Grande successo alla presentazione del romanzo-thriller “Autopsia di una mistica”, dello scrittore ebolitano Giancarlo Giudice.
Alla presenza del sindaco Cariello e dell’assessore alla cultura Lamonica, organizzata dell’associazione “Per Eboli”, presentata la seconda opera di narrativa dello scrittore emergente Giancarlo Giudice, “racconta” il suo romanzo ad un folto pubblico interessato e attento.
di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
“Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. E’ inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé.” Tiziano Terzani
EBOLI – La Biblioteca civica intitolata a“Simone Augelluzzi “, ha negli anni ospitato molti eventi culturali: seminari di studi, circoli letterari,cenacoli di discussioni e anche questa volta non disdice la sua missione, coerente alla sua vocazione letteraria, pronta per il battesimo ufficiale della nuova fatica di un giovane e talentuoso scrittore ebolitano: Giancarlo Giudice,un figlio di questa nobile terra ma da anni trapiantato in quel di Bologna per motivi professionali,quindi un tale happening umanistico assume un significato speciale per lo scrittore come per i suoi tanti estimatori.
Premesso che mi fregio di conoscere Giancarlo da anni e dunque posso azzardarmi di tracciare un breve excursus del suo recente vissuto artistico: egli infatti nelle molte amicali chiacchierate in cui ci siamo trattenuti,inerenti i massimi sistemi dell’esistenza ed il sincretismo filosofico e religioso, lasciva trasparire un animo delicato, ma parimenti tormentato e convulso, tipico di quegli individui alla perenne spasmodica ricerca di un “centro di gravità” permanente interiore,che si spende al riguardo in voraci letture ed itinerari olistici,i quali cercano ardentemente risposte. Anche i suoi innumerevoli viaggi in Italia come all’Estero erano volti a tale scopo, ove più che la meta al viandante interessava il “tragitto” e di tappe ne ha raggiunte il nostro, la sua visione globale lo ha portato a studiare dapprima con l’Ebraismo (sette anni) a seguire l’Induismo e di seguito le due principali correnti Buddiste (Hinayana e Mayana) frequentando pure i relativi centri studi,quindi quando oltre un anno fa usci la sua opera prima,l’ ”Aria dalle narici”che appunto aveva ad oggetto a guisa di fulcro narrativo la meditazione, scaturente dall’elementare pratica della respirazione come forma di ricerca interiore e la connessa angoscia della protagonista femminile, che si dibatte nel tentativo di risolvere“problema” esistenziale
Dopo questa prima uscita letteraria, Giancarlo Giudice mostra il suo lato versatile (sinora bene dissimulato nella propria riservatezza caratteriale), frutto di una vivida intelligenza recettiva, cimentandosi con successo nelle due arti figurative per eccellenza (pittura e scultura) e ricevendone al contempo elogi e riconoscimenti in varie mostre tenutesi recentemente in terra d’Emilia, consacrandolo cosi un artista completo e dinamico. Ma tutto questo è stato da preludio all’ultimo romanzo, che rispetto al primo pur avendo connotazioni spirituali e meditative, assume stavolta anche il colore noir del thriller storico (molto attinente anche al suo lavoro di membro della Polizia Scientifica della città felsinea),con connotazioni mediche e psicologiche, non per niente questo “saggio sotto forma di romanzo”, come scritto nella presentazione dal neurochirurgo Enrico Pierangeli, avente il criptico messaggio: “chi ha occhi per vedere e orecchie per intendere, che possono aprirsi gradualmente alla decodificazione di segni o coincidenze.”
Invero la vicenda prende spunto, ed ecco la ragione del titolo, dalla location del romanzo che si dipana partendo dal ritrovamento di una giovane donna in stato confusionale,davanti al cancello della casa natale di una notissima mistica tedesca del XIX sec Katharina Emmerick, una monaca agostiniana venerata come una beata dalla Chiesa Cattolica Romana, che le attribuisce doti di veggente e virtù soprannaturali, come stigmate, levitazione, bilocazione, divinazione ed estasi. La religiosa illo tempore difatti affermava, con grande sgomento generale, che, se essa si recava in un cimitero di fronte alle tombe percepiva una luce o delle tenebre a seconda che l’anima di quel defunto dimorasse in Paradiso o all’Inferno: pertanto davanti alcuni sepolcri affermava di provare gioia e percepire una forte luce, di fronte ad altre invece provava forte tristezza e sgomento per l’oscurità che esse emanavano. Ma la veggente teutonica ebbe una vasta risonanza mediatica in epoca recente, quando nel 2004 Il regista australiano Mel Gibson, per il suo film kolossal, La Passione di Cristo, si è ispirato anche ai diari della suora,infatti La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo è uno scritto in cui l’autrice racconta le sue visioni riguardanti la passione di Gesù, sottolineandone gli aspetti più cruenti.
