Prima assemblea pubblica provinciale del Comitato del “NO” al Referendum di modifica della Costituzione con Giovanni Russo Spena.
Mentre il prossimo Parlamento è formato da 384 deputati nominati ed appena 246 eletti, i vari Barbera, Zagrebeisky, Rodotà, Rossi, e tanti altri oppositori al referendum confermativo, sono additati come gufi e vecchi decrepiti contrari alla modernità.
di Vincenzo Cicalese
per (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Si è tenuta a Salerno, nella Sala dell’oratorio della Chiesa di San Francesco, la prima assemblea pubblica provinciale del Comitato per il “NO” al Referendum di modifica della Costituzione che si terrà il prossimo ottobre.
Ad introdurre i lavori è stato il giornalista de “Il Mattino” Andrea Manzi, a seguire un’ampia relazione del costituzionalista Giovanni Russo Spena che ha concluso il dibattito dopo numerosi interventi del pubblico. All’incontro costitutivo salernitano Comitato per il NO, vi erano numerose delegazioni di cittadini provenienti da diverse aree della provincia tra cui quella di Eboli e della Valle del Sele, Città nella quale già si è costituito il Comitato e già si è tenuto un primo incontro.
Andrea Manzi ha introdotto la discussione parlando dello smarrimento dei valori a cui sta andando incontro la società italiana. «l’antipolitica – ha dichiarato – sta diventando sempre più il sentimento maggiormente condiviso dal popolo italiano specialmente dai giovani. Ma tale sentimento sta portando anche verso una deriva anti-istituzionale pericolosissima che potrebbe rappresentare l’anticamera dell’accettazione supina dell’uomo solo al comando, operazione questa non riuscita a Berlusconi ma che può ripresentarsi concretamente con la legge elettorale italicum in base alla quale anche un partito che raccoglie appena il 21% dei voti al primo turno potrebbe vincere al ballottaggio con il premio del 55% dei Deputati. Ciò significherebbe che un Renzi, un Grillo (o chi per esso) o un Berlusconi vincerebbe come capo di un Partito e quindi neppure di una coalizione che, bene o male , ne potrebbe condizionare l’operato».
«Ma a questo – ha specificato Russo Spena nella sua articolata, approfondita e tecnica relazione – Bisogna aggiungere che in caso di vittoria del SI al referendum, oltre ad avere un Senato dei 100 “nominati” la cui maggior parte sarà composta da consiglieri regionali di maggioranza più alcuni sindaci e i senatori a vita, avremo anche una camera dei Deputati composta sempre da 630 onorevoli di cui ben 550 sarano stati nominati dalle segreterie degli attuali partiti italiani in disfacimento o dilaniati da lotte intestine che faranno aumentare sempre più il potere dell’uomo solo al comando.»
Infatti ormai è noto a tutti il meccanismo della legge elettorale battezzata “italicum” alla Leopolda dal duo Renzi-Berlusconi. In 100 circoscrizioni ogni Partito potrà presentare una lista capeggiata da un capolista nominato dalle segreterie. Il primo ad essere eletto sarà naturalmente il capolista, quindi già i partiti perdenti sia al primo sia al secondo turno otterranno circa 200 candidati eletti tutti nominati . Il Partito vincente ne otterrà 346 (premio del 55%) di cui altri 100 nominati e i partitini minori ne avranno 84 tutti nominati. Alla fine della giostra, in base a calcoli effettuati da esperti studiosi di statistica il prossimo parlamento potrebbe essere formato da ben 384 deputati nominati ed appena 246 eletti quindi con una netta maggioranza che dovrà piegarsi al volere del capo che graziosamente li ha indicati come capilista nelle 100 circoscrizioni elettorali.
Ritornando, poi, alla situazione del Senato, oltre a quanto specificato da Giovanni Russo Spena, cade anche la “favola” del risparmio economico in quanto pur scendendo da 315 a 100 il numero dei senatori, la sua struttura burocratico-funzionale resterà comunque in piedi, tranne qualche piccolo ritocco. Solo che i nuovi senatori non potranno contare sulla lauta prebenda attuale bensì avranno diritto al “rimborso spese”, forse anche una segretaria e chissà… anche a uno o due portaborse. Ma, quello che più conta per alcuni di loro, semmai indagati in qualità di consiglieri regionali o sindaci, sarà quello di ottenere dell’immunità parlamentare con conseguente salvataggio in calcio d’angolo!
