Centro Polifunzionale di Eboli, per Busillo: Polo Socio-culturale Internazionale

Il Centro Polifunzionale SS. Cosma e Damiano, Polo socio-culturale di valenza internazionale.

Il Consigliere comunale di maggioranza Busillo apre la discussione sul Centro Polifunzionle e avanza una proposte: Sia un Polo Socio-culturale, come lievito dello sviluppo del nostro Centro Storico.

Casa Del Pellegrino-Centro Polifunzionale SS Cosma e Damiano
Casa Del Pellegrino-Centro Polifunzionale SS Cosma e Damiano

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento del consigliere Comunale di maggioranza Carmine Busillo, che offre un suo contributo di idee relativamente alla destinazione futura di quello che egli, e quasi tutti, identificano come Centro Polifunzionale di S. Cosma e Damiano, la struttura che sorge a ridosso del Castello Colonna, indicata anche come una delle cause principali del crollo della cinta muraria e della Torre del Castello eburino, i cui lavori sono in fase di ultimazione.

La struttura del ribattezzato “Centro Polifunzionale”, costata sei milioni e mezzo di euro e che oggettivamente la comunità ebolitana non ne avvertiva nessuna necessità, è stato pensato e progettato su impulso di Monsignor Vincenzo Caponigro, allora Rettore del Santuario dei Santi Medici, per realizzare un suo personale progetto allo scopo di costruire la Casa del Pellegrino.

Progetto e idea progettuale oltre che impegno e quanto necessario, ivi compreso la spinta giusta per ottenere il finanziamento milionario sono stati tutto “merito” di don Enzo Caponigro, che nella sua immensa generosità consegnò tutto il “pacchetto” ivi compreso l’incarico progettuale, all’Amministrazione Melchionda, che lo accolse e lo fece suo, condividendo con tutti, ma proprio tutti, fatta eccezione dei comitati di protesta e di POLITICAdeMENTE, l’entusiasmo e la volontà di quella realizzazione, sottolineando la propria incapacità politico-programmatica, surrogati da un sacerdote, e va il merito a Carmine Busillo che con la sua proposta apre una discussione sulla destinazione della ex Casa del Pellegrino, che in corso di realizzazione è divenuto Centro Polifunzionale, dicitura che “dice tutto è il contrario di tutto“, ma che risottolinea come si è pensato di avere un “involucro” e ora ovviamente si deve riempire con qualche cosa che Busillo immagina, sia riconducibile vagamente alla solidarietà, pensando a possibili eventi.

Insomma oggi ci si pone il problema del suo utilizzo, ieri quello di catturare dei finanziamenti, l’altro ieri quello di accogliere una proposta vaga per l’amministrazione ma certa per don Enzo che voleva quella struttura come casa del Pellegrino, cioè un “bastimento” per i pellegrini che una volta all’anno si recano al Santuario di San Cosimo e Damiano, mentre gli anziani si puzzano di fame e versano nell’abbandono più totale con quattro soldi di pensionechi ce l’ha, e speranzosi di cure assistenziali e mediche con i soldi che avanzano, pochi, dopo che si è pagato profumatamente i dirigenti dei Piani di Zona e i medici che si abboffano di Alpi, e pitiscono servizi e prestazioni sanitarie.

Ma questa è un’altra storia, e non resta che fare appello alla classe dirigente, che sappia affrontare con la giusta intelligenza una vicenda in modo da poterla far diventare una occasione è non una “BACCANALIA”.

Carmine-Busillo-servizio civile
Carmine-Busillo-servizio civile

«Sono stati quasi ultimati i lavori di realizzazione del Centro Polifunzionale dei SS. Cosma e Damiano – si legge nella nota del consigliere comunale di maggioranza Carmine Busilloe bisogna quindi intessere quanto prima un ragionamento, aperto alla Città, sulla destinazione condivisa e sulle attività che ivi dovranno essere realizzate, puntando in alto.

Il Centro, come ben noto, è nato per essere destinato a scopi sociali e di accoglienza e tale destinazione va assolutamente rispettata, essendo stata essa – oltre che condivisa da chi scrive – la condizione sulla base della quale è stato erogato il finanziamento: ora però è tempo di pensare alla direzione da dare a tale Centro, riempiendo di contenuti ed attività una struttura tanto importante ed inserita in un contesto storico di rilievo.

Ritengo, infatti, che non si debba perdere l’occasione per creare un vero e proprio Polo socio-culturale di valenza internazionale, che metta insieme “Solidarietà, impegno, partecipazione” che sono le parole chiave di uno sviluppo e di una crescita inclusiva che valorizzi le risorse della nostra comunità.

In tale contesto, infatti, potrebbero essere studiati e pianificati – nella parte destinata agli spazi comunali – gli eventi di Arte e Cultura che sempre più stanno caratterizzando la nostra Città, magari con la partecipazione del rinato Forum dei Giovani, mentre – negli spazi destinati ad essere oggetto di assegnazione mediante procedura di pubblica evidenza – si potrebbe pensare di agevolare ed incentivare la partecipazione di imprese sociali che vogliano investire in un progetto di ampio respiro che intersechi i settori dell’ospitalità, degli scambi internazionali giovanili e dell’accoglienza, in un positivo rapporto osmotico e di crescita organica reciproca.

Sono sempre di più, infatti, – conclude Busillo – nel nostro Paese coloro che lavorano stabilmente o periodicamente nelle tante imprese sociali – e lo testimonia il recentissimo quanto organico intervento del Legislatore nazionale -, così come sempre di più sono coloro che trovano nel volontariato una ragione di impegno civile. Un patrimonio di idee valori e competenze necessario allo sviluppo di una società moderna e aperta, in cui il pubblico non mette ostacoli, ma supporta e anzi incentiva le risorse della comunità secondo una cultura della sussidiarietà e della solidarietà».

Eboli, 3 maggio 2016

2 commenti su “Centro Polifunzionale di Eboli, per Busillo: Polo Socio-culturale Internazionale”

  1. Partendo dal presupposto che è un mistero riuscire a capire come è stato possibile realizzare un progetto finanziato con fondi FESR 2007-2013 senza un piano “industriale”,sapendo che uno dei principali criteri di attribuzione del punteggio per questa tipologia di progetti è la funzione effettiva al termine dei lavori. In altre parole un disegno oculato e preventivo è essenziale per avere un applicazione lungimirante. Nel consiglio comunale del 31/07/2014 il messaggio che passò fu “l’importante è che si faccia poi pensiamo a cosa farne e soprattutto a chi affidarlo”.Quest’ultimo è un altro punto cruciale, sul qualche andrebbe posta un’attenzione particolare. In ultima analisi la correlazione tra i lavori e il crollo non è stata mai (ahimè) effettivamente accertata anche se è difficile pensare il contrario. Detto ciò la proposta del consigliere Busillo è ampiamente condivisibile. Una volta realizzata un’opera del genere (non poteva essere dislocata in un altro luogo?) sarebbe un peccato lasciarla in mani sbagliate o in uno stato d’abbandono.

    P.s. : a quando la strada antistante sarà nuovamente normalmente percorribile? Per quanti anni la cinta muraria dovrà restare in quelle condizioni?

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