Il Presidente del Consiglio comunale di Eboli Vecchio “apre” alle opposizioni sul PUAD e apre anche una discussione sul “vincolismo”.
Quando una programmazione non incontra l’interesse di nessuno e i vincoli diventano un ostacolo più che una opportunità, si deve necessariamente riprogrammare, ma non nelle “stanze” all’aperto, con la Città. Si rivedano il PUAD, il SIC, e la perimetrazione del Parco dei Picentini.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo, la nota che ci è pervenuta dal Presidente del Consiglio Comunale di Eboli Fausto Vecchio e che pubblichiamo quì di seguito integralmente, che affronta un problema a dir poco annoso, e sebbene risolto con un atto amministrativo, che il Presidente Vecchio ricorda, al momento non si è giunti al decollo della benchè minima iniziativa di tipo commerciale o di attrezzature a servizio della litoranea che abbia caratteristiche di servizi al turismo.
Generalmente quando si programma qualcosa, qualunque essa sia perché vi sia una piena attuazione è necessario che il “programma” trovi riscontro nella domanda, nel momento in cui questa domanda non avanza, o meglio non incontra l’interesse degli investitori, allora è necessario chiedersi, e fa bene ad introdurre l’argomento Fausto Vecchio: Il Piano (PUAD) risponde veramente alle esigenze del territorio? L’area in questione ha veramente bisogno di talune iniziative imprenditoriali? Le procedure sono rispondenti alle caratteristiche della “corretta pratica“?
Vi sarebbero altre domande ancora ma bastano queste per comprendere che se non vi è stata nessuna risposta vuol dire che bisogna rivedere il PUAD e senza mezzi termini provvedere ad una sua riprogrammazione. E’ altrettanto vero, che quel PUAD è stato il frutto “deviato” delle dirette conseguenze dei vincoli di cui al SIC, che aggiunto ad una cattiva programmazione e ad una farraginosa procedura amministrativa, hanno segnato il passo del “fallimento”.
Allora sarebbe il caso di rivedere e semmai riproporre i vincoli in maniera tale che siano di impedimento a quelle iniziative che potrebbero, se ben impostate, significare il decollo di quella sfortunata area. I vincoli devono essere una opportunità, una occasione, e non un cappio e una tagliola a seguito del quale nulla è possibile se non l’abbandono e il degrado, circostanza che conferma senza nessuna equivoco come la litoranea di Eboli sia ridotta.
Ma perchè si discuta, e in maniera seria e approfondita, senza riserve e senza il patentino o la patente dell’ambientalismo esasperato, è opportuno che ogni discussione non sia confinata in una maggioranza e peggio ancora in un ambito più ristretto della Giunta e dell’Amministrazione, ma che si apra immediatamente un tavolo di confronto anche con la Città per decidere una volta per tutte se vogliamo appropriarci di quel luogo o vogliamo lasciarlo ancora al malaffare, alla delinquenza, alla prostituzione, all’abbandono e al degrado. L’ambiente, la natura, si salvaguardano solo se si ha cura e se si è capace di preservarlo e conservarlo vivendolo e restituendolo al miglior uso di chi vuole goderselo,sapemdolo integrare con gli elementi di novità e con le tecnologie avanzate che possano contribuire al miglior risultato e consegnare ai posteri avvicendamenti e sovrapposizioni che non siano avulsi dalla realtà ma che sappiano segnare il tempo come nel corso dei secoli ha saputo fare questo “Bel Paese”.
Riaprire la discussione sul PUAD e perchè mai non farlo anche con il PUC? Chi vieta al Presidente del Consiglio di convocare una seduta, due sedute e tutte quelle che vuole inserendo all’ordine del giorno questi argomenti, semmai aggiungendovi anche la “rinegoziazione” e la revisione dei vincoli e delle riperimetrazioni di cui al Parco dei Picentini, altro nodo scorsoio del vincolismo tout court? E’ il Presidente Vecchio a convocare e stilare l’Ordine del Giorno del Consiglio e se egli ravvede la necessità, l’opportunità e l’urgenza della trattazione di taluni argomenti, lo deve fare in nome di quel ruolo istituzionale che riveste, rendendo vieppiù un servigio alla città.
«La polemica dei giorni scorsi tra il Consorzio Balneare Hera Sele e l’Amministrazione Comunale, – scrive il Presidente Fausto Vecchio – impone una riflessione. Occorre precisare che non è stata assegnata alcuna concessione demaniale da parte del Comune ad aziende private. Ciò che è vero è che al Comune sono pervenute delle richieste di concessione per realizzare strutture turistiche sul litorale in ossequio ad una legge obsoleta.
La questione pone un problema generale di grande importanza per la nostra città: il futuro della fascia costiera. La precedente amministrazione aveva adottato un piano per le aree demaniali fondato su una proposta contente alcuni punti fermi:
- l’assegnazione dei lotti demaniali che partono dalla spiaggia e arrivano fino alla pista ciclabile comprendendo la fascia pinetata;
- la localizzazione delle strutture turistiche negli spazi tra la pineta e la pista ciclabile.
Questa idea consentirebbe di dare vita a strutture legate non solo alla stagione balneare, ma utilizzabili per l’intero anno, tenendole lontane dalla zona più vincolata dal SIC (Sito d’Interesse Comunitario) e dalla riserva.
Inoltre, permetterebbe di integrare la spiaggia con la pineta e di introdurre funzioni sostenibili all’interno della stessa fascia pinetata. Quel percorso, avviato negli anni scorsi, si è fermato. Il Comune attende da più di un anno alcuni tra i tanti pareri di altre istituzioni che si devono esprimere sul piano.
Credo che l’amministrazione e la maggioranza consiliare debbano esprimere la propria opinione sulla questione, nel senso che o si prosegue quel percorso, da me già condiviso all’epoca e che ritengo sia ancora valido, oppure si elabora una proposta alternativa e si apre una rapida discussione per trovare una sintesi.
L’amministrazione, nel primo anno di attività ha dovuto fronteggiare diverse, complesse emergenze e provvedere al riassetto della macchina amministrativa. Ha anche avviato il precorso che porterà all’adozione del nuovo PUC, coinvolgendo in un duro lavoro tutti i gruppi consiliari di maggioranza e i tecnici di riferimento.
Il lavoro svolto sarà sottoposto successivamente ai gruppi consiliari dell’opposizione e ai cittadini. Le questioni sul tappeto sono tante, ed è compito di chi amministra prendere decisioni e praticarle con determinazione.
Sull’utilizzo delle aree demaniali marine come sulle altre questioni urbanistiche, è necessario elaborare un indirizzo concordato tra l’amministrazione e la maggioranza politica che la sostiene. Sarebbe opportuno aprirsi anche al contributo dell’opposizione.
Con una maggioranza di governo coesa e convinta delle proprie scelte, aperta al confronto con l’opposizione, sarà più facile superare gli ostacoli, soprattutto, burocratici che inevitabilmente intralciano i processi decisionali».
Eboli, 26 maggio 2016