Casa Speranza, da 18 anni in prima fila contro la tossicodipendenza e con don Ezio Miceli e le sue iniziative socio-umanitarie.
L‘associazione di volontariato cattolico Spes Unica, è nata nel 1997 nell’alveo della parrocchia di S. Maria della Speranza a Battipaglia, dall’afflato di un gruppo di coraggiosi parrocchiani, capeggiato da Padre Ezio Miceli.
di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
“Niente è piccolo di ciò che è fatto con amore.” (Chiara Lubich)
EBOLI / BATTIPAGLIA – Giornata di festa sabato 27 alla contrada Cioffi di Eboli, dove è allocata la struttura Casa Speranza, che diventa “maggiorenne”, l’iniziativa figlia primogenita dell’associazione di volontariato battipagliese Spes Unica è nata infatti nel 1997 ed è un preziosissimo presidio territoriale di prima accoglienza per la prevenzione ed il recupero delle tossicodipendenze, in un ambiente familiare ove il soggetto in difficoltà possa ri -apprezzare i valori della vita, civili, familiari e morali, riconquistando la fiducia in se stesso e la prospettiva di una nuova identità sociale, il tutto grazie al suo instancabile mentore don Ezio Miceli ed un folto gruppo di volontari laici che dedicano il loro tempo nelle plurime attività collettive.
Momento cardine della serata è stata la celebrazione della santa messa nello spazio antistante la struttura, nello spiazzale infatti sotto un grande gazebo si sono assiepati i fedeli , con la collaborazione dei volontari della Croce Rossa che hanno garantito l’ordine insieme ai cori allietanti del gruppo del Rinnovamento dello Spirito si è officiata la liturgia. Il momento toccante della funzione è stato nell’omelia tenuta dal reverendo che ineriva l’esegesi della emorroissa e la risurrezione della figlia di Giairo è una combinazione di miracoli di Gesù descritta nei tre vangeli sinottici (Vangelo secondo Marco Mc5,21-4) dove si combina un perfetto parallelismo con la mission di Casa Speranza, un Cristo che non giudica, non punta il dito avverso l”altro”, ma si preoccupa, di migliorare la vita accogliendo tutti nella sua grazia: ”..noi siamo chiamati a risollevare il prossimo, l’amico Peppe è con noi dal 1999, e dopo essere stato ospite ne è divenuto collaboratore, ma quanti ne abbiamo visto, alcuni ce l’hanno fatta altri no, addirittura son morti qui da santi essendosi mondati delle pene terrene, come Pietro e altri che qui han trovato riscatto,alcuni purtroppo non sono stati capaci di risollevarsi pienamente, ma ci abbiamo tentato, Giovanni XIII diceva di ‘guardare ciò che unisce e non quel che divide’, lo stesso Francesco I ci rammenta che ‘Dio non si stanca mai di perdonarci’, noi senza convenzioni ASL e senza uso di metadone siamo riusciti con la buona volontà degli oblanti a raggiungere questa meta celebrativa, diciotto anni, ricordo la dottoressa Lorenza Napoli agronoma, grande sostenitrice che ci ha lasciati, come il Rotary club che ci ha finanziato la falegnameria sociale, ove i nostri degenti possono intraprendere un percorso professionale. Noi qui accettiamo tutti, la porta è aperta a tutti anche a confessioni differenti, noi rispettiamo loro e loro rispettano noi, nel nome dell’amore.”
Anche il neo sindaco, il dott. Massimo Cariello, accompagnato dal suo vice (in pectore) l‘avv. Cosimo Pio Di Benedetto , hanno presenziato all’evento, il primo cittadino di Eboli, omaggiato precedentemente da don Ezio per la sua quasi ventennale assidua presenza, ha voluto spendere due parole, ricordando come tale iniziativa abbia negli anni raccolto e migliorato la vita di centinaia di persone e di come il parroco Ezio Miceli “..sia una risorsa per il territorio, una garanzia, che ci deve far rendere fieri tutti!”
Lo stesso sacerdote, prima dell’inizio della cena comunitaria, offerta agli ospiti ed organizzata dai degenti e volontari, ha rilasciato a POLITICAdeMENTE, unico media presente alla manifestazione, alcune riflessioni circa il consuntivo di questi 18 anni di “missione”: “Difficile tracciare dei consuntivi, noi siamo determinati nel continuare tale servizio, primo aiuto nei fenomeni di tossicodipendenze come di alcolismo, non ci consideriamo suppletivi alle ASL o ai SERT, ma alternativi, il nostro è un metodo di recupero psicologico basato sull’accoglienza, che facilità la volontà di astinenza. Sempre noi pronti ad accogliere tutti, ci 24 persone in questo momento, se pensate che siam partiti da appena 4-5 e tra questi marocchini e polacchi che non potrebbero usufruire del servizio sanitario nazionale, ma noi ovviamo a ciò con il nostro metodo comunitario; tutti son liberi di entrarne come di uscirne, fenomeno triste quest’ultimo specie in estate dove è più facile che riprenda la tentazione di bucarsi all’aperto, ma noi non tratteniamo nessuno, il nostro unico fine è recuperarli o almeno tentare, dandogli un ruolo come nella falegnameria, facendoli sentire una parte attiva della società, questa la nostra missione cristiana.”
Ricordiamo che l’associazione di volontariato Spes Unica, offre altri servizi, come la Casa di Giona che si occupa di disagio psichico, la Casa di Minny di quello familiare con l’accoglienza di minori e madri in difficoltà, e da quasi un quindicennio Don Ezio, ha allestito anche una mensa dei poveri, come ulteriore vivida testimonianza che continua la solidarietà al tempo della crisi; purtroppo spesso ci hanno fatto credere che la solidarietà sia qualcosa di completamente altruista, in realtà, soprattutto quando viene incarnata da grandi associazioni, nasconde degli aspetti mostruosi e dei lati oscuri come quello di servirsi del marketing spietato e selvaggio, ma non è questo il caso in questione, anzi deve essere preso ad esempio di come si possa fare il bene nel silenzio e nell’umiltà, cose astruse nella odierna e fallace società dell’immagine.
Per chi fosse interessato a collaborare o soltanto a saperne di più al riguardo :Spes Unica,Via Bosco Grandi Ville 21 Eboli (84025)
Telefono 0828 347206 email info@spesunica.it
Eboli, 29 giugno 2015
Auguri…..ma taaaanti auguri! Per un Ricco e glorioso futuro…
auguri e ringraziamenti