Eboli: Si infiamma la campagna referendaria contro le trivelle petrolifere nei nostri mari. La votazione si terrà domenica 17 aprile.
Doppia manifestazione in Piazza contro lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi marini: la prima dell’associazione Noi Tutti Liberi e Partecipi; la seconda, un Flash-Mob dei comitati cittadini e Legambiente per il SI all’abrogazione della legge sulle trivellazioni.
di Marco Naponiello
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il problema dell’approvvigionamento energetico in Italia è un dilemma atavico, la nostra Penisola invero non certo ricca storicamente di idrocarburi, detiene una spiacevole dipendenza del suo fabbisogno da altri paesi (area Opec) ove importa gas e petrolio, ed il referendum del 1987 contro le centrali nucleari dopo il disastro di Chernobyl ha aggravato il vulnus energia tricolore. Il tema delle energie rinnovabili,un tempo considerato per salottisti radical-chic, oggigiorno ha raggiunto una importanza esiziale,difatti le fonti rinnovabili: eoliche, geotermiche e solari, tranne qualche distretto all’avanguardia oltre la linea gotica peninsulare, tutti gli altri sono molto indietro rispetto ai paesi all’avanguardia,e registrano percentuali minimali, dunque si punta miopicamente ancora all’antico petrolio per soddisfare la sete energetica della nazione.
Il referendum del 17 aprile prossimo (seggi aperti dalle 07 alle 23) sostanzialmente riguarda il prolungamento delle concessioni (21) entro le 12 miglia marittime,escluse bene precisarlo le altre oltre tale limite, concessioni differite in proroga volute dal governo del premier Matteo Renzi,con il decreto legislativo 152,cui saranno chiamati gli elettori ad esprimersi su un referendum di tipo abrogativo (che per essere valido ai sensi dell’art 75 cost. la consultazione deve raggiungere il 50% più uno degli aventi diritto al voto) riguardante una consultazione popolare riguardo trivelle estrattive, promosso da nove consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise;) e supportato da alcune associazioni e movimenti ambientalisti, tra cui il coordinamento “No Triv” e Legambiente. Si deve specificare che sulla consultazione pende una “spada di Damocle” non trascurabile, ovvero il Codacons (la primaria associazione di consumatori in Italia), ha prodotto un ricorso al Tar del Lazio, “perché la non unificazione di referendum alle elezioni amministrativi appare contraria ai principi di buon andamento della Pubblica Amministrazione, e non sembra rispondere ai criteri fissati dalle norme vigenti e dalla Costituzione“. Dunque su tale istanza, a pochi giorni dall’apertura ufficiale dei seggi, risponderanno i giudici amministrativi del Lazio, ovvero il 13 aprile,aggiungendo un ulteriore patos al “Batti-Quorum” prevedibile.
Il quesito referendario che si staglierà davanti gli occhi dei votanti è semplice:
“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”
Quindi la normativa dell’ esecutivo in carica, statuita all’interno della legge di stabilità, recita che anche quando il periodo concesso termina, l’estrazione può continuare sino all’esaurimento naturale della fonte.
In effetti come era facile pronosticar, sia a livello nazionale che in quello locale, si sono costituiti molteplici comitati pro e contro l’abrogazione, di cui la nostra cittadina non fa sicuramente eccezione. Ed è cosi, che in una plumbea domenica primaverile, si sono consumate due manifestazioni distinte e separate nella centralissima Piazza della Repubblica,,ma unite dal proposito unitario di revocare ad horas le concessioni in atto: nella fattispecie l’iniziativa caldeggiata dell’associazione di portata provinciale, Noi tutti liberi e Partecipi, del presidente Avv. Luciano Ceriello, retta in loco dal responsabile organizzativo Dr. Vincenzo Fornataro,la quale con banchetti informativi dalle prime ore del giorno,perorava la causa ambientalista ed i rischi collegati alla estrazione su piattaforma con apposito volantinaggio, ed in contemporanea o quasi all’altra, tenutasi verso le 11 ovvero il “Flash-Mob all’italiana per il SI”, (una riunione estemporanea di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con poche ore di preavviso)di alcune associazioni pro-abrogazione, come i Murga Los Espantapajaros, i Briganti dell’Ermice ed il “gemello” Comitato Ferma – Trivelle ebolitano, sotto la sapiente egida della sezione locale del sodalizio ambientalista di Legambiente.
