Di Cunzolo: “Che civiltà è una civiltà che non riconosce regole e strumenti per attuare le regole?”
Il “Casone Rosso” è un elemento dell’architettura rurale “minore”, rappresenta la “prosa” e non il picco poetico dell’espressione architettonica del tempo.
BATTIPAGLIA – Vengo trascinato, mio malgrado, in una polemica speciosa alimentata ad arte anche da “il Mattino”, sull’abbattimento di uno dei due “casoni” di Santa Lucia.
Con questo scritto devo correggere le numerose fuorvianti inesattezze e la congerie di congetture accatastate per condizionare subdolamente il governo delle scelte. La tecnica è vecchia e collaudata, ma io non ci sto a subire ulteriormente questo modo di fare e di essere: la gogna.
Da tempo oramai subiamo una nuova sorta di “Santa Inquisizione” a sostegno di una nuova “teocrazia pagana” governata mediante cogenti ingiurie pubblicate con compiacimento dai giornali di questo nuovo regime, con diffamazioni più o meno latenti e offese gratuite rivolte alla persona, disprezzo per l’opera e per il pensiero, grottesche ironie e parodie di individui che celano il loro integralismo dietro battaglie apparentemente di civiltà, instaurando e ristabilendo “l’eresia”.
Io oramai da tempo sono un “eretico” e per questo resto in guerra con i vari “untori” che diffondono la peste della inciviltà. Lavorerò e scriverò comunque cercando di instaurare rapporti civili.
Ma, che civiltà è una civiltà che non consente il confronto corretto e leale? Che civiltà è una civiltà dove ogni volta che si pratica una legge bisogna giustificarsi per averla praticata? Che civiltà è una civiltà che non riconosce regole e strumenti per attuare le regole? Che non riconosce le istituzioni? Che razza di civiltà è una civiltà che fa vivere i cittadini senza la certezza delle regole e per questo nel timore d’essere trattati anzi processati e condannati come delinquenti, esposti al pubblico ludibrio? Che razza di civiltà è una civiltà che oltre ai ragionamenti vuole censurare i sentimenti e quindi stabilire chi si deve amare, chi si deve odiare?. Una inciviltà o forse altro.
Io resto laico e liberale: combatto la cultura “confessionale” degli integralisti, di chi si appella a “verità assolute”. Da una parte il bene e dall’altra il male. Di chi sostanzialmente si sostituisce alla Legge stessa, alle Istituzioni, alle Competenze, riconoscendo come assoluto il solo proprio credo, la propria onnipotente arroganza, sulla scorta della propria certezza dell’impunità concreta, reale.
Diffido di certa informazione che si ritiene infallibile e non chiede mai scusa, che tautologicamente ripercorre e batte strade già conosciute, teoremi e teorie già condannate e smascherate dai Tribunali della nostra Repubblica, tentando di schiavizzare il senso comune, denigrando ossessivamente, infangando in modo generico e continuo. Per quale scopo? Per uno scopo civile? Per uno scopo nobile?
Perché allora questa informazione non approfondisce la notizia, non scava, non verifica, non accerta?
Perché da per scontato che e tutto nero, tutta speculazione, tutto un volgare imbroglio?
Questa informazione degenerata si supera in questo inumano e volgare esercizio: dice di sapere che in questo caso è tutto in regola eppure ritiene necessario che si intervenga, non con strumenti normali, quali il confronto civile, la mobilitazione culturale, l’approfondimento ed il dialogo, ma con strumenti repressivi. Intervenga la Procura della Repubblica!, ma per far cosa, se è tutto lecito?
Che informazione è una informazione che pur certa che stai nella legge, chiede comunque che si intervenga con forza per impedirti le attività lecitamente autorizzate ed autorizzabili?
Non è forse questo un vero e proprio reato? reato di procurato allarme? E non è forse normale che la Procura intervenga quando si compiono dei reati? Non è forse ragionevole aspettarsi in un mondo normale che siano inquisiti i giornalisti?
Veniamo dunque ai fatti, a quelli veri, quelli che si possono apprendere documentalmente e testimonialmente: non le congetture, le elucubrazioni, le fesserie, i raggiri.
Parto da frazioni di dichiarazioni rese dallo stesso giornalista.
È certamente tutto a posto, tutto in regola. Lo dice anche “il Mattino”: dunque bisogna crederci.
Ma il giornalista si chiede anche perché tempo addietro bocciarono un progetto agli originari proprietari, i Solimene, per poi, invece, concedere il titolo edilizio alla IACP Futura?, nota a loro dire per scandali e scaldaletti vari, che avrebbe dovuto produrre edilizia sociale. (ndr – per i fatti di Battipaglia, la IACP Futura e tutti coloro che collaborarono con essa nei programmi di Battipaglia furono prosciolti in fase istruttoria da ogni accusa promossa nei loro confronti).
