Le 8000 società partecipate, tra sprechi e debiti impossibili da ripianare, sono una delle vicende più dibattute nell’attuale contesto politico.
In Campania De Luca, prova a riparare i disastri di Caldoro. A Eboli è polemica sulla Multiservizi tra il sindaco Cariello e le opposizioni. POLITICAdeMENTE suggerisce una società a fine cooperativo – mutualistico che coinvolga i dipendenti e gli eventuali concordatari fallimentari.
di Marco Naponiello e Massimo Del Mese
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Le Società Partecipate, da tempo sono protagoniste di scandali ed arresti di management in tutto il territorio nazionale, prendono gli onori della cronaca giudiziaria e son descritte come una fonte di corruttela generalizzata, ma allo stesso tempo le società partecipate (stesso discorso per le controllate in house dove l’ente detiene la maggioranza) sono essenziali per la gestione di servizi pubblici singoli o integrati, costituite nella forma di società di diritto privato di cui il capitale sociale è di proprietà di un ente pubblico locale ma che è esterna allo stesso ente ed è funzionale a livello economico-finanziario oltre che livello di produzione di servizi.
Il raggio di azione dunque delle partecipate è quello delle “finalità istituzionali” dell’ente, (anche fornendo servizi a supporto all’erogazione del principale), e così lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni sono gli enti che vi partecipano e costituiscono queste società, e ne detengono quote societarie, esse operano, in tutti i relativi servizi pubblici come il mantenimento di strade, la gestione dei rifiuti e quella idrica, i trasporti e via di seguito. Un raggio molto largo, ma anche molto dispendioso, poiché con il tempo, rigonfie di personale reclutato in maniera esclusivamente clientelare non avendo mai rbandito un concorso o una selezione, con la gestione altrettanto clientelare e talvolta affidata a manager per nulla idonei e qualificati se non rispondenti alla Politica e/o alle maggioranze di turno, con la fornitura di servizi inadeguati e poco remunerativi, hanno generato bilancio disastrosi e accumulato deficit spaventosi, come nel caso della locale Eboli Multiservizi SpA, ora in liquidazione.
Raggio così largo che il Governo attraverso il famoso commissario alla revisione della spesa (spending review) Carlo Cottareli, aveva in animo di ridurle, passando dalle attuali 8.048 comprendenti anche quelle dello Stato centrale ad un migliaio, ottimizzandone i servizi ed integrandoli anche a livello sovra-comunale, lo stesso lamentandosi della difficoltà di accedere agli atti in essere confermando di avere a che fare con una macchina burocratica paralizzante.
La Corte dei Conti, attraverso il suo procuratore generale, Salvatore Nottola lanciò nel 2014 l’allarme sui costi delle suddette che onerano le casse erariali di 26 miliardi annui, 1,5 del PIL, a fronte di poca trasparenza gestionale, pur riconoscendone il ruolo esiziale nella gestione dei servizi erogati dalle amministrazioni, il “buco nero” del debito è un sintomo patente di una mala gestio prolungata da pletore di amministratori che si ripercuotono su decine di migliaia di lavoratori che specie al sud, vantano stipendi arretrati scioperano per non perdere il lavoro. Sul fronte dei primi cittadini dello “stivale”, questi pur lamentandosi da destra e da sinistra, non sono in grado di chiudere i bilanci perché soffocati dai tagli dei trasferimenti romani, ma allo stesso tempo non si impegnano a far quadrare i conti per esempio, nei piani di Roma capitale, Genova e Firenze si discute di progetti vari di fusioni e aggregazioni ma si tace sulle strategie necessarie di tagli e dismissioni, il caso di Pavia, non avrebbe ancora presentato il piano, come anche Palermo, dove le partecipate focalizzano un buco drammatico da 300 milioni e la Corte dei Conti incalza gli amministrazioni comunali a cambiare passo,e questi ultimi adiuvati anche governatori regionali di qualsiasi colore politico, i quali chiedono per gli stessi motivi programmatici delle proroghe al premier Matteo Renzi il quale nella legge di stabilità 2015 ha inserito delle misure specifiche di razionalizzazione che hanno sollevato le proteste dei sindaci italiani e della loro associazione l’ANCI che si sentono abbandonati nella loro improba impresa.
Spostandoci nella nostra regione, la Campania, la situazione non si appalesa tra le migliori, in effetti gli anni di gestione del centro destra e dell’ ormai ex governatore Stefano Caldoro sono da definirsi a dir poco fallimentari, infatti le società partecipate che recano la denominazione di: Astir Eavbus, Sviluppo Campania, Tess, Digit Campania, Campania innovazione e Caremar, solo per citare le più importanti, sono in dissesto acclarato con contestazione della magistratura contabile di un danno erariale di decine di milioni di € che si accompagna all’angoscia del futuro incombe su migliaia di famiglie e la forte preoccupazione dei sindacati su questa lunga fase interlocutoria e con tempistiche decisionali che si fanno pericolosamente attendere.
