Premio Città di Eboli all’Ingegnere Gabriele Del Mese, tra gli strutturisti più importanti del Mondo.
Conferita dal sindaco Massimo Cariello il premio “Città di Eboli” all’ingegnere Gabriele Del Mese, “strutturista” di fama internazionale e fondatore dell’Arup Italia, uno degli studi progettazione più grandi e importanti del Mondo.
di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «In tutta la carriera ho compiuto soltanto il mio dovere» così ha esordito l’Ingegnere Gabriele Del Mese da qualche ritornato a frequentare con maggiore cadenza la sua Eboli, la città dei ricordi di infanzia e familiari e per questo giustamente indelebili, ed a dispetto del suo cursus honorum professionale a dir poco invidiabile che lo ha portato ad esercitare la sua professione di ingegnere strutturista in tutto il globo, egli è rimasto un uomo umile e garbato, sempre sorridente con tutti,amici e conoscenti ed inoltre prodigo di consigli verso la collettività sul come migliorare il decoro urbano, tramite un acconcio strumento urbanistico, atteggiamento figlio di afflato sincero che va oltre la mera deformazione professionale.
L’Ingegnere Del Mese è stato già da studente un prodigio: laureatosi col massimo dei voti nell’ateneo di Padova, dopo aver rifiutato una sicura carriera accademica è volato immediatamente verso i lidi albionici, quel Regno Unito (che gli regalerà nel tempo innumerevoli soddisfazioni) dove ha iniziato a collaborare con l’Arup, in quel di Londra, una Major che presta servizi professionali di ingegneria, design e altro per ogni aspetto dell’ambiente edile, con 9000 dipendenti, presente in America, in Australia, Asia e naturalmente in Europa, portandolo cosi ad esercitare nella sua cinquantennale carriera in giro per il mondo. Ivi il giovane e talentuoso italiano ha messo da subito in mostra le sue doti di Structural Engineer, ovvero ingegnere esperto di strutture, le quali son state omaggiate da numerose e pregevolissime collaborazioni, prime tra tutte quelle con i rinomati Renzo Piano, Araka Isozaki, Norma Foster, archi-star molto famosi nell’ambiente dei designers globali.
Ma probabilmente il passaggio fondamentale della sua luminosa carriera lo si è avuto nel 2000 quando, fonda l’Arup Italia con sedi a Milano e Roma, un logico coronamento delle capacità di un “ragazzo di Provincia” che poteva cosi dire di avercela fatta ed alla grande. Riconoscimenti poi nel corso della sua lunga vita professionale ne ha avuti ed a iosa l’ebolitano Gabriele: forse il più iconico quella pervenuto dalla regina Elisabetta II sovrana del Regno Unito, senza sottovalutare che nel 2004 riceve la Medaglia d’Oro del premio “Cittadini Illustri“, alla sua XII^ edizione, istituito dalla Camera di Commercio di Salerno, in seguito nel 2009 è stato insignito della Laurea ad Honorem in Ingegneria Civile e Architettura presso il Politecnico di Milano, la prima conferita ad un italiano, inoltre è professore itinerante in vari atenei (visiting professor) e degli ordini professionali, in ultimo (the last but not the least) la illustre presidenza al recente Expo 2015 meneghino,della commissione di esperti che doveva valutare e premiare “Le Architetture dei Padiglioni”, che per ironia della sorte è toccato proprio a quel Regno Unito, patria adottiva del grande professionista ebolitano. Ma le soddisfazioni dunque di quest’uomo valente, che coniuga un’umiltà ed una umanità disarmante, si riverberano anche sulla amata figlia Francesca, che vive da anni in Inghilterra nella capitale ed è un provetto avvocato (Barrister) di diritto umanitario internazionale (international criminal law and human rights) la quale collabora da diversi anni nonostante la sua giovane età, con UNHCR, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati su vari scenari internazionali e l’ UNDP, il programma di sviluppo per i rifugiati, sempre delle Nazioni Unite, in contesti martoriati come la Libia (Misurata) o il Turkmenistan (Asgabat) fino ad essere insignita dal Premier britannico nel 2014 , David Cameron, dell’importante riconoscimento di “Donna da Imitare”, per l’impegno costante nella difesa dei diritti umani.
