Il Rock progressive italiano con la Premiata Forneria Marconi, la Band più amata dagli italiani, si è fermato ad Eboli per ripartire con il Tour “All The Best”.
Dal Teatro Italia è partito il tour della PFM. Un Concerto che ha lasciato il segno. Una serata indimenticabile che ha appassionato un pubblico, prevalentemente giovane, numeroso e partecipe. Un continuum di musica di eccellenza, Rock attraversato da diverse contaninazioni: dalla musica classica, al blues e al jazz.
di Armando Voza
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il rock progressive italiano si ferma ad Eboli. Una delle band più amate dagli italiani, e non solo, degli ultimi 40 anni inizia il proprio tour (All the best) partendo dalla nostra città: un evento memorabile per Eboli. Una serata da non dimenticare. Un concerto quello della PFM, che lascia il segno, e che nonostante il suo glorioso passato, non è targato di malinconia, e al contrario, si proietta nel futuro con una musica di eccellenza moderna e attuale oggi, di avanguardia ieri, con ritmi, suoni, musicalità e orchestralità, che con le varie contaminazioni che hanno attraversato la loro formazione: dal Rock, alla musica classica, al blues e al jazz; hanno affascinato il pubblico che li ha accompagnati pezzo su pezzo. Pubblico prevalentemente giovane, a sottolineare che la Premiata Forneria Marconi, rappresenta sempre un punto di riferimento, un classico della musica italiana e rappresenta scuola per i tanti musicisti maturi, e tantissimi più giovani che amano la musica, la ascoltano o la suonano.
Solo leggere la storia di questo gruppo, entrato a pieno titolo nell’Olimpo delle band più importanti dell’intero panorama musicale mondiale, è emozionante, figuriamoci poi partecipare dal vivo ai percorsi musicali di decenni di musica raffinata, in un crescendo unico che solo la PFM ha saputo trasmettere ad un pubblico praticamente in delirio, per l’unica band italiana che è riuscita a scalare la classifica Billboard negli Stati.
Appartenenti alla corrente progressiva del rock italiano negli anni Settanta, insieme a gruppi del calibro degli Area, del Banco del Mutuo Soccorso, dei Goblin, de Le Orme, dei New Trolls e degli Osanna, hanno cambiato per sempre il modo di fare musica nel nostro paese.
Nel 1971 si fecero apprezzare dal grande pubblico col singolo Impressioni di settembre (di Mussida su testo di Mogol) divenuto uno dei loro cavalli di battaglia e un classico della musica italiana.
Musicalmente imparentata con gruppi come i Genesis, la parte progressive dei Pink Floyd o i primi King Crimson e Gentle Giant, la PFM decise di darsi questo nome in ricordo di una forneria di Chiari (Brescia) frequentata dal violinista Mauro Pagani, componente storico della band.
Grazie alla loro bravura, nei concerti italiani divennero gruppo di supporto di alcune delle grandi band straniere dell’epoca: i Procol Harum, gli Yes e i Deep Purple, circostanza che permise loro di farsi conoscere dall’allora grande popolo degli appassionati del rock.
44 anni di musica e non li dimostrano. Una collaborazione importante con Fabrizio De Andrè, e a De Andrè hanno dedicato vari pezzi musicati e rivisti in occasione del tour (All the best), incursioni nei vari generi musicali compresa quella classica, dopo oltre 20 LP (ai quali si aggiungono decine di altri dischi di concerti dal vivo e antologie) la loro musica rimane sempre fresca e coinvolgente. I musicisti, alla continua ricerca di nuove forme espressive, continuano a divertirsi e a divertire, sensazioni che sono ancora capaci di trasmettere ad un pubblico (che comprende ormai più di una generazione) che non li ha mai traditi.
Il fatto che sia una band senza tempo lo dimostra la presenza di 4 musicisti poco più che trentenni: giovani talentuosi che hanno coronato il loro sogno, quello di esibirsi con l’icona del rock italiano: la PFM.
Hanno al loro attivo oltre 6000 concerti in tutto il mondo dove, ancora oggi, sono considerati dei veri e propri miti (parole di Djivas rilasciate durante l’intervista preconcerto).
Lo spettacolo al quale il pubblico del Cinema Teatro Italia di Eboli ha assistito, fa parte di un tour per i teatri italiani e, dopo aver chiuso il concertone del I maggio a Roma, partiranno per un lungo giro in Argentina, Cile, Brasile, Messico, Canada.
Per il secondo anno consecutivo sono stati riconfermati per il “Cruise to the edge 2015” – letteralmente «Crociera al limite» – parafrasando il titolo di uno dei più celebri album degli Yes, «Close to the Edge» che quest’anno si terrà a Miami-Bahamas. Una formula vincente che si ripete per la terza volta: tanta musica in vacanza, a bordo di una nave da crociera (la Divina della MSC). La PFM suonerà nello stesso posto dove si esibiranno gruppi e cantanti del calibro dei Yes, dei Marillion, dei Caravan, dei Kiss, di Alice Cooper (solo per citare i più famosi). Nel 2012 suonarono anche con musicisti del calibro di Steve Hacket (chitarrista dei Genesis) e dei Tangerine Dream.
Non sono mancati i momenti di intimità pre-concerto. E dietro le quinte Di Cioccio e Djivas si sono intrattenuti e si sono lasciati “spupazzare” dalle domande a raffica che venivano loro rivolte. Con grande umiltà hanno lasciato spazio ai giovani componenti della band di raccontare i loro programmi. Disponibili e divertenti: l’aplomb di Djivas si è contrapposto alla verve ormai nota di Di Cioccio in un continuo scambio di battute.
Peccato che ad Eboli non c’é stato Franco Mussida, componente storico della band, perché troppo impegnato nei suoi nuovi progetti, lui che nel 1991 aveva pubblicato un lavoro dal titolo “Racconti dalla tenda rossa”: sarebbe stato bello chiedergli quanto lo aveva ispirato la tragica vicenda del nostro concittadino Umberto Nobile.
Un concerto quello di ieri domenica 26 aprile 2015, che si è tenuto al Teatro Italia di Eboli, straordinario, indimenticabile, con: Franz Di Cioccio conduttore pirotecnico, alla batteria e voce; Patrick Djivas (Zivas) al basso; Lucio Fabbri al violino, 2a tastiera, 2a chitarra e voce; Alessandro Scaglione alle tastiere; Marco Sfogli alle chitarre; Alberto Bravin alle tastiere aggiunte e voce; Roberto Gualdi alla 2a batteria; hanno accompagnato “per mano” un pubblico prevalentemente giovane, attento e partecipativo, in un concerto memorabile, lungo la strada della storia musicale italiana: La storia della Musica.
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Eboli, 27 aprile 2015
congratulazioni,buona fortuna ed ad majora
Errata corrige: per Impressioni di Settembre, Pagani non l’ha mai musicata (fonte interna PFM).