Una brutta “gatta da pelare” dunque per il neo governatore Vincenzo De Luca, che deve la sua fama proprio al decisionismo amministrativo operato nella città di Salerno e che ad horas dovrà fronteggiare nel suo mandato a Palazzo Santa Lucia innumerevoli magagne gestionali. Preliminarmente, è bene ricordarlo, secondo uno studio della Direzione generale per la politica urbana della Commissione Europea dello scorso anno, siamo il fanalino di coda per la “qualità dell’azione istituzionale delle amministrazioni pubbliche“ con Il rischio concreto che adesso l’Europa(UE) non fidandosi più della nostra regione, blocchi o ridimensioni il programma dei fondi strutturali 2014-2020 facendo perdere importanti investimenti, come logica conseguenza del risultato disastroso di cinque anni di malgoverno del centrodestra. A tal scopo, il governatore Vincenzo De Luca ha già avviato una minuziosa attività di controllo sulle società partecipate e sugli enti e gli organismi controllati o dipendenti a qualsiasi titolo dalla Regione, sostenendo altresì con fermezza tutti gli sforzi miranti all’agognato raggiungimento degli obiettivi di legalità e trasparenza, nell’ottica funzionale sempre di efficacia ed efficienza della Pubblica Amministrazione; non per nulla la giunta appena varata è composta da tutti tecnici settoriali, con l’unica eccezione politica quella incarnata dal fedele avvocato e politico di lungo corso Fulvio Bonavitacola, come suo vice e assessore all’urbanistica territoriale, il quale tra l’altro, per potere rivestire tale ruolo, ha rinunciato allo scranno parlamentare.
La prima nota dell’ufficio stampa del governatore, targata 8 luglio, sulla falsariga di quella che è la storia politica del neo-governatore, sono di pieno appoggio alla magistratura contabile ed ordinaria, che sta vagliando gli atti, invocando testualmente un “rigore spartano” nei prossimi passaggi gestionali, su Arsan e Soresa comprese, “il presidente De Luca – si legge nel testo – ha già avviata una ricognizione delle spese relative a fitti passivi, al parco auto ed ai contratti di leasing attualmente in essere, per la determinazione degli interventi più appropriati per la revisione della spesa e l’eliminazione di ogni condizione di privilegio e parassitismo.”
Difatti lo scenario è a dir poco impressionante nella relazione della Corte dei Conti 30 società partecipate, in Campania e son dati di fine 2013 vi è una “voragine” da 149 milioni un deficit più grande di quello accumulato da tutte le imprese di tutte le Regioni italiane che si stabilizza a “soli” si fa per dire 143 milioni e i dipendenti delle società regionali campane sono in tutto 2.349. Se riflettiamo che In soli due anni, tra il 2010-2011, le società hanno perduto quasi centocinquanta milioni di euro, arduo si prospetta allo stato dell’arte il lavoro per il governo in carica della nostra regione, che dovrà cosi ovviare ad anni di cattiva gestione della Res Publica.
Venendo a questioni di casa nostra, Eboli lamenta da anni la situazione incresciosa in cui versano le sue due partecipate, anzi rectius controllate, visto che la quota è del 100% : la Eboli patrimonio e la Multiservizi, oltre a possedere l’ente comunale quote nell’Asis (9%,) nel consorzio PIP (1,43%) ed il consorzio farmaceutico intercomunale con il (16,67%) guidata guarda caso dall’ex sindaco di Eboli Martino Melchionda, sfiduciato e successivamente traslocato dal PD e Centrosinistra alla coalizione multivolorata di destra dell’attuale Sindaco Massimo Cariello.
Val la pena ricordare che nel maggio scorso, la commissaria Prefettizia Vincenza Filippi pose in liquidazione la Multiservizi e la Eboli patrimonio, lo stesso vale per il consorzio farmaceutico, elaborando una metodologia di uscita da questi che fosse quanto meno possibile dolorosa per le tasche dei contribuenti. Così dopo l’impietoso report fatto dai funzionari del comune e dagli incaricati esterni, i quali nel mentre fotografarono una disatrosa situazione debitoria, ponevano in essere alcune misure per parare i danni e mettere in atto una exit strategy per liberarsi delle stesse e porre fine alla voragine debitoria delle stesse.