Con simili fauste premesse e l’accurata regia organizzativa dell’associazione Per Eboli dell’ottima Mariapia Mercurio (madrina della serata) non poteva dunque mancare alla presentazione ufficiale alla biblioteca comunale, sia il patrocinio dello stesso comune di Eboli, che la presenza del primo cittadino Massimo Cariello accompagnato dall’assessore alla cultura Angela Lamonica e la nota giornalista Maria Vita Della Monica, il tutto seguito da una ampia cornice di pubblico assiso in sala, prima fra tutte l’orgogliosa madre Angela Immediato e le trepidanti sorelle Paola,Nila e Laura.
L’onere introduttivo tocca a Mariapia Mercurio moderatrice del dibattito serale e presidentessa dell’associazione culturale Per Eboli (promotrice dell’iniziativa) adiuvata in funzione di “interrogante” dalla giornalista Maria Vita Della Monica (anch’essa come Giudice trapiantata al nord) la quale ne tratteggia cosi i punti salienti della vita dell’autore: laureato in scienze della comunicazione,poliziotto della scientifica da un quindicennio nel capoluogo emiliano ed artista poliedrico di arti figurative, con la passione della comparazione religiosa, (quel sincretismo tanto di moda negli anni ’70) votato a trovare un unicum spirituale, “seguendo il segno” appunto della verità assoluta,alla sua seconda esperienza di autore , che gravità nel circuito di Amazon libri, il gigante delle vendite on-line: ”ti ammiro molto caro Giancarlo e davvero non so come tu faccia ad esprimerti cosi bene in tante attività cosi diverse tra di loro.”
L’assessore alla cultura Angela Lamonica, subito appresso, ne ha esaltato le qualità artistiche – narrative paragonandole a varie correnti e scrittori del passato, (Dante, Kafka) sottolineando come il leggere un libro di narrativa faccia scattare all’interno del lettore una sorta di metamorfosi mentale,ed è il caso di questo testo una miscellanea di medicina, esoterismo e religiosità: ”che ne fa un volume singolare perché a metà tra la saggistica e la narrativa,e poi ho avuto il piacere di gradire le tue opere pittoriche e scultoree,dove ho ammirato l’esaltazione cromatica unita alla diversità dei materiali utilizzati.” Segue l’intervento del sindaco Cariello, in qualità anche di patrocinatore dell’incontro, il quale ricordando i trascorsi amicali con l’autore suo quasi coetaneo, si complimenta più volte con il romanziere e al contempo traccia un parallelo di quanti concittadini valenti per colpa di situazioni contingenti sfavorevoli, siano andati in specie negli ultimi fuori le mura natali per realizzarsi professionalmente, aggiunge inaspettatamente l’intento istituzionale della giunta in carica di creare: ”una serie di pubblicazioni a spese delle casse comunali, al contempo un rilancio generale della biblioteca come punto di scambio culturale in specie per la sezione della letteratura contemporanea, il libro anche nell’era odierna non è da considerarsi desueto,ma lo strumento privilegiato per tramandare la memoria.”– termina Cariello – “la mia amministrazione pronta a sponsorizzare iniziative del genere, e voglio darti come dono un libro di un grande nostro conterraneo, il poeta triste Felice Cuomo, come ideale passaggio di testimone tra due generazioni di scrittori, cosa che forse si farà in un lontano futuro coi tuoi lavori Giancarlo.” Anche il romanziere ha di contro in serbo un presente per il sindaco, ovvero la copertina originale del libro elegantemente incorniciata,il tutto consumatosi in un’atmosfera spontaneamente idilliaca tra applausi,abbracci e flash dei fotografi.
Dopo questa parentesi di interventi istituzionali, la parola passa alla giornalista Maria Vita Della Monica, la quale partendo dall’incipit della trama,ovvero che i due protagonisti si conoscono su di un social network per poi incontrarsi nella vita reale, sottolineando la funzionalità biunivoca dei personaggi del racconto: ”faccio una riflessione non professionale ma da lettrice, e mi chiedo come tu abbia fuso la tua vena artistica con il tuo lavoro di poliziotto della scientifica,due realtà antinomiche non scisse e si vede anche nel racconto, si denota la ricerca della verità che veicola quella verso la felicità e viceversa,con stile asciutto quasi da cronista che rende lo scorrimento del racconto molto gradevole, davvero son felice di avere potuto leggerlo il libro e presenziare qui stasera.”
