Sull’Italicum ci giochiamo un pezzo di credibilità: è il momento di chiudere. L’Italia non è più quella dei compiti a casa.
Abbiamo recuperato la credibilità internazionale che meritiamo e possiamo finalmente sedere ai tavoli europei con la forza e dignità che spetta ad uno dei grandi Paesi fondatori dell’Unione Europea.
di Ettore Rosato
Direttore AreaDem
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
ROMA -Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal Direttore di AreaDem Ettore Rosato l’intervento quì di seguito nel quale esprime le sue considerazioni circa le questioni che sono nell’agenda politica del Governo e che a suo avviso sono fondamentali e centrali affinché segua al momento una corrispondente consapevolezza di aver superato la fase di crisi avendo imboccato la strada del recupero di una credibilità internazionale che non consente più tentennamenti e si proceda con sollecitudine sulla via delle riforme intraprese.
“L’Italia non è più quella dei compiti a casa, delle Cancellerie europee che ci chiedevano con sempre maggiore insistenza di fare le riforme. Abbiamo recuperato la credibilità internazionale che meritiamo e possiamo finalmente sedere ai tavoli europei con la forza e dignità che spetta ad uno dei grandi Paesi fondatori dell’Unione Europea. E’ terminato il tempo in cui l’Italia si guardava attorno e cercava di copiare i modelli degli altri; adesso sono le nostre riforme ad interessare i Paesi che guardano a noi.
Se sul piano politico l’Italia è decisamente ripartita grazie a una leadership forte che vuole guidare il Paese fuori dalla crisi, sotto il profilo economico, per rilanciare la competitività serve una sforzo ulteriore: serve che portiamo a conclusione senza indugio alcune riforme chiave di semplificazione e ammodernamento dell’intero Sistema Italia.
Con il Jobs Act siamo intervenuti sulla qualità dei rapporti di lavoro e i dati sull’aumento dei contratti a tempo indeterminato e il complesso dell’aumento delle assunzioni sono un chiaro segnale di ripresa. Ma non basta, per attrarre investitori stranieri e per dare modo alle tante energie inespresse della nostra Penisola di potersi trasformare in valore aggiunto, servono ancora molte misure. Con la riforma della Pubblica Amministrazione vogliamo snellire la nostra burocrazia, con quella della giustizia vogliamo garantire veramente i diritti dei cittadini, con la riforma del fisco vogliamo combattere l’evasione fiscale senza però, dover trasformare lo Stato in un nemico di famiglie ed imprese.
Per semplificare tutto questo serve mettere mano anche al nostro assetto istituzionale. Siamo partiti subito su legge elettorale e riforma della Costituzione. Un pezzo di credibilità internazionale si basa anche su questo percorso che abbiamo avviato. Non possiamo venir meno a questa nuova apertura di credito che ci è stata dimostrata, e non possiamo gettare a mare il lavoro di questi mesi che è stato di dialogo e di confronto su entrambe. L’equilibrio che è stato raggiunto al Senato sull’Italicum è venuto incontro alle esigenze di tutti, riaprire un dibattito e ricominciare daccapo la discussione farebbe saltare questo equilibrio, a lungo ricercato e che è frutto di lavoro di Commissione, assemblee dei gruppi, incontri con le altre forze politiche e Direzioni di partito. Ed è proprio dalla Direzione PD che il nostro gruppo ha il mandato di approvare questo testo senza ulteriori modifiche. E’ arrivato il momento di stringere, l’Italia non aspetterà ancora”.
Roma, 17 aprile 2015
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