Alla presenza di quattrocento congressisti, dirigenti e docenti, provenienti da tutta Italia si è concluso all’Hotel Ergife di Roma, il X° Congresso Nazionale dell’ANP.
La convention, dal titolo “Accelerazione nella coerenza” è stata un’occasione per la definizione futura delle politiche scolastiche, cominciando dal rilancio dell’autonomia alla ridefinizione delle modalità organizzative al lavoro all’interno delle istituzioni scolastiche.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Alla presenza di quattrocento congressisti, dirigenti e docenti, provenienti da tutta Italia si è tenuto nei giorni 11, 12, 13 e 14 dicembre 2014, all’Hotel Ergife di Roma, il X° Congresso Nazionale dell’Associazione Nazionale Presidi. Un’occasione per la definizione futura delle politiche scolastiche, cominciando dal rilancio dell’autonomia alla ridefinizione delle modalità organizzative al lavoro all’interno delle istituzioni scolastiche.
“Il motto di questo congresso dice accelerazione nella coerenza. La coerenza è garantita dal nostro passato e dalle linee di azione associative tracciate per il futuro. L’accelerazione sarà possibile se tutti vi sentirete impegnati a renderla possibile“. Cosí Giorgio Rembado il riconfermato Presidente nazionale Anp in occasione del X° congresso nazionale dell’associazione presidi dal titolo ‘Accelerazione nella Coerenza’.
Il primo giorno dopo la lettura dei messaggi di saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente della Regione Nicola Zingaretti e della parlamentare europea Silvia Costa, l’assemblea pubblica è stata aperta dalla relazione del Presidente Rembado che ha messo in luce le difficoltà e le problematiche con cui si sono dovuti confrontare i dirigenti scolastici, difficoltà che si sono unite alla crisi che ha colpito il nostro Paese.
Dal 2011, anno del precedente congresso Anp, ad oggi – ha sottolineato Rembado, nonostante il contesto non sia stato dei più facili l’impegno e la partecipazione del sindacato non si è fermato. Tra le misure più pesanti di questi anni Rembado ha ricordato il blocco dei contratti dal 2010, il taglio del 25 per cento delle sedi dirigenziali, l’aumento del volume degli adempimenti burocratici, l’attacco all’autonomia scolastica ma anche la diminuzione del fondo unico nazionale al diminuire dell’organico e il mantenere la dirigenza scolastica fuori dal ruolo unico della dirigenza statale.
Secondo il presidente qualcosa si sta muovendo ma la strada da fare è ancora lunga, “se non altro il programma la buona scuola è uno dei pochi tentativi di formulare una proposta complessiva sul futuro, ha il merito di essere portatrice di idee forti e di speranze per il futuro dell’istruzione“. Un documento non completo e da migliorare – ha aggiunto – ma una buona base da cui partire. In particolare Rembado, rispetto all’assunzione dei precari, ha affermato come “la scuola ha bisogno di buoni insegnanti e non di tanti insegnanti. Ha bisogno delle persone giuste al posto giusto“. Altro punto su cui ragionare è “il merito e la carriera, due punti centrali del programma ma appare difficile conciliare questo con lo scorrimento delle graduatorie che non rispettano quei criteri“. Il “Tutti dentro” non è la soluzione per l’Anp.
“Deve esserci la possibilità di chiamata diretta da parte dei dirigenti – ha aggiunto – e lo strumento potrebbe essere un portfolio nazionale con le competenze di ciascun insegnante“. “Una buona scuola – ha affermato Rembado – richiede anche buoni dirigenti ma di questo nessuno si è preoccupato, stranamente nel documento non se ne parla come se fosse qualcosa che nasce spontaneamente. Ci si sofferma sulle modalità per migliorare la qualità dei docenti ma niente viene detto sui dirigenti, ci si dilunga sulle modalità del concorso ma nulla si dice sui prerequisiti dei concorrenti che sono i punti di forza dei futuri dirigenti per annullare il deficit di cultura specifica relativamente alle funzioni dirigenziali della pubblica amministrazione. Per parte nostra – ha proseguito – proponiamo uno stretto collegamento tra la valutazione e la carriera per merito degli insegnanti e dei futuri dirigenti, un corso/concorso che preveda qualche strumento per far emergere gli aspetti attitudinali connessi con una funzione fondata sostanzialmente sulla guida e sulla gestione delle risorse umane“.
L’europarlamentare ed ex Ministro Luigi Berlinguer ha auspicato una rivoluzione nei cicli scolastici e il vice presidente di Piccola Industria di Confindustria Bruno Scuotto, ha auspicato una maggiore implementazione del ponte fra scuola e lavoro.
Il Dirigente scolastico Dario Palo (I.C. “Fiorentino” di Battipaglia) delegato al Congresso Nazionale in rappresentanza dei dirigenti scolastici della Provincia di Salerno nel suo intervento ha relazionato in merito alla bozza programmatica del Governo denominata Buona Scuola, il cui iter parlamentare dovrebbe iniziare nei primi mesi del 2015.
“Deve esserci coerenza fra obiettivi dichiarati e strumenti messi in campo”. Quasi contemporaneamente all’uscita del documento la categoria dei dirigenti scolastici è stata oggetto di due “coltellate alla schiena”:
- La decurtazione ad opera dell’Ufficio Centrale di Bilancio del Fondo Unico Nazionale (FUN) destinato a retribuire le attività aggiuntive della categoria (retribuzione di posizione parte variabile, di risultato e delle reggenze). I dirigenti scolastici avranno una decurtazione media nel prossimo biennio di € 5700.
- L’esclusione dei dirigenti scolastici dal Disegno di legge n.1557 di riforma della dirigenza statale (Ruolo unico dei dirigenti). La categoria oltre a subire la beffa di una sperequazione nelle retribuzioni accessorie di posizione e di risultato all’interno dei ministeriali (La retribuzione media annua lorda di un dirigente scolastico rispetto ad un dirigente amministrativo appartenente alla stessa fascia (2^) è pari a circa €50.000!- Fonte Tuttoscuola 2014) sta subendo anche l’onta di un’assurda ed ingiustificata esclusione.
La “Buona Scuola” declina un profilo forte di dirigente scolastico e l’ANP deve ottimizzare la comunicazione verso l’esterno ed i media in generale per far uscire la categoria dall’ ”invisibilità”. Dirigenti e docenti se riconosciuti nella loro dignità professionale, motivati, gratificati e proporzionalmente retribuiti (gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa) potranno ottimizzare al massimo la loro capacità di garantire il successo formativo degli alunni attraverso un servizio pubblico efficiente, efficace e di qualità.
Per il Dirigente Scolastico Palo, sotto la lente del Congresso c’é il centralismo normativo, l’eccesso di burocrazia e i limiti dell’autonomia scolastica attualmente in corso: “Sotto il pretesto di dover tenere sotto controllo la spesa pubblica, il Ministero dell’Economia ha esteso il suo potere su tutte le pubbliche amministrazioni, trasformandole da centri di indirizzo in centri di costo, da tenere a bada e da smagrire in qualunque modo. Il risultato è che le autonomie locali, fra cui le scuole, si trovano avviluppate in adempimenti fini a se stessi”.
Roma, 15 dicembre 2014