Bastava apprendere il progetto che fu ritenuto non meritevole di accoglimento per accorgersene e chiedersi perché mai gli allora proponenti non impugnarono il rigetto.
Il progetto proposto dai Solimene prevedeva comunque la demolizione dei due “casoni rossi”, il successivo progetto, invece, quello approvato, firmato anche dal sottoscritto col Prof. Arch. Nicola Pagliara, prevedeva la ristrutturazione dei due “casoni rossi”.
Differenza che apprezzerete, non da poco, chiarendo che nessuno dei due “casoni rossi” risultava comunque vincolato o tutelato, il progetto approvato ai Solimene in sede comunale fu opposto e bocciato dalla Soprintendenza mentre il successivo, quello da me sottoscritto, anche sottoposto alla valutazione della Soprintendenza ai Beni culturali di Salerno, nulla vide eccepire ai fini del Nulla Osta.
Quel luogo, comunque, è e resta vincolato al parere della Soprintendenza esclusivamente per l’area e non per gli edifici, a norma di un Decreto Ministeriale risalente all’inizio degli anni 70 che estende la tutela sino al fronte del mare.
Il successivo progetto, era il 2004, quello poi approvato, che maturò il primo titolo edificatorio, la concessione edilizia n°190/2004, fu predisposto dal sottoscritto e dal Prof. Pagliara per conto della società ICA srl nuova proprietaria del suolo, che a sua volta cedette l’iniziativa alla “Immobiliare Panoramica srl”, che a sua volta trasferì il compendio immobiliare alla IACP Futura, che era in cerca di aree edificabili idonee a contenere un programma di edilizia residenziale convenzionata, che non aveva potuto allocare su aree già predisposte in tal senso, in quanto furono vincolate dall’allora Amministrazione Comunale in favore della costituita STU.
L’area in esame non è dunque un’area destinata all’edilizia economica e popolare, ma un’area residenziale privata ad iniziativa privata ed i due “casoni rossi” sono di esclusiva proprietà privata.
Questa previsione insediativa è immanente sull’area in esame sin dal 1972, anno in cui fu definitivamente approvato il vigente PRGC, adottato nel lontanissimo 1968.
In quell’anno avevo solo 13 anni e, com’è naturale che fosse, era lungi da me qualsiasi forma di interesse per questo settore.
Tornando a bomba, il titolo edilizio rilasciato definitivamente alla IACP Futura non era collegato ad alcuna convenzione e prevedeva tra l’altro la ristrutturazione dei due “casoni rossi”.
La società costruttrice a fronte del programma edilizio promosso avrebbe autonomamente ceduto al Comune un area di parcheggio di 3.106 mq e inoltre corrispose oneri per complessivi 623.200,17 euro.
Il 14.01.2008 fu rilasciato il permesso di costruire n°03 in variante all’originario, sempre alla IACP Futura che prevedeva in ogni caso anche la ristrutturazione dei due “casoni rossi”. Il titolo obbligava il concessionario a subire una gravosa perequazione aggiuntiva con l’aggravio di una convenzione illegittima con cui l’Amministrazione intendeva acquisire locali terranei nel secondo “casone”, quello cioè che rimarrebbe in ogni caso oggi in ristrutturazione, per costituirvi un museo del mondo rurale.
A fronte del rilascio di questo titolo edilizio in variante gli oneri economici interamente versati nelle casse comunali sono risultati maggiori ad un milione e seicentomila euro a cui si somma l’area di parcheggio attrezzata di 3.106 mq ceduta gratuitamente e la pretesa cessione anche dell’immobile terraneo che da ultimo l’Amministrazione intenderebbe acquisire gratuitamente.
Questa convenzione e questa condizione particolare annessa all’efficacia del permesso rilasciato fu immediatamente impugnato dalla stessa IACP futura che aveva subito queste condizioni vessatorie solo ed esclusivamente per il grave stato di necessità in cui versava.
Non fu dunque per prima l’attuale proprietà, la SLAM srl del gruppo Pontecorvo, ad impugnare questa condizione come erroneamente viene affermato dalla stampa, bensì l’atto fu impugnato da subito dalla IACP Futura che rischiava il fallimento anche per l’aggravio dei tempi e le vessazioni a cui era stata costretta dalla Pubblica Amministrazione.
Il 13.05.2008 il permesso di costruire fu volturato alla SLAM srl col titolo n°65.
Il 03.01.2009, con lettera protocollo 7188, l’allora Dirigente del settore Tecnico del Comune di Battipaglia invitò il signor Giuseppe Pontecorvo, quale amministratore della SLAM srl, a partecipare ad una riunione del giorno 03 febbraio 2009 “per discutere in merito alla possibilità di migliorare la viabilità di raccordo tra la viabilità esistente e gli accessi al lotto”.
