Giuseppe Gigliotti, Direttore dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi scrive a POLITICAdeMENTE preoccupato per le sorti dell’Ospedale di Eboli.
I Servizi Ospedalieri e l’Ospedale sono in pericolo. Politiche sbagliate, personaggetti, l’assenza di un piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, la mancanza di personale e l’applicazione della legge sui “turni massacranti”, limita i turni nelle 48 ore settimanali e mette in tilt il funzionamento.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento del dottor Giuseppe Gigliotti, Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Eboli. Non è la prima volta che il dott. Gigliotti è costretto ad affidare le sue precise e puntuali osservazioni a POLITICAdeMENTE, e purtroppo proprio per i danni irriparabili che sono stati causati da quei “personaggetti” come direbbe il “De Luca-Crozza“, che per 5 anni hanno demolito sistematicamente la Sanità regionale ed in particolare quella della così detta Valle del Sele, per foraggiare a Nord e a Sud di questa area strutture sovrastimate e sovradimensionate rispetto sia alle dotazioni organiche che alle attrezzature e soprattutto rispetto ai risultati per nulla di rilievo, come al contrario può vantare l’Ospedale di Eboli, ci troviamo sull’orlo del precipizio, tanto da temere il blocco forzato del servizio.
Non ci ripetiamo nel segnalare le specialistiche che si individuano come eccellenze nel P.O. di Eboli, come la Nefrologia, il Polo Cardiologico, l’Oculistica, la Maxillo Facciale, la Radiologia ecc., eppure i rispettivi Direttori devono pietire ogni cosa: Gigliotti ha dovuto sgamare per avere un reparto accogliente e rispondente ai risultati eccezionali; Giovanni D’Angelo costretto a lavorare sotto freno ed in maniera disorganica; Giovanni Iovieno a pietire un macchinario che costerebbe poco ma che non avendolo costringe i pazienti a sopportare lunghissime liste di attesa; Renato Josca a lavorare sotto tono rispetto alle sue marcate potenzialità; Leopoldo Iannelli a fare il pendolare tra Eboli e Battipaglia; tutti a lavorate con pochissimo personale medico e paramedico, mentre in altri Ospedali che non hanno gli stessi risultati e nemmeno gli stessi utenti, medici e infermieri, così come le attrezzature sono arrivati a frotte.
Gigliotti, ha ragione quando dice il trasferimento di gran parte del personale sanitario dell’Ospedale di Agropoli è finito per “ingozzare” il Presidio di Vallo della Lucania, nel disegno perverso di consolidare un ospedale facendogli raggiungere oltre i 300 posti letto, in un’area a bassissima densità abitativa e tra l’altro interna, prevedendo, secondo gli sfasciacarrozze della Sanità, una “deportazione di massa” degli ammalati dalla valle del Sele in quel Presidio.
Gigliotti ha ragione anche quando dice che il Decreto n° 49, è stato attuato solo nelle disposizioni riguardanti la soppressione di reparti appartenenti ai Presidi Ospedalieri di Eboli ed Agropoli. E noi aggiungiamo, come del resto facciamo da 5 anni, che tutte le movimentazioni sono state attuate in previsione della realizzazione dell’Ospedale Unico della Valle del Sele, sebbene di questi non se ne vede la benchè minima ombra, tanto che l’ex Governatore Stefano Caldoro distrasse i 300milioni di euro ad esso destinati per l’Ospedale del mare di Napoli, in barba all’Ospedale Unico e alla Valle del Sele, “felicemente” amministrata dal suo sodalo Antonio Squillante, che tagliava e tagliava in maniera diseguale, per raggiungere evidentemente obiettivi a noi lontani, ma vicini al Napoletano, a Vallo della Lucania e all’Agro-nocerino-sarnese.
Ha ragione quando evidenzia come siano state inventate alcune figure come quella del “famoso” “Commissario al personale”, Pietro Spinelli, privo di qualunque esperienza di managment sanitario oltre che di buon senso ed onestà comportamentale, ma soprattutto collocato in una veste non prevista, quindi abusiva, illegittima e soprattutto in conflitto d’interessi per via delle prestazioni in ALPI che forniva alla struttura Ospedaliera di Battipaglia, più volte denunciata e per la quale ne la Direzione Sanitaria di Salerno e ne la Magistratura ordinaria, ha mai avviato un procedimento, lasciando lo Spinelli a fare il censore agli altri, nel mentre percepiva per se stesso fino a oltre centocinquantamila euro all’anno tra stipendio e ALPI. Forse il “Paramiltare” Spinelli, come gli piace apparire sulla sua pagina facebook, nel mentre posta “Io ho un delta force nelle mie vene“, assecondando le sue aspirazioni, potremmo suggerirgli di partecipare ad una “Delta force” contro l’ISIS, saremmo certi che per le sue spiccate doti distruttrici annienterebbe in quattro e quattr’otto il Califfato del terrore.
