità civili e religiose, amici e parenti, messaggi istituzionali e ricordi, è emerso oltre che lo spessore dell’uomo delle istituzioni, anche la semplicità dell’uomo legato ai suoi ricordi, alla sua Città, alla sua gente, alle sue origini e soprattutto, ai sui amici e a tutti gli affetti che spesso, presi dagli eventi, nel grigiore dei ruoli istituzionali che si svolgono, si accantonano.
Il Sindaco Cariello ha ragione, non si può trattare questo evento così importante alla stessa stregua di un qualsiasi altro, sebbene la circostanza, la personalità e le personalità coinvolte indurrebbero ad una trattazione aulica facendo la cronaca pedissequa della cerimonia riportando gli interventi e raccontando passo passo tutto il prosieguo dell’incontro. Ma il messaggio, quello si che resta, ed emerge con tutta la sua forza, quella di un uomo che senza santi in paradiso, se non l’insegnamento dei suoi genitori, pilastri importanti anche per tutti noi e quelli che ne hanno ricevuto insegnamento, gli hanno saputo dare, facendogli raggiungere risultati straordinari, facendolo giungere ai vertici dello Stato, e oggi, fino a consegnargli la SICUREZZA del nostro Paese.
Chi lo avrebbe mai detto che quel mite Alessandro, potesse mostrare tutta quella forza e tutto quel coraggio che ha mostrato fin dai primi tempi della sua carriera, fino ai successi ottenuti nella lotta alla criminalità nazionale ed internazionale e noi che purtroppo viviamo in una Regione tormentata dal fenomeno della criminalità organizzata, sappiamo quanto sia difficile sopportarne solo la presenza, ed è proprio questa sua fermezza che ci inorgoglisce e ci spinge ad esaltarne le doti, ricordandogli anche, se ce ne fosse bisogno, quanto sia importante non allentare mai quel filo sottile ma resistente che ci lega al nostro passato e alle nostre tradizioni. E’ stato bello festeggiarlo ed è stato bello intrattenersi con lui mandando al diavolo quel protocollo, che comunque lo ha tenuto lontano da tutti noi, e circondato dai suoi primi compagni di scuola e da quelli ultimi, e dai sui amici e dai suoi familiari Alessandro si è sentito a suo agio e accantonando il suo personale rigore ha fatto prevalere l’umano sentimento e così quel mite Alessandro ora “roccia” dello Stato, si è lasciato “coccolare” dai suoi amici e compagni di sempre: Angelo Meola, Gianni e Roberto Iovieno, Roberto Malangone, Vito Naponiello, Donato Morrone, Italo Scarpa, Raffaele Cassese, Fausto Bolinesi e tanti altri, ivi compreso chi scrive.
Con la consegna delle Chiavi della Città ad Alessandro Pansa, oltre a rinsaldare quel legame con la sua terra, se ce ne fosse stato il bisogno, quello di trasmettere i valori legati: alla legalità, all’onestà, ai principi fondamentali della cittadinanza, all’onore e alla Patria; ed in stretto rapporto di reciprocità i valori delle origini, degli affetti, dell’amicizia, della famiglia e delle tradizioni.
Quelle chiavi nelle sue mani sono una garanzia per tutti, ricordando innanzitutto i valori dell’accoglienza e dell’ospitalità, ma anche il rispetto e la salvaguardia dei diritti e delle libertà, ma soprattutto un monito a chi volesse entrare attraverso quella porta, della quale Pansa ne custodisce le chiavi, che per tutti i prepotenti, gli arroganti, i delinquenti, non solo è chiusa ma è chiusa a tripla mandata.
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Foto gallery
Eboli, 8 luglio 2016
Un solo concetto: La Eboli che ci piace ed inorgoglisce!