Da tale riunione su iniziativa dell’Amministrazione allora retta dal Commissario Straordinario, scaturì la necessità di comparare l’esigenza di mantenere la previsione di ristrutturazione di uno dei due “casoni rossi” con la esigenza di limitare i rischi provocati dall’incrocio delle due provinciali, ove si consumano numerosi incidenti mortali ogni anno, atteso che non vi erano le condizioni per contemperare tutte e due le esigenze di tutela.
Non erano apparse soluzioni alternative che tecnicamente potessero consentire il mantenimento del “casone rosso” posto giusto all’incrocio.
Fu così chiesto al privato di redigere una proposta di rotatoria depositata il 04.06.2009 al prot. 40828 da sottoporre sia alla Soprintendenza ai Beni Culturali sia alla Provincia, che fu oggetto di più esami, pareri e valutazioni e che pervenne alla definitiva approvazione maturata con il rilascio del permesso di costruzione in variante n°134/09 del 10 novembre 2009, dopo cinque mesi di istruttoria e dopo aver acquisito sia il Decreto paesistico n°40828/09/B.A., prot. n°61984 del 16.09.2009 sia il N.O. ai BAP di Salerno ed Avellino prot. n°25852 del 29.09.2009.
Nessun aumento di volumetria è stato concesso, nessun premio, anzi, fu concordato che i costi relativi alla realizzazione della rotatoria sarebbero gravati solo ed esclusivamente sul privato.
L’ipotesi progettuale proposta fu anche condizionata alla variazione della forma della rotatoria e degli assi di allineamento dalla stessa Provincia che intendeva far perfettamente collimare la scelta progettuale ai dettati letterali imposti dal D.M. 19.04.2006 inerente “norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”.
Questi i fatti, la storia da cui prende corpo una contestazione di persone che si attestano a sostegno di una ipotesi alternativa di sistemazione stradale declamata dall’architetto Giovanni Montella, a cui per buon gusto sino ad oggi non ho controbattuto.
Questo collega afferma di non aver mai visto una rotatoria ellittica, ciò per offendere la dignità professionale dei colleghi specialisti che hanno proposto una prima soluzione di tale forma: bene. Da oggi stia più attento a valutare le forme delle rotatorie che incontra, potrebbe sterzare a memoria e finire fuori strada, a partire dall’ingresso di Battipaglia. Lì si accorgerà che la rotatoria è ellittica.
Questo collega afferma di non essere un tuttologo, volendo affermare probabilmente che io sento di esserlo. Ma in questo ci assomigliamo, visto che il progetto della rotatoria di Santa Lucia, che è stato sottoposto al vaglio dei competenti uffici, ed ha superato più di un esame valutativo, è stato redatto da due ingegneri specialisti della materia che hanno dimensionato il nodo stradale, mentre è a tutti ancora sconosciuto il nome degli specialisti che avrebbero costruito l’ipotesi alternativa, che non capisco perché non venga valutata dagli Enti preposti, ai quali non potrà sfuggire che tale ipotesi è impraticabile.
L’ipotesi alternativa presentata e promossa dall’architetto Montella è una ipotesi non conforme al D.M. richiamato in quanto globalmente carente sia dal punto di vista geometrico in termini di deviazione delle traiettorie, sia nel rispetto delle dimensioni dei bracci di ingresso e uscita dei vari rami.
Non elimina i punti di intersezione, quindi l’incrocio non può certamente classificarsi tra quelli di “intersezione a rotatoria”, ma tra quelli di “intersezione lineari a raso” (punto 3 del D.M. 19.04.2006). Così come si classifica oggi lo stato dei luoghi senza alcun intervento.
La corretta tecnica progettuale, prevede che il centro dell’anello giratorio deve sempre coincidere con l’intersezione degli assi stradali che formano l’intersezione, ciò al fine di ottimizzare la deflessione. (espressa richiesta della Provincia di Salerno con nota del 21.12.2009 prot. 18001).
Su due dei quattro rami non sono presenti canalizzazioni che definiscano compiutamente i bracci di ingresso e di uscita dei singoli rami tramite opportune isole divisionali. Inoltre, dove queste sono presenti, non sono rispettate le indicazioni fornite dalla tabella 6 del DM citato per quanto concerne le larghezze delle corsie relativamente ai bracci di ingresso ed uscita, infatti, i bracci di uscita hanno una larghezza pari a circa 3,50 m, contro i 4,50 m previsti dalla normativa (cfr. tab. 6 par. 4.5.2 del DM 2006), il braccio di ingresso presente sul ramo direzione “Eboli” della S.P. 8 ha larghezza 4,40 m contro i 3,50 m previsti dalla norma.
Per farlo funzionare ci sarebbe bisogno appunto di segnalazioni semaforiche e ciò significa che non viene eliminato l’incrocio, e viene mantenuto il grave rischio a cui è esposto il traffico.
