“Basta con la vecchia politica. Diciamo no al Giurassico: bisogna cambiare davvero“. Ma la politica non è un mestiere, non è un lavoro.
Inverso (#perunnuovoinizio): “Tagliamo vitalizi e benefit a uomini che da decenni sono in politica senza avere raggiunto risultati e per questo vengono ben pagati: una Prima Repubblica che vuole ancora darci lezioni di politica, di etica e di morale”.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Il movimento che vivacizza la campagna d’ascolto #perunnuovoinizio, capitanato da Vincenzo Inverso, trae spunto dall’inchiesta pubblicata quest’oggi da un quotidiano locale per ribadire un punto fermo del programma che si sta creando in questi mesi e che dà nome al movimento stesso: «Basta con la vecchia politica – spiegano – Abbiamo bisogno di una nuova politica che segua logiche meritocratiche, anche nei compensi».
Inverso rincara la dose: «Dalle tabelle pubblicate dal quotidiano si evince quale sia, ancora oggi, il vero spreco di soldi pubblici. Tagliamo vitalizi e benefit ad uomini che da decenni sono in politica senza avere raggiunto risultati e per questo vengono ben pagati: una Prima Repubblica che vuole ancora darci lezioni di politica, di etica e di morale».
Una riflessione contro la vecchia politica che permea il movimento e sta portando a primi risultati di programma condiviso col lancio delle “5 idee per 5 anni”, di cui colonna portante è proprio l’attacco allo spreco della politica: «Diciamo no al “Giurassico”: bisogna cambiare davvero.
Ecco perché – spiega ancora Inverso – tra i nostri progetti più importanti c’è la proposta di una Giunta comunale per Battipaglia che sia piccola e composta di sole cinque persone, tutti professionisti ed esperti dei settori di cui si andranno ad occupare. Ma soprattutto una giunta i cui compensi, al netto delle spese, vadano a creare un fondo di rotazione da destinare alle imprese che investono sul territorio. Della politica che spreca non ne possiamo proprio più»
Un aforisma del grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht recitava: “Mi sono seduto dalla perte del torto visto che tutti i posti della ragione erano occupati“; per dire che in tutte le circostanze nessuno è disposto ad assumersi responsabilmente il torto.
Il problema vero è che oggi la politica non viene intesa più come un servizio o un impegno oneroso ma di natura onorifica e per questo a vantaggio di chi dedica in maniera del tutto disinteressata se non per prestigio appunto, il proprio tempo, la propria professione, la propria passione per contribuire in qualche modo ai processi del proprio territorio, della propria Città, del proprio Paese inteso come Nazione.
La politica per contro viene intesa quindi come un lavoro o come gli stessi operatori politici asseriscono: Un mestiere; trascurando la sua natura iniziale e trascurando le funzioni che si vanno ad esercitare, che nulla hanno a che vedere con un “lavoro“, ne tantomeno con un “mestiere“, o una “professione”, sebbene poi con il tempo è diventata una “professione” sol perché la si svolge a titolo principale, non esercitando null’altro, mestiere, lavoro, professione.
Questa nuova visione della politica quindi, ha costretto i poco avveduti a ridurre tutto ad una questione di “scontrini“, di rimborsi spese, di emolumenti, di compensi, di indennità, e quando questi assumono una cifra ragguardevole diventano “stipendi“, mettendo in second’ordine il valore del ruolo, la funzione, il prestigio.
E così ci troviamo una clase politica dedita a far nulla, che si è dedicata solo e principalmente alla Politica facendola diventare una attività principale e per questo alla ricerca dello stipendio che rappresenta l’unica forma di guadagno.
In questo quadro, noi collochiamo tutti coloro i quali hannovissuto e vivono di sola politica e coloro i quali attraverso la politica hanno dato una ragione alla loro vita e vieppiù hanno partecipato anche alla così detta Prima Repubblica e a quella immediatamente dopo, definita “Seconda Repubblica” mai nata. In questo quadro diventa veramente difficile seguire l’auspicio di Inverso rispeto all’invocazione a pieppari della “meritocrazia” o della valutazione semmai anche economica a seconda dei risultati che si sono ottenuti, ovviamente rispetto anche alle professionalità che si hanno e che si mettono in campo.
E’ evidente vi è in questa visione una confusione di ruoli e un’aspettativa distorta atteso che è il corpo eletorale a decidere l’elezione o meno di un candidato sia esso consigliere comunale, regionale o Deputato. La meritocrazia è tutta un’altra cosa, semmai quella la si deve applicare nell’attribuzione di ruoli tecnici e non politici, per i quali le valutazioni non devono affatto seguire logiche di compensi o di meriti, semmai di valutazioni politiche proprie e funzionali ai programmi e alle idee del proprio Partito, cosicchè si può decidere senza che rappresenti uno scandalo, che pur di assicurare un servizio ritenuto necessario e vitale, non si intende perseguire necessariamente un utile, e quindi può essere anche esercitato nella passività ritenendo “compenso” il servizio erogato e non l’utile monetario economico come nel caso della Sanità, per non farne altri.
E così secondo Inverso chi è che decide il merito? E chi decide chi pratica il “nuovo” in politica? E chi ancora è in grado di definire il “vecchio” in politica? Egli stesso rappresenta il passato e tanti altri come lui, egli stesso ha contribuito alla “frana” dell’Amministrazione Santomauro, ma pur rappresentando il passato non necessariamente si è da archiviare o si è colpevoli, semmai si può essere responsabili per talune scelte, ma da quì ad ipotizzare nuove prospettive e nuovi scenari che “archiviano” sommariamente il resto che non si condivide ce ne passa.
Insomma non si può buttare il bambino insieme all’acqua sporca.
Battipaglia, 4 novembre 2015