Dal Convegno sul racket e l’usura, emerge un parallelismo istituzionale sconcertante. E il Commissario Filippi preannuncia l’istituzione di un “Tavolo Etico”.
Un passo avanti due indietro dello Stato che promette fondi per chi denuncia. Da una parte invita alla denuncia, dall’altra non controlla le banche che non favoriscono il credito. E le Camorre e le Mafie occupano la “Terra di Mezzo” e stabiliscono la supremazia. E la Prefettura?
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Nell’aula consiliare del Comune di Eboli (SA), si è tenuto il Convegno “Sportello Amico per la legalità contro il racket e l’usura – Le istituzioni con te per garantire un futuro sicuro”, convegno voluto e organizzato dal Commissario Straordinario del Comune di Eboli Vincenza Filippi e dall’Associazione SOS impresa di Salerno, Rete per la Legalità, la Confesercenti, e l’Istituto Superiore Mattei-Fortunato di Eboli, con il Patrocinio del Ministero dell’Interno e della Regione Campania.
L’iniziativa, coordinata da Attilio Astone, Presidente di Confesercenti Eboli, si poneva come obiettivo quello di promuovere la cultura della legalità e di prevenire situazioni di illiceità, ma anche per tracciare un bilancio delle attività svolte dallo Sportello antiracket ed antiusura, che nel 2013 fu istituito a Eboli con sede nel Palazzo Massajoli.
“Spero, promitto e iuro vogliono sempre l’infinito futuro” questa è una delle regole della grammatica latina che il grande professore Michele Melino ci insegnava. E a pensarci bene i verbi sperare, promettere e giurare sono legati a obiettivi o risultati che ci riconducono al futuro ed è così riguardo sia al Racket che all’Usura. E purtroppo è sulla speranza che chi combatte e subisce il Racket e l’Usura affronta il futuro, e così: si spera che prima o poi si avrà ragione sia dell’usura che del Racket; si promette che si farà ogni cosa per sconfiggerli; si giura che si prenderanno tutti i provvedimenti per annullare gli effetti di questi odiosi fenomeni legati al malaffare e al mondo delle camorre e delle mafie; e si invita chi subisce il Pizzo e chi subisce l’usuraio di denunciarli, così “non sarà più solo“, confermando la più completa solitudine che vivono i taglieggiati, i sottomessi, le vittime.
Dal Convegno sull’Antiracket e l’Antiusura, emerge un parallelismo istituzionale sconcertante: mentre da una parte invita alla denuncia, dall’altra non controlla le banche che non favoriscono il credito. Di quì l’incoraggiamento e di quì l’informazione rassicurante che esistono i fondi disponibili per i programmi di protezione per chi subisce questo tipo di vessazione. Di quì l’informazione che le varie associazioni e i vari operatori, oltre che i vari soggetti istituzionali hanno investito in una poderosa campagna informativa volta alla prevenzione e volta soprattutto all’affermazione della cultura della legalità, e chi meglio della Scuola può farlo ed anche quì si scopre che vi è una grande e massiccia operazione che mette a disposizione delle agenzie di formazione, finanziamenti perché si possa trasmettere il messaggio della legalità sicuri che arrivi a tutti i giovani e di quì a qualche anno “speriamo” riescano loro a risolvere il problema. “Spero, promitto e iuro” ricordiamolo, vogliono sempre l’infinito futuro. Ma c’é anche un altro detto più terrazzano di una regola grammaticale che recita: “Chi di speranze vive di speranze muore“. E così muoiono le attività imprenditoriali, commerciali e produttive e quelle famiglie che cadono nella rete delle organizzazioni criminose che praticano questo “nobile” esercizio del ricatto e così muoiono, talvolta anche fisicamente, quei cittadini che sono soli, rimangono soli e saranno sempre più soli fino a che non avranno il coraggio di denciare i delinquenti e finalmente avere quei “Fondi“, che forse e senza forse gli servivano prima, che sono messi a disposizione di chi è vittima.
