Crollo al Castello Colonna di Eboli. Per SEL, RC e SU è la cronaca di un disastro annunciato e tra improvvisazione e strafottenza chiedono la sospensione e si accoda anche FI.
L’8 marzo 2015 rimarrà nella storia della città di Eboli come una delle pagine più nere: il simbolo stesso della città, il Castello Colonna, è stato sfregiato in modo indelebile. Post del Ministro Bray. Il Progetto prevedeva la messa in sicurezza dell’Area e degli edifici circostanti?
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «Il crollo del Castello Colonna di Eboli, e precisamente del torrino che guardava verso i monti e parte della cinta muraria sono crollati. – Per Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista e Sinistra Unita, che hanno affidato ad una nota che ci è pervenuta, le loro considerazioni, per altro già note, espresse nei mesi scorsi all’indomani dell’approvazione della così detta “Casa del Pellegrino” o “Centro Polifunzionale” – è solo la cronaca di un disastro annunciato.
L’8 marzo 2015 – per SEL, RC, e SU – rimarrà nella storia della città di Eboli come una delle pagine più nere: il simbolo stesso della città, il Castello Colonna, è stato sfregiato in modo indelebile.
Intanto, appresa la notizia, che è rimbalzata in tutto il Paese, l’ex Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo nel Governo Letta, Massimo Bray, ha affidato alla sua pagina facebook un post dal seguente letterale tenore: «Il muro di cinta del Castello Colonna di #Eboli questa notte è crollato, creando una ferita al simbolo identitario di un’intera comunità, costruito pazientemente a partire dalla seconda metà dell’XI secolo, quando signore di Eboli era il fratello minore di Roberto il Guiscardo, Guglielmo d’Altavilla. Anche in questo caso, come per la muraglia caduta a Chiaia pochi giorni fa, per pura fortuna sono stati danneggiati solo veicoli e non persone.
C’è una citazione del capolavoro letterario di Carlo Levi che dimostra dolorosamente quanto possano essere ancora attuali le denunce condensate in “Cristo si è fermato ad Eboli” nel 1945, 70 anni fa: “Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall’altra parte“, se non si afferma il principio di tutela codificato nella nostra Costituzione. Dimostriamo ai cittadini ebolitani che crediamo davvero in questo principio costituzionale, e che sono moltissime le donne e gli uomini che sperano ne #laculturachevince.»
E ora, come la mettiamo? Come facciamo a far prevalere quel “principio di tutela” a cui fa riferimento Bray? E come faremo ad affermare quel “principio costituzionale”? Chi restituirà alla nostra comunità quel bene testimonianza della nostra civiltà e della nostra cultura? Come potremmo mai recuperare quella memoria e come potremmo mai difenderla dal momento che da opera imponente e carica di tutta la sua storia, bella o brutta di mille anni e degli altri mille anni prima e degli altri secoli precedenti che i Romani vollero elevare questa comunità a “Municipio“? Come ancora nei secoli e nei secoli prima alla romanità uomini e donne che vivevano in questi luoghi ci hanno consegnato tracce stratificate della loro esistenza e delle varie civiltà, che proprio in quel luogo concentra una parte significativa di quelle antiche e storiche testimonianze, potremmo recuperarle e restituirle al nostro patrimonio culturale, artistico, monumentale, culturale? Potrà mai convincerci che l’arroganza cieca, la meno cieca e invasiva prepotenza di alcuni uomini, possa prevalere nelle loro sciagurate scorribande fino a lasciarci i loro segni in vece delle nostre ricchezze, semmai scempiandole o contribuendo a distruggerle?
Non ci sono ragioni perché tutto questo accade, così come sia SEL che RC e SU ci scrivono nella loro nota nel momento in cui ipotizzano: “Diranno che è stato il vento, che è stata la pioggia, che è stato il “destino cinico e baro”, ma noi non ci crediamo!
Da settimane sono in corso, – fanno notare – nei vicini lavori di costruzione di un “Centro Polifunzionale”, spacciato per “Casa del Pellegrino”, fortemente voluta dalla Amministrazione Melchionda, dalla sua maggioranza ed anche da una parte della “finta” opposizione di destra a quella amministrazione che , anzi ne ha rivendicato la paternità, grossi interventi di sbancamento a mezzo di martelloni pneumatici e ruspe.
Da settimane – aggiungono i Partiti della sinistra estrema – la gente che abita in quei luoghi denunciava notevoli vibrazioni nelle proprie abitazioni a causa di quei lavori così massicci. Sarà un caso, ma quelle mura millenarie che hanno resistito a guerre, a bombardamenti, a terremoti sono crollate proprio mentre questa massiccia attività è in corso!
Coincidenza? Noi abbiamo forti dubbi!