E veniamo al momento topico della serata letteraria ovverosia l’intervento dell’autore Giancarlo Giudice, che nonostante l’evidente commozione, tiene una relazione brillante e simpaticamente interattiva con gli astanti in sala,egli esordisce con un lapidario: ”Sono nato con il mal di vivere,tutte questo pathos mi ha portato a ricerche esterne ed interiori, son convinto che ne il caos come il caso siano reali, tutto ha un significato nell’universo che risponde alla legge eziologica di causa – effetto,il tutto nacque con una relazione sentimentale che intrattenni con una ragazza ebraica, la quale mi introdusse nel mondo biblico del Vecchio Testamento con relative usanze e valori, che ebbero in me molto riscontro, dipanandosi poi la mia curiosità di ricercatore, verso le culture orientali come l’Induismo ed il Buddismo,sentiero il mio non solo spirituale ma anche fisico, fatto di molti viaggi in tutto il mondo, che mi portassero a trovare un punto di raccordo sul percorso della conoscenza.”– prosegue l’autore- “ la mia faticosa ricerca è partita da un lavoro su me stesso, sul controllo mentale delle mie passioni,il tutto nel tentativo di ricongiungermi all’Essenza primigenia del tutto che permea il creato e la capacità di assorbire informazioni,cui debbo molto la forma mentis dovuta al mio lavoro di poliziotto della scientifica. Dedico a mio padre,da tanti anni scomparso la mia opera e son grato a mia madre che sin da bambino mi ha fatto amare la bellezza della scrittura,come dedico alla beata Anna ‘Luce’ Badano e Katharina Emmerick, figure forti femminili ed esempi di spiritualità vissuta che mi hanno profondamente commosso,la stessa protagonista del romanzo, Elena, è un avatar della mia anima.”
In Epilogo Giudice sottolinea che : “noi viviamo in una società massificata e spersonalizzante fatta di modelli volutamente ambigui,ove la ricerca spirituale viene messa in secondo piano,e grazie a questa io ho superato le mie paure i miei complessi; il romanzo vuole essere un invito concreto al lettore interessato,e purtroppo non tutti lo sono, di cimentarsi come me nel percorso olistico – comparativo tra le varie forme di religiosità ed al contempo ricordando che il tutto parte da una analisi introspettiva e dalla pertinace volontà di trovare il proprio equilibrio interiore, la formula della vera felicitò.”
Terminati gli interventi dei relatori, si è passati senza indugio alcuno a delle letture di brani tratti dal testo romanzesco da parte della moderatrice Mariapia Mercurio alternata a Maria Vita Della Monica, le quali entrambe prendendo spunto da alcuni passaggi del manoscritto, chiedendone cosi delucidazioni in merito all’autore,che a sua volta con consumata nonchalance ha reso edotta la platea sull’accezioni del suo scritto,che si districavano tra il meta-pensiero (meta-sentimento o meta-cognizione) e le connessioni con le odierne scoperte della fisica quantistica attraverso i relativi risvolti psicologici e meditativi a carico dell’individuo contemporaneo, avviluppato nel “Leviatano” della moderna società consumistica, confutando a detta dell’autore, la validità assiomatica del concetto biblico del libero arbitrio (concetto filosofico e teologico secondo il quale ad ogni persona è data la libertà di scegliere da sé gli scopi del proprio agire ) spingendosi ardimentoso sino alle moderne teorie complottiste sulla manipolazione del pensiero da parte dei governanti e della majors industriali. In appendice la toccante lettura di un carme sempre dell’autore, ad opera di una delle sorelle, Nila, che ha suggellato come momento conclusivo una serata d’alta speculazione intellettuale, un sicuro felice auspicio per la Eboli che vuole tornare crescere partendo dai suoi figli migliori.
Eboli, 4 gennaio 2016
Un articolo veramente particolareggiato e ben scritto, bravo Marco!!!
La ringrazio tanto signora:
Io ho eseguito questo reportage con vivo compiacimento e penso di interpretare parimenti la volontà del nostro animatore , il Prof. Massimo Del Mese, il quale oltre stima e amicizia per lei e la vostra pregiata famiglia,apprezza le qualità artistiche di Giancarlo.
Egli infatti è davvero un artista completo, talentuoso e meritevole, ancor di più perché riesce a realizzare tutto questo nei ritagli di tempo,preso com’è da un lavoro usurante lontano dalla sua amata terra, ed anche a cagione del fatto ch’ egli non sia un figlio d’arte letteralmente parlando, dunque si è cimentato solo con le sue forze in un settore a lui alieno, e si sa bene che nel nostro sciagurato Paese se non sei figlio di … non vai da nessuna parte o quasi.
Nell’happening domenicale si è parlato sagacemente di massificazione sociale, vero! Questo pure a merito e detrimento del web, che da un lato in un ventennio o poco più, ha dato la possibilità democratica di esprimersi in ogni scibile, a tutti, da un altro canto ha dato la parola agli imbecilli di turno, o agli imbratta “qualcosa” vanesi,giacché l’arte se è arte davvero sarebbe per pochi, in parallelo come l’oro o altri materiali preziosi debbono il proprio valore elevato alla intrinseca rarità degli stessi,altrimenti varrebbero come i “volgari”ciottoli stradali.
Ma questa mia riflessione,naturalmente e lo rimarco, non riguarda assolutamente il suo versatile talentuoso figliolo, che di certo avrà negli anni a venire molteplici soddisfazioni dalle sue arti!