Sulla base di questi assunti tutti gli intervenuti, con i frammezzi preziosi della moderazione illuminante del giornalista de Il Mattino Antonio Manzo, hanno dato un contributo rispetto, sia alle proprie competenze che alle proprie esperienze lavorative, di impegno sociale o istituzionale e conseguentemente, hanno affrontato il tema proposto, evidenziando i progressi che pure si sono raggiunti negli ultimi anni, elencando ai presenti anche una serie di proposte e suggerimenti volti a mettere in atto tutte le strategie per prevenire, combattere e debellare le attività criminose che operano sul territorio, più in generale in Campania, senza escludere altre realtà nazionali, e senza escudere quelle aree che storicamente si identificavano come immuni da questi fenomeni, ritenuti solo ed esclusivamente ad appannaggio delle regioni del meridione come la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia.
Tuttavia, dai vari interventi è emerso uno spaccato desolante rispetto ai “vuoti” che sono stati individuati nei vari passaggi che precedono la DENUNCIA , la famosa “TERRA DI MEZZO” che POLITICAdeMENTE individua come il luogo dell’abbandono, della contaminazione e della sottomissione e che purtroppo fa emergere responsabilità se non colpe e che anche gli stessi convegnanti hanno individuato in alcuni livelli istituzionali e negli Istituti Bancari. Individuazione che fa materializzare una considerazione che lascia molto spazio a critiche rispetto a quelle “zone d’ombra” individuate, nelle quali si prende drammaticamente atto che non intervengono e non accompagnano tutti i percorsi della vita quotidiana e che sono le cause principali delle bruttissime esperienze che afferiscono i fenomeni del Racket e dell’Usura. Fenomeni talmente diffusi, radicati e orizzontalizzati, nel senso che non colpiscono solo il mondo dell’impresa, quello dei commercianti, quello della produzione, ma anche quello delle professioni e addirittura le famiglie, queste ultime le più deboli di tutte che si vedono costrette talvolta solo per soddisfare bisogni primari o necessità sopraggiunte e magari dopo che le Banche o le agenzie di prestito hanno sbarrato ogni speranza chiudendogli in faccia la porta, che quasi si avverte siano stati “istituzionalizzati“, facendoli rientrare negli usi e consuetudini.
Così Malvano ha sottolineare dicendo che lo Stato “Quando vuole fare lo Stato lo fa bene” ricordando come si sono superate e sconfitte alcune organizzazioni. E in quella famosa “TERRA DI MEZZO” lo Stato fa veramente lo Stato? Certamente no, così come dallo stesso convegno è emerso che la Prefettura non esercita i suoi poteri di controllo sugli “Istituti bancari”, lasciando a questi ogni libertà di movimento rispetto alle linee di credito, per le quali anche l’Unione Europea ha erogato Miliardi di Euro alla Banche da destinare solo ed esclusivamente al credito. Quanti controlli sono stati effettuati? Quante richieste di prestito o di mutuo sono state avanzate in Provincia di Salerno? quanti e come sono state “sbrigate” quelle pratiche? Quanti ne sono stati concessi? Quali interessi si sono applicati? quali garanzie hanno preteso? E i prestiti concessi sono stati adeguati alle garanzie offerte? In quanto tempo si è regolata la risposta? Quali sono stati i percorsi?.
Purtroppo se non si hanno queste risposte e non si segnala all’ABI e alla Banca d’Italia le Banche che non hanno risposto a questi percorsi lasciando lo spazio di intervento alle Camorre e alle Mafie di occupare la TERRA DI MEZZO e di avere ragione dei cittadini esposti, non potremo mai dire di aver fatto abbastanza e come dire ad una donna “fatti violentare, dopo denunci la violenza e noi ci occupiamo di te“.
“Spero, promitto, e iuro….“, ma si dice anche che la “Speranza è l’ultima a morire” e noi vogliamo ancora riporre ogni fiducia nello Stato e nelle Istituzioni e così dietro le “quinte” del Convegno la Commissaria Prefettizia Vincenza Filippi che regge le sorti del Comune di Eboli, annuncia di voler costituire un “Tavolo Etico” al quale invitare tutti i soggetti deputati alla prevenzione, alla lotta e all’assistenza e all’azione di contrasto al Racket e all’Usura, per stabilire alcune regole alle quali fare riferimento e per illuminare tutti quegli angoli bui, ma soprattutto per definire “regole etiche” alle quali fare riferimento, così consentiamo: allo Stato di fare lo Stato; alle Banche di fare le Banche e accompagnare gli investimenti e lo sviluppo; alle varie associazioni di poter svolgere un ruolo diverso, sperando ovviamente non vi siano più persone che cadono in quella rete; alla Prefettura di appropriarsi del proprio ruolo e vivremo come nelle favole: tutti felici e contenti.
