Una Sentenza Feudale. Sospetti e veleni su questa vicenda: “L’esito del giudizio era prevedibile. Il Comune perde 150 ettari“.
Melchionda accusa il Sottosegretario Del Basso De Caro e i Liberi e Riformisti: “Quella transazione fu approvata dal Consiglio Comunale e basta vedere chi votò contro per capire chi ha impedito l’accordo”.
da (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il Commissario regionale per la liquidazione degli usi civici della Campania, dott. Leonardo Pica, con una propria Sentenza, ha bocciato ogni ipotesi di transazione tra il Comune di Eboli e l’Istituto Orientale di Napoli, ritenendo che il Comune di Eboli, non ha nessun titolo su quei suoli e quindi di non poter accampare nessun diritto di cui agli usi civici e riconoscendo per contro all’Istituto Universitario Orientale la piena proprietà dei fondi: Parco San Pietro primo, Petruccia e San Pietro; Quello che non è stato possibile in 500 anni a Re, Principi, Duchi, Conti e Baroni, quando il popopo non contava un “C…..” come diceva il grande Alberto Sordi nel ruolo del Marchese del Grillo, è stato possibile, grazie al Commissario Regionale per gli Usi Civici della Campania.
Il Dott. Leonardo Pica con questa sentenza ci riporta indietro di Secoli e addirittura ci fa ricredere sui comportamenti degli odiati Notai, i quali nonostante tutto nel corso dei secoli non hanno mai voluto trascrivere proprietà in capo anche ai potenti senza che vi fosse una comprovata origine che ne attribuisse le proprietà definite poi dal diritto feudale come “Uso civico“. Ebbene questa Sentenza sembra essere più Feudale del Feudalesimo stesso. Ebbene va ricordato che gli Usi Civici discendono da una tipologia di diritti tendenti a garantire la sopravvivenza e/o il benessere di una specifica popolazione, sfruttando in modo produttivo aree circoscritte, in tempi in cui il feudatario, su mandato dell’Imperatore, Re o Papa possedeva non solo le terre, ma anche uomini, cose e animali, senza averne ovviamente nessun diritto se non quello del più forte.
CHE SCHIFO.
Con questa Sentenza, senza andare troppo indietro nei secoli appare quanto mai evidente il sopruso e lo scippo che si è compiuto ai danni dei cittadini ebolitani, soprusi che si confermano alla grande anche nel 3° millennio, confermando un arbitrio, che si basa su una visione feudale della storia di quelle terre, applicata nei tempi moderni, una cancellazione di un diritto, che manco a farlo apposta si conferma sempre a favore dei notabili, un tempo Ecclesiastici, Baroni, Duchi, Conti, oggi ad appannaggio di funzionari, politici, Istituzioni.
Su questa storia, non poteva mancare l’intervento di uno dei protagonisti di quell’accordo, tra l’altro molto discusso, che fu oggetto di grandi scontri politici, che lo stesso ex Sindaco Martino Melchionda ricorda nella nota che ci ha fatto pervenire e che si pubblica integralmente quì di seguito, facendo nomi e cognomi di coloro i quali, a suo dire, sarebbero gli ispiratori e i “suggeritori” di atti che poi, evidentemente si sono concretizzati con la Sentenza “feudale” che oggi si contesta e che lo stesso Avvocato del Comune tenterà di opporsi.
«Da molto tempo – si legge nella nota pervenutaci dall’ex Sindaco di Eboli Martino Melchionda che commenta la Sentenza del Commissario Regionale degli Usi Civici Leonardo Pica – la città di Eboli rivendicava la titolarità dei famosi fondi dell’Orientale. Da ultimo, negli ultimi trent’anni su 400 ettari. Una vertenza lunghissima che si è conclusa amaramente. Ma era prevedibile, considerato il risultato delle diverse perizie fatte negli anni. Per questo avevo considerato storico il risultato dei 150 ettari.
Adesso l’Istituto potrà continuare ad incassare le rendite e forse vendere quel patrimonio.
La vicenda triste dei terreni dell’Orientale mi induce ad alcune brevi osservazioni. La lettura degli atti della causa, che pendeva già da venti anni, non poteva che farmi orientare verso un accordo con L’Istituto Universitario.
L’esito del giudizio era prevedibile.
La tanto vituperata amministrazione che ho guidato, – prosegue Melchionda – con un lavoro di anni, era riuscita a raggiungere un accordo, che faceva attribuire al Comune 150 ettari di quei fondi, un patrimonio di grande valore che avrebbe dato al nostro Comune non meno di 200 mila euro all’anno di rendita.
Abbiamo firmato la transazione – ricorda l’ex Sindaco Melchionda – io ed il Rettore dell’Orientale. Quella transazione fu approvata dal Consiglio Comunale e basta vedere chi votò contro per capire chi ha impedito l’accordo.
Occorreva il parere della Regione Campania, – ricorda Martino Melchionda formulando nel contempo una precisa accusa sia nei confronti del Sottosegretario Del Basso De Caro e senza nominarli con “opportunamente ispirata” anche nei confronti dei Liberi e Riformisti, gruppo che si ispira all’ex Ministro Carmelo Conte – ma una velenosa interrogazione del consigliere regionale Umberto Del Basso De Caro, allora capogruppo PD alla Regione e oggi sottosegretario ai trasporti e infrastrutture del Governo Renzi, opportunamente ispirata, impedì il rilascio del parere e quindi fece naufragare anni di lavoro.
Sospetti e veleni furono diffusi allora anche su questa vicenda.
A chi come me, fino a ieri, ha portato avanti questa battaglia con estrema convinzione – conclude la nota dell’ex Sindaco di Eboli Martino Melchionda – resta una profonda amarezza e rabbia rivolta a chi, oggi, ha vanificato tutto il lavoro svolto. La città di Eboli perde una grande occasione».
Eboli, 19 marzo 2016
Martì non temere, il tuo prode scudiero gliela farà pagare. Attendo Lancillotto e Syr Elian per partire!!!!
Veramente una profonda amarezza e rabbia. Un lavoro intenso arrivato ad una transazione che guardava solo al bene comune della Città di Eboli. Ho lavorato tanto da Assessore al Bilancio e Patrimonio ed un epilogo negativo, dopo una lunga transazione, non me l’aspettavo. Peccato. Occorre leggere le motivazione e contrastare gli interessi di chi ha partorito tale decisione.
Prof. Arturo Marra
se hai lavorato, visto i risultati , hai lavorato male.
firmato : ing. prof. avv. arch.dott. comm. gran figlio… avvelenata