Don Ciotti insieme al Commissario Iorio e Città benedice il “Bar 21 Marzo”, Caffè della “Speranza”, e Battipaglia vince 1 a 0 contro la Camorra.
Iorio denuncia: “Attacchi intimidatori violenti e continui. Ragazzi volenterosi vengono intimiditi. Non é possibile. Questa iniziativa rimane simbolica ma comunque non è andata giù”.
Don Ciotti incoraggia: “la malattia mortale é da una parte l’indifferenza e dalla’altra la rassegnazione. Impariamo ad avere il coraggio più coraggioso. Osiamo di più“.
da (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Battipaglia vince sulla Camorra 1 a 0. Solo che la partita non è di calcio ma è quella che una Città sta ingaggiando contro il malaffare, la corruzione, le Camorre, quelle “metastasi” sociali che hanno messo in ginocchio Battipaglia, la Città più ricca, più opulenta, più vivace economicamente e più importante della Piana del Sele, e che tenta disperatamente di rialzarsi e togliersi di dosso l’infamia che la ha attraversata nel momento in cui è stato sciolto il suo Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche.
E con il bar “Caffè 21 Marzo“ è ritornato alla collettività in un bene confiscato alla criminalità organizzata e assegnato dal Comune, attraverso bando pubblico, ad un’Associazione Temporanea di Scopo composta da: Gruppo Agesci Battipaglia 1°, Associazione Back to life, Associazione Mariarosa, Legambiente Circolo Vento in faccia, Cooperativa Lazzarelle, ICATT di Eboli.
Sei tra associazioni e cooperative che hanno deciso di mettersi insieme e di mettersi in gioco per ridare vita ad un luogo che, da simbolo del potere criminale, è divenuto segno concreto di riscatto e di rinascita per un intero territorio, ospitando anche attività a servizio delle fasce più giovani della comunità e trasformandosi in un luogo di incontro e di aggregazione socioculturale.
Papa Francesco nella sua visita pastorale a Napoli, neache a farlo apposta, il 21 marzo scorso, parlando ai fedeli e alla Città di Napoli, anch’essa come la Campania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia, il mezzogiorno e il resto del paese, vittima delle camorre, si rivolse ai camorristi chiedendo loro di pentirsi e aggiunse rispetto al fenomeno più in generale del malaffare “La corruzione ‘spuzza‘…”, apponendo a quella “puzza” la “s” intensiva per sottolineare quanto la corruzione puzzi più della puzza stessa, e noi ci permettiamo di aggiungere a quella definizione di Papa Francesco che meglio non poteva rendere, che se la corruzione e la camorra “s”puzza la legalità «”O”profuma» intendendo per quella “o” l’odore e quindi per dire che la legalità odora più del profumo stesso.
«Abbiamo creato una struttura all’ interno del comune di Battipaglia di aiuto ai cittadini proprio per gestire questioni di questo genere, rendendoci conto della delicatezza e delle circostanze che si possano verificare per modo da supportare i cittadini coraggiosi che hanno scelto la legalità. – ha detto nel suo intervento appossionato e a tratti pieno di rabbia, pensando alla campagna diffamatoria e a tratti minatoria che si è scatenata sui social network, il capo della Commissione Straordinaria che regge le sorti del Comune di Battipaglia Gerlando Iorio, parlando delle difficoltà che ha incontrato lui, uomo delle Istituzioni, immaginando i singoli cittadini – Dissi a don Ciotti – prosegue Iorio – rispetto alle violenze subite circa il silenzio. E penso agli Attacchi violenti che si sono ripetuti in maniera continua. – e qui la denuncia del Commissario anticamorra di Battipaglia che a noi farebbe piacere sapere a chi è rivolta, dal momento che egli stesso è una “istituzione” poichè in maniera generica si è rivolto alle istituzioni, indirizzando loro il suo grido di allarme e la sua vibrata protesta – Silenzio assordante rispetto a quei fatti anche dalle istituzioni. – ha ragione Iorio rispetto alle intimidazioni e fa bene a sottolinearlo perché non si può tentare di portare fuori dalle sacche della Camorra una Città il cui Consiglio comunale è stato sciolto per Camorra e poi subire comportamenti che se non sono intimidatori sono preoccupanti perché ostacolano il cammino della legalità e rendono più difficile il percorso di “bonifica” ambientale, territoriale e sociale – Ragazzi volenterosi vengono intimiditi. Non é possibile. – grida il commissario con tutta la sua passione aggiungendola a quella che quotidianamente mette nella gestione, insieme ai suoi colleghi, di una comunità ferita mortalmente da una macchia come la Camorra, che ne frena slancio e potenzialità – Dobbiamo spianare la strada a questi giovani volenterosi. Questa iniziativa rimane simbolica. – qui l’ipotesi che si riconduce evidentemente a quelle “intimidazioni” che tentano di renare un processo vitale per la ripresa della Città ipotizzzando che a più di qualcuno non vuole che si prosegua per la strada della legalità – Non é andata giú. – e conclude rivolgendosi ai giovani dell’Associazione di scopo che gestisce il Bar 21 Marzo e ai battipagliesi con un augurio che è tutto un programma in un giorno così importante dal punto di vista pratico e simbolico per l’intera comunità augurando un – Buon 21 marzo».
