Il Gip De Filippis archivia le accuse di concussione a carico dell’ex Sindaco di Eboli Martino Melchionda.
Melchionda: Cade ogni accusa. Ne sono soddisfatto. oggi che tutto è stato archiviato, si riesce a comprendere fin dove si spinge la cattiveria e la bassezza morale di taluni attori politici. I Riformisti hanno avvelenato il clima politico.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Dopo un ungo silenzio politico ecco che ci giungono notizie dell’ex Sindaco di Eboli Martino Melchionda. Notizie che tendono ad arricchire ancora di più il “dibattito” politico della Campagna elettorale, ma che danno anche un senso ad alcune posizioni politiche che taluni hanno assunto in questa campagna elettorale.
La circostanza dell’apparizione di Melchionda è quella di comunicare alla cittadinanza e al mondo politico la notizia dell’avvenuta Archiviazione per un’accusa di concussione a suo carico, a seguito di alcune decisioni politiche che all’epoca furono assunte e che ovviamente per il clima livoroso che c’era nel Partito Democratico e per estensione nell’Amministrazione comunale, si tradussero in uno scontro senza esclusione di colpi tra i “melchiondiani” e i “riformisti contiani“. Cuomo era fuori gioco perché nemmeno riconfermato al Parlamento.
Chi non ricorda il livello dello scontro di quel tempo, e chi non ricorda per quanto tempo è durato quello scontro, che solo per mancanza di contatti non si è trasformato anche in una rissa fisica. Rissa però che non escludeva le accuse che reciprocamente si indirizzavano, “regalandoci” rivelazioni al limite della legalità, ma che puntualmente rappresentavano quello scontro che diceva e non diceva niente, ma che nello stesso tempo aveva tutte le caratteristiche di chi non voleva andare fino in fondo per non rompere definitivamente, proprio per lasciava un “canale” di dialogo. Allora noi chiedevamo di fare nomi, cognomi, fatti e circostanze, e nonostante reiterassimo la domanda nelle circostanze a seguire, non abbiamo mai avuto nessuna risposta e oggi che c’é stato un bel pò di confusione politica, ancora le chiediamo quelle risposte.
Un periodo quello non da dimenticare, ma da ricordare per evitare che si possa ripetere. Un periodo che come al solito non solo ha inciso in maniera determinante sull’andamento politico ed amministrativo e sulla composizione e l’assetto dei Partiti e delle Coalizioni della nostra Città, ma che ha anche causato quella confusione politica a cui stiamo assistendo. Confusione politica che ha mescolato le carte rendendo difficile individuare le responsabilità e i responsabili.
E se per alcuni cambiare schieramento è motivo, evidentemente comodo, per sentirsi fuori da responsabilità, per altri cambiare partito o schieramento è solo una nuova collocazione per continuare ad incidere, indipendentemente da che parte si sta. E così abbiamo assistito a tutti gli scontri interni all’Amministrazione e a tutti quelli interni al PD, non da meno sono state le posizioni che i vari gruppi e i vari leader del Centrodestra hanno portato avanti, così come il continuo “movimentismo” politico di taluni che da un partito passavano all’altro o da uno schieramento passavano all’altro, ponendo a giustificazioni, per chi lo faceva, tesi assurde, altri invece cambiavano e basta.
Tanti, troppi. Talmente tanti che nemmeno ce li ricordiamo se non in alcuni casi come quelli più vicini: di Massimiliano Atrigna e Giuseppe La Brocca passati dall’API a Forza Italia e cioè da Melchionda a Damiano Cardiello; di Cosimo Marotta che da Melchionda è passato alla lista di Vincenzo Caputo; di Vincenzo Rotondo, Vito Taglianetti, Pasquale Salviati che dal centrosinistra, dal PD e da Melchionda sono passati a candidarsi nelle Liste di Massimo Cariello; di Cosimo Cicia, Adolfo Lavorgna e Roberto Palladino che confermano la loro posizione, i primi due nel PD che condividono la candidatura con Antonio Petrone, Carmine Campagna, Antonio Conte, il terzo in una lista di collegamento di Antonio Cuomo, tutti vivendo una maledettissima contraddizione, non avendo gli uni partecipato alle primarie regionali, gli altri a quelle comunali e insieme poi a definire e condividere le liste; di Mauro Vastola passato dal centrosinistra a destra; Di Emilio Masala e Fausto Vecchio passati da destra a sinistra e con Melchionda, per poi ripassare a destra con Cariello; o andando più lontano ricordando, ma solo per unicità, il cambio di partito più veloce di tutti i tempi, avvenuto nell’istante dell’acquisizione dei risultati elettorali del 20o5 di Rotondo poi divenuto capogruppo PD e da capogruppo è giunto da Cariello con 5 anni di ritardo, avendo egli tentato di passare con lui un minuto prima della consegna delle Liste nel 2010. Allora Cariello non lo volle e non volle altri come lui, bisognerà domandargli perché adesso li ha candidati.
