“Re Giorgio”, il Capo dello Stato potrebbe lasciare l’incarico anche a metà gennaio. Renzi: “Il Parlamento non avrà problemi ad eleggere un nuovo Presidente”.
Le dimissioni saranno presentate a Laura Boldrini che, per l’elezione del successore, convocherà entro due settimane le due camere in seduta congiunta, e poi a Pietro Grasso, seconda carica dello stato, che da quel momento eserciterà le funzioni di reggenza.
di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Tra le righe, non si legge soltanto la non disponibilità a lasciare la guida mentre il Paese si trova in un momento istituzionale drammatico; infatti molti avevano erroneamente pensato che le dimissioni potessero arrivare prima del 2015 e la data ipotizzata era semmai quella del 20-21 gennaio. Ciò che si intuisce è che Re Giorgio non ha intenzione di arrendersi nella sua tenzone politica riguardanti le riforme, prima tra tutte quella della legge elettorale, vengano portate a termine entro un brevissimo lasso temporale. Dunque, ancora una volta torna utile l’esempio del mantice, per spiegare come i poteri del Presidente si flettono o si comprimono alla bisogna (e forse Napolitano ne è l’esempio in eccesso), questa volta può essere utile ad evidenziare come la data delle dimissioni sarà sicuramente “malleabile” e strutturata in modo da non ostacolare, i lavori parlamentari e l’approvazione delle normative di riforma.
La principale preoccupazione era quella di arrivare alla fine del Semestre Europeo, che si chiude ufficialmente con il discorso del Presidente del Consiglio a Strasburgo il 13. In seguito si profila un addio in quattro passaggi:
- Il primo, cominciato il 16 dicembre con il discorso alle alte cariche istituzionali con la via delle riforme è segnata, e occorre andare sino in fondo. Soprattutto, sottolineare (anche se in privato ufficiosamente Napolitano ne è deluso) di come la Nazione abbia un futuro migliore, con un giovanissimo Premier, “Non c’erano altre alternative”, quasi riverberandogli la propria autorevolezza, soprattutto in campo internazionale;
- Il secondo con il discorso ai rappresentanti dei governi stranieri l’Italia sta facendo miglioramenti, (toccando i temi delle migrazione e dell’Islam in chiave distensiva e con toni molto diplomatici) quindi degna di supporto e fiducia;
- Il terzo passaggio è stato quello militaresco, congedandosi da capo delle Forze Armate con i nostri militari in missioni all’estero, e al ancora da presidente del Csm, l’organo di autogoverno della magistratura a Palazzo dei Marescialli;
- E infine il quarto passaggio, che sta più a cuore a Napolitano, il discorso di fine anno alla Nazione, dove traccerà un consuntivo di questi otto anni e mezzo da Presidente, e spiegando sicuramente le ragioni per le quali accettò il rinnovo del mandato nel 2013, e quelle anche personalissime, motivi di salute e preoccupazione dei figli e signora Clio, per le quali non se la sente di continuare la missione.
Poi, due settimane di ordinaria amministrazione al Quirinale, e congedi privati, incontri vari di routine di minore importanza. Dopo il 14 gennaio, il grande studio a Palazzo Giustiniani, nel quale Napolitano aveva già fatto trasferire tutti i propri libri già alla fine del settennato nel 2013 alla vigilia del governo di Enrico Letta, prima della inopinata rielezione. Da lì il Grande Vecchio seguirà la strategia machiavellica per la elezione del suo successore.
Una elezione, che date le condizioni politiche e con l’approssimarsi di due appuntamenti elettorali, da brivido, e in aggiunta, sotto lo sguardo severo delle cancellerie di mezzo mondo ,soprattutto dei mercati internazionali. Anche per questo da Bruxelles Matteo Renzi cercava di tranquillizzare un po’ tutti, ostentando la sua consumata sicumera di occasione, «sono sicuro non ci saranno problemi ad eleggere il nuovo Capo dello Stato». Diceva il Premier-Segretario Pd, ma quanto fossero sentite realmente tali affermazioni è tutto da vedere.
Infatti Berlusconi ed il suo entourage di FI premono per avere un Presidente di (loro) garanzia, come clausola prodromica della tenuta del Patto del Nazareno, quell’ accordo che racchiude le famose riforme e la nuova legge elettorale a sostituzione del Porcellum bocciando ante litteram Romani Prodi, nel 2013 ricordiamo, uccellato dai franchi tiratori del centro sinistra, una ferita ancora aperta per il Partito Democratico, ma tenendo la porta semi aperta invece ad Emma Bonino, leader storica dei radicali ed ex Ministro degli affari Esteri, un presidente in rosa per allinearci alle nazioni del nord Europa molto evolute,chissà?