Egregio collega Montella Lei sa che tutto ciò è vero, Lei ha gli strumenti per valutare le ipotesi progettuali e sa come distinguere una bufala da un incrocio rotatorio.
Dimostrato dal punto di vista tecnico che il progetto promosso dall’architetto Montella non è attuabile, quindi non è una alternativa, cade l’unico elemento che potrebbe convincere l’interesse generale e pubblico a determinarsi per una azione alternativa.
Se non vi sono opzioni alternative è evidente che bisogna porsi il problema della comparazione degli interessi tutelati.
E se ciò è prassi nel nostro specifico professionale, le valutazioni vengono fatte alla luce di chiari giudizi di valore.
Il buon Massimo Del Mese ha affermato che se a Battipaglia vi fosse stato il Colosseo sarebbe stato pur esso abbattuto: chissa, forse, ma certamente non possiamo tacerci che i “casoni rossi” non sono ne paragonabili alla torre Doria tuttora esistente nel bel complesso di “Porta di Ferro”, ne il Convento di Santa Mattia, oppure il complesso “Farina” che queste “anime illuminate” nulla fanno per sottrarli dall’oblio del tempo.
Ci dica l’Onorevole Franco Brusco se mai potrà impegnarsi a finanziare i privati proprietari dei Complessi rurali in abbandono, testimonianze pregevoli dell’architettura rurale che ci stanno lasciando per inedia.
La verità è che tutti dobbiamo fare i conti con le risorse disponibili e dobbiamo fare i conti con le scelte.
Purtroppo qualcuno vuole fare solo i conti con le bugie preelettorali.
La logica del “Conservatore” si basa su due principi fondamentali: la catalogazione e la selezione.
Bisogna dare dunque giudizi di valore e, purtroppo, questo “casone” non è il “Colosseo”, e neanche il “Complesso di Santa Mattia” o il “Complesso dei Farina”. È un elemento dell’architettura rurale “minore”, che come si dice in gergo rappresenta la “prosa” e non certamente il picco poetico dell’espressione architettonica del tempo.
Certo, un luogo, un edificio può anche assurgere a monumento Nazionale se è stato protagonista di un evento, come immagina l’ottimo articolista del “il Mattino” che ritiene “memoria storica” questa testimonianza immobiliare. Pare che Achille Lauro abbia tenuto proprio li un memorabile comizio negli anni ‘50: ma quanti edifici a questo punto dovrebbero esser mantenuti come “simboli” per queste motivazioni?
Via Gradoli a Roma, per esempio, dovrebbe essere luogo sottoposto a vincolo storico, sia per i fatti tragici che la legano al cruento epilogo dell’On. Aldo Moro, sia per l’ultima torbida vicenda che ha visto andare la Regione Lazio alle urne.
Dei luoghi effettivamente conservano delle magie e forse per questo che il perspicace giornalista ha chiosato il fatto trovando una nota storica degna di citazione, per far assurgere a monumento cittadino questo edificio rurale.
Ma, al pari, se questa è la nota testimoniale più alta, l’acuto per cui bisognerebbe conservare questo edificio, mi chiedo: perché non essere corretti intellettualmente e verificare la possibilità di usare l’unica tecnica che renderebbe giustizia alla permanenza di una testimonianza di ineguagliabile valore? Perché non attuare con “l’anastilosi” un intervento si smontaggio e rimontaggio dell’edificio, spostandolo di qualche metro in modo da permettere la realizzazione della rotatoria a norma, anziché contrabbandare una rotatoria “fantoccio” per oscurare una scelta di valore discutibile ma per gli esperti opportuna?
Sarebbero giustificati i costi dello smontaggio e del rimontaggio di questo edificio della memoria? Chi li pagherebbe? E se vi fossero questi fondi pubblici disponibili non sarebbe più giusto spenderli per “Santa Mattia”?
Egregio Architetto Montella ed egregi latori della protesta, vi sono state molte persone ed esperti coinvolti nel giudizio di valore che hanno un nome ed un cognome, un incarico e delle responsabilità: non è giusto che si faccia il tiro a segno e si dia voce alle “oche giulive” che additano l’architetto “del cavolo” quale responsabile di uno scempio, sol perché massimizzate le accuse e spargete il germe della diffamazione e della disinformazione scientifica. Non è civile infangare il lavoro ed il sacrificio di tanta gente, le competenze che si sono cimentate con affermazioni fantasiose quanto tendenziose su presunti premi volumetrici o risparmi d’impresa. Non è giusto additare al pubblico ludibrio chi ha già dimostrato grande sensibilità e maestria nell’usare e rivalutare reperti e strutture architettoniche degne di tutela.
