I Democrat: Cambiamo insieme il PD nell’Agro: Tentativo, speranza o sogno?

“È possibile che le zone della provincia di Salerno si organizzino per coordinamenti territoriali omogenei? Una domanda o un desiderio?

Si vuole cambiare il PD nell’Agro? Forse si dovrebbe cambiare il PD, iniziando dall’essere più il partito delle pluralità condivise, piuttosto che del sindachismo prepotente, clientelare, ingombrante, prevaricante e distante all’occorrenza.

Agro-Nocerino-Sarnese
Agro-Nocerino-Sarnese

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

NOCERA INFERIORE “È possibile che le zone della provincia di Salerno si organizzino per coordinamenti territoriali omogenei. Nel Vallo di Diano, nell’Agro Nocerino Sarnese, nella Costa d’ Amalfi-Vietri-Cava, nel Cilento altro e Cilento basso, nell’Alburni/ Calore, nell’Alto e Medio Sele-Tanagro, nella piana del Sele, nella valle dell’ Irno. I coordinamenti sono dati e composti dai Sindaci iscritti al PD, dai Segretari dei Circoli regolarmente costituiti, dai componenti della segreteria residenti in ciascuna zona. Il coordinatore viene nominato su proposta della segreteria provinciale” (dallo Statuto del PD, provincia di Salerno). Scrivono i Democrat dell’Associazione #CambiaMenti, invocando lo statuto del PD, che ormai altro non è che un groviglio di regole aggiunte una addosso all’altra, perché il PD fosse tra i Partiti quello più democratico, salvo poi a compiere piroette per svincolarsi da quelle regole che lo stesso PD si sono imposto, come nel caso delle “Primarie”, una storia grottesca a puntate –

Ogni politica e ogni programma degni di questo nome – scrive #CambiaMenti avendo pienamente ragione – non possono limitarsi all’ambito comunale, ma devono necessariamente investire l’Area vasta. Questo vale per le politiche di sviluppo, di salvaguardia ambientale, la pianificazione della gestione dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la mobilità, praticamente tutti gli ambiti di intervento dell’azione politica.

La formulazione di ogni proposta o programma politico – aggiunge #CambiaMenti – deve comunque riferirsi al territorio dell’Agro, non può più limitarsi al livello comunale. L’impulso all’apertura e alla partecipazione di cui #CambiaMenti si fa portatrice riguarda anche il livello territoriale di riferimento.

Anche in questo caso, l’arroccamento su interessi localistici e di area politica di riferimento ha finora ostacolato un’azione politica realmente congiunta e condivisa della rete dei Circoli dell’Agro, provocando un grave deficit di rappresentanza istituzionale e, di conseguenza, uno scarso peso politico degli interessi di un territorio schiacciato tra Napoli e Salerno.

In tale ottica, – conclude la nota di #CambiaMenti – la segreteria del Circolo si farà promotrice di un’energica azione di stimolo per una rinnovata efficacia del Coordinamento dell’Agro, per la condivisione di proposte comuni  di candidature istituzionali territoriali, di proposte politiche e programmatiche, per una maggiore capacità di iniziativa  congiunta negli organismi sovracomunali esistenti (Piani di Zona Sociali,  società per lo sviluppo del territorio e la trasformazione urbana, GORI, Consorzi eccetera) e per la promozione di forme associative sovracomunali presso le proprie Amministrazioni locali.

E’ una domanda o un desiderio?

E’ un tentativo, una speranza o un sogno?

Una cosa è certa il Partito Democratico è cambiato ma fortunatamente non ha sciolto ancora il suo legame, rispetto alle origini dei suoi elettori, provenienti dalle grandi famiglie democratiche di questo Paese. Famiglie che si richiamacano al cattolicesimo democratico, ai liberaldemocratici, al liberalsocialismo, al socialismo progressista e al socialismo democratico erede del comunismo.

Se il Partito nazionale soffre del “nuovismo” e si affida al “personalismo” interpetrato da Matteo Renzi, quello locale soffre del protagonismo e del “personalismo” di Vincenzo De Luca che pur essendo un bravo Sindaco non ha saputo trasferire al Partito quelle novità di cui al contrario ne è stato interprete inquanto portatore di novità. Un personalismo che viene fuori tutte le volte si deve confrontare con quello che è il suo Partito, che egli utilizza quotidianamente salvo poi a distanziarsene quando si deve confrontarsi con quel PD. Ma in entrambe le sue interpetrazioni di Amministratore e di politico egli non riesce ad essere un leader sebbene il resto del Partito lo vorrebbe.

In queste domande e in queste speranze che #cambiamenti individua, vi sono tutte le risposte. Un Partito qualsiasi e il PD anche, non può operare una semplificazione politica ponendo le sue strategie e le sue programmazioni politiche in organizzazioni territoriali periferiche se in queste vi siano anche i Sindaci. E’ stato proprio nel puntare sul partito dei Sindaci che oggi non ci troviamo più un Partito e al contrario una pattuglia di Sindaci dei quali in provincia di Salerno il suo leader manco a farlo apposta è il Sindaco del capoluogo, mettendo in un angolo i circoli, il Partito Provinciale, e addiritura i suoi massimi esponenti istituzionali come i Consiglieri Regionali, Deputati, Senatori e Parlamentari Europei. Consegnandoci un Partito che è amministrato da chi ha più potere degli altri, manco a farlo apposta tutto concentrato o quasi tutto nella Città capoluogo, e ora aggiungendovi anche quel potere che ne deriva dalla Nuova Provincia, caricando ancora di più quel “capo” e non leader e svuotando sistematicamente di rappresentanze i territori provinciali.

Si vuole cambiare il PD nell’Agro? Forse si dovrebbe cambiare il PD, iniziando dall’essere più il partito delle pluralità condivise, piuttosto del sindachismo ingombrante e prevaricante.

Nocera Inferiore, 19 marzo 2015

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