L’Agricoltura, le politiche agricole, la salvaguardia delle tipicità e della produzione tra le priorità dell’API di Eboli.
L’API pone all’attenzione delle forze politiche del centrosinistra, da inserire nel programma per le prossime elezioni comunali, il recuperare dell’ex mercato ortofrutticolo di San Nicola Varco e la realizzazione di un interporto logistico con le FFSS.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Mentre in Città infuria la battaglia a ranghi sparsi, gli uni contro gli altri armati, conseguenza dello sgretolamento dei due schieramenti di centrosinistra e di centrodestra, e mentre pare si faccia solo la conta misurando le forze in campo dalle presenze nei vari incontri che i vari leader politici hanno orgnanizzato, per iniziare quella che sarà la più lunga campagna elettorale che si ricordi, e mentre si attende che i “separati in casa del PD” si ricompongano, ecco che l’API (Alleanza per l’Italia), con i suoi dirigenti locali: Arturo Marra, Pasquale Lettera, Giuseppe La Brocca, Francesco Bello, Massimiliano Atrigna, Girolamo Mirra, Agostino Mastrangelo, Emmanuel Pili, Malandrino Ruggiero, Elio Gonnella; sposta il tiro politico e dalla conta si passa ad una proposta politica e indica nell’Agricoltura uno dei punti più importanti che si ritiene sia da porre davanti a tutti.
“Tra i punti programmatici, – scrivono i dirigenti API – che l’API pone all’attenzione delle forze politiche del centrosinistra alle prossime elezioni comunali vi è l’Agricoltura. In particolare gli obiettivi sono: Il Comune di Eboli ha un estensione territoriale di circa 148 km2 dove i terreni agricoli rappresentano il cuore della Valle del Sele.
- La certificazione dei suoli è fondamentale per consentire la tracciabilità della provenienza dei prodotti alimentari;
- istituire un assessorato all’agricoltura con un ufficio e personale in grado di intercettare finanziamenti Europei da destinare alle aziende agricole del nostro territorio;
- valorizzare la Quarta Gamma “verdure a foglia”, prodotti lavorati ed imbustati tipici della Valle del SELE. Dare un marchio d’origine controllata al prodotto per garantire sicurezza e zona di provenienza;
- recuperare l’ex mercato ortofrutticolo di San Nicola Varco per realizzare l’interporto logistico per il trasporto dei prodotti in sinergia con le Ferrovie dello Stato per il trasporto su rotaie;
- supportare le aziende agricole sia per intercettare i fondi europei sia per istruire le pratiche amministrative al fine di ridurre la burocrazia di un prodotto fresco;
- nei prossimi anni il settore agricolo prevede di assumere oltre centomila addetti in quanto è l’unico settore che può superare la crisi economica che sta attraversando l’Italia;
- l’agricoltura è una ricchezza del Comune di Eboli e come tale va rilanciata favorendo il ritorno dei giovani.”
L’API nella sua nota pone in discussione nuove e vecchie questioni: Nuove perché mai affrontate seriamente, nemmeno dalle associazioni datoriali, figuriamoci se dai produttori, e che sarebbero quel “quid” che potrebbe dare slancio e valore ad una produzione agricola, per quanto prima, certamente seconda a quelle altre produzioni che provengono da altre aree italiane e straniere perchhé suffragate da ottime reti commerciali e di valorizzazione, facendo appunto riferimento alle varie certificazioni; Vecchie, perché le discussioni che sono state poste sui vari tavoli politici nel corso degli ultimi 50 anni, hanno rappresentato la sconfitta di una classe politica che ha cavalcato quelle problematiche ma pur restando a cavallo non è mai giunta al traguardo, consegnandoci un “cimitero” di progetti, un “far west” di regole, un’anarchia di comportamenti, ma collezionando privilegi, benefici e successi a spese di un’intera comunità.
