La Transumanza: i fautori, gli obbedienti, i penitenti. Ciotti elenca “errori” e “orrori” voluti e determinati dal PD. E Motta stasera alle 20.30 tiene un comizio.
Ciotti: “Un partito, il PD, presente a queste elezioni solo col suo simbolo, ma con testa, cuore e matita altrove. I voti sono la chiarezza dell’affermazione, le dichiarazioni di tanti sui social, sono la conferma di ciò“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – «I veleni di questi giorni dentro il centro sinistra, – si legge in una nota di Pietro Ciotti che racconta in un sol fiato quaello che è avvenuto negli ultimi mesi e che hanno determinato le scelte di un PD che si nascondeva dietro le sue responsabilità “l’altro ieri”, che ha continuato a nascondersi “ieri” affidandosi prima agli uomini della provvidenza (Landolfi & Oddati) e poi al civico Lanaro, e “oggi” a nascondersi ancora dietro un altro candidato “civico“, ma “democratico“, essendo quello che sia la testa del PD, da De Luca ad Alfieri, da Cuomo a Volpe, i suoi massimi esponenti, hanno scelto, supportato e portato al ballottaggio, lasciando il PD allo sbaraglio, solo per non aver avuto il coraggio di definire una partecipazione ufficiale dello stesso “civico” Motta alla pari di quella che si è concessa al “civico” Lanaro, ma in contrapposizione con gli uomini del PD. Che casino – le transumanze che si stanno confermando, ma che erano già ben avviate e rodate dall’ottobre dello scorso anno – ed è inutile oggi ricalcitrare – sono l’epilogo di una elezione che ha affermato e confermato la presenza e la resistenza del vecchio schema politico-elettorale, che si è affermato e consolidato in città, per oltre vent’anni. Nulla è cambiato nelle genesi delle cose, nulla è cambiato o nulla cambierà/potrà cambiare nel prossimo futuro, se le premesse sono quelle sotto gli occhi di tutti i battipagliesi.
Al centro di ogni cosa – per Ciotti – è la frammentazione assoluta (il dividi et impera), le ingerenze ostruzionistiche, il fallimento di quel percorso e processo di ricostruzione della politica del centro sinistra, che avevamo favorito e accompagnato, in un anno e mezzo di lavoro, con l’elezione della nuova segreteria. Una ricostruzione nel segno del cambiamento e della discontinuità con il recente passato, con un gruppo rinnovato e giovane, che, purtroppo, si è completamento piegato, liquefatto e reso obbediente a logiche estranee e lontane dagli interessi del partito locale e delle sorti del centro sinistra che poteva rappresentarsi nella nostra città. Obbedienti ai quei fautori della restaurazione, che hanno pesantemente condizionato tutto, assorbendo e distruggendo il buono che si era costruito. Quel nuovo, devastato e distrutto, che, alla luce dei fatti, alla luce di quanto accaduto, avrebbe di certo portato il centro sinistra ad avere una guida di partito, del PD, e con essa avere certamente ad una certa presenza al ballottaggio.
I problemi – per Ciotti – vengono da lontano, anzi, anche da molto vicino. Vengono e si originano anche da chi, nel Comune vicino al nostro, affermando fedeltà al partito, pubblicamente confermando la sua vicinanza ad esso, anche con le tante presenze in prima fila durante tanti eventi, fin dallo scorso ottobre, invece, remava in altre direzioni. Alla fine toccò solo a noi tentare di fare chiarezza e bloccare i tentativi di ingerenza. La rassegna stampa di quei mesi è testimone di questo percorso. Ma solo oggi il vicinioro viene sbugiardato in rete. Troppo tardi per i pentimenti e per non aver prestato umile ascolto o ad aver avuto coraggio di prendere posizioni.
Quindi, la sintesi: le pressioni gerarchiche del partito hanno imposto una linea di comando univoca; agevolate dalle ingerenze del vicinioro Comune, hanno compiuto l’ammirevole opera della disgregazione e la frammentazione del PD locale e, con essa, la reale possibilità di coagulare intorno ad esso un centro sinistra chiaro, visibile e competitivo. PD disgregato e centro sinistra affidato ad un civico. Il vero obiettivo da raggiungere. E, purtroppo, raggiunto. A discapito di Battipaglia e dei battipagliesi, costretti ancora ad essere sudditi, con i loro appetibili 42 mila consensi possibili. E quella transumanza che oggi tanto fa inalberare, non è altro che un effetto già ampiamente visto nei mesi scorsi (nomi, sigle, personaggi di primo piano e non solo) e fotografato nelle affermazioni del segretario provinciale del Pd che, una settimana prima delle Primarie, disse lapidario che gli uomini del Pd erano ovunque, salvo poi, oggi, da candidato al consiglio comunale, rammaricarsi della spoliazione del suo stesso partito.
