Il Caffè 21 Marzo di Via Gonzaga, aderisce all’iniziativa nazionale promossa da “Libera”, “7 marzo 2016 a 20 anni della Legge 109”.
“Siamo aperti”. Il Caffè 21 Marzo, è il primo bene confiscato assegnato tramite bando pubblico in provincia di Salerno, ed è gestito da un’Ats composta da 6 associazioni. E domenica festeggia la legge che restituisce il maltolto alla società civile.
da (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – In occasione del ventennale dall’approvazione della Legge n. 109 del ’96 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, lunedì prossimo il Caffè 21 Marzo aderisce alla campagna nazionale promossa da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” con l’evento “BeneItalia“. Beni confiscati restituiti alla collettività”. Un open day per approfondire e riflettere sui risvolti innovativi di una legge che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato sia nel metodo – saldando l’aspetto repressivo con quello rigenerativo e sociale – sia nei risultati con la restituzione alla collettività di migliaia di beni rubati dai poteri criminali.
Il Caffè 21 Marzo, il primo bene confiscato assegnato tramite bando pubblico in provincia di Salerno, è espressione concreta e virtuosa dell’applicazione di tale norma insieme ad altre 500 realtà ridonate alla collettività e trasformate in luoghi di lavoro, di formazione, di cultura, di accoglienza e servizio alle persone deboli. In una parola, di speranza. Gestito da un’Ats composta da 6 associazioni il Caffè 21 Marzo è stato ridonato alla città lo scorso 8 luglio. A rialzare le serrande, verso una gestione onesta e pulita dell’attività commerciale, a preparare il primo espresso è stato proprio don Luigi Ciotti. All’interno del bar lavorano anche due detenuti dell’Istituto a Custodia Attenuata di Eboli, partner dell’Ats insieme alla Cooperativa Lazzarelle fornitrice del caffè prodotto dalle donne ristrette nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli .
Intenso il programma di attività pensato dal Presidio di Libera a Battipaglia in occasione dei 20 anni dalla promulgazione della Legge 109. Incontrando il territorio, ritenendo fondamentale il ruolo della scuola nella formazione di una coscienza sociale e civile per l’individuo, lunedì prossimo il Caffè 21 Marzo, a partire dalle ore 9, ospiterà gli studenti degli istituti battipagliesi per un momento di riflessione consolidando un rapporto sempre più dinamico e interattivo tra il mondo della scuola e quello delle realtà sociali impegnate nel riutilizzo dei beni confiscati. Sul manto stradale saranno disegnate delle sagome, simbolo di come l’illegalità uccida la dignità dell’essere umano sia fisicamente sia moralmente. Nel pomeriggio si procederà con i progetti sociali che il Caffè 21 Marzo già porta avanti da mesi, ovvero laboratori creativi, doposcuola gratuito per bambini, corsi di lingua italiana per stranieri, corsi di musica e di fotografia. La giornata, infine, si concluderà con un concerto musicale all’insegna del divertimento, dell’aggregazione, della socializzazione.
Sul territorio, la manifestazione è organizzata dal Presidio di Libera a Battipaglia. Grazie alla raccolta di 1 milione di firme promossa da Libera, vent’anni fa veniva approvata la legge 109/96 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Libera non gestisce direttamente i beni confiscati, ma promuove, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, le Prefetture e i Comuni, i percorsi di riutilizzo dei beni.
“Lo scenario aperto dalla Legge 109 è fondamentale per aiutare i ragazzi a riflettere su come l’azione delle organizzazioni criminali e l’accumulazione illecita di ricchezza abbia ripercussioni non solo sulla vita civile delle comunità ma anche sul loro progresso economico, ostacolando lo sviluppo del territorio, determinandone anzi l’impoverimento e favorendo povertà e disuguaglianze – precisa il referente di Libera a Battipaglia, Angelo Mammone -. Quella del Caffè 21 Marzo è la testimonianza sul territorio di un processo virtuoso di riutilizzo dei beni confiscati non solo in termini sociali e culturali ma anche in termini di sviluppo della cosiddetta economia sociale, di lavoro onesto e pulito, di integrazione e aggregazione”.
Battipaglia, 5 marzo 2016