Intanto, prendiamo atto che l’ex Sindaco Martino Melchionda secondo il PM è stato accusato ingiustamente di concussione e che per lui fortunatamente la vicenda è stata archiviata e che lo stesso ci ha inviato la nota che segue e che si pubblica integralmente:
E’ arrivata la decisione del GIP Bruno De Filippis di accoglimento della richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero. L’ipotesi di reato, nello specifico di concussione a mio carico, è stata definitivamente archiviata, vanificando tutte le energie spese in questi anni per gettare fango sulla mia persona.
Cade ogni accusa. Ne sono soddisfatto, d’altronde ero sereno perché certo di esserne completamente estraneo.
Il reato del quale sono stato ingiustamente accusato dall’ex consigliere comunale Antonio Petrone del gruppo Riformisti, è quello di aver costretto un giovane militante, abusando del mio ruolo di sindaco, a sottoscrivere un documento di sfiducia nei confronti del segretario della locale sezione del Partito Democratico, prospettando, in caso contrario, il rigetto della richiesta di ottenere l’affidamento di un progetto giovanile.
La cattiveria e la bassezza di chi, allora, mi rivolgeva questa infamante accusa giunse al punto di tenere una velenosissima conferenza stampa nell’aula consiliare del Comune, nell’ambito della quale i due ex consiglieri riformisti, Antonio Petrone e Carmine Campagna, annunciarono soddisfatti la notizia alla stampa.
Nella casa comunale venne consentito di farlo. Questo basta a dare il senso di quanto avvelenato fosse il clima politico di allora, e temo anche di oggi.
Non ci si è neppure fermati di fronte alla richiesta di archiviazione del PM, si fece opposizione anche a questo, perché si voleva colpire fino in fondo.
Ebbene, oggi che tutto è stato archiviato, che la legge ha messo la parola fine all’intera vicenda, si riesce ancor più a comprendere fin dove si spinge la cattiveria e la bassezza morale di taluni attori politici, che non mancano di riproporsi alla guida di una città che corre il rischio di vedere prolungarsi il tempo dell’odio e dei veleni.
Raccolta la notizia che non nasconde la soddisfazione dell’ex Sindaco Melchionda, come non nasconde l’aversi tolto il sassolino dalla scarpa accusando a sua volta i suoi accusatori e prevedendo il futuro della Città e dei rapporti interni al PD non dissimile a quello che lui ha vissuto ma non subito, prendiamo atto ancora che quando la strada della politica imbocca quella dell’accusa e del sospetto, porta inevitabilmente in un’aula di Tribunale, andando ad ingolfare la Giustizia, e magari contribuendo a rallentarla, ma contribuendo anche a diminuire la politica e il suo ruolo sostituendola e relegandola subalterna alla Magistratura. Un’ammissione grave di incapacità politica al dialogo e al confronto che però manco a farlo a posta trova coesione solo in determinate circostanze, proprio quelle per le quali si sono scambiati feroci accuse.
Per come sono andate le cose, anche in relazione all’allontanamento di Melchionda dal PD, specie all’indomani della sua nomina a Presidente del Consorzio delle Farmacie, e rispetto a quell’impegno che gli si attribuisce di votare in cambio ala cortesia ricevuta, Monica Paolino, la Moglie del Sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. E pure in questa circostanza Melchionda si mostra a dir poco “stravagante“, abituato come è stato a muoversi liberamente senza vincoli e regole. Infatti nel mentre si schiera per le regionali con Paolino e Aliberti di Forza Italia, al comune insieme al suo gruppo di fedelissimi più una sua strettissima collaboratrice di studio, candidandoli, si è schierato con Cariello.
Che mescafrancesca.
La cosa che ci sorprende è che se nel caso di Aliberti e Paolino i rapporti sembravano essere eccellenti dal tempo delle proteste per la Sanità e l’Ospedale di Eboli, nel caso di Cariello, tolti i primi tre anni e mezzo d’amore e d’accordo del primo mandato, gli altri 6 e mezzo sono stati anni di fuoco, di accuse e di denunce. Evidentemente a Melchionda gli fa più ribrezzo affiancarsi a Conte, Cicia, Lavorgna, Palladino e Cuomo, che Cariello, Vecchio, Masala, e Vastola.
Eboli, 15 maggio 2015.