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Gli interventi
Riccardo Piermarini, comandante provinciale dei carabinieri di Salerno:
“Con la Procura di Salerno è stato costituito un pool di magistrati dedicato a questi specifici reati. Bisogna dare un messaggio di fiducia a chi decide di denunciare e attuare operazioni di contrasto all’usura e al racket per consentire la crescita sana del territorio. Varie attività di contrasto si sono concluse felicemente. La mancanza di emersione dei fenomeni dà man forte a chi opera questi reati, bisogna accendere i riflettori, dare coraggio a chi ha comprensibili timori”.
Vincenza Filippi, commissario prefettizio comune di Eboli:
“La Campania è una regione dotata di mille risorse e tanto potenziale non ancora espresso. E’ affetta da mali endemici che toccano anche diverse altre regioni ma qui a volte sono particolarmente sensibili e delicati. Ho avuto contatti con la Prefettura per avere le opportunità di creare una serie di rapporti che vanno migliorati, per ristabilire quegli aspetti di civile convivenza”.
Tommaso Battaglini, presidente Sos Impresa Salerno:
“Operiamo sul territorio salernitano da ormai 5 anni con azioni di prevenzione e contrasto dei reati di usura ed estorsione. Garantiamo assistenza legale e solidarietà agli imprenditori vittime di questi reati oltre che la facilitazione di un raccordo tra questi ultimi e le istituzioni in base anche all’accordo quadro antiusura sottoscritto nel 2007. Anello di congiunzione è anche la scuola in una rete fondamentale affinchè un territorio rimanga sano. Attraverso i Confidi e i fondi antiusura si può inoltre avere un rafforzamento della garanzia offerta alle banche che concedono finanziamenti a piccole e medie imprese a rischio finanziario”.
Enrico Bottiglieri, presidente Confesercenti Salerno:
“La magistratura non sempre riesce a essere rapida. La nostra è un’azione di prevenzione affinchè gli imprenditori non cadano nelle trame del racket e dell’usura. Spesso non sanno valutare bene le risorse della propria azienda, soprattutto per le piccole e medie imprese, e quindi spesso si avvicinano alle banche in modo sprovveduto. Imprenditori strozzati per un utilizzo sbagliato del credito, che devono lottare contro lo scoperto bancario e possono poi finire nelle mani dell’usura. Su 100 aziende 60, se non di più, finiscono nel vortice dell’usura anche a causa delle banche. Bisogna favorire la denuncia anche se l’usura è un male subdolo, si cela nel ruolo di socio “buono” delle aziende. Le eccessive liberalizzazioni per le imprese commerciali e la grande distribuzione organizzata, che ha una potenza finanziaria enorme, ha aggravato ancor più questa situazione di mancanza di credito. C’è bisogno di una risposta giudiziaria forte”.
Guido Arzano, presidente della Camera di Commercio di Salerno:
“Rispetto all’usura, nel 2013 si sono registrati oltre 6 mila protesti di assegni per un importo di 68 milioni di euro, quasi 38 mila sono invece i protesti per le cambiali pari a 60 milioni di euro, per un ammontare totale di oltre 132 milioni di euro. Il dato, ancora non definitivo, del 2014 indica un numero di oltre 4 mila protesti per assegni per un importo di 19 milioni di euro e un numero di circa 30 mila protesti per cambiali per un ammontare di 41 milioni di euro, per un totale complessivo di quasi 63 milioni di euro. E’ qui che si annida la vulnerabilità di un territorio e della nostra economia. Dobbiamo intervenire subito soprattutto a sostegno di quei soggetti che hanno subito una prima usura altrimenti aumenterà solamente il numero di fallimenti e di suicidi. Bisogna fare presto”.
