Siamo Aperti – Art House per BeneItalia a vent’anni dalla legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie.
Lunedì 7 marzo, ore 9.00 Art House partecipa all’iniziativa nazionale di Libera per i 20 anni della Legge 109 e apre le porte della sua sede in Località Corno D’Oro di Eboli.
da (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Lunedì 7 marzo, a partire dalle ore 9:00, Art House apre le porte della sua sede in Località Corno D’Oro a Eboli per il ventennale dalla promulgazione della Legge n. 109 del 1996 sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie.
“Siamo Aperti” è l’iniziativa nazionale promossa da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” attraverso l’evento “BeneItalia. Beni confiscati restituiti alla collettività”. Una giornata di riflessione e confronto sul tema per raccontare i risultati raggiunti, una giornata aperta alla cittadinanza per condividere esperienze e anche criticità.
L’arte si fa impegno civile, strumento e presidio di legalità. A Eboli un bene confiscato al clan Procida si trasforma in una casa dell’arte, in un laboratorio di etica e di bellezza. Lunedì, per festeggiare i 20 anni della Legge 109 – norma che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato con la restituzione alla collettività di migliaia di beni rubati dai poteri criminali – diverse sono le attività che Art House propone.
Dalle ore 9 le scuole del territorio raggiungeranno la sede di Art House, ai ragazzi saranno spiegate gli obiettivi e le finalità del progetto, che ha il valore aggiunto di nascere in un bene confiscato; verranno illustrati gli aspetti innovativi della Legge 109, la sua importanza nello scardinare il potere economico criminale.
Nel corso della mattinata gli studenti del Liceo Artistico “Carlo Levi” di Eboli, armati di pennelli, colori e tutta la loro creatività, dipingeranno una parete della sede di Art House ispirandosi al tema della legalità. La cooperativa Spes Unica, presieduta da Francesco Cozzolino – che in un bene confiscato al clan Procida gestisce un centro di accoglienza per donne gestanti oltre che un centro diurno e una comunità di accoglienza per minori tribunalizzati – si occuperà della preparazione del pranzo che sarà offerto e consumato insieme ai ragazzi presenti.
Nel pomeriggio, intorno alle 18.30, si proseguirà con un cineforum dedicato, quindi alla proiezione del film “La nostra terra” uscito nel 2014 e diretto da Giulio Manfredonia, che narra una storia ispirata alla nascita delle cooperative agricole su terreni confiscati alle mafie. A seguire dibattito e momento di riflessione sul tema.
L’evento è organizzato dall’Ats che promuove il progetto Art House – finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – che è composta dall’Associazione Legalita Onlus, dall’Osservatorio Culture Giovanili (OCPG) dell’Università degli studi di Salerno, dal Comune di Eboli e dall’Associazione Musicalmente.
“E’ di vitale importanza – dichiara il Consigliere comunale delegato alle politiche giovanili Carmine Busillo – per un’amministrazione attenta ai giovani come la nostra, essere presenti e sostenere in tutti i modi possibili un’iniziativa che rientra a pieno in un progetto del quale non solo siamo partner, ma nel quale crediamo fortemente e che vogliamo incentivare e far crescere”.
“Sosteniamo senza se e senza ma – dichiara il Sindaco di Eboli Massimo Cariello – ogni iniziativa che sia di contrasto a tutte le mafie, di accrescimento e di radicamento dei valori della legalità, anche attraverso iniziative che siano capaci di valorizzare e mostrare cosa è possibile realizzare quando lo Stato si riappropria del territorio”.
Marcello Ravveduto, coordinatore scientifico del progetto Art House nonché referente del presidio di Libera a Salerno, sottolinea: “Aspetto fondamentale di questa giornata, oltre che riflettere su quanto in questi 20 anni Libera abbia scardinato le logiche del potere criminale sulla gestione dei beni sottratti alle mafie, è proprio la collaborazione tra coloro che, attraverso sacrifici quotidiani, ma tanto impegno, decidono di stare dalla parte della legalità, trasformando beni appartenuti ai mafiosi in luoghi di riscatto, di bellezza e in opportunità di lavoro. La collaborazione con la cooperativa Spes Unica è simbolo di questo processo virtuoso”.
Grazie alla raccolta di 1 milione di firme promossa da Libera, vent’anni fa veniva approvata la legge 109/96 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Una legge che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato sia nel metodo – saldando l’aspetto repressivo con quello rigenerativo e sociale – sia nei risultati con la restituzione alla collettività di migliaia di beni rubati dai poteri criminali. Oggi sono oltre 500 le realtà che gestiscono quelle terre e quegli immobili, con l’onere non indifferente di trasformarli in luoghi di lavoro, di formazione, di cultura, di accoglienza e servizio alle persone deboli. In una parola, di speranza.
Eboli, 5 marzo 2016
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