E’ superfluo ricordare che l’inaugurazione del Caffé 21 Marzo rappresenta un valore simbolico di assoluta rilevanza contro le associazioni criminose. La conferma che contro le mafie e contro le camorre si può vincere e con l’utilizzio virtuoso dei beni loro confiscati si restituisce alla collettività quanto questi ci hanno tolto e continuano a toglierci. Il Bar 21 Marzo è da oggi un presidio di legalità e che sia di monito a chi vuole combattere contro lo Stato e la Legalità e un incoraggiamento a chi quei processi combatte quotidianamente.
Devo fare una premessa. – Dice nel suo intervento, ad una platea numerosissima di cittadini battipagliesi, il fondatore di “Libera” e del “Gruppo Abele” Don Luigi Ciotti che è stato uno dei maggiori sponsor di questa iniziativa – Non si deve ringraziare nessuno. Abbiamo fatto tutti il nostro dovere e da oggi dobbiamo venire a prenderci il caffè. Non bisogna essere cittadini ad intermittenza, ma c’è anche chi quel dovere non lo ha fatto. Oggi la malattia mortale é da una parte l’indifferenza e dalla’altra la rassegnazione. Il cambiamento ha bisogno di ognuno di noi. Un bene confiscato é un bene di tutti. É nostro. Ma la sua socialità deve essere chiara e fruibile per tutti i cittadini e pensare che un bene in mano a criminali torna ai cittadini.
Intanto – e manda giù un messaggio al Parlamento e alla politica rispetto all’avanzamento delle migliorie da apportare alla Legge sulla confisca dei beni alle Camorre e alle Mafie – le richieste per migliorare la legge non sono state ancora adottate. C’è chi vuole che vada così è che si porti alla lunga. Se passassero queste riforme almeno 55mila beni passerebbero alla collettivitá.
Questi episodi – continua don Ciotti esaltando l’iniziativa e quello che rappresenta – testimoniano la bellezza dell’etica pubblica. Vi auguro uno sforzo di vivere una società civile. Ma insieme alla società civile c’è anche una Chiesa che oltre a “guardare nel cielo” guarda anche a quello che accade in terra. Dio é di tutti non é cattolico. Questo é il “Caffè della speranza” dove legalità è speranza si celano dietro un’azione sociale.
Dobbiamo cacciare i mascalzoni. – aggiunge don Ciotti alzando la voce e mostrando tutta la sua rabbia e la sua determinazione ma anche infondendo coraggio – Risvegliano le nostre coscienze. Auguri amici. Anche il sociale deve fare di più e riscoprire la responsabilità più che le socialità. Libera si sta battendo per il reddito di dignità. Tutti i paesi europei ce l’hanno. Il problema non é solo di chi fa del male ma di chi guarda e passa avanti e non fa nulla. Impariamo ad avere il coraggio più coraggioso. Osiamo di più. Diamo continuità alle nostre azioni. – e don Luigi Ciotti conclude il suo intervento con un messaggio di speranza legando il gesto simbolico della restituzione alla collettività del “Bar 21 marzo” ribattezzandolo con un secondo nome della Santa Patrona della Città di Battipaglia perchè sia di incoraggiamento – Il Caffé della speranza, della speranza è del coraggio, 21marzo è il giorno della primavera e per questo si è deciso di chiamarlo così per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie.»
Insomma 4 ragazzi, un prete e un commissario coraggioso, oggi hanno segnato un punto importantissimo a favore della Città di Battipaglia contro la Camorra. Ma la partita è talmente importante che non ammette ne pareggi e ne sconfitte, semmai che si segnino altri 10, 100, 1000 e altri ancora punti, contro la Camorra fino a sconfiggerla definitivamente, e il simbolo di quella vittoria e della ripresa sia di sprone ad una Città ferita e per troppo tempo in mani improprie fino ad essere mortalmente colpita nei suoi slanci economici e nelle sue potenzialità di comunità ricca e opulenta, dalla vergogna dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. Il “Caffè della Speranza” come lo ha ribattezzato don Ciotti è il primo passo di un “risarcimento” alla nostra comunità e un “avvertimento” a quei politici e amministratori corrotti, a quei funzionari infedeli, a quelle Forze di Polizia “deviate” a quegli imprenditori o altri che per semplificare ed arricchirsi scelgono la strada del malaffare, stando in un campo sbagliato finendo per diventare anch’essi vittime. A tutti quelli ricordiamo le parole di Papa Francesco “La Corruzzione spuzza” mentre al contrarioo per noi “La legalità odora” e per questo vogliamo che si cambi aria e si sentano solo i profumi dell’onestà.
OGGI E’ UN ALTRO GIORNO.
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Battipaglia, 9 luglio 2015
2 commenti su “Battipaglia 1 Camorra 0 e don Ciotti benedice il “Bar della Speranza””