Ha ragione Gigliotti pensando a Spinelli e tante altre figure commissariali, le quali, esercitavano il loro mandato volto solo all’ordinario, dando “becchime” a quella burocrazia inetta e sempre pronta a piegarsi all’obbedienza della dirigenza di turno, in cambio di consolidare la propria palude burocratica capace di frenare ogni minimo rigurgito di novità.
E come fa POLITICAdeMENTE a non dare ragione a Gigliotti, quando egli asserisce, parlando dell’ALPI, quello che noi da anni denunciamo come lo scandalo degli scandali, che ha elargito a qualche centinaio di medici di strutture anonime, cifre pari o superiori a 350mila euro all’anno, che l’autorizzazione di somme ingenti per la retribuzione di prestazioni di lavoro aggiuntive, divenute indispensabili per il mantenimento dei L.E.A. ma che nello stesso tempo hanno frenato, con la scusa del blocco del turn-over, un normale avvicendamento o una equa distribuzione di Medici ed infermieri da un presidio all’altro.
Era una strategia che consentiva di arricchire alcuni medici? Si può ipotizzare che alcuni provvedimenti come il blocco delle gastroscopie ad un Ospedale consentisse di esercitarle in un altro e magari a costri più che quadruplicati? E’mai possibile che questi “giochetti” siano costati ben 75 milioni di euro agli utenti? Quali sono stati i benefici? Chi sono stati i beneficiati?
Come non dare ragione a Gigliotti, quando dice che l’assenza totate di un piano di riorganizzazione della rete ospedaliera del nostro territorio, sia stato anche frenato da quelli che egli definisce a giusta ragione “personaggetti”, siano essi sindaci, consiglieri, sindacalisti, Consiglieri Regionali, Deputati o Senatori che magari pensavano “corto” per favorire questo o quello, o peggio ancora non hanno pensato proprio niente perchè incapaci di pensare e di contrastare la “matrioska” della Sanità.
Quella mancanza di programmazione, unita alle furbizie, con l’aggiunta di qualche interesse personale e semmai per perseguire interessi territoriali diversi hanno inevitabilmente danneggiato, ed in maniera irreversibile, il sistema Sanitario pubblico ed ora con l’applicazione “a posteriori” della famosa Legge sui “turni massacranti” si corre il rischio di ingessare ulteriormente il sistema, realizzando così il disegno criminoso messo in atto per ben cinque anni da una gestione di affiliati ad una “famiglia di germani”, e ironia della sorte a portare a termine quel disegno sono proprio gli oppositori di ieri, i quali per non aver saputo contrastare quelle politiche sanitarie scellerate, oggi sono incapaci di prendere decisioni diverse che vanno e subito nella direzione di monitorare le effettive dotazioni delle varie strutture e semmai utilizzando soluzioni simili a quelle che per il momento sono state adottate a Napoli.
Intanto oggi è previsto un incontro presso la Direzione dell’ASL Salerno con il Commissario straordinario Antonio Postiglione, incontro che segue quello che ieri mattina si è tenuto presso l’ufficio del Direttore Sanitario dell’Ospedale di Eboli Mario Minervini, alla quale ha partecipato anche il Sindaco di Eboli Massimo Cariello, sperando si affranchi dai suoi vincoli passati e rivesta il ruolo di difensore dell’Ospedale di Eboli, sicuro di non commettere l’errore di difendere un baraccone, ma una struttura che per i suoi risultati merita di essere difesa, sostenuta e potenziata.
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di Giuseppe Gigliotti
direttore dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi
dell’Ospedale di Eboli
Gent.mo Direttore,
non avrei voluto informarti, ancora una volta, di quanto accade nell’impervio mondo della sanità Italiana ed in particolare della Regione Campania. A volte prevale la stanchezza, altre volte l’indignazione. Poi ci sono “la rabbia e l’orgoglio”!
Dal 25 novembre è in vigore l’attuazione della Legge 88/2003, meglio nota come legge sui “turni massacranti”, che, regolamentando l’orario di lavoro dei dipendenti della pubblica amministrazione, impedisce che si svolgano turni di servizio superiori alle 48 ore settimanali.
Orbene, lo stato italiano dopo essere stato “bastonato” sia dalla Commissione Europea, con ripetute procedure di infrazione, che dai legali d’assalto della Consulcesi che hanno assicurato rimborsi milionari ai medici “massacrati” e ricorrenti, ha reso attuativa la suddetta legge dopo circa 15 anni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Intendiamoci….trattasi di una disposizione di legge improntata al senso di civiltà ed al rispetto della qualità di vita degli utenti e del personale che offre il servizio per cui è stato assunto nella Pubblica Amministrazione.