Tornando all’ingegnere Gabriele Del Mese e seguendo la consolidata tradizione evangelica del Nemo propheta in patria, era palese che un vulnus morale fosse stato perpetrato nei suoi riguardi, vulnus oggi colmato, e stamane invero nella sala del parlamentino ebolitano, intitolata degnamente ad un altro concittadino insigne, l’indimenticato sindaco Isaia Bonavoglia, un novello primo, nella persona di Massimo Cariello (nel giorno del suo genetliaco) ha celebrando l’ingegnere Del Mese come adeguatamente merita, nella sua amata Eboli, la città dei natali che finalmente, pur se con ritardo, gli tributa gli equi elogi. Dunque alla presenza dei fratelli Massimo e Lucia della cognata Raffaella, dei tanti amici e curiosi, oltre della folta stampa presente in sala e di vari assessori (Matilde Saja, Ennio Ginetti, Maria Sueva Manzione) dei consiglieri di maggioranza Santo Venerando Fido e Giancarlo Presutto, del manager Outlet Cilento Village Roberto Pansa, il primo cittadino in persona consegna l’ambito riconoscimento, sotto forma di targa laminata in oro, preceduto il tutto dalla lettura esaustiva della motivazione: «Per aver portato l’onore di Eboli nel mondo,egli inglese di adozione e avendo vissuto ed operato in quella nazione per molti anni ricoprendo in seguito incarichi prestigiosi, come in ultimo l’essere presidente della commissione esaminatrice dei padiglioni all’Expo di Milano 2015, aver collaborato nel corso degli anni con illustri architetti di fama mondiale (Piano, Isozaki, Foster), unico italiano ad aver conseguito la laurea in architettura al Politecnico di Milano, membro permanente del Institution of Structural Engineers, fondatore e presidente della Arup-Italia e tanti altri ancora, difatti basta digitare il nome dell’ingegnere su Google, il famoso motore di ricerca per averne contezza.”
– Continua il Sindaco di Eboli: «senza dimenticare la sua opera come strutturalista sul suolo patrio (Palahockey di Torino, la sede del Sole 24 Ore di Milano, la stazione Tav di Firenze) dove lo ha visto protagonista in tutti i continenti,con ardimentose ed innovative progettazioni,che hanno dato lustro imperituro al genio italico. – Termina Cariello – E con grande orgoglio quindi che le conferisco questa targa, a lei ingegnere Del Mese che ha reso un grande servigio all’immagine della nostra amata città e son certo che,nonostante non dimori stabilmente qui, vorrà mettere a disposizione della collettività eburina la sua enorme esperienza!»
Concluso il cerimoniale vero e proprio, Gabriele Del Mese ha tenuto un toccante intervento che è da considerarsi principalmente come la sua filosofia di vita, oltre che di designer strutturista: «Sono commosso e non me lo aspettavo davvero,come dissi all’atto della consegna della nomina di cittadino onorario di Salerno:’le medaglie son per chi resta e non per chi va via’, ed io vengo sempre volentieri nella mia terra natia, anche se ho operato per tanti anni all’estero,specie in Inghilterra,facendo un consuntivo di tutto il lavoro compiuto e lo dico con animo sincero quello: di aver fatto soltanto il mio dovere, nulla di più.
Continua spedito Del Mese con una educativa lectio magistralis di vita professionale – Noi tecnici, siamo semplicemente al servizio della collettività, dei meri esecutori di strutture, cosa diversa e ben più ardita invece consta nel programmare coraggiosamente il futuro, invero chi pianifica e lo fa per le generazioni a venire; se pensiamo per un attimo che si nasce, cresce, lavora e si muore per giunta in delle strutture da noi progettate, basterebbe questo a farci riflettere, in alcuni casi mi duole sottolinearlo dei pessimi architetti ed ingegneri possono essere dei veri vandali, ed infatti spesso hanno creato solo disastri che ammorbano poi un ambiente urbano e non per generazioni. Ma questo purtroppo accade quando si perde di vista la missione e si diventa mestieranti. Ho lavorato per anni in una grande società senza fini di lucro, avendo come solo la nobile finalità dell’eccellenza collettiva, un esempio calzante:il sisma dell’ ’80 paradossalmente poteva essere un occasione di sviluppo e di miglioramento generale non sfruttata ahinoi a dovere.
Prosegue il festeggiato mettendo a nudo plasticamente le problematiche ataviche della nostra collettività – Il centro storico da risorsa per incentivare il lavoro giovanile e il turismo per la città è rimasto inopinatamente negletto e perennemente sfigurato,di contro la nostra Piazza della Repubblica che doveva essere nelle intenzioni anche bonarie, la cerniera che coniugasse il vecchio ed il nuovo è rimasta un’ incompiuta piena di errori strutturali, e in maniera assurda ritengo che la periferia inizia da Santa Maria della Pietà a scendere giù,tutto questo a cagione del fatto che non vi è stata una programmazione di insieme negli ultimi decenni, noto in aggiunta e con rammarico che insistono edifici rimasti al pristino pessimo stato di quando ero bambino.