Matteo Renzi, intanto, parafrasando il linguaggio che fu del compianto Saddam Hussein attribuisce a questo referendum il titolo di “madre di tutte le battaglie” trasformando un referendum confermativo, fondato sul principio di “chi piglia più voti vince” senza bisogno che vada a votare almeno il 51% degli elettori, in una sorta di plebiscito sul suo nome al fine di legittimare e consolidare la sua premiership fino alle prossime elezioni politiche del 2018. Insomma vorrebbe un referendum populista simile ai dittatorelli sudamericani, coreani, turchi, ecc…
«Stia attento, però, – ha affermato Russo-Spena – perché anche il grande De Goulle in Francia perse il referendum con conseguente pensionamento da parte del popolo francese». Purtroppo qui siamo in Italia e con cadenza ventennale il popolo italiano guarda compiaciuto all’uomo della provvidenza. Prima ci fu il ventennio mussoliniano, poi la catastrofe della seconda guerra mondiale con il conseguente trentennio del Partito della Nazione incarnato dalla Democrazia Cristiana. Poi c’è stato il decennio che ci ha condotto a Tangentopoli e dagli anni novanta gli Italiani hanno voluto provare Berlusconi, tranne i due brevi intermezzi prodiani.
Ora abbiamo il giovane Matteo che insieme al suo cerchio magico fiorentino-aretino in cui brilla la bellissima Maria Elena Boschi, il suo giovanissimo ex capogruppo classe 1982 Luca Lotti, il portavoce Marco Agnoletti, la ex assessora al comune di Scandicci Simona Bonafè, l’ex vice-sindaco Dario Nardella, l’altra assessora fiorentina Sara Biagiotti e il defilato Graziano Delrio che doveva essere un possibile ministro in un eventuale goveno Bersani, vorrebbe mettere al tappeto il fior fiore dei costituzionalisti italiani.
Infatti, i vari Augusto Barbera, Gustavo Zagrebeisky, Stefano Rodotà, Emanuele Rossi, insieme a tanti altri oppositori al referendum confermativo, sono additati come gufi e vecchi decrepiti contrari alla modernità e alle sorti magnifiche e progressive propugnate dal nascituro partito renziano della nazione. A proposito è ancora roboante gli effetti del voto che al Senato i Verdiniani hanno consentito insieme ad alcuni dissidenti leghisti di superare lo scoglio della maggioranza dei voti necessari, già reclamano almeno tre vicepresidenze e l’ottimo Antonio Razzi, bersaglio preferito del comico televisivo Maurizio Crozza, è stato nominato segretario della Commissione Difesa del Senato. Insomma, per concludere… non c’è mai fine al peggio” .
Salerno, 24 gennaio 2016
Ottima fotografia della situazione che gli italiani devono affrontare nei prossimi mesi,tutti noi siamo chiamati a dare il nostro contributo a salvare il nostro sistemo democratico.
DA PERTINI A VERDINI?
DA IOTTI A BOSCHI?
Richiamo le parole del prof.MAURIZIO VIROLI,
fiorentino ,professore di storia all’università
di Princeton (USA),illustre studioso del Machia-
velli e del principato mediceo ,nella Firenze
di fine ‘400/inizio’500;principato dietro il quale
vi fu un colpo diStato ,che decretò la fine del
governo repubblicano Soderini /Macchiavelli:”il
2016 consacrerà il consolidamento del “principato
renziano” Il regime renziano -precisa VIROLI- è
un “principato” perché con l’entrata in vigore
dell’Italicum e della riforma costituzionale ,
Renzi avrà sul Parlamento ,ridotto ad una sola
camera deliberativa,un potere di fatto senza limiti.
Questo progetto può essere arrestato e rovesciato
votando NO al prossimo referendum costituzionale
confermativo-.
Dal seno del Partito democratico,come dalla Repu-
blica fiorentina del “500”,è nato un potere asso-
luto e tirannico ,un disegno rivolto al supera-
mento della Costituzione Repubblicana del 1948.
Eboli 25 gennaio 2016 peppe leso
Perché. . La nn modifica di una costituzione ha mai ostacolato realmente qualsivoglia forma di sopruso o illegittimità da parte di chi ha più potere e possibilità di esercitarla… senza contare che i privilegi ci sono sempre stati.. ed è sempre stata la lotta l unico strumento reale x ostacolarli.. e negli ultimi tempi semplicemente contenerli… l auto blu.. maddo s ver aldi fuori che in Italia x fare un esempio STUPIDO.
Ah.. mi sono messo a fare cm quello sopra… e quelli a cui e rivolto il commento… cm tutti.. a perd tiemp.. No alla riforma .. che sennò poi le cose nn vanno più bene .. se posso dire la mia.. sono tt specchietti x le allodole.. x far perdere tutta la visibilitàai pproblemi veri.. primo fra tutti l inquinamento… anche se fare una graduatoria di serietà di due o tre realtà o problemi è diventata un impresa ormai.. sempre in fase di moderazione ovviamente.