Tanto premesso, veniamo al risvolto della medaglia. Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito ad una progressiva crescita del debito pubblico nazionale. Alcune regioni, come la Campania, sono state sottoposte a procedura di commissariamento per il default della spesa sanitaria e, conseguentemente, è stato attuato un blocco integrale del turn-over del personale, impiegato nel Servizio Sanitario Regionale, che ha determinato il progressivo impoverimento degli organici. A tutto ciò la politica ha replicato con:
- la stesura del famoso Decreto n° 49, attuato solo nelle disposizioni riguardanti la soppressione di reparti appartenenti ai Presidi Ospedalieri di Eboli ed Agropoli,
- il trasferimento di gran parte del personale sanitario di Agropoli nel Presidio di Vallo della Lucania, dove veniva consolidato un ospedale di oltre 300 posti letto ubicato in un comune di 8000 anime,
- l’autorizzazione di somme ingenti per la retribuzione di prestazioni di lavoro aggiuntive, divenute indispensabili per il mantenimento dei L.E.A.
- l’invenzione di parodie quali “Il Commissario al personale”, tale Pietro Spinelli, privo di qualunque esperienza di managment sanitario oltre che di buon senso ed onestà comportamentale,
- la nomina di figure commissariali con il preciso compito di non travalicare il mandato della semplice gestione dell’ordinario, costituendo in tal modo il terreno di coltura ideale perché i burocrati inetti, costituenti l’asse dell’organizzazione amministrativa di un’azienda sanitaria, possano imperare a proprio piacimento,
- l’assenza di qualsivoglia piano di riorganizzazione della rete ospedaliera del nostro territorio, nel timore costante che ogni idea, ogni proposta, potesse scatenare le reazioni di “personaggetti” che, invariabilmente, ricoprano il ruolo di sindaco, consigliere, sindacalista, consigliere di partecipate e quant’altro.
Caro Direttore, come avrai capito, con il disastro appena descritto, come agnelli sacrificali, ci accingiamo ad affrontare la più grave crisi sanitaria della nostra regione e del nostro territorio in particolare.
Guardando in casa nostra, ma la situazione è comune a tutti gli altri presidi della Valle del Sele, i reparti ed i servizi dell’ospedale di Eboli non sono in grado, con gli attuali organici, di soddisfare le esigenze assistenziali per un periodo che vada oltre le prossime due settimane.
Per facilitare la comprensione tua e dei lettori devi sapere che la Legge 66/2003 impone periodi di riposo di 12 ore per ogni turno di servizio compreso nella fascia oraria 8.00 – 20.00. Ai turni notturni, invece, devono far seguito 24/36 ore di riposo assoluto. Infine, se un operatore interviene in emergenza tramite l’istituto della reperibilità notturna, non può lavorare nel turno mattutino anche quando la sua presenza sia stata programmata nella stesura preventiva del turno di servizio.
Orbene, a titolo di esempio, invito te ed i lettori a redigere proposte di turnazione in H 24 per il Servizio di Radiologia che ha una dotazione organica di 3 medici ed un Primario, quest’ultimo in servizio “a scavalco” su Battipaglia. L’Unità operativa ha retto, finora, la propria attività sull’intervento, in straordinario, di Medici Radiologi provenienti da altri presidi ospedalieri della Regione. Dal 25 novembre, i suddetti sanitari esterni non potranno più offrire il loro contributo, perché la legge vieta loro di espletare servizio aggiuntivo senza aver osservato il periodo di 12 ore di riposo, successivo ad un turno di lavoro ordinario. E tutto questo con il paradosso che non potranno più essere utilizzate le risorse economiche stanziate per retribuire gli straordinari.
A questo punto, e senza voler entrare nelle dinamiche di tutti gli altri reparti e servizi, ritieni che possa sopravvivere un ospedale senza radiodiagnostica?
Ritieni che U.O. pur tecnologicamente e professionalmente avanzate come quella di Nefrologia possano continuare a lavorare dovendo far leva soltanto su buoni rapporti personali e sul pietismo per assicurarsi la necessaria assistenza dei Servizi?
Pur tuttavia, l’imminente disastro ha il suo lato positivo: la politica dovrà finalmente decidere, razionalizzare, sopprimere. Ormai appaiono tragici, oltre che ridicoli, episodi quali il mancato trasferimento di una unità infermieristica dall’U.O. di Nefrologia di Polla a quella di Eboli, pur in presenza del parere positivo espresso dal dirigente di Polla che lo motivava con un eccesso di personale infermieristico presente nel suo reparto. Ora la politica dovrà decidere non sul trasferimento del singolo infermiere, ma dovrà pronunciarsi su quale Nefrologia potrà continuare ad esercitare la propria attività. Si dovrà valutare se sia economicamente sostenibile un “fenomeno” quale il presidio ospedaliero di Roccadaspide. Bisognerà dar corso, finalmente, ai dettami del Decreto “Balduzzi” valutando le performance e la qualità dell’offerta sanitaria. Consentimi, infine, Direttore di sottolineare a titolo d’esempio ed alla luce di quanto accade oggi, quanto sia stato inopportuno, inutile, dannoso e strumentale rincorrere per settimane e mesi il comitato mamme….e le cicale che operavano dietro le quinte, al riparo di una tranquilla indennità pensionistica.
Eboli, 27 novembre 2015
ma il sindaco chi lo ha visto? avrà il dono dell’ubiquità come i santi, dato che stava alla presentazione natalizia!
mah super-cariello dai superpoteri, forse?