Termina Del Mese con un stentoreo incitamento all’amministrazione in carica: Compito di una buona dirigenza pubblica dovrebbe essere in primis quello di partire dalle cose elementari, compiere le cose possibili al momento: come il rifacimento del manto stradale, dei marciapiedi, l’intonaco ai palazzi, ecco quel minimo di decoro urbano e solo dopo di ciò si può passare ad una fase ulteriore di opere pubbliche! Non auspicherei di certo che i miei amati concittadini col tempo si abituassero o peggio si rassegnassero al ‘brutto’,al degrado generalizzato,allora si demolisca per ricostruire meglio . Dunque cari concittadini presenti, il mio augurio, la mia speranza è che questa amministrazione possa essere ricordata dai posteri come quella che ha migliorato la città di Eboli erede di un glorioso passato,rilanciandola cosi finalmente verso un radioso avvenire!»
Eboli, 6 febbraio 2016
cazzo ,cazzo …idea. facciamogli fare il manager nella redazione del nuovo puc. Se il sindaco avesse le palle dovrebbe affidargli l’incarico ,visto che è un illuminato di provata esperienza, benché non è il suo settore.
LE PAROLE SONO PIETRE. Mi è venuto in mente il titolo di un libro di Carlo Levi mentre ascoltavo l’intervento di ringraziamento finale dell’ing. Gabriele Del Mese…
Pietre da lanciare metaforicamente addosso a chi per lunghi anni ha sfregiato l’ambiente urbano ebolitano che vanta uno dei migliori centri storici della provincia di Salerno.
Una “classe politico-amministrativa” che, forse anche incosapevolmente, ha fatto più danni al paese del terremoto dell’80 e della seconda guerra mondiale.
Tanto per citare un esempio: il piastrellamento scosceso di Piazza della Repubblica che serve solo ad incanalare le acque piovane nei sottoscala delle Scuole Elementari.
Di quella che qualche decennio fa era FORA ‘A PORTA che pullulava di giovani,vecchi e bambini, ne hanno fatto un deserto per zingari ed extracomunitari.
La modestia è dei grandi e l’ingegnere Gabriele Del mese lo incarna in pieno. Spero vivamente che qualcuno, non roso da invidia e mediocrità, immagini di affidare a questo eccellente professionista l’incarico di ridare dignità architettonica a questo paese perché, come egli stesso ricordava, abituarsi al brutto è l’anticamera del decadimento psichico e morale.
Ho letto il discorso dell’ing. Del Mese. Quante perle di saggezza. Quante verità nascoste ha raccontato in poche frasi.
E c’è bisogno che gli amministratori ebolitani vadano fuori a cercare i “tecnici” per disegnare il nostro territorio?
Ma noi ce li abbiamo in casa i migliori. Sono figli della nostra terra che amano amorevolmente perchè qui sono nati. Qui hanno i ricordi, i fratelli, le sorelle, gli amici della passata fanciullezza e giovinezza. Gabriele ha già dimostrato al mondo intero il proprio valore.
Se io fossi il sindaco lo inviterei subito a dare una mano al proprio Paese. Non basta dargli una targa ricordo tanto per mettersi a posto la coscienza…
il problema dell’italia attuale è che chi concede i premi il più delle volte non è degno di farlo e chi li riceve dovrebbe essere messo in condizione di premiare e fare
@GRANDE NONNO
di quali tecnici sta parlando:
– dei tecnici che hanno ridotto il centro antico ad un ammasso di cemento;
– dei giovani tecnici che hanno progettato e sostenuto lo scempio della casa del pellegrino (ha visto che mausoleo hanno realizzato: su quello continuano a lavorare e sul Castello che LORO hanno distrutto è tutto fermo);
– dei tecnici bravi che, non allineati ai potenti di turno o al loro pensiero unico, o fanno altro o sono andati via da Eboli?
Non parlo per partito preso ma essendo molto pragmatico giudico ciò che vedo e quel che vedo è un paese lacerato, disconnesso e BRUTTO, molto BRUTTO.
@ ebolitano
parlavo, naturalmente, dei tecnici a livello di Gabriele Del Mese, cioè quelli elencati da lei al terzo punto( bravi,non allineati e costretti ad emigrare verso lidi migliori).
Il resto, giovani rampanti,vecchi marpioni e leccaculo dei potenti di turno hanno contribuito non poco allo scempio e al disastro ambientale dei più bei quartieri ebolitani
Non posso, sono sua sorella Lucia e sono andata via da Eboli dal lontano 1970, chiedetemi il perché…