Nessuno potrà infatti ottundere e sporcare l’intervento progettuale eseguito e pensato da me per realizzare “la Fabbrica dei Sapori”, ove la mia sensibilità, la mia capacità ha coniugato l’esigenza funzionale con l’esigenza di valorizzare i reperti dell’archeologia industriale con citazioni simboliche e interventi minimali puliti, netti, e per questo esaltanti. Eppure, anche questo esercizio fu osteggiato dall’architetto Montella che all’epoca era membro della Commissione Comunale Integrata: la sua sensibilità avrebbe provocato una ristrutturazione che in luogo delle attuali capriate in ferro, quelle originarie, avrebbe attuato capriate in legno e tetto in coppi. Come dire: ognuno è artefice del suo tempo e delle sue ragioni, basta però correttamente confrontarsi senza scorrettezze intellettuali, assumendosi in pieno le responsabilità dei propri “credo”.
L’anonimo corsista de “il Mattino”, altro esempio fulgido di coerenza, ha poi voluto infarcire la storia scandalistica additando generici speculatori, camorristi, usurai, uomini senza scrupoli dediti al riciclaggio di danaro sporco nelle attività edilizie battipagliesi, appoggiati da compiacenti funzionari. A questo signore dico: fai i nomi ed i cognomi, dagli un volto, sii serio e, se vuoi, sono pronto al confronto dialettico come e quando vuoi, a difesa della verità e della ragione. In questo “affare” non sono coinvolti personaggi di questa risma. Già in altre due precedenti occasioni questa testata giornalistica è stata trascinata da me in Tribunale, ed in entrambi i casi, sino ad oggi, ho registrato e ratificato la scorrettezza di questo modo di fare informazione, per ultimo con una esemplare condanna penale.
Infine, voi tuttologi, voi latori assoluti della verità, voi unici sostenitori del giusto, del bello, della ragione, voi che siete al di sopra delle leggi e dei giudizi morali, diteci chi sono coloro che per Voi hanno titolo a dare giudizi di valore e chi di coloro che hanno assunto responsabilmente tali giudizi non sono degni.
Avete l’obbligo civile e morale di fare tutto ciò e non solo perché vi eleggete a servizio pubblico ma anche perché vi avvalete di testate giornalistiche che sono finanziate con corposi finanziamenti pubblici.
Battipaglia 11 gennaio 2010
Architetto Bruno Di Cunzolo
Un’altra ferita alla nostra Battipaglia, sempre più povera, sempre più anonima.
Si ma che significa che si deve buttare giù questo casone? Se è così non va bene. E’ inutile trovare scuse di legittimità, occorre avere sensibilità, legge a parte e pare che in questo caso non ce ne sia, nè da parte del Comune e nè da parte dei privati.
Risolvete il problema senza fare i presuntuosi. Mi sembra una guerra tra architetti. La cosa più saggia è quella di incontrarsi e mediare le posizioni. La rotatoria che ho visto sul Mattino mi sembra che finziona, devono essere gli esperti a dirlo, e mi sembra che entrambi vogliono primeggiare.
Intervento di grande competenza tecnica e di nullo valore storico. Una domanda all’arch. Di Cunzolo. Visto che ogni giorno ci sono fiumi di sangue che scorrono in quell’incrocio, ma un semaforo no, eh? Certo, è più facile abbattere una casa del 1600 e costruire al suo posto una rotatoria ellittica. Mica male, come spiegazione!
E vai buttate atterra tutto, che serve.
Caro Brunello,
nessuno ti vuol mettere alla gogna, e come me credo anche moltissimi nostri conterranei.
( se poi si possiede qualche….nervo scoperto, allora bisogna convivere con il….dolore.-)
Semplicemente vieni chiamato in causa, direttamente o indirettamente, per il fatto di essere uno degli “attori” che calcano questo Teatro di….prosa.-
Attore principale o secondario: ha poca importanza.-
Teatro più o meno malandato e….gestito peggio: ha molta importanza però. (ma questa è un’altra storia,anche se è la madre di Tutto e di Tutti.)
Tu parli di “prosa”, di architettura rurale, di datazione storica.-
Bene, Caro Brunello, NOI questo abbiamo.–
La nostra “storia”, bella o brutta, si misura a decenni e non a secoli, purtroppo.–
I nostri “reperti”, belli o brutti, sono questi, e questi dobbiamo e vogliamo preservare.-
Da questo punto di vista non siamo Eboli o Paestum. Non vogliamo e non dobbiamo vestirci di invidia, casomai di orgoglio per quel poco che abbiamo.-
Tralascio di entrare nel merito delle tue affermazioni e considerazioni su: eresia, untori, cultura confessionale, tribunali e quant’altro da te citato.-
Questi SI, sarebbero fuorvianti e servirebbero,a tutti, quale pretesto o fine di parte. Indipendentemente se detti fini fossero politici, professionali, economici e.…personali.-
Ma lasciami dire anche, sul contenuto della frase da te citata all’inizio quale titolo,su: “…una civiltà che non riconosce regole……” –
Caro Brunello, ti saresti risparmiato una sfilza di considerazioni onnivaghe, di citazioni,di date, di riferimenti e…..personaggi che,come sopra, anch’essi fanno parte di diritto e/o di dovere di questo….Teatro,e cioè:
Se il termine “civiltà” si applica e si coniuga ad alcuni e non ad altri.?? – Se queste regole e strumenti sono condivisi.?? – Se l’applicazione delle regole e degli strumenti sono interpretativi e soggettivi.?? – Se termini come: Saggezza, Buon senso, Moralità e Bene comune NON sono e/o non possono essere di “accompagno” sostanziale alle “regole”.?? –
Tutti interrogativi che meritano non una risposta ma una riflessione ed analisi, questo SI.!