Marcello Ravveduto, presidente coordinamento Libero Grassi:
“Usura e racket sono stati assimilati ma restano due reati diversi. Il primo è il reato della povertà: l’usura diventa endemica dove c’è una forte base di partenza di necessità ma si è man mano caratterizzata anche per l’essere un elemento di riciclaggio di denaro sporco da parte delle organizzazioni criminali. Anche le banche probabilmente possono essere coinvolte in questo processo. Il racket invece è un reato di ricchezza e si sedimenta nel nostro Paese a partire dagli anni ’80 nel corso del secondo miracolo economico. Non si può parlare di reati senza parlare della storia dell’Italia. Stiamo vivendo una crisi che dura dal 2008. Più che una crisi è una vera e propria trasformazione di un paradigma socio-economico. Usura e racket sono i due veri grandi competitori del sistema bancario, completamente bloccato. Dal rapporto nazionale di Sos Impresa leggiamo che la criminalità organizzata vanta 65 miliardi di euro cash. Chi denuncia spesso non riesce ad arrivare alla fine del processo, non riesce a determinare l’indebitamento reale e ha confusione nella capacità di ricostruire la storia del debito. Così nel’80 per cento dei casi l’usura è depenalizzata. Lo sportello antiusura e antiracket non deve essere un elemento di para-assistenzialismo ma un’agenzia tout court. Quanti imprenditori si trovano la spina staccata dalle banche che non vogliono avere a che fare con chi denuncia? C’è bisogno di capire quanto la vittima è parte del welfare statale.”.
Laura Cestaro: “Prepariamo gli imprenditori del futuro per cui c’è bisogno di una nuova educazione alla cittadinanza finalizzata alla certificazione di competenze di cittadinanza attiva. Auspico una partecipazione allo sportello antiusura e antiracket di tutto il mondo della scuola non solo dei miei alunni”.
Il racconto dell’usuraio
Antonio Manzo, moderatore, giornalista e inviato speciale de IL MATTINO.
Facendo il “racconto dell’Usuraio” introduce lo scenario delle commistioni tra Banca e usuraio. “Verso questi delinquenti che non hanno paura di nulla, nemmeno delle pene più aspre, hanno paura solo del sequestro dei beni come i 130 miliardi sequestrati al clan Contini. – sottolinea come sia – Meritoria l’azione della Cofidi con Vincenzo Gagliano e della Confesercenti con Attilio Astone. – e sottolinea – Proprio nei giorni scorsi c’è stata l’iniziativa di alcuni giovani guidati dalla dott Marisei che hanno realizzato diversi sportelli contro i fenomeni di usura“.
Franco Malvano, Commissario Regionale antiracket e antiusura:
Evidenziando l’interesse verso il fenomeno dell’usura ha ricordato come “da Salerno sono giunti da 13 comuni, 30 progetti che intendono affrontare il problema dell’Usura e del Racket. – e ha aggiunto – Le forze dell’ordine hanno fatto un grande sforzo ma quasi inutile. – denuncia – La maggior parte dei beni confiscati restano li e il 98% falliscono. Non c’è stata nessuna capacità della politica di saper utilizzare questi beni confiscati. Sebbene vi sia un coordinamento e un ottimo lavoro delle associazioni non vi è nessun avanzamento. Le denunce sono ridicole. L’attività repressiva non sortisce effetti. Il problema è negli istituti bancari e la Prefettura non interviene.
Antonella Mansi, Vice Presidente della Confindustria:
“Confindustria è molto impegnata su questo terreno. Il nostro codice etico risale al ’91. Bisogna incentivare grandi impulsi sulla formazione e la prevenzione per rispettare il patrimonio di legalità. Questi temi ormai non riguardano più solo il mezzogiorno ma l’intero Paese. Noi facciamo la nostra parte ma ci sono una serie di condizioni o precondizioni che non dipendono da noi. Il problema è il credito. Bisogna creare un reating della legalità. Le associazioni hanno un grande peso e una grande responsabilità noi le sorteggiato. 26 miliardi confiscati.
Gli interventi sono frutto della gentile collaborazione della Giornalista Lucia Gallotta.
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Eboli, 20 febbraio 2015
2 commenti su “Antiracket e Antiusura: Da Eboli il Convegno della “speranza”. E la Prefettura e le Banche?”