Alla ricerca di energia pulita dal Quotidiano Terra
di Erasmo Venosi
ROMA – Recentemente si è svolta a Milano , una Conferenza sulle ricerche di frontiera in campo energetico. Si è parlato di “Reazioni piezonucleari“, “trasporto positronico“, “fusione fredda“. Le reazioni “piezonucleari” utilizzano la pressione degli ultrasuoni in un liquido , entro cui viene prodotto in una zona microscopica una temperatura altissima (la sono- luminescenza ossia produzione di luce in un liquido con il suono) e utilizzando ferro. L’energia è tre volte quella , del nucleare che conosciamo e senza scorie. Tale procedura ha realizzato , il dimezzamento della radioattività in un campione di torio, in un tempo diecimila volte inferiore a quello occorrente in natura.
Presentata al Ministero dell’Ambiente nel 2008 , la energia da ‘antimateria (una “particella” chiamata positrone , la stessa usata in diagnostica radiologica per la PET), sembra aver prodotto della energia (emissioni gamma). Il fenomeno invece sottoposto al più violento discredito è la fusione fredda. Il Nobel per la fisica Josephson, classifica l’atteggiamento verso la fusione fredda come “incredulità patologica”, pur in presenza di forti evidenze sperimentali e di riproducibilità del fenomeno. La fusione fredda, consiste nello “spingere dentro” un metallo il palladio , un gas il deuterio, “gemello obeso” (isotopo) dell’idrogeno. La fusione si verifica quando per ogni più piccola particella (atomo) di palladio ne corrisponde , una di deuterio.Il prodotto finale è un gas innocuo, l’elio e la più alta densità di potenza (kw in un cubo di un centimetro di lato) , conosciuta sulla terra. Fenomeno spiegato con la coerenza (elettrodinamica quantistica) in reazioni che avvengono nel metallo.
Nella fusione fredda sembra però emergere anche una altra inquietante implicazione : l’interesse militare per l’uso di uranio impoverito (residuo dell’arricchimento dell’uranio naturale). Secondo i padri della “fusione” Fleischmann e Pons, la tecnologia dei proiettili a uranio impoverito si baserebbe proprio sui fenomeni da loro identificati. A supporto di tale ipotesi ci sono molte stranezze , incompatibili con gli effetti attesi dal proiettile all’uranio, che dovrebbe unicamente avere un elevato potere di penetrazione.
La generazione di radioattività e la fusione di ampie parti , per esempio di un carro armato colpito. L’annerimento delle vittime simile a chi è colpito da radiazioni nucleari. L’uso di grandi bombe a uranio impoverito a Bagdad ha determinato la vaporizzazione delle vittime, riconoscibili dalle impronte dei corpi visibili sulle pareti dei bunker. E ancora particelle ultrafini di bario che è un tipico prodotto di fissione dell’uranio.
Probabilmente il deuterio potrebbe essere “caricato” nell’uranio fino ad un certo limite ,e in certe condizioni operative generare una fusione fredda che accende una fissione che genera radiazioni .Un’arma nucleare tattica, il cui funzionamento non può essere divulgato? L’ultimo Rapporto European Innovation Scoreboard prende in considerazione 29 indicatori per la classifica R & S: l’Italia è al 22 posto su 32 Paesi.Se consideriamo gli investimenti, solo in campo energetico allora precipitiamo ancora più giù. Eppure in bolletta gli italiani pagano una componente, la A-5 destinato alla ricerca di sistema elettrico.
Infine risorse pari a 80 mln di euro per la stabilizzazione dei ricercatori sono stati “stornati” e nemmeno il sottosegretario al MIUR On Pizza, sembra conoscerne la destinazione! Un Governo insomma con il “futuro alle spalle”.
Erasmo Venosi