Il commissario Filippi, fa il conto dei debiti e da il “de profundis” alle partecipate: É liquidazione. I debiti: Multiservizi €. 2.612.120,00; Eboli Patrimonio €. 458.398,00.
Debiti strutturali, cattiva gestione, assenza di Piani aziendali, programmi e strategie. I fallimenti di una classe politica tutta, inadeguata e incapace, che ha sottovalutato le potenzialità delle due società, e non ha offerto opportunità se non servizi secondari e marginali. E se con Melchionda stavamo alla frutta con il Commissario stiamo sparecchiando.
da (POLITICAdeMENTE) il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il Commissario Straordinario del Comune di Eboli Vincenza Filippi, con una nota stampa precisa: “che il giorno 22 maggio c.a. nell’Aula Consiliare si sono tenute le due assemblee ordinarie della Eboli Multiservizi Spa e della Eboli Patrimonio srl, susseguenti alla delibera di Consiglio n° 5, adottata in data 12 maggio u.s., con cui si è data attuazione al piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate, normativamente prescritto dalla Legge di stabilità 2015.
Nel corso del primo incontro, sulla base della documentazione prodotta dal Responsabile finanziario dell’Ente e di quella presentata dalla struttura comunale deputata al controllo analogo sulle società partecipate (previsto dalla legge) sono state evidenziate passività a carico della Multiservizi per €. 2.612.120,00 il cui ammontare è stato rilevato attraverso una costante opera di monitoraggio e verifica degli atti e del bilancio relativo all’esercizio finanziario 2014.
Le predette perdite risultano di tale entità da non poter essere ripianate da parte dell’Ente, pena il passaggio dallo stato di pre-dissesto, in cui versa attualmente, alla fase di dissesto e quindi con indubbie, negative ripercussioni sull’intera collettività.
A seguito di ciò, è stato deliberato che ricorrono i presupposti previsti dal Diritto societario, per la convocazione di un’assemblea straordinaria attraverso cui procedere allo scioglimento della società. Congiuntamente sono in corso di approfondimento le procedure per l’affidamento del servizio delle aree di parcheggio, prevedendo nel bando di gara un’apposita clausola finalizzata alla promozione e valorizzazione delle esigenze sociali.
Per quanto riguarda la Eboli Patrimonio si è rilevato, dalla documentazione tecnico – finanziaria prodotta e dall’approfondita disamina redatta dal predetto organismo di controllo, che la società presenta una perdita per il 2014 pari a €.349.142,00 nonché una perdita non ripianata relativa al 2013 ammontante a €.109.255,00 per un risultato negativo complessivo corrispondente a €. 458.398,00.
Inoltre si è accertato che la Eboli Patrimonio ha un capitale sociale costituito da immobili gravati da ipoteca a favore del Monte dei Paschi di Siena, a garanzia dell’anticipazione di liquidità ricevuta, e pertanto non può essere utilizzato per la copertura delle perdite.
Anche in tale caso, le passività non risultano sostenibili, tenuto conto dello stato di riequilibrio finanziario pluriennale in cui si trova il Comune. Peraltro, nelle relazioni prodotte dalla struttura societaria e dai tecnici del Comune, si è evidenziata la perdita di valori immobiliari per un ammontare complessivo di circa il 21%.
Ciò stante, in considerazione del disposto normativo della Legge di Stabilità 2015 che prevede la razionalizzazione delle società di capitali prive di dipendenti, e nell’impossibilità per l’Ente di ripianare le perdite di esercizio, si è disposto di convocare, anche in tal caso, l’assemblea straordinaria per la messa in liquidazione della società, ai sensi delle vigenti disposizioni del Codice Civile, nominando altresì un nuovo amministratore.
Per quel che concerne il Consorzio Farmaceutico Intercomunale, al quale il Comune partecipa con circa il 16% delle quote, si soggiunge che nella seduta assembleare del 20 aprile u.s., sulla base di specifiche e dettagliate risultanze tecniche, si è espresso parere contrario all’approvazione del Bilancio presentato.