Nonostante l’acquisizione totale dell’intero pacchetto societario per le cessioni di quota del socio minorritario, la Multiservizi continuava a patire di un monte debitorio di diverse centinaia di migliaia di euro, ripianato tutto con fondi pubblici, risultando anche con la nuova gestione un nulla valso, tant’è che dopo aver cambiato diverso amministratori fino all’ultimo, Sergio Antonini, la relazione impietosa dei tecnici affermava: “la società presenta gravi problemi di ordine finanziario ed una pesante esposizione debitoria nei confronti dell’Erario, di Istituti previdenziali e fornitori. Ciò ha determinato tra l’altro la irregolarità del Durc (documento di regolarità contributiva ‘condicio sine qua non’ per gli appalti pubblici) la situazione finanziaria è molto deficitaria e urge intervenire, con la massima urgenza, con interventi strutturali decisi per la sua sopravvivenza. La stessa verifica sulle partite debitorie e creditorie tra l’Ente e la società, «ha evidenziato considerevoli scostamenti tra le pretese creditorie della Multiservizi e le risultanze istruttorie acquisite presso gli uffici del Comune”. Arrivando ad oggi, con la nomina a liquidatore Francersco Armenante, la società si ritrova nella condizione che oltre a dover ripianare gli oltre due milioni di euro di passivo, deve fronteggiare le legittime proteste delle maestranze, 34 dipendenti, per i quali non si prospetta nulla di buono se non perdere il posto di lavoro.
Discorso quasi speculare per l’altra controllata la Eboli Patrimonio srl, infatti a metà marzo Franco Siano, ingegnere ed amministratore della società cui era stato dato il mandato di cartolarizzare i cespiti immobiliari del comune, rilascia una relazione a dir poco, allarmante: “..seri dubbi sulla possibilità in tempi brevi di realizzare le finalità sociali, subordinate ad una serie di condizioni e termini che non si conciliano col il maturare certo e costante di interessi e spese di gestione, partendo dalla rinegoziazione del debito contratto con Mps (Monte paschi di Siena) e l’adozione del Pua Hispalis per la valorizzazione dell’immobile”. Inoltre l’amministratore pone in evidenza come la scadenza della cartolarizzazione sia il 31/12/2018, molto difficile da attuare, visto l’andazzo generale delle cose. Infatti se analizziamo che a partire dal 2010, vi è un saldo negativo del consuntivo di bilancio che ammonta a 317.000 € comprensivo anche degli interessi, ma ad allarmare maggiormente il manager cittadino è il contratto di anticipo fondi stipulato con Montepaschi nel 2010 di ben 4,2 milioni di euro avente una garanzia reale del ipotecaria di 8,4 milioni iscritta sui beni della società, del tutto spropositata rispetto al prestito ottenuto, tra l’altro per nulla funzionale allo scopo della stessa Società, ma per finalità diverse, come quelle equilibrare in qualche modo io bilancio comunale. Beni a garanzia che rappresentano i cespiti della collettività cittadina, sui beni in conto vendita e sui beni in conto capitale, un procedura stigmatizzata dagli ispettori del ministero delle finanze come irregolare. Il MEF attraverso i suoi funzionari ha evidenziato come quella operazione fosse spuria, configurando inessa una azione di indebitamento tout court e non di cartolarizzazione, ovvero cessione di attività o beni di una società definita tecnicamente originator, attraverso l’emissione ed il collocamento di titoli obbligazionari.
Ad aggiungere benzina sulle polemiche inerenti la società, è stato il botta e risposta di questi giorni tra l’Associazione “Eboli3.0″, per tramite di Vincenzo Consalvo e Roberto Palladino, oltre che di Damiano Cardiello di Forza Italia, con il sindaco Massimo Cariello, relativamente alla opportunità tecnica inerente il codice degli appalti, in combinato della legge fallimentare oltre che quella politica circa l’affidamento di appalti o servizi ad una società in stato di liquidazione come nel caso della Multiservizi che a sua volta ha delegato, come per l’anno scorso alla Società di vigilanza Security Point il famoso progetto “Mare sicuro 2015”, confermando indirettamente l’inesistenza di misure alternative sia da parte dell’Amministrazione Cariello che di quella commissariale della Filippi e conseguentemente avallando la scelta a suo tempo criticata.