Ed è cosa buona e giusta che ognuno di NOI li faccia.-
Ora per chiuderla,anche perché oggi la penna….non scorre ed il tempo che posso dedicare è irrisorio all’importanza dello specifico e principalmente del…..”Teatro-Battipaglia”.-
Pertanto porgo a tutti il mio modesto e limitato parere, espresso pubblicamente,in veste di semplice Cittadino, ed è:
1.- Richiedere a chi preposto, e convenire con le parti in causa, (Amminis.Comun.- Proprietà – Comitato – Pro Loco – Studi Tecnici coinvolti,ecc.ecc.) una Sospensiva dell’Ordinanza di Abbattimento, che abbia valenza per 30-40 giorni per consentire:
a) Ad aprire un tavolo di discussione ed ascolto delle istanze tutte.
b) Permettere agli interessati tutti un periodo di riflessione ed analisi ed i tempi tecnici al reperimento di atti e documentazioni idonee e pertinenti al caso.
2.- Una Impegnativa verbalizzata che, in caso di decisione colleggiale (di cui al punto.1) sulla definitiva azione di Abbattimento del Casone in questione, venga precisato ed accettato che:
a) L’area edificabile,servizi compresi, sia pari o minore a quella che sarebbe stata nel caso in cui il Casone NON fosse stato abbattuto.-
b) I rimanenti due (2) Casoni vengano per prima messi in sicurezza e,successivamente, avviato in tempi rapidi un Progetto per il loro Restauro ed assegnato alla Cittadinanza (Comune) per destinazioni compatibili con i bisogni socio-culturali del territorio.—-
Se tutto questo NON è proponibile e/o fattibile per ragioni giuridiche di parte, per facoltà di diritto o per qualsiasi altra motivazione, non ultima quella della volontà politica, è bene che PUBBLICAMENTE tutti se ne assumano le responsabilità.-
— Nessuno sia Ponzio Pilato.! —
Michele Pietrasanta
Siamo ancora in attesa di conoscere le decisioni del Sindaco in merito alla verifica dei “presupposti di fatto e di diritto” che hanno legittimato il permesso” – 06.01.2010 –
P.S.-
Caro Brunello, i mass media non alimentano polemiche ad arte.
Caso mai sono le polemiche che “alimentano” i mass media.- Sono solo “cassa di risonanza” di fatti e situazioni.- E non sono “buoni” se ci sostengono, né “cattivi” se ci avversano.
A buon intenditor poche parole.!
l’informazione si distingue dalla disinformazione quando offrre giudizi in ordine ai fatti che sono riscontrati e riscontrabili. La mia storia personale racconta di aggressioni giornalistiche e mediatiche che sono state acceratate in sede giudiziaria come calunniose.
Non sono un buon intenditore, quindi, se vuoi o se puoi, non lasciare tutto il resto all’intuito, dichiara con nettezza cose o fatti di cui sei a conoscenza e che non capisco per quale oscura opportunità sei ritroso a raccontare.
Nel merito: 1) Non vi è alcuna Ordinanza di demolizione, ma un progetto di rotatoria approvato che darebbe al privato la possibilità di intervenire con la demolizione del primo casone già da novembre 2009.
2) il casone in esame, già in pessimo stato di conservazione, ed in fase di crollo parziale fu messo in sicurezza nel 2008, come puoi verificare recandoti sul posto.
