Intervista a Marco Valerio del Grosso sulla riscoperta del “Fiaschello Battipagliese”, la varietà di pomodorpo coltivato nella Piana.
L’Associazione Arkos attende la nascita dei primi frutti. Del Grosso – «Abbiamo piantumato le piantine sia in campo aperto che sotto serra. Poi ci sarà la verifica delle caratteristiche del pomodoro».
da (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – La riscoperta del “Fiaschello Battipagliese“, varietà di pomodoro coltivata a Battipaglia fino agli anni Settanta, è un lavoro lungo e laborioso. L’associazione Arkos, con i propri tecnici, sta portando avanti la crescita delle piantine dopo il lavoro di ricerca che ha portato al ritrovamento dei semi del “vecchio” fiaschello.
«In questo momento – spiega l’Agronomo Marco Valerio Del Grosso – abbiamo piantumato le piantine sia in campo aperto che sotto serra. Poi ci sarà la verifica delle caratteristiche del pomodoro».
All’Arkos attendono la nascita dei primi frutti. «Una volta avuti i frutti – continua Del Grosso -, dobbiamo portare avanti la caratterizzazione della pianta». Il problema è questo: capire se i semi rilasciati all’associazione siano proprio quelli del fiaschello. «I semi ci sono stati dati dagli agricoltori della zona che li hanno conservati – dice ancora l’agronomo -. Ci hanno assicurato che si tratta del fiaschello. Ma dobbiamo verificarlo sul campo. Una volta caratterizzato il frutto possiamo andare avanti».
Un secondo problema da risolvere è quello dell’attacco delle malattie. Proprio la sensibilità ad una virosi, endemica nella Piana di Battipaglia, fu uno dei motivi dell’abbandono di questa coltura. «Dobbiamo verificare i possibili difetti – dice ancora l’agronomo -. Il vecchio fiaschello era sensibile alle malattie. Non siamo di fronte ad una pianta ibrida che è resistente a queste virosi. Ma si tratta di un seme puro che dovrà essere caratterizzato proprio per evitare questi attacchi. Dobbiamo verificare se è sensibile alle malattie e a quali».
Proprio per verificare, prima, questa eventualità le piantine sono state piantate e coltivate anche sotto serra. «Sotto serra fa più caldo – dice Del Grosso -. I problemi in queste condizioni si manifestano prima». In questa fase la crescita delle piante prosegue senza problemi. «Seguo personalmente due campi – prosegue Del Grosso -, uno biologico e un secondo convenzionale. La coltura procede bene. Abbiamo, però, la necessità di più tempo per ottenere dati più certi e importanti».
Battipaglia, 8 giugno 2015
@ admin.
Incredibile, davvero incredibile: pur di fare notizia ti copi i servizi cambiando il personaggio?… in un articolo di fine maggio dici esattamente le stesse cose, anzi le dici meglio, più professionale e più complete, imputandole al dott. Bianchi, poi, dopo solo una dozzina di giorni le ridici in modo scarno e poco professionale imputandole ad un altro agronomo…. e poi critichiamo le veline!!
Per Avvelenata,
questo è un comunicato stampa dell’Associazione Arkos. Evidentemente l’associazione Arkos per questo progetto, che tu ovviamente nella tua mostruosa cultura che comprende anche quella della ricerca di nuove sementi e il recupero delle vecchie, impegna diverse professionalità e tantissime persone, tra queste il dott. Bianchi, il dottor del Grosso e tanti altri volontari ed imprenditori che hanno lavorato e lavorano a questo progetto.
Tutto qui, quello che mi interessa nella fattispecie è veicolare la notizia che al contrario altri non danno e ne sono particolarmente orgoglioso.
Comunque grazie per i tuoi interventi
Massimo Del Mese
Ma xke’ nn lo fai te un blog. Sei un frustrato fallito. Ti sei dimenticato di nuovo, di scrivere davanti al tuo post : Faccio cabaret 🙂
@ admin
Prego.
Quindi, un’associazione qualunque essa sia, che ovviamente si occupi di cose lodevoli, può inviarti un comunicato a settimana semplicemente cambiano gli autori. La verità è che su questo fiaschello (che è un pomodoro morfologicamente vicino al San Marzano) se la stanno cantando e suonando. Come direbbe qualcuno: personaggetti! Oppure come qualcuno scrisse: personaggi in cerca d’autore!
@ admin
P.s. per ritornare alla tua risposta: “che impegna diverse professionalità e tantissime persone” … na pummarola è… mica stanno salvando la vita ad un essere umano e tra l’altro hanno recuperato i semi da diversi agricoltori significa che questi ultimi di anno in anno li rinnovano !! non era mica scomparso, semplicemente non si coltivava più!! piuttosto dietro a questo progetto ci vedo qualcosa di diverso….
per la riuscita necessitano tre cose:onestà dei coltivatori detentori dei semi,esperienza, e fortuna..
Io credo che si potrà avere un primo raccolto abbastanza omogeneo di Fiaschello Battipagliese