In particolare, – conclude la nota del Commissario Prefettizio Vincenza filippi – nel richiamato ed obbligatorio piano di razionalizzazione delle Società partecipate, è stata rimessa all’Amministrazione subentrante ogni valutazione in ordine alle verifiche dei presupposti tecnico-finanziari, nel precipuo interesse istituzionale del Comune”.
E cosa si può aggiungere più sui conti negativi che sono stati presentati dalla Commissaria Prefettizia Filippi e dal suo staff tecnico interno ed esterno, per i quali, specie per quest’ultimo, si aggiungono altri costi che in ogni caso gravano sulle spalle dei cittadini e sulle casse dell’Ente, e per questo sarebbe il caso si facesse una operazione di trasparenza in rispetto alla Città, se non dire che è una frana e che conferma il giudizio critico e negativo che POLITICAdeMENTE ha sempre avuto nei confronti della gestione dell’Amministrazione Melchionda e dei suoi componenti, oggi disseminati in lungo e in largo nei principali schieramenti politici, eccezion fatta del M5S ma probabilmente solo perché non era presente in Consiglio comunale?
Responsabilità trasversali indipendentemente da chi ha governato e da chi è stato all’opposizione, facendo registrare una mancanza di prospettive politiche e di strategie che se colpivano la maggioranza incapace di saperle dettare investivano le opposizioni incapaci di saper dettare soluzioni adeguate se non denunce e ricorsi alla magistratura ordinaria o contabile, evidenziando un’inadeguatezza paurosa, ma anche una sfacciata ipocrisia, dal momento che si è voluto deliberatamente ignorare che il debito che la Multiservizi si portava avanti era un debito strutturale che le derivava da un organico sproporzionato rispetto ai servizi e alle funzioni che svolgeva.
Debito strutturale derivante solo dai costi degli stipendi e dei contributi ammontanti ad oltre gli 800/900mila euro l’anno a fronte di servizi che complessivamente non coprivano nemmeno i 2/3 della spesa occorrente al pagamento degli stipendi stessi, senza contare le spese e i costi di gestione ordinari.
Ipocrisia complessiva che ha ignorato, un poco per incapacità e un poco per mancanza di vedute politiche, come questa Società sia nata con il “peccato originale“, nel momento in cui fin dalla sua costituzione gli stessi fondatori non credettero alle sue potenzialità, tanto che pur essendo nata con lo scopo precipuo di gestire tutti i servizi comunali, di qui il nome “Multiservizi”, al primo momento non si scommettette su di essa e a distanza di pochi mesi dal suo battesimo si procedette ad entrare in una Società, la SETA, che si interessava della gestione dei rifiuti, conferendo alla stessa l’intero parco macchine di recente acquistato e una parte dei dipendenti comunali preposti alla raccolta cittadina dei rifiuti, mentre la Multiservizi che nel frattempo aveva un socio più sfessato della società stessa, ponendosi sul mercato al ribasso, si occupava della gestione del verde pubblico, parcheggi, degli impiantio sportivi e dell’affissione, servizi del tutto inadeguati ad una SpA, sarebbe bastata una cooperativa, mentre la vicina Battipaglia facendo la stessa operazione realizzava nel frattempo utili, fino a che anche questa non divenne un carrozzone politico rigonfio di “famigli” e “galoppini” politici, poi “spacchettata” per nascondere i debiti e successivamente ricomposta dalla Terna Commissariale che nel frattempo gestisce il Comune di Battipaglia sciolto per infiltrazione camorristica.