Ma altro non è che quello che egli stesso aveva favorito con quell’infelice, drammatica affermazione, – Ciotti accusa senza mezzi termini Dirigenti e super dirigenti del PD – molto poco attinente al ruolo che invece avrebbe dovuto avere, sostenere, affermare e per il quale lavorare duramente. E noi, che denunciammo una transumanza in corso, facendo appello al ritorno delle anime, del partito disperse in altri luoghi (anche presso il civico diventato candidato del centro sinistra), siamo stati tacciati di “antico”, di conservatori degli steccati ideologici. Ma solo pochi giorni dopo, le ingerenze e la direzione di marcia provinciale hanno continuato a favorire la frammentazione, inserendo nelle Primarie, una personalità che, giunta per unire, ha disgregato ulteriormente, decretando una guida non Pd alle elezioni, di per sè, come si è poi dimostrata, non includente del voto di opinione del popolo PD. Si è materializzata, esattamente, quell’opera in corso da mesi, che la dirigenza locale non ha saputo/voluto arginare.
Un partito presente solo col suo simbolo, – conclude con amarezza Pietro Ciotti – a queste elezioni, ma con testa, cuore e matita altrove. I voti sono la chiarezza dell’affermazione, le dichiarazioni di tanti sui social, sono la conferma di ciò. Ci si lamenta, si richiamano le responsabilità. Non tocca più a noi fare i nomi, ma dopo l’esito elettorale del 5 giugno, è più facile, per tutti, uomini di partito o semplici simpatizzanti, individuarli ed identificarli, siano loro fautori, obbedienti e/o tra loro i penitenti.
E mentre Pietro Ciotti si attarda nelle sue considerazioni, per quanto amare ma realistiche, il Partito democratico ha potato tutti i rami dell’albero dove erano aggrappati tutti i suoi elettori, ed è rimasto solo il tronco. E se oggi il suo candidato in affito Enrico Lanaro deluso per aver raccolto poco, riospetto a quello che immaginava e che potenzialmente avrebbe potuto raccogliere se non si fossero consumate tutte quelle ipocrite e insopportabili strategie, che hanno finito per scrollare gli elettori dall’albero, e decide di appoggiare Gerado Motta, compiendo quell’unione di fatto che sempre ipocritamente i dirigenti del PD non hanno voluto realizzare prima delle elezioni, mette allo scoperto tutte le carenze politiche che sono proprie ad un Partito che se a livello nazionale si affida a Matteo Renzi e a tutte le sue “renziate” a Salerno e provincia si affida a Vincenzo De Luca e alle “delucate“, con l’unica differenza che: a Salerno il “sistema” ha funzionato grazie anche, oltre all’organizzazione, al carattere gentile e modesto di Enzo Napoli; a Battipaglia non si è lasciato che i dirigenti locali si gestissero da soli e si è affidato a “sfessati” che oltre a complicare le cose hanno distrutto quel poco che rimaneva del PD, per non aver avuto il coraggio di ammettere ufficialmente che la “Testa che conta” del PD aveva scelto Motta, Civico ma non tanto, avendo egli appoggiato sia De Luca come Governatore che la Lista del PD. Si è voluto ignorare che Motta, Civico di destra ma non tanto, potesse partecipare come è stato consentiro a Lanaro alle primarie, visto che non si è voluto fare prima quelle interne al PD per non dare vantaggi a determinati candidati e per isolare e spogliare il PD.
Si potrebbe continuare insieme a Ciotti in tantissime altre considerazioni ma sarebbe solo affondare la lama nel burro, intanto questa sera alle 20.30, in Piazza della Repubblica, Gerardo Motta, il candidato sott’ufficiale del PD, il “civico di destra ma non troppo“, tiene il suo primo comizio di Ballottaggio per misurare il suo esercito in campo, alla ricerca della conquista della poltrona più ambita.
Battipaglia, 14 giugno 2016