3) come ben dovresti sapere, vi sono decine di edifici “storici” nel nostro territorio che sono in un totale stato di abbandono e alcuni già irrimediabilmente in fase di crolli o allo stato di rudere, per i quali nessuno fa nulla, nessuno si mobilità seppure la loro sorte è segnata. atteso il tuom interesse e la tua competenza o la tua passione settoriale ti elenco alcune emergenze che meriterebbero una attenzione e che fanno parte della nostra storia e forse meriterebbero una attenzione pubblica di diverso spessore: a) complesso conventuale di Santa Mattia, b) torre Rago, località cinesi, c) torre di Guardia Tusciano o Spineta, d) Villa Conforti, via statale 18, e) Masseria località Fosso, f) masseria località Morella, g) masseria località porta di ferro, ove esiste la vera residenza dei Doria, con una eccezionale torre, h) masseria località verdesca, i) Taverna via G. Noschese, l) Villa Dchoeapfer località santa Lucia, m) complesso agricolo Fasanara, m) ex Tabacchificio in via Rosa Jemma, n) masseria Rago via Rosario, o) Casa Budetta località Santa Lucia, p) villa Baratta in via Baratta, q) edificio uffici dell’azienda Baratta, r) ex conservificio Garofalo, ora Fabbrica dei sapori, s) Cappella San Giuseppe e Fortunato, località Aversana, t) masseria Farina, u) masseria e cappella Rago Belvedere, z) piazza del Popolo e scuola De amicis, come impianto urbanistico, k) Santuario S. Maria della Speranza, e giacchè è terminato l’alfabeto per elencare le “poche” testimonianze della notra storia e della nostra cultura, devo ricordare a tutti che nessuno ha mosso un dito quando hanno DEMOLITO il plesso della stazione ferroviaria, esempio dell’architettura del Fascio, scuola “Terragni” per intenderci, l’architetto dell’EUR, che poche città tipo Pomezia o Latina possono fregiarsi di mantenere.
4) la proprietà è privata ed è priva di vincolo specifico di tutela.
5) seppure v’era la possibilità concreta di abbatterlo senza alcun indugio, l’attuale proprietà non ha nessuna intenzione di forzare i tempi e dar fiato a ulteriori illazioni.
6) se l’interesse pubblico alla tutela di questa “testimonianza minore” è cogente, bisogna trovare le risorse economiche per sostenerla, per evntualmente acquisirla: nessuno ti da nulla per senza nulla.
7) non esiste nessun “premio volumetrico” o edilizio: non si potrebbe neanche fare. Ma, questa affermazione circa “L’area edificabile,servizi compresi, sia pari o minore a quella che sarebbe stata nel caso in cui il Casone NON fosse stato abbattuto” la dice lunga sia sul livello di approfondimento a cui sei pervenuto, sia sul livello di pregiudizio e preconcetto di cui sei inbevuto.
Orbene, le questioni che io pongo sono semplici: chi decide che cosa?
Riconoscete nelle istituzioni preposte quali la Soprintendenza la autorevolezza per decidere, per apprezzare?
Perchè tanto clamore per questo episodio e nessun lamento, rantolo o protesta nei confronti della FF.SS. per l’abattimento della stazione ferroviaria? perchè nessuna protesta per l’abbandono di molte delle “emergenze” storiche elencate che sono in uno stato pietoso di degrado ed abbandono?
caro Michele Pietrasanta, a pensare male, talvolta si sbaglia anche, al pari di quando si pensa bene.
Tutto giusto, come al solito. Puro benaltrismo. Come sempre. Però la casina si deve abbattere. Effetto nimby, per gli addetti ai lavori. In sintesi, per chi non lo avesse capito: ci sono tanti immobili storici a Battipaglia da preservare, questo lo abbattiamo a meno che il pubblico non trova i soldi per ristrutturare. Chissà perchè.
Invece di beccarvi, mi aspetterei che sollecitaste il sindaco Santomauro. Ha detto che se ne occupava, ma quando, dopo l’abbattimento. Cacci un pò le ……. e prenda provvedimenti.
Caro Architetto, se non sei un buon “intenditore” il demerito o la colpa non è certo mia.-
In merito vorrei chiederti: Fai lo gnorri oppure è proprio “naturale” il tuo agire ed il tuo pensare.? — — Forse di….nervi scoperti ce ne sono ben oltre di quelli ipotizzabili. –-
Comunque,per tua conoscenza, sappi che non ho interessi partitici di parte (in questo ho solo repulsioni) ne tanto meno quelli professionali del settore.-
Pertanto non vedo il perché si possa lontanamente pensare che il mio intervento sia quello di osteggiarVi (unitamente a chi rappresenti) professionalmente, politicamente e/o personalmente.-
Le eventuali diatribe sostanziali e/o le “convenienze politiche-professionali”, tra te ed i soggetti coinvolti, non mi toccano.- Le “castagne dal fuoco” dovete togliervele voi.- Su questo non posso….aiutarVi.
Non sarebbe giusto né moralmente giustificabile.!
