Elezioni amministrative a Napoli e Primarie Pd, Bassolino: «Mi candido» per mettermi al servizio della città».
A 22 anni dalla sua prima vittoria l’ex Sindaco di Napoli e ex Governatore della Campania tenta la scalata e si ricandida a Palazzo San Giacomo, ma il PD nazionale boccia la sua discesa in campo: «Antonio non è il nostro uomo».
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – Se Vittorio De Sica nel film del 1933 “Un cattivo soggetto” cantava la canzone “Sono tre parole”: Ti voglio bene, solo tre parole che segnarono un grande successo, al punto tale che i vari registi in tutti i film con De Sica protagonista, gli facevano cantare una canzone, che garantiva nel contempo il successo anche del Film, ad Antonio Bassolino su Facebook e Twitter, ne sono bastate solo due “Mi candido“, per annunciare, a distanza di 22 anni dalla sua prima vittoria, la sua nuova discesa in campo per riconquistare Palazzo San Giacomo.
L’annunciazione era nell’aria da tempo, fino a che non è arrivata come un macigno direttamente su Facebook e Twitter, sul suo profilo, e dopo qualche minuto il suo post ha raccolto centinaia di “mi piace“, così come non sono mancate le contestazioni da parte dei suoi oppositori, contestazioni giunte, tra l’altro anche dai vertici del PD di via del Nazareno che subito si sono precipitati a dichiarare: “Antonio non è il nostro uomo” – e a sottolineare un netto distacco dall’iniziativa dell’ex governatore – «L’ipotesi di Antonio Bassolino come candidato Sindaco al Comune di Napoli non è affatto vista in maniera favorevole dalla segreteria nazionale del Pd».
La scelta di Bassolino a prescindere dalla regole delle Primarie, che tra l’altro ha fortemente voluto e sostenuto, e che saranno definite nei prossimi giorni dalla così detta nuova “Segreteria di Garanzia“, non esclude comunque una sua candidatura a capo di una o più liste civiche, nel caso in cui, sia i renziani fautori del nuovo corso “a perdere” e del cambio generazionale “del nulla”, e sia i deluchiani, estromessi d’imperio dalla nuova direzione regionale del PD, decidessero per una sua bocciatura, ci sarebbe molto da pensare, ed ecco che per meglio spiegare le motivazioni di una discesa in campo, arriva altrettanto puntuale da Bassolino, un nuovo post più articolato:
«Mi candido di nuovo a Sindaco di Napoli. Fare il Sindaco è stato l’impegno più grande della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città. Napoli prima di tutto, di ogni interesse particolare. La crisi della città è infatti molto grave. È una crisi politica e civile, oltre che economica e sociale. Politica e civile deve dunque essere la risposta chiamando a raccolta le forze migliori e valorizzando le energie giovani. Unire Napoli contro le troppe divisioni è la strada maestra per il futuro».
Solo l’altra sera, la nuova Direzione regionale del PD, quella di “garanzia”, aveva fissato la data delle Primarie per il 7 febbraio 2016, salvo imprevisti, e questi ultimi dalle parte del Partito Democratico non mancano mai, basta pensare alla pantomima di quelle per la scelta del Candidato Governatore della Campania. Ritardi strategici, in attesa che vi fosse qualche Tribunale a risolvere per il PD i problemi che lo stesso PD non riusciva a fare, solo perchè non aveva il coraggio di dire apertamente che non gradiva per nessuna ragione Vincenzo De Luca, e che non era il “suo uomo“, così come ha detto apertamente oggi con Bassolino.