Di sicuro un sondaggio commissionato “a caldo” dall’Huffington Post all’istituto Ixè, vede la maggioranza dei nostri connazionali tifare si fa per dire per un Napolitano-ter, seguito a ruota dalla leader radicale, dall’ inossidabile Prodi, e infine dall’attuale Governatore Banca Centrale Europea, Mario Draghi.
Un dato da sottolineare e che i partiti per scaramanzia ancora non avanzano candidature “di bandiera”, ne Matteo Salvini Lega, o Angelino Alfano Ncd,come tutti glia altri tengono un profilo basso e un rigido riserbo assoluto, per non “bruciare” il potenziale candidato, loro espressione.
Unica voce sopra le righe, ma ci siamo fatti da tempo l’abitudine è quella di Beppe Grillo, Guru del Movimento Cinque Stelle, che afferma con la sua solita protervia: ”Napolitano non dovrebbe dimettersi, ma costituirsi, ha firmato di tutto, noi M5S unica alternativa”, senza argomentare nello specifico le colpe del Presidente della Repubblica, passando con voli pindarici, da referendum abrogativi sull’ €, che sono anticostituzionali, alle riforme istituzionali, agli scandali di Roma etc, i n un crescendo affastellato di slogan ed urla più che diconcetti articolati.
In sintesi, la battaglia per il colle più alto possiamo dire che sia appena iniziata, le schermaglie partitiche giocheranno un ruolo aperto anche ad elezioni presidenziali in atto, tra sotterfugi e tradimenti, come da consumata prassi istituzionale temo si dovranno attendere diverse votazioni per avere, mutuando un espressione vaticanista, la “fumata bianca”, ma già da oggi ogni cittadino potrà trarre le sue conclusioni dopo questo settennato con extra time di Giorgio Napolitano: è stato davvero un presidente di garanzia o ha davvero travalicato i suoi limiti notarili, e se lo ha fatto, lo ha attuato per il bene della stabilità nazionale, come affermano i suoi sostenitori, o di contro invece ha soverchiato l’equilibro tra le istituzioni per finalità partitiche, dunque in sostanza violando la Costituzione? Quanti italiani dunque, lo rimpiangeranno in futuro e quanti invece a partire da adesso “con viva e vibrante soddisfazione” parafrasando l’ottimo Maurizio Crozza nelle sue imitazioni televisive, saranno ben lieti di non vederlo più assiso sul Colle? Napolitano è fino alla fine oggetto di accesi dibattiti, non è la prima volta e non sarà l’ultima.
Roma, 21 dicembre 2014
la trimurti suprema era tutta illegittima per effetto domino,in quanto eletta da almeno 130 parlamentari illegittimi,come sentanziato dalla corte costituzionale:la legge elettorale aveva punti di incostutizionalità.Ora per legge,i tre signori dovrebbero restituire le prebende illegittimamente intascate.Ogni loro atto è nullo.
Anche renzi soffre degli stessi difetti
L’unico ancora legittimo costituzionalmente è il popolo sovrano, che se si riunisse anche in uno stadio li potrebbe spedie a copiole nelle chiappe
Ci stiamo avvicinando all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica,all’approvazione di una nuova legge elettorale (forse) e siamo quindi nel pieno di un periodo di transizione che di per sè è un periodo confuso che,in un certo senso favorisce i pescatori nel torbido.Grillo ha colto questa occasione per attaccare violentemente il Presidente Napolitano pensando con questo sistema di ritornare in prima pagina dei giornali,dalla quale è quasi sparito,per dimostrare di essere ancora in vita e magari di dare uno scossone al suo movimento e frenare l’esodo di molti suoi parlamentari che non possono certo essere soddisfatti dei risultati raggiunti.Purtroppo,per lui chiaramente.una sparata simile non può essere sufficiente a bloccare la diaspora in atto.
vendola ha già bruciato prodi, si fanno avanti caricature di candidati come feltri e il furbo patron di esseleunga capriotti che a sud di roma non ha mai investito un cent, ne vedremo delle balle….
SU NAPOLITANO ALEGGIANO ACCUSE DI OMISSIVE SUL CASO SVERSAMENTI-TERRA DEI FUOCHI AI TEMPI ANNI 90 CUI ERA MINISTRO INTERNI.
PER IL BENE DELLA REPUBBLICA SI APPROFONDISCANO I FATTI.
le elezioni saranno a maggio nell’election day parsimonioso si accorporeranno comunali e regionali,infatti il mese di marzo sarebbe una data vicina alle dimissioni ed elezione capo dello stato, che tra reggenza grasso e varie votazioni potranno passare anche 60 gg