Tralasciando la questione che è stata trattata abbondantemente da questo sito e che chiunque potrà visionare compiutamente, in vista delle scadenze importanti che ci accingiamo a vivere, e alla necessità per nulla sopita di dover necessariamente affidare determinati servizi a società di scopo similari alla stessa che ci si accinge a liquidare, buttando a mare milioni di euro della collettività, POLITICAdeMENTE lancia una proposta per salvare la Multiservizi, sulla cui testa pendono una decina e oltre istanze fallimentari presso il Tribunale di Salerno. Sarebbe utile, riguardoso e moralmente praticabile, ogni tentativo di salvataggio di questa Società, nel rispetto della città e degli ebolitani, che indirettamente hanno finanziato per anni, accollandosi enormi sacrifici economici questa Società, di lanciare una proposta ai creditori.
L’alternativa al fallimento da mettere in campo potrebbe essere soddisfatta nell’addivenire in tempi ragionevoli, ad un concordato preventivo di fallimento, senza così giungere alla sentenza stessa, atteso che le loro pretese creditorie rischierebbero di rimanere in buona parte insoddisfatte, sia perchè la Società non ha liquidi e non ha beni conservando nel suo corpo societario solo ed esclusivamente servizi da erogare, e sia per via delle lungaggini processuali, in taluni ventennali cui sono soggette ad oggi le procedure concorsuali (è al varo in questi giorni il Testo unico delle insolvenze in commissione giustizia per ovviare a tali dilazioni), ricordando agli stessi creditori e richiedenti il fallimento, il danno per le loro aziende che non potrebbero concorrere a nessun altro tipo di fornitura o di gara avendo in corso una lite con il Comune attraverso una sua Partecipata, al contrario invece, si potrebbe giungere attraverso il coinvolgimento dei creditori, da una parte, e gli stessi dipendenti dall’altra, in una società a fine cooperativo – mutualistico. E mentre i primi attraverso un ragionevole concordato potrebbero essere coinvolti in “un’azionariato societario di scopo“, che migliorerebbe sia la gestione che i servizi, oltre che immettere nella Società nuovi capitali e nuova verve; i secondi con la formula cooperativa potrebbero partecipare alla Società, salvaguardando il loroposto di lavoro ed essere coinvolti in maniera più responsabile sia nella gestione, sia nelle strategie e sia negli utili.
E’ ovvio che la salvaguardia del posto di lavoro deve coincidere con l’interesse allo svolgimento dei servizi istituzionale demandati alla Società stessa in tutta la loro interezza. Una ipotesi questa per nulla peregrina, anzi seriamente percorribile e fattibile, che però abbisogna in primo luogo della volontà degli attori principali siano essi appartenenti alla maggioranza o alle opposizioni, ai quali certamente non mancano gli strumenti ordinamentali e tecnici per guidarla in porto, sarebbe una vittoria del buon senso, un esempio di proficua e felice collaborazione collettiva, e una prova di maturità politica di grande valore morale e civile.
Eboli, 20 luglio 2015 (Nell’articolo si é erroneamente riportato come “manager della Eboli Multiservizi”, il project manager del Cilento Outlet Collage Roberto Pansa. É evidente che si é trattato di un errore questa precisazione é d’obbligo oltre a scusarci con l’interessato) Questo articolo é stato aggiornato alle ore 17.00 del 20 luglio 2015
Una strada percorribile, anzi obbligata vista la situazione, ottima proposta del sito, speriamo che venga accolta e bene…
Cariello non accetterà la proposta perché la.vedrebbe come una trappola e x sua naturale immodestia.
Peroratela cmq,una idea semplice e geniale.
Con la sentenza 63/2015 il tribunale di Salerno ha dichiarato il fallimento della Multiservizi, rimane la rabbia per i dipendenti e le loro famiglie…oltre che per i servizi al cittadino!
ps
tutte le forze si sveglino e diano una mano, prendendo anche in carico la proposta di cui sopra che non sarebbe da scartare a priori, grazie!
Ieri sera, come centinaia di ebolitani, facendo jogging lungo gli spazi del Palasele ho notato una sporcizia ed un abbandono inverecondo, questo status quo con la chiusura della controllata MULTISERVIZI che aveva tra i nuomerosi compiti anche la manutenzione degli impianti e delle are adiacenti, temo andrà progressivamente aggravandosi.
Infatti nel correre attorno al perimetro del palasele ad un paio di metri dalla punta delle mie scarpe ho notato tra lo stupore e lo spavento comprensibile, una sinuosa silhouette di un serpente uscire dalle erbacce antistanti, non so che tipo di rettile fosse non essendo un ofiologo, ma auspico per non azzardare con la fortuna,che si ponga rimedio affinché non avvenga una tragedia alla quale come di retorica si replica con un irritante: “si poteva evitare”,.
Cari amministratori, un po’ di pulizia non dovrebbe essere oggetto di particolari difficoltà tecnico-amministrative, attendo fatti concreti, buon weekend!