Sono però favorevole affinchè nasca o si rafforzi un “Comitato permanente per il
recupero e la valorizzazione dei beni storici,culturali ed ambientali del territorio”.-
Comitato APARTITICO formato da Associazioni, Gruppi, Movimenti,Singoli Cittadini, studiosi e professionisti del settore.-Di cui le forme,le impostazioni e le finalità ultime siano da tutti…..elaborate e condivise.- Ed è auspicabile che anche tu ne faccia parte a pieno titolo.-
Inoltre, caro Architetto, cerchi “nomi e fatti”.- Ma forse non sai,o dimentichi, che questo è il Paese delle Lottizzazioni….incontrollate di speculatori, Sindaci…..defunti e di quelli viventi che, i loro “facenti funzione”, hanno deliberato in una sola “notte” decine di Licenze….poco chiare.? (per usare un eufemismo).-
Ma forse mi sbaglio.! Sono solo leggende metropolitane.!?!? Ma è meglio fermarci qui.!
Da dove credi che nasca la diffidenza,la mancanza di fiducia, la titubanza ed il….pensar male.?? — Nasce da decenni di nefandezze, lassismi, ipocrisie, intrallazzi, egoismi
politici e professionali, prevaricazioni più o meno palesi.– Tu cerchi “nomi e fatti”.-
Ma perché tu forse vivi nel Mondo della Luna.?? –
O sei di quelli che tra l’esporsi e l’imporsi preferisce, sempre e comunque, l’IMPORSI.?? Lasci agli altri la “lama” per mantenere tu il “manico”.??
Ma veniamo allo specifico, andiamo avanti.
1.- Se ho ben capito: E’ SOLO il progetto di rotatoria approvato che darebbe la possibilità di intervenire nella demolizione del Casone.?? – E nella lontana ipotesi di assenza o invalidità del Progetto della rotaria, quale sarebbe,o sarebbe stato, la destinazione
ultima da dare al Casone in questione.??
2.- Se il Casone e tutti gli altri beni di interesse pubblico di rilevanza (minore o maggiore e da te citati) SONO lasciati all’incuria ed all’abbandono, di chi le COLPE.??
Sono del Cittadino in genere in quanto tale.?? – Oppure,in ordine di competenze e responsabilità sociali, politiche e/o professionali, dette colpe,manchevolezze, lassismi o negligenze sono IN PRIMIS da addebitarsi agli “addetti ai lavori” politici, amministrazione, Uffici e Studi preposti, professionisti, studiosi,ecc.ecc.) del presente e del…passato di questa Comunità.??
(o meglio sarebbe dire di questo…..Teatrino dei pupi).-
In effetti,si evince da quanto tu dici, che io ed i Cittadini non avendo “competenze” o capacità specifiche in materia NON avremmo dovuto neppure affiancare o supportare la richiesta-protesta.?? — O per il solo fatto d’accusa di non esserci “preoccupati” degli altri beni,da te elencati, ci viene negato il diritto di occuparci di questo.?? –
E tu dov’eri, in “doppia funzione” di Cittadino e professionista del settore, quando hanno DEMOLITO (è tuo il termine e la descrizione) il plesso della Stazione FF.SS. ?? –
Anche qui dobbiamo pensare che eri intento a valutare se Importi o Esporti.??–
Ed è altresi’ un tuo refuso di battuta il fatto di esserti “dimenticato” di elencare,nei beni da preservare e porre all’attenzione pubblica, forse il complesso di maggior pregio visivo ed indicativo della Città.?? – IL CASTELLUCCIO.! —
O non entra il quelle “testimonianze storiche” e tipologiche.?? – O entra invece in un contesto politico specifico da trattare a parte.?? – O cos’altro.??
Non io, ma il Cittadino avrebbe il piacere ed il….diritto di conoscere,!!
3.- Tu dici che:“La proprietà è privata ed è priva di vincolo specifico di tutela”.- Bene.! Personalmente niente da eccepire.
“… e se l’interesse pubblico di tutela di questa “testimonianza minore” ha obbligo, allora basta acquisirla (comprarla)….” — Se in questi contesti l’argomentazione ed il metro di valutazione è puramente ed esclusivamente “economico”, allora bene ha fatto
Massimo Del Mese ad interrogarsi su che fine avrebbe fatto il Colosseo nelle mani di
questi personaggi. (E spero che hai dato il giusto significato di paradosso all’esempio)
4.- Caro Architetto, il pensar male,come tu dici,ti favorirebbe.- Pertanto,su tuo spunto, vogliamo PENSAR BENE.! Ma come tu dici o cerchi di far capire: NOI CI SBAGLIAMO.!
Per chiuderla DEFINITIVAMENTE, posso solo affermare che resto comunque dell’avviso espresso nella mia precedente risposta, e cioè:
“ Se tutto questo NON è proponibile e/o fattibile per ragioni giuridiche di parte, per facoltà di diritto o per qualsiasi altra motivazione, non ultima quella della volontà politica, è bene che PUBBLICAMENTE tutti se ne assumano le responsabilità. “ —
—– Nessuno sia Ponzio Pilato.! —–
—- ( E questo,sia ben chiaro,valga per questo caso e per quelli….futuri. )