“Cultura, Scuola e Società” e i paradossi e gli sperperi nella Scuola di Stato.
Esternalizzazione dei servizi di pulizia e Scuole “Belle”: facce “non belle” della medesima medaglia.
di Rosario Coccaro
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – L’esternalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole costituisce un costoso fardello che grava sul bilancio dello Stato da oltre quindici anni. Scandalose retroattività così come fantomatici progetti di Scuole Belle conclamano che i paradossi e gli sperperi, purtroppo, sono di casa anche nella scuola di tutti.
Nel recente passato si metteva in risalto alcune disinvolture del “renzismo” e le conseguenti mortificazioni del Parlamento nonché talune “vergogne” che, scelte inopportune e con palesi tratti di incostituzionalità, hanno riservato a tante istituzioni scolastiche private arbitrariamente di un loro Dirigente. E il malaffare continua poiché le tante sventurate scuole a reggenza, pare, saranno prive del D.S. fino al 31 Agosto 2016.
Ad Agosto 2014, altisonanti proclami istituzionali avevano fatto credere che le reggenze sarebbero durate solo qualche mese, massimo fino a Novembre, poi si sarebbero insediati i neo-dirigenti. Tecnicamente non poteva essere così e gli autori lo sapevano. Esempi di “fraudolenza” di Stato!
A tutto quanto questo, aggiungiamo ora un altro disdoro per la Scuola italiana che, certamente, non contribuisce a renderla Buona.
Ci riferiamo alla esternalizzazione dei servizi di pulizia: un pesante e fastidioso fardello posto sul groppone della scuola e del bilancio dello Stato da oltre quindici anni.
La ratio che portò il Governo D’Alema ad adottare quel provvedimento (a dir poco) inopportuno, sarebbe tutta da indagare e da discutere e per svariate ragioni.
Innanzitutto l’affidamento a soggetti terzi dei servizi di pulizia (ma non di vigilanza) comporta comunque la riduzione dell’organico ATA (collaboratori scolastici) del 25% per cui, ad esempio, su un organico ATA (collaboratori s.) di dieci posti, la presenza di due sole unità ex LSU riduce l’organico di due unità e mezzo. Viene spontaneo chiedersi: come mai, si prende due e si lascia due e mezzo ? E ancora: la vigilanza di competenza delle due unità e mezzo di bidelli in meno, da chi sarà assicurata? Domande queste che, a distanza di quindici anni, non hanno trovato ancora una plausibile risposta. E si badi che, nella scuola, la vigilanza è un servizio essenziale, importante fattore di sicurezza per gli alunni (per lo più minori): all’entrata, all’uscita, nei corridoi, nei servizi, per gli spostamenti in palestra, nei laboratori ecc.
La giurisdizione su questo personale, poi, non è di competenza né del Dirigente Scolastico, né del Direttore S.G.A. , ma di vertici di fantomatiche Cooperative lontane dalle scuole nello spazio e nei tempi i quali ultimi, anche per l’ordinaria amministrazione (ordini di servizio, turnazioni, assenze, permessi, ferie, ecc..), diventano chilometrici con grandi sofferenze per un servizio essenziale.
A fronte di tutti questi disagi, la spesa mensile che lo Stato sopporta per ogni unità di tale ibrido personale è superiore a quella necessaria per un collaboratore scolastico.
Ci si domanda, se questo è, perché tale personale non viene assunto nei ruoli dei collaboratori scolastici? Per l’amministrazione sarebbe un’operazione conveniente da tutti i punti di vista.
Ragioni che sfuggono ai comuni mortali non consentono di onorare quel sacrosanto principio che prende il nome di buon senso. Ma: … vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole… !
Qui Signor Presidente, andrebbe a fagiolo la rottamazione!
Qui e ora il Governo potrebbe ancora recuperarla e farebbe Buona Scuola, non a parole ma nei fatti.
E sempre a proposito di esternalizzazione dei servizi di pulizia (ex LSU), c’è un altro recente evento che ha del paradossale.
Il loro contratto di lavoro scadeva il 31.03.2014; a partire dal 1° Aprile, or dunque, non dovevano essere più in servizio.
Agitazioni, scioperi, tutele (o false tutele ) portarono ad un accordo con il Governo Renzi: il contratto veniva prorogato, e senza soluzione di continuità, per ulteriori tre mesi fino al 30.06.2014; successivamente sarebbero subentrati nuovi protocolli.
Le scuole, a fronte di una vacanza contrattuale di tre mesi (poi ricomposta), si aspettavano un finanziamento ministeriale pari alla spesa mensile moltiplicato tre. Una scuola, ad esempio, dove erano impegnati tre ex LSU, con una spesa mensile di € 7.000 circa, si aspettava un finanziamento di € 21.000 circa (€ 7.000x mesi 3). Invece, la somma accreditata fu decisamente i n esubero.
Al legittimo quesito rivolto al Ministero in merito all’eccedenza nel finanziamento, la risposta più o meno suonava così: sono somme destinate agli ex LSU, ciascun dirigente trovi il modo di farle uscire contemplando anche mansioni aggiuntive.
Ma, diciamo noi, il finanziamento è arrivato a Giugno, quando oltre due mesi, dei tre a cui si riferiva, erano già andati! Una già scandalosa retroattività può, al limite, riguardare il lavoro ordinario di questo personale ma non già lavori straordinari che è impossibile, oltre che immorale, inventarsi quando i periodi di riferimento sono già abbondantemente trascorsi.
E questi sarebbero gli antefatti della Buona Scuola? Questa è frode ai danni dello Stato! E’ sperpero di danaro pubblico!
Connesso a questo, c’è lo scandalo delle Scuole Belle.
Gli ex LSU, nei mesi estivi, potevano essere impegnati (a mezzo di apposito contratto firmato dal D.S.) per ripulire le scuole: dalle erbacce, dalle sconce scritte e dagli sconci disegni che, di solito, compaiono sulle pareti e sulle mura delle scuole. La scuola, quasi per precettazione e in bella fretta, diventava ammortizzatore sociale!
Per dovere di cronaca, è d’obbligo precisare che l’esternalizzazione dei servizi di pulizia, in molti casi, ha contribuito a rendere le Scuole sporche e brutte. Ostinarsi nel voler affidare allo stesso personale, e con ulteriore impegno di danaro pubblico, il compito di renderle Belle è, a dir poco, sconcertante.
A compromettere il corso ordinario degli eventi, furono alcuni Dirigenti controcorrente, tra cui lo scrivente, che non erogarono somme non dovute per prestazioni mai rese né firmarono contratti ad hoc per il paradosso delle Scuole Belle.
Le corrispettive somme sono rimaste, vincolate, nei bilanci delle poche scuole non allineate che correvano, e forse ancora corrono, il rischio di essere messe alla gogna insieme ai loro discoli Dirigenti.
Vogliamo veramente mettere su la Buona Scuola?
Potremmo cominciare bene anche da qui: rimbocchiamoci le maniche, c’è lavoro per tutti quanti !
Salerno, 1 luglio 2015
ridurre ogni spreco,per riservare le risorse dove più sono necessarie.