ROMA – Prove di dialogo presso la Sala Conferenze di piazza Montecitorio 123/a a Roma tra Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani. L’occasione è la presentazione del libro/intervista di Rosy Bindi “Quel che è di Cesare”, curato da Giovanna Casadio. Insieme a Fini e Bersani ne discutono, coordinati dal Direttore della “Stampa” Giulio Anselmi, Gianfranco Brunelli, Direttore della Rivista Cattolica “Il Regno”, Giovanna Casadio e Rosy Bindi.
Nell libro/intervista la vicepresidente della Camera Bindi riflette sul rapporto tra fede, politica e religione, laicità, impegno politico e valori etici, nel tentativo di superare quel reciproco pregiudizio tra credenti e non credenti che ruota intorno al valore della laicità.
Rosy Bindi è una delle voci più importanti rimaste a difendere l’identità e l’eredità dei cattolici democratici in politica. Nel suo libro/intervista “Quel che è di Cesare”, edito da Laterza, ha voluto rendere una valida testimonianza di quel che è la fede cristiana e quello, che può portare come contributo in politica nelle istituzioni, nel lavoro, in quello che è il volgere democratico quotidiano. L’essere cittadino e credente è la prova che non confligge con il concetto che la democrazia è atea e semmai agnostica, e l’impegno e la testimonianza della Vice Presidente della Camera ne sono la prova. Questo paradosso riesce a far convivere l’impegno civile nelle istituzioni e l’essere osservante e obbediente ai principi di fede e cristiani.
La laicità, come e’ già avvenuto in epoche recenti e meno recenti in Italia, può essere sicuramente un terreno di incontro e non di contrapposizione politica. Questa è sicuramente la semplificazione che si è operata nel corso del dibattito della presentazione del libro di Rosy Bindi e su questo terreno si sono esercitati il Presidente della Camera Gianfranco Fini e il segretario del Pd Pierluigi Bersani sulle domande intelligenti e coinvolgenti di Giulio Anselmi.
Se Bersani cita le questioni di attualità come: la legge sul fine vita; il confronto sull’uso della pillola abortiva, il rapporto tra scienza e “manipolazione” e tutte le altre questioni etiche che saranno oggetto dibattito parlamentare, e viene alla conclusione – ”A Cesare diamo la moneta, ma non l’uomo”, citando il titolo del libro, dice a proposito dei temi etici – ”La laicita’ e’, e per me resta, la capacità della politica di decidere per il bene comune” -; Fini, condividendo l’idea che la laicità può essere un terreno di incontro e di dialogo, cita, a conferma della sua convinzione, il saggista Claudio Magri – ”Laicita’ e’ tolleranza, dubbio rivolto alle proprie convinzioni…” -.
Fini come Bersani, apprezzando il libro della Bindi, è convinto che bisogna andare oltre le tradizionali contrapposizioni tra laici e cattolici in Italia: ”La dialettica e’ auspicabile, non la tendenza a erigere barriere ideologiche” -. Trattando poi il tema degli immigrati, ha voluto rivolgere un appello – ”Occorre da destra liberarsi da una certa retorica nazionalista che ha fatto sì che la parola Patria fosse pronunciata solo da una parte, nello stesso tempo la sinistra si liberi dalla sua retorica internazionalista” -.
Mentre Gianfranco Fini interloquiva con Bersani e le riflessioni di entrambi coincidevano a pochi metri dalla sala dei convegni adiacente al Capranichetta, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a proposito dei Magistrati e dei temi della Giustizia (Il processo breve, il lodo Alfano sulla sospensione dei processi alle più alte cariche dello Stato), lanciava il suo anatema, minacciando di mettere alla porta chi nel PdL non si adegua alla Maggioranza.