E così ci troviamo una Piana del Sele a forte rischio inondazione, perché mentre non si è provveduto ad una idonea canalizzazione delle acque reflue piovane o di irrigazioni, non si è provveduto alla dragatura e alla sorveglianza deglia rgini dei corsi d’acqua che l’attraversano la Piana, il Sele per primo. A questa aggiungiamo la legislazione regionale che consente la realizzazione di impianti serricoli fino alla copertura del 60% delle singole aree agricole. Facendo due conti ed escludendo da quei 148 km2 le aree occupate dall’urbanizzazione: Eboli capoluogo, le periferie urbanizzate tutte le eree impegnate per le strade comunali, provinciali, nazionali e i nastri di ingombro ferroviari, gli 8 km di arenile che complessivamente andrebbero ad incidere per il 30% circa dell’intero territorio comunale. se poi a queste si aggiunge tutti i suoli agricoli coperti dagli impianti serricoli, un ulteriore 40%, ne deriva che quei 15 mm di acqua piovana che potrebbero essere assorbiti senza nessun problema da una superficie di 148 Km2, vengono invece convogliati su circa la metà di quella superficie, e se si considera che la stessa quantità di acqua piovana anziché precipitare in 150 giorni si concentra in un 100tinaio, si deduce quale sia il pericolo e come sia a rischio l’intera Piana del Sele, e di quanto siano colpevoli le varie istituzioni a partire da quelle comunali, provinciali, regionali e nazionali, oltre che dei vari Enti e Consorzi, preposti alla gestione delle acque.
L’iniziativa dell’API è sicuramente interessante, ma sempre supponendo si faccia un’altra serie di studi come ad esempio: Monitorando in maniera seria, attraverso i Piani agricoli-culturali le varie produzioni di quanta forza lavoro effettiva è necessaria; Sulla base di quello studio verificare la questione delle questioni che riguarda i lavoratori comunitari ed extracomunitari che lavorano nelle centinaia di aziende agricole della Piana, se sono effettivanmente corrispondenti ai fabbisogni; Verificare nel contempo i luoghi di residenza di quella forza lavoro per evitare si possano verificare le circostanze indecorose e immorali di cui all’ex mercato ortofrutticolo di San Nicola Varco.
Purtroppo affrontare queste tematiche significa anche affrontarne altre come lo sfruttamento e come il caporalato, ma anche le varie circostanze che indicano come mediamente sia la dichiarazione dei redditi corrispondenti alla centinaia di Aziende Agricole, tra l’altro attenzionate dalla Procura della Repubblica, come fece rilevare il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, quando dirigeva l’Ufficio di Salerno, preoccupazioni riprese anche dal Senatore Franco Cardiello, poiché pare vi siano state e vi siano alcuni passaggi di mano e forti concentrazioni in mani sospette.
E’ capace l’API di generare un “Focus” su queste problematiche? Allo stesso tempo, poiché l’API è stato partners privilegiato dell’Amministrazione Melchionda, essendo impegnato con due Assessori in Giunta, viene spontaneo chiedere: perché mai tutte queste osservazioni, indicazioni e raccomandazioni non sono emerse nel corso dei 5 anni scorsi?
Eboli, 5 dicembre 2014
Non menate cazzate, i singoli comuni non hanno la facoltà da soli di operare nel settore primario. Avete omesso la cosa più importante x il settore: no consumo di suolo. No urbanizzazione .
Si ma come sono convinti, Api, cento voti con tutta la scorza.
🙁
Trasporto su rotaie dei prodotti agricoli freschi?
cos e’ pazz
Mah !!!
RUMORS DI CITTA’ DICONO CHE UNA GROSSA AZIENDA FRUTTICOLA DEL COMPRENSORIO CITTADINO STIA IN PESSIME ACQUE!
IL PROBLEMA AGRICOLTURA SI PONE, MA DEVE ESSERE TRATTATO CON SERIETA’ E COMPETENZA, LA DEMAGOGIA PER METTERE UN MICROFONO E QUATTRO SEDIE, LASCIA IL TEMPO CHE TROVA!
CI VOGLIONO AGRONOMI IMPRENDITORI DEL SETTORE E GENTE CHE LAVORA NELLA FIIERA X RISOLVERE O ALLEVIARE I PROBLEMI, ALTRIMENTI verba volant