Legambiente Battipaglia: Il Comune si opponga al Grande Progetto della Fascia Costiera

Legambiente “Vento in faccia” chiede al Comune di Battipaglia di costituirsi in giudizio contro il Grande Progetto “Interventi di difesa e ripascimento del Golfo di Salerno”.

“La valorizzazione del territorio comunale muove anche dalla difesa del litorale battipagliese dalla forte artificializzazione prevista da un progetto che se non risolve il problema dell’erosione costiera, di sicuro distrugge un contesto di straordinario interesse paesaggistico, da cui ripartire per il futuro”.

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da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – Il circolo Legambiente “Vento in faccia” Battipaglia-Bellizzi, come gli altri circoli della Piana del Sele, dal 2012 è impegnato nel contrasto al Grande Progetto ‘Interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno – Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio, Agropoli’ POR FESR 2007-2013. Un intervento dai numeri impressionanti se si considera che è stato pensato dai tecnici della provincia di Salerno e della Regione Campania per frenare l’erosione costiera per 37 km di costa. Un fenomeno che però interessa il litorale capaccese ed ebolitano rispettivamente per soli 5 e 6 km, quelli prossimi alla foce del Sele, su un totale di 20, essendo il resto addirittura in accrescimento. In prossimità della foce del Tusciano, invece, investe Battipaglia per soli 3 km (i restanti risultano stabili) e Pontecagnano per 6 km, in entrambi i casi per via dell’occupazione abusiva del demanio costiero, per la presenza della S.P. Litoranea che copre la duna, ma anche per lo scarso apporto detritico dei fiumi Picentino e Tusciano. Sembra evidente che l’idea di investire 70 milioni di euro, di cui 52 cofinanziati dalla Commissione Europea, per prendere 1.300.000 t di massi calcarei e costruirci 42 barriere a T tutte uguali e 3 celle tradisce un approccio alla variabilità e alle cause del fenomeno erosivo un po’ sbrigativo e per nulla risolutivo, dato che il Grande Progetto non interviene su aspetti ben più determinanti, quali appunto l’abusivismo e i bacini idrografici.

Il circolo lo scorso 13 febbraio ha pertanto inoltrato richiesta ufficiale affinché il Comune capofila della Piana del Sele prenda una posizione rispetto a questo problema che aleggia sul futuro di un territorio, per cui sembra si sia schiusa una nuova stagione con l’ultimo commissariamento, approdata al recente affidamento dell’incarico di redigere le linee programmatiche del nuovo PUC all’architetto Alvisi e al suo staff, già partecipe del G124 di Renzo Piano, e che individua nel recupero della identità locale, nella visione del paesaggio extraurbano di Battipaglia inteso in continuità con il nucleo cittadino, nella difesa del suolo e nella valorizzazione della fascia costiera e delle sue eccellenze i propri pilastri. Il Grande Progetto muove in una direzione diametralmente opposta: opere rigide, decadimento delle acque costiere, forte impatto in termini di cantierizzazione e mezzi pesanti per almeno 2 anni, estremo sperpero di denaro pubblico per una soluzione vetusta, abbandonata laddove è stata già adottata, come a Pescara e a Rimini, perché inefficace e bisognosa di manutenzione esosa e costante, nonché foriera di una forte cementificazione a terra.

È di questi giorni la notifica da parte del TAR della Campania della data del 5 novembre per l’udienza pubblica sul ricorso che Legambiente ONLUS e Legambiente Campania, insieme ai circoli territoriali dei Comuni interessati, nonché la Riserva Naturale Foce Sele Tanagro, hanno presentato in due procedimenti avversi al Grande Progetto e per l’annullamento del Decreto Dir. Del dipartimento 52 – Direzione Generale 5 – U.O.D. 7 Valutazioni ambientali – Autorità ambientale n. 532 del 7.04.2014, con il quale è stato espresso parere favorevole con prescrizioni di VIA integrata con VI e per tutti gli atti, relazioni, pareri, autorizzazioni, etc. resi nel corso del medesimo procedimento, laddove funzionali all’espressione del parere favorevole di compatibilità ambientale del progetto, seguiti dal deposito di motivi aggiuntivi che impugnano l’esito della conferenza di servizi di approvazione del Progetto Definitivo.

“Riteniamo che avere il Comune di Battipaglia dalla parte della sostenibilità ambientale e della difesa del paesaggio e delle sue eccellenze potrebbe essere un ulteriore segnale di difesa degli interessi generali della collettività, in piena linea con un processo che già sembra si stia fondando su una programmazione di ampio respiro, ben oltre i termini del Commissariamento – spiega Valentina Del Pizzo, archeologa del circolo e coordinatrice della campagna nazionale Paestumanità, di tutela del paesaggio di Paestum e della Piana del Sele – Approvato il metodo, non resta che confidare nella costituzione in giudizio avverso al Grande Progetto da parte dell’Ente e che l’avvocatura possa avviare l’iter legislativo finalizzato a sottrarre il nostro territorio all’impatto di un’opera tanto inefficace quanto dispendiosa, ma soprattutto nociva per il futuro della Piana del Sele. Contestualmente a questa richiesta, infatti, e pensando alla nuova partita del PUC di Battipaglia, abbiamo protocollato anche quella di redigere la carta di tutela del patrimonio culturale del nostro Comune e quella che registra i beni demaniali, rispettivamente di proprietà dell’Ente locale, della Provincia e dello Stato ivi presenti. Con questi strumenti qualunque tipo di progettazione futura avrà la possibilità di basarsi su dati scientificamente fondati e distribuiti sul territorio, utili alla conoscenza dello stesso, condizione indispensabile a qualunque forma di tutela e di valorizzazione che si voglia immaginare”.

Battipaglia, 17 febbraio 2015

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