Il giovane Emmanuel Conte con 520 voti è stato eletto nel Consiglio comunale di Milano. Subentra al dimissionario Galli.
Figlio dell’ex Ministro delle Aree Urbane Carmelo Conte, Conte Jr subentra al capolista di “Beppe Sala. Noi Milano” e… nella Maggioranza che Sostiene Sala e nel Consiglio affiora la fiammella socialista.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
MILANO – Emmanuel Conte, 37enne, nato a Eboli in provincia di Salerno, alla sua prima esperienza politica, con 520 preferenze e stato eletto, per subentro, nel Consiglio Comunale di Milano.
Il giovane Conte Milano vive da 18 anni a Milano, sia per gli studi universitari avendo conseguito con 110 lode la Laurea in Economia Politica alla Bocconi, e sia perché lavora presso la Banca Imi, gruppo Intesa San Paolo, oltre a collaborare come docente con il Sole24ore Borsa Italiana e Assiomforex.
Emmanuel Conte, con 520 voti di preferenza entra in consiglio per la lista civica ‘Beppe Sala, Noi Milano‘ in seguito alla nomina nella giunta comunale di due assessori: Cristina Tajani e Roberta Guaineri, consentendo l’ingresso in consiglio di Enrico Marcora e Marco Fumagalli e a seguito delle dimissioni del suo capolista Fiorenzo Galli.
Sebbene alla sua prima esperienza diretta, ha sempre respirato politica in famiglia, e in famiglia a farla era il suo papà, Carmelo Conte, uomo politico brillante e di successo, che con la sua carriera fulminante passó: dalla Segreteria Provinciale Psi di Salerno alla vice presidenza della Regionale Campania; dalla Regione al Parlamento, tra i più votati in Italia; Dal Sottosegretariato alle Partecipazioni Statali al Ministero delle Aree Urbane; insomma respirando respirando ha assimilato passione politica e voglia di parteciparla, come il fratello Federico, membro della Direzione regionale PD in Campania e componente del Consiglio Nazionale del Partito Democratico, Consigliere Regionale mancato solo per una mangiata di voti.
Emmanuel seguendo quella sua passione e vivendo e lavorando a Milano, ha voluto candidarsi nella lista civica “Beppe Sala noi Milano”, apprezzando il pragmatismo di Beppe Sala come manager aziendale, e poi imparando a conoscerlo nel corso della Campagna elettorale, come uomo.
Con Conte Jr in Consiglio Comunale a Milano si accende una piccola fiammella socialista, ben radicata nella sua cultura personale e politica di base, e a giudicare da come sono andate le cose, ed indipendentemente dal risultato positivo ad appannaggio del “Centrosinistra“, ce ne è proprio bisogno di quella fiammella, specie a Milano, la Città italiana più europa e più internazionale, che però ha smarrito le sue grandi tradizioni, come le ha smarrite il centrosinistra e il PD, che ne è il maggiore azionista, e quast’ultimo ha finito per non riconoscere più i suoi legami con le sensibilità politiche delle grandi ideologie del secolo scorso, che si richiamano: Al cattolicesimo democratico; al liberalismo democratico; al liberal socialismo; al socialismo democratico e allo stesso comunismo; tutti impegnati a seguire la strada del riformismo, aperta e tracciata proprio dai socialisti italiani, finendo per somigliare alle altre “offerte” contribuendo a definirle omologanti, del che i cittadini, gli elettori non riescono più ad identificarsi, finendo poi per riporre la fiducia in mani sbagliate, del tutto diverse a guelle che si sarebbe voluto.
Oggi da Milano sulla spalle fragili e gentili del giovane Emmanuel Conte, si ripongono tutte le speranze di quel percorso politico brutalmente interroto negli anni ’90, che avrebbe dovuto proiettare il Paese verso una Democrazia moderna, capace di confrontarsi e semmai di essere guida alle altrre democrazie europee, oggi tutte miseramente sottomesse ai grandi gruppi economici, finanziari e bancari, che hanno disegnato tutta un’altra Europa rispetto a quella che i nostri padri fondatori avrebbero voluto.
Ad Emmanuel Conte vanno gli auguri di POLITICAdeMENTE e da tutto il suo staff e prncipalmente dal suo animatore, avendo la certezza che riuscirà a far affermare i diritti semplici e le conquiste essenziali che si attendono le persone semplici e quelle che silenziosamente sopportano tutte le tremende stagioni che in questi ultimi decenni sono abituati a vivere. Auguri.
Milano, 2 luglio 2016
“(…)percorso politico brutalmente interrotto negli anni ’90, che avrebbe dovuto proiettare il Paese verso una Democrazia moderna, capace di confrontarsi e semmai di essere guida alle altre democrazie europee (…). Le parole sono molto belle Admin. Sai bene, però, cosa sono stati i socialisti ad Eboli (ma anche la DC e il PCI, spartitori di potere), altro che “democrazia moderna” e di questi residuati bellici, affamati ed affamatori, ce ne sono ancora in giro … eccome.
Quelli che sono stati i socialisti ad Eboli?
Tra quelli c’ero anche io, ed insieme a me ce ne erano tanti: onesti, per bene e capaci.
. Quei tanti forse non erano abbastanza e magari sono stati sopraffatti da uomini piccoli ed evidentemente estranei alla famiglia dei “riformisti”.
Riguardo poi al “riformismo” ebbene il socialismo liberale non era solo un progetto politico italiano ma apparteneva a tutta l’Europa, ed ebbe poi, ed è qui che quel “brutale” è appropriato, i suoi massimi interpetri in Gran Bretagna con i “labur” (lib-lab), in Grlermania con la Socialdemocrazia, in Francia con i Socialisti, contaminando man mano tutti gli altri Paesi europei, e costringendo i Comunisti, per primi quelli italiani del PCI a rivedere le loro posizioni ed aprire anche loro al rinnovamento, facendo molto attenzione ad evitare il termine “riformismo” e sostituendolo con “rinnovamento”, “riforme”, “riformatrice” ecc. a seconda del caso, fino a che si mise seriamente in discussione l’Internazionale socialista, dal momento in cui i socialisti divennero i “traghettatori” del Nuovo corso dei Comunisti, primi fra tutti gli italiani.
Senza divagare, quella stagione fu brutalmente interrotta, buttando, come si dice, insieme all’acqua sporca anche il bambino, e quel progetto si arenó per via di “Tangentopoli” che alla cieca spazzó rotto e tutti senza soffermarsi nemmeno per un istante.
Su quel periodo è bene non soffermarsi, è ancora cronaca e soffre ancora delle influenze.
Tornando al “brutalmente” ebbene sì ricordi, che quel periodo è coinciso anche con le spallate ai Partiti, con la seconda Repubblica mai nata, e i partiti personali, e in questi anni non ci siamo fatti mancare proprio niente: da Bossi a Berlusconi, da Renzo a Salvino, dalla Meloni a Grillo.
I nuovi logorroici politici, che con le loro logorree raccolgono quel consenso che ormai coinvolge sempre di meno gli italiani. Politici che ci stanno consegnando alle macerie e che addirittura ci portano a pensare che tutto sommato era meglio quanto c’erano il PCI, la DC e gli altri partiti, così come i leader politici erano giganti rispetto a quelli di oggi tra macchiette e comici.
Tutto qui.
W la monarchia
Persona umile e capace. Emmanuel sei ora n grande
E la rottamazione?
Bravo PD,continua cosi.
Un altro motivo di non voto.