Non ci è piaciuta tutta la procedura di quei lavori! – elencano tutte le osservazione che furono fatte al momento opportuno, osservazioni e giudizi e analisi alle quali POLITICAdeMENTE non is sottrasse offrendo i propri spazi per dare voce al dissenso – Non ci è piaciuto che in fretta e furia si sia inteso operare una variante al PRG per farli; non ci è piaciuto il fatto che non esista un “piano industriale” di gestione di quella struttura una volta costruita; non ci è piaciuto che su quei lavori la sovrintendenza avesse espresso parere negativo e che il Comune ha ottenuto la sospensiva al TAR degli effetti di quel parere per potere avviare i lavori; Non ci è piaciuto che l’appalto sia partito prima ancora che la variante al PRG divenisse efficace a termine di legge; Non ci è piaciuto che durante i lavori sono emerse antiche strutture murarie che si è cercato di nascondere nel cemento senza neanche ottenere una valutazione da parte della sovrintendenza.
Ci chiediamo allora, – proseguono – se in questa fretta sia stata fatta una valutazione sugli effetti che lavori di sbancamento così grossi avrebbero avuto sulle mura del castello che sorge al di là della strada!
Inutilmente per mesi il comitato “Arco dei Tredici” ha sollevato eccezioni a quei lavori: ha lanciato allarmi sulla portata di quegli sbancamenti, sulle ricadute sulla struttura del castello, sulla stessa trasparenza della procedura! E lo ha fatto nel silenzio assordante delle istituzioni, di gran parte delle forze politiche e nel disinteresse, purtroppo, della stessa città. L’impressione – per SEL, RC e Sinistra Unita ai quali si aggiunge anche POLITICAdeMENTE – è che quanto avvenuto nella sera dell’ 8 marzo sia stato qualcosa di ampiamente annunciato e prevedibile.
Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, tutti, – aggiungono – allorquando si è capito che non c’erano persone coinvolte nel crollo! Ora si tratta, finalmente di riappropriarci, come ebolitani, di questa sfortunata città e di evitare ulteriori scempi alla nostra storia ed al nostro patrimonio culturale.
Per queste considerazioni Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, Sinistra Unita, chiedono alla Commissaria Prefettizia del Comune di Eboli, dott.ssa Vincenza Filippi:
- L’immediata sospensione dei lavori del “centro polifunzionale” e l’avvio di una attenta verifica sugli effetti che quei lavori hanno avuto o possono avere sul vicino Castello;
- Un’immediata verifica tecnica sullo stato delle mura del Castello alla luce del crollo che si è verificato l’8 marzo;
- Che questa perizia tecnica sia fatta in contraddittorio con tecnici indicati dal comitato “Arco dei Tredici” a suo tempo nato proprio per fare chiarezza su quei lavori;
- Che gli esiti di queste perizie siano resi pubblici a tutta la cittadinanza;
- Che, nel caso emergessero responsabilità per quanto accaduto, il Comune si costituisca parte civile avverso i responsabili;
- Che le pietre del torrino e della cinta muraria crollati vengano raccolte e custodite in luogo chiuso per consentire, ove possibile, la ricostruzione con il materiale originario .
Per quanto sopra, – concludono SEL, RC e SU – coerentemente con le posizioni che abbiamo tenuto in questi anni in Consiglio Comunale e nelle piazze su quei lavori, noi appoggeremo qualunque iniziativa il Comitato Spontaneo vorrà assumere a tutela del patrimonio storico ebolitano!».
A chiedere la sospensione dei lavori è anche l’ex capogruppo consiliare di Forza Italia Damiano Cardiello che a tale proposito dichiara: «I lavori della casa del pellegrino vanno immediatamente bloccati per un motivo semplice: dissipare ogni dubbio e ridare sicurezza ai luoghi colpiti dal crollo. C’è pericolo per la stabilità dell’intero Castello Colonna, l’edificio del Santuario dei SS. Cosma e Damiano e la strada intera ( a rischio voragini)? Quali verifiche tecniche sono state fatte prima di iniziare le trivellazioni? Al Commissario Filippi il compito di dare risposta ad una Città ferita.»
Questo è quello che succede quando a prendere il sopravvento sugli eventi sono l’improvvisazione e la strafottenza oltre che l’arroganza. Si è tentato in tutti i modi di cercare un confronto con l’Amministrazione Melchionda che caparbiamnte fece suo questo progetto pensato, progettato e portato avanti da un privato, benché sacerdote che sempre con caparbietà riuscì a farlo finanziare per una cifra importante circa 6 milioni di euro.