”Il senso di questa giornata – dichiara il coordinatore organizzativo dell’associazione “Noi Tutti Liberi e Partecipi”, Vincenzo Fornataro – è quello di manifestare la nostra esistenza sul territorio e l’impegno civico nel sociale, oltre le amministrative del 2015,con la ferma volontà di esprimere al quesito referendario un SI affinché ci sia un NO alle trivellazioni petrolifere entro le 12 miglia nautiche, che parte dalla volontà di sposare le cause ecologiste per tutelare l’ambiente della nostra Penisola e segnatamente quello del territorio appunto dove viviamo,nella speranza che il percorso alle energie alternative, già instradate in altre nazioni (eolico,solare, geotermico, mareale,etc) prenda un impulso decisivo,abbandonando le vecchie e deleterie, logiche estrattive”
”Temo al pensiero di uno stagliarsi all’orizzonte del nostro litorale una piattaforma estrattiva, – continua Fornataro – con navi cargo cisterna in appoggio ed il rischio di far diventare le nostre spiagge, l’Hub di un indotto petrolifero come in altri siti (vedi Piombino) oppure il prolungamento del porto commerciale salernitano, sarebbe purtroppo uno scempio assicurato per la fauna e la flora e la contemporanea fine del sogno turistico,tanto abusato nelle campagne elettorali, della nostra amata costa,il popolo italiano si era espresso bene nel 1987 contro il nucleare,oggi si violenta quella volontà di cambiamento energetico“.
”La nostra associazione – conclude Fornataro – vuol essere presente sul tessuto cittadino con variegate proposte oltre a quella meramente referendaria di stamane, accompagnando tutte le forze politiche consiliari nel civico percorso di rilancio della città di Eboli in ogni settore: sapremo dare il nostro forte contributo senza preclusioni di sorta.”
Inutile sottolineare che questa consultazione ha una valenza politica, certamente meno pregnante di quello ottobrino sulla riforma costituzionale, ma possiede comunque l’importanza di un vero banco di prova per l’acciaccato esecutivo del leader di Rignano sull’Arno, ed il nervosismo nell’entourage è oltremodo palese. Infatti le recenti disavventure governative sul caso Banca Etruria che hanno coinvolto la pupilla del premier, “Madonna” Maria Elena Boschi con presunte incompatibilità per causa paterna ed intrecci di ruoli politici – bancari, unita sciaguratamente al caso attualissimo di Tempa Rossa, ovvero lo sfruttamento petrolifero di un pozzo lucano lucano,con sempre presunte, pressioni extra-legem a parte di chi sarebbe vicino sempre alla cerchia governativa (le quali hanno portato alle dimissioni opportune della ministra dello sviluppo economico Federica Guidi, condite di pericolose intercettazioni della Procura di Potenza), non depongono di certo bene per l’esecutivo piddino e danno il facile “destro” a chi vorrebbe un cambio di marcia (minoranza interna) se non proprio una spallata (Grillo-Salvini), alla “corte gigliata” di Matteo Renzi.
Il PD nei fatti è in chiara difficoltà ed il premier punta sull’astensione per il referendum day, considerando inutile la tornata consultiva, ma da alcuni membri del partito si alzano critiche e chiaramente disattendono l’ordine di scuderia: come per fare un semplice esempio lampante, Michele Emiliano, ex PM ed ora presidente della regione Puglia fortemente critico con il suo segretario-premier afferma senza mezzi termini:”Per Matteo Renzi è inutile dunque consultare il popolo italiano!”, segno di un inequivocabile malessere interno al partito, riverberantesi poi su tutto lo scenario politico nazionale, il cui proscenio è in grande fibrillazione.
In conclusione,referendum significa letteralmente “si deve decidere”,un istituto talora troppe volte abusato nei lustri, ma dotato di una indubbia importanza fondamentale: sia per tastare l’umore società nazionale, che la tenuta delle istituzioni, ed il quale ricade nella tipologia delle consultazioni elettorali, frutto di conquiste sanguinolente raggiunte nei secoli se non proprio nei millenni da tutti i popoli europei. Ebbene a maggior ragione invitare all’”apatia” il corpo elettorale, è da considerarsi un errore pacchiano di “pedagogia” politica: si voti secondo coscienza, si scelga secondo convinzioni, ma lo si faccia senza tentennamenti! Al contrario rischiamo sempre più di mortificare la democrazia italica, che appare composta da oltre un ventennio solo di suadenti slogan uniti a scelte autoritarie dei singoli maggiorenti, facendola cosi diventare nei fatti un pallido,triste ricordo, di quella esposta nei manuali d’antan, di diritto costituzionale.
Eboli, 12 aprile 2016