In chiusura della manifestazione, condotta sapientemente da Giulio Anselmi, Rosy Bindi ha espresso la sua soddisfazione per la discussione che ha suscitato il suo libro e per i temi che sono emersi dal dibattito – ”Attraverso la categoria “laicità” ho cercato di percorrere le nuove sfide della modernità che attendono la politica, non dimenticando il mio essere cattolica” -.
Il libro di Rosy Bindi è sicuramente un’icona rivolta al cattolicesimo popolare, al suo rafforzamento nella società moderna distratta e superficiale, ma vuole anche celebrare la laicità nel rapporto con la politica e le istituzioni, come uno dei massimi valori da contrapporre alla vacuità di una società che smarrisce i suoi punti di riferimento.
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La PDL di fatto, non esiste, Fini non vuol morire berlusconiano, ha inteso che se vuol coltivare velleita’ future di ricoprire il ruolo di Leader del centro-destra, deve smarcarsi da Berlusconi, e dai particolarismi della Lega! L’affaire Mr.Pesc, dove il Premier in prima persona era intervenuto in Belgio x caldeggiare D’Alema, dimostra che siamo “nani politici” nella UE. “tremendino” Tremonti rischia l’eslusione dall’Eurogruppo dei ministri economici , Tajani potrebbe essere estromesso dal sua carica di Commissario ai trasporti , e per l’Italia paese fondatore della CECA ’51 prima, e CEE ’65 dopo, e’ uno smacco insostenibile! Il dialogo fisiologico in una democrazia compiuta tra la magg. e l’opp. nel nostro paese è stata scandita da una rissosita’ incivile ed inqualificabile, tale incomunicabilità si ripercuote su cittadini ed imprese, le riforme vere latitano, e la “guerra civile” potra’ esserci non per la giustizia, che non ritengo sia il 1° pensiero dell’uomo della strada, ma soltanto per la crisi economica, che getta nello sconforto mln. di famiglie, imperante, che nel 2010 darà il morso più profondo nel tessuto sociale! Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata, mai come ora attuale simile massima, della mancanza di senso della realtà di lor signori politici!
D’alema è stato trombato proprio dai suoi compagni socialisti europei.
Ma Berlusconi ci ha messo la faccia!! I Socialisti Europei, lo hanno abbondanato perche’ aveva alle spalle un simile Governo screditato….GLI UNICI ACREDERCI, ANCORA SIETE SOLI VOI!!!
Altro che dialogo, questi si dovrebbero mettere subito d’accordo per un governo istituzionale per salvare l’Italia da Berlusconi e dalla guerra civile invocata da Berlusconi. Non si può più andare avanti con questo modo di governare che scredita continuamente le istituzioni. Intervengano i Partiti prima che intervenga l’Europa.
AIUTO SIAMO IN PERICOLO. OBAMA INTERVENGA IN ITALIA PER RIPRISTINARE LA DEMOCRAZIA E CI SALVI DA BERLUSCONI CHE ISTIGA ALLA GUERRA CIVILE
uh mamma mia remo mastrolia!!!!!!!!!!!!!!!!! uha uha uhauhhahahhahah
Hae, c’ vulev pur mastrolia!!!!!
siamo ormai alla frutta……………………….approdano a Montecitorio gli ebolitani illustri:
Trappolone
Scialone
Super Mastrolindo
Povera Italia
ecco come si chiamava quello, scialone….. ah ah ah ah ah ah ah ah…. l’avevo visto insieme al trappolone, ma non ne ricordavo il soprannome….. cose da pazzi, non ce la posso mai fare….
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E’ il caso di ricordare a tutti voi che è importante attenersi strettamente alle discussioni dei temi proposti ed evitare offese gratuite e interventi con contenuti che potrebbero urtare la suscettibilità di chi interviene. Bisogna sicuramente criticare, ma bisogna comunque rispettare i propri interlocutori.
Vi prego di non lasciarvi andare e di abbassare i toni della discussione. Se vogliamo continuare a “giocare”, evitiamo di distruggere il “giocattolo”.
Grazie