L’ipocrisia collettiva rispetto sia alla gestione che all’effettivo utilizzo di questa società, che per miracolo si manteneva in piedi, cnelontinuando nel corso degli anni a mancare appuntamenti e continuando ad ignorare quel suo “peccato originale“, continuava a consolidare quel debito strutturale originario derivante dal costo dei dipendenti, indipendentemente dalle gestioni clientelari o meno che fossero, nel momento in cui non vi è stato nessun possibile utilizzo diverso dai suoi scopi originari, che potevano andare da quelli previsti, nemmeno tanto esercitati, ad altri nuovi, come per esempio alla gestione e alla riscossione dei tributi, attraverso una adeguata formazione del personale: c’era tutto il tempo per farlo; fornendo un servizio e nello stesso tempo realizzando utili e facendo risparmiare al comune ingenti somme.
La stessa ipocrisia unita alla cecità politica si è esercitata di recente, nel momento in cui nessuno ha pensato che alla Multiservizi si poteva affidare anche la gestione dell‘Impianto di compostaggio, ovviamente se opportunamente inserito tra le clausole contrattuali affidate a valutazioni tecniche ed avulse da considerazioni politiche, sempre formando i dipendenti ed affiancandoli a quelli che la Società che lo ha realizzato e lo dovrà gestire fino a novembre prossimo.
Un’altra occasione mancata, e non si dica che la Legge di stabilità non prevede l’affidamento diretto alle società in house, perché i termini per la effettiva razionalizzazione di questo tipo di società non è affatto scaduto e non è detto non si arrivi ad un’altra proroga oltre il 31 dicembre del 2015. Quell’arricchimento di servizi poteva essere una operazione che avrebbe reso la Società Multiservizi più appetibile e ora, al contrario di prevedere una sua liquidazione, forse si poteva pensare di trovare un socio o di cederla ad un soggetto interessato.
La stessa mancanza di strategia e di vedute politiche, mista ad autoconflittualità tra proposte pubbliche e private, è toccata alla Eboli Patrimonio, nata “per caso“, società che avrebbe dovuto avere il compito di gestire e valorizzare il patrimonio immobiliare, e semmai laddove se ne avvertiva la necessità per alcuni beni improduttivi, di alienarli, nel momento in cui la sua prima operazione è stata quella suggerita da un scienziato d’oltre mare, che a fronte di un prestito per fare cassa impegnò tutto il patrimonio immobiliare conferito alla Eboli Patrimonio stessa, come dire a chi per comprare una poltrona offre a garanzia dell’acquisto la casa, il garage, la macchina e lo stipendio.
Ma lo schiaffo più violento questa Società lo riceve proprio dai suoi fondatori: L’Amministrazione Melchionda; nel momento in cui non scommette un solo euro sulle famose operazioni Hispalis uno e due, da realizzarsi in terreni di proprietà comunale, che tra l’altro, insistevano in un area che a seguito della realizzazione di quel progetto poteva essere riqualificata e valorizzata, puntò in contrapposizione ad un altro intervento di natura privata, il famoso Housing Sociale, previsto in un’area agricola per la quale si predispose anche una variante urbanistica, andando ad alterare la dotazione dei vani e degli alloggi attribuiti ai vari PUA approvati, ponendo le basi di un gigantesco contenzioso mosso dai vari proprietari che a seguito di quella realizzazione si vedranno decurtare in misura percentuale i vani precedentemente programmati nei singoli PUA.
E mentre si scommetteva su un “pensiero urbanistico divergente” si frenava sui PUA Fontanelle e il Project financing di Porta San Giovanni, che insistevano nella stessa zona dell’Housing Sociale e si imprimeva un’accellerata sullo stesso Housing, e si accantonava definitivamente l’altro Project financing dell’ex Pastificio Pezzullo.
E con questi chiari di luna che speranze avevano queste due società di sopravvivere? E che speranze hanno oggi di poter continuare a vivere se non con un progetto aziendale che miri al superamento della crisi prendendo atto degli errori commessi e ponendo i giusti rimedi piuttosto che affidarsi ad altri scienziatio che fanno i conti e decretano chiusure. Un manager deve anche scommettere su se stesso e sulle sue capacità e una decisione di liquidare sia la Multiservizi che la Eboli Patrimonio, presa a distanza di una settimana dal voto e da tre al ballottaggio, è la cosa più inopportuna che si possa fare, adottando una soluzione tecnica anzichè politica, che deve si tenere conto della realtà ma che nel prendere alcune decisioni deve anche saper osare.