In quella circostanza Renzi, i renziani e tutti quelli che non volevano De Luca, lo hanno dovuto subire, così come hanno subito la Giunta Regionale disinfluenzata dal PD e dai maggiorenti democrat, e così come hanno dovuto accettare tutte le decisioni che fino ad ora De Luca ha preso, e lo scivolone del suo capo della segreteria Nello Mastursi è stato una manna dal cielo per tentare, come si è poi fatto di sottrarre la segreteria, marcatamente deluchiana, sostituendo le pedine per modo da creare quell’equilibrio che dovrebbe arginare il potere di De Luca: Illusi. De Luca è un camicaze e come non ha tentennato nemmeno un secondo a condannare il suo delfino Mastursi con “Ha sbagliato” così non si farà mettere le briglie dal gruppo renziano, a maggior ragione oggi con la candidatura di Bassolino il suo peso diventa ancora più determinante.
Tra De Luca e Bassolino però non è mai corso buon sangue. Si ricorderà gli scontri e gli sgambetti che in passato ha ricevuto il neo Governatore, e si ricorderà anche quell’attacco violento, che segnò l’inizio del corso “autonomista” di De Luca, alla Festa dell’Unità di Agropoli del 2005, quando lo stesso De Luca a quel tempo Deputato al Parlamento, sferrò a Bassolino e i suoi pronunciando quella che poi è divenuta una frase famosa «Vedo troppi cafoni arricchiti nel nostro partito», ma che sollevò prepotentemente la “questione morale“, tra l’altro, mai risolta e per come vanno le cose mai risolvibile, atteso le abitudini italiote che non risparmiano nessuno, lasciando solo al tempo, il “tempo” di farla emergere.
Bassolino con due parole “Mi candido“, ha messo in subbuglio i piani del gruppone renziano, Gennaro Migliore e Pina Picierno in testa, e così ad evidenziare distanza e contrarietà ci hanno pensato da Via del Nazareno, la sede nazionale del PD, e impiegando sei parole “Antonio non è il nostro uomo“, hanno frapposto una montagna tra ta volontà di Bassolino e la volontà politica del Partito, risultati e voti delle primarie e delle urne a parte.
Per Matteo Renzi e i suoi la Campania è una Regione problematica, da cancellare, una Regione che da solo dispiaceri: De Luca docet. E così appunto, come se non bastasse, con: Vincenzo De Luca, il suo consenso elettorale, e la sua esasperata autonomia egocentrica da una parte; e con Antonio Bassolino, la sua radicata presenza nel Partito e nell’elettorato, dall’altra; rimane poca trippa per i gatti e pochissimi se non nulli spazi di manovra per i giovani “emergenti” e “rampanti” renziani, esponenti di quel cambiamento generazionale che non si augura mai a nessuno, salvo quelli, come è avvenuto nei giorni scorsi con il “golpe” della segreteria regionale del PD, che ha approfittato dell’attacco politico e mediatico a De Luca per prendere decisioni d’imperio anche a costo di spaccare il PD.
E così come se non bastasse De Luca, ora ci si mette anche Bassolino che con la sua “annunciazione” disturba i sonni a Renzi e ai suoi, confermando una sfiga ma anche una realtà: la Campania è persa. Ma lo scontro è appena iniziato, e oltre a Bassolino ad essere della partita è anche Umberto Ranieri, anch’egli per nulla nuovo, ma anch’egli boccia la candidatura Bassolino con un laconico «Non è più tempo dell’uomo solo al comando». Insomma a Renzi non ce ne va una bene, i sui uomini e le sue donne non sono per nulla incisivi e il PD a Napoli sta messo proprio male, perché oltre a dover battere Luigi De Magistris, deve vedersela anche con un Movimento 5 Stelle che secondo i sondaggi non messo perniente male, e il PD se non trova la sua quadra finisce per non arrivare nemmeno secondo. Di questo ne è consapevole sia Bassolino che De Luca, i quali entrambi anche se non sono una novità, di certo si scontreranno con altri che con il nuovo non hanno nulla a che vedere. Intanto sarebbe interessante quale è l’uomo di via del Nazareno. E se De Luca e Bassolino si mettessero d’accordo?
Napoli, 22 novembre 2015