Questo ci fa riflettere anche su come, magari, gli organi di Governo siano essi Comunali o sovracomunali, Regionali o Nazionali, come nel caso specifico, concedono finanziamenti “ad capocchiam“, per opere di cui nessuno ne avverte la necessità. E di come poi si portano avanti i lavori. Basta solo pensare che nel cantiere della così detta “Casa del Pellegrino, è stato realizzato uno scavo che ha interessato quasi tutta la superficie per diversi metri di profondità che lambiscono: a Nord la Chiesa di San Cosma e Damiano; ad Ovest la strada Salita Ripa a ridosso del Muro di cinta del Castello Colonna crollato; e a sud a confine con un fabbricato civile; per quai tutta l’intera superficie senza nessuna protezione dello scavo e delle scarpe di terreno, lasciando al caso e al “Signore” ogni sicurezza e ogni possibile crollo.
Le modalità di esecuzione dei lavori ovviamente aprono ad altri interrogativi: Il progetto prevede la protezione temporanea delle scarpate nell’attesa dell’esecuzione dei lavori? Il progetto che interessa la ristrutturazione dell’intera Area, ivi compreso la strada Salita Ripa, è stato corredato da una mappa dei rischi e conseguentemente della messa in sicurezza dell’intera area, del Cstello Colonna, della Chiesa e dei Fabbricati civili esistenti?
Interrogativi che possono avere delle risposte solo attraverso una immediata ispezione e una immediata perizia, ma anche visionando i Progetti approvati, e comunque, affidandosi a professionalità di comprovata esperienza e certamente il Commissario Prefettizio Filippi può individuarli senza attribuire al Comitato dell'”Arco dei Tredici“, pur rispettandone l’impegno disinteressato e appassionato, un ruolo Istituzionale al punto da farlo diventare interlocutore privilegiato. Le Istituzioni sono Istituzioni e bisogna rispettarle, e soprattutto in questa fase, la cosa più intelligente è di evitare populismi, allarmismi e di pretendere, questo si, gli interventi tempestivi, giusti e che vi sia oltre che la massima trasparenza anche la massima informativa.
Eboli, 9 marzo 2015
i tecnici che hanno avallato quei lavori dovrebbero essere radiati
p.s. uno di quelli fece cadere un altro muro a campagna
che strano, con tutte le assiciazioni ambientale e culturali di q cosiueata citta’ credevo che fatti cosi gravi non sarebbero mai avvenutii.
ma magari con un po’ di vinavil si puo’ rimettere tutto a posto “come prima”
Tenete duro!
male,molto male ! Si devono chiedere più garanzie ai partecipanti alla gara di affidamento dei lavori d’appalto,e se se tratta di edificio storico,anche una congrua assicurazione.
Qua’ non si tratta di dare xx xxxxxxx in mano ai bambini…( x xxxxxxxxxx man e criatur)….ma di dare la cosa pubblica in mano ai xxxxx…xxxxxx…lestofanti….ignoranti…..xxxxxxx….
Il presidente della camera di commercio di Palermo rispetto a voi e’ nu buon guaglione….se avete un minimo di dignità’ ….suicidatevi…buttatevi sotto un treno o buttatevi da un ponte….mi raccomando alto…molto alto….
@gianni
probabilmente il vinavil serve più a te per tenere insieme i due neuroni che ti danno l’impressione di pensare.
Pensa se sotto quelle pietre c’eri tu! Non saresti xxx xxxx xxxx xxxx che ti ritrovi le avresti certamente spaccate.
meriti di essere xxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxx che hai detto
Bisogna rendere pubblici i nomi di chi ha firmato per la realizzazione di quella struttura “polivalente” e bisogna dimostrare scientificamente il nesso causale tra lavori e crollo (anche se è probabile non per questo è sicuro). Una volta accertato il nesso individuare i responsabili e denunciarli alla Procura della Repubblica. I responsabili devono pagare SEMPRE altrimenti il senso d’impunità distruggerà quel che rimane.
Nel frattempo occorre chiede un immediato tavolo tecnico che, con la presenza di funzionari della Sovrintendenza, trovino soluzioni meno invasive e definitive della demolizione di cui si va parlando fino ad ora per la messa in sicurezza immediata.
Ai coccodrilli della politica che sono accorsi la sera del crollo vorrei dire che questa è l’occasione per vergognarsi di essere nati. Uno pseudo politico firmatario della delibera a favore della costruzione quella sera ha mandato un suo scagnozzo a sondare il terreno e di quel che accadeva quella sera lo teneva aggiornato telefonicamente.
Il giorno dopo questo candidato a sindaco ha manifestato il suo sdegno con un comunicato stampa mostrandosi addolorato per la catastrofe che egli stesso aveva voluto. VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA!!! Questa gente va punita su tutti i fronti. Non è degna di calpestare le pietre di questo paese. Li vogliamo tutti fuori.