Tuttavia è da notare che domenica prossima si va al voto e al massimo tra 3 settimane sarà eletta la nuova amministrazione comunale, e purtroppo nel dibattito non appaiono approfondimenti su queste due precise questioni, e oltre ai “titoli” non si indicano soluzioni continuando a brandire scandali e soluzioni extrapolitiche che non favoriscono affatto una loro risoluzione anzi l’aggravano al punto tale che ogni prospettiva viene azzerata, avendo la certezza di aver buttato un mare di soldi che sono il deficit delle sue società, ma sono il risultato di una incapacità consolidata di una classe dirigente e politica che sembra essere inadeguata nel ruolo che ha occupato e si propone di occupare.
Oggettivamente la decisione di liquidare le due società partecipate è il risultato di un ulteriore conteggio ragionieristico più che di una decisione pensata, studiata e proposta che al contrario avrebbe dovuto tenere conto di altre valutazioni, non ultime di comprendere quali fossero le strategie necessarie a cambiare le sorti di quelle due società, fermo restando le responsabilità e/o le colpe pregresse.
La mancanza di strategie si nota e come, e per la verità non c’era da incaricare nessun nuovo amministratore o nuovi sub-commissari per comprendere quali fossero i conti della Multiservizi e della Eboli Patrimonio, due Società costituite e gestite sottovalutandone le loro rispettive potenzialità, vieppiù non offrendo ad entrambe nessuna opportunità se non la gestione di servizi secondari e marginali che sin dalla sua costituzione prima sulla stampa e poi su POLITICAdeMENTE lo scrivente lo ha fatto rilevare.
Insomma queste due società per la Città rappresentano un frigorifero pieno di cibarie mentre noi siamo costretti a morire di fame e se prima con l’ex Sindaco Martino Melchionda eravamo alla frutta, ora con il Commissario Prefettizio Vincenza Filippi e i “sub”-commissari stiamo sparecchiando.
Eboli, 23 maggio 2015
Vorrei ringraziare tutti gli ex amministratori per aver dato l’opportunità al Commissario Prefettizio, persona di una professionalità e di una competenza senza pari, di farsi di Eboli politica sicuramente un’idea fortemente negativa.
Io non credo che la dott.ssa Filippi abbia mai trovato situazioni così disastrate come quella ebolitana. Comunque, ha lavorato talmente tanto in questi mesi che non è riuscita a far chiudere il buco nero del Consorzio farmaceutico rimettendo tutto alla prossima amministrazione politica.Scongiurato il pericolo e passata la paura al nostro concittadino che, con una manovra da bassa politica, oggi occupa un ruolo apicale: non perderà il suo lauto e “meritato” stipendio. La prossima amministrazione sarà piena dei “suoi” uomini – creature che ha creato dal nulla o persone di fiducia che lo affiancano da anni – e costoro certamente faranno di tutti per trovare una ignobile giustificazione per non uscire da quel Consorzio mangia soldi. Il 31 maggio si rischia di mandare a governare gente che fino a qualche mese fa ha creato le condizioni (o ha partecipato fattivamente) per il disastro economico in cui siamo piombati. SONO LE STESSE PERSONE!!!
Chiedo alle persone perbene o a chi un briciolo di amor proprio di fermarsi a riflettere: COSA POTRANNO FARE OGGI QUESTE PERSONE CHE NON SONO STATI CAPACI DI FARE IERI?
Il futuro della nostra città è nelle mani degli ebolitani.
Auspico che vadano a sedere in consiglio comunale persone perbene e capaci, di qualunque schieramento politico appartengano perché quando si ragiona tra persone intelligenti si riesce SEMPRE a trovare la sintesi e a risolvere i problemi.
Tutto il resto ci condannerà inesorabilmente al tracollo definitivo.