Utilizzo dei beni confiscati alla criminalità per un “Centro ricerca”: Per Sinistra Unita e Rifondazione Comunista il primo atto è il ripristino della legalita’.
Sollecitiamo la Commissaria Straordinaria, dott.ssa Filippi, che regge le sorti del nostro Comune, ad intervenire in questa direzione. Occorre, naturalmente, avere subito delle idee sul come utilizzare questi beni: oltre ad una villa, si tratta di terreni agricoli.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – E’ di questi giorni la notizia di ulteriori beni confiscati alla camorra in agro di Eboli. – Scrivono in una nota Sinistra Unita il Movimento che ha come leader l’ex Sindaco di Eboli Gerardo Rosania e Rifondazione Comunista a proposito del recente sequestro di beni per un valore di 2 milioni di euro all’imprenditore Agricolo Giovanni Stabile, perché pare legato al clan Maiale – Non sappiamo se il provvedimento è definitivo, ma nel caso in cui lo fosse, o lo diventasse, noi riteniamo che il Comune di Eboli debba richiedere che questi beni gli vengano assegnati, ed inseriti nel patrimonio comunale come in anni passati, sicuramente fino al 2005, è sempre stato fatto. In questa direzione sollecitiamo la Commissaria Straordinaria, Vincenza Filippi,che regge attualmente le sorti del nostro Comune.
Occorre, naturalmente, – per Sinistra Unita e Rifondazione comunista – avere subito delle idee sul come utilizzare questi beni: oltre ad una villa, si tratta di terreni agricoli. Questi, noi riteniamo, possono, ad esempio, essere fatti rientrare nel protocollo d’intesa che proprio in questi giorni la Commissione Straordinaria che regge il Comune di Battipaglia ha firmato con il Centro Ricerche, per interventi a favore delle produzioni tipiche della Piana. In questo caso si è trattato dell’accordo per rimettere a coltura, su terreni confiscati alla camorra, quella tipologia di pomodoro , il “fiaschetto“, proprio della nostra realtà agricola fino agli anni settanta. Una scelta di grande intelligenza e di grande attenzione verso la riscoperta e la valorizzazione delle produzioni tipiche della Piana, di cui troppo spesso si parla senza che alle parole seguano i fatti.
Si potrebbe, a nostro avviso, – suggeriscono – riprendere una progettualità con l’ICATT di Eboli, o altre “comunità” presenti nel territorio, affinché le terre confiscate vengano affidate a Cooperative di lavoro costituite dagli ospiti di queste strutture, come avviene in altre realtà italiane. Discorso che anche ad Eboli si era avviato, in modo concreto, su una ex azienda bufalina.
La recente confisca riapre la questione dello stato dei tanti beni confiscati alla camorra, di cui il Comune di Eboli, negli anni fino al 2005, è stato destinatario: aziende agricole, appartamenti, depositi , ville ecc. Di queste strutture il nostro Comune aveva chiesto l’assegnazione per acquisirle al patrimonio comunale – ed erano in corso le pratiche burocratiche per definire il rapporto – e su di esse erano stati elaborati progetti di utilizzo a fini sociali.
La villa Falcone-Borsellino sulla litoranea è soltanto uno dei tanti beni che il Comune aveva richiesto di ottenere in assegnazione, ma
da anni di essi non si ha più notizia. Sapere se sono stati acquisiti al patrimonio comunale, o quale sia lo stato delle pratiche e quale ne sia, eventualmente, l’utilizzo deciso, è cosa di cui faremo richiesta alla Commissaria Straordinaria. In questi anni è stato impossibile avere risposte o informazioni dall’ Amministrazione comunale.
Riaffermare la “LEGALITÁ” – conclude la nota di Rifondazione Comunista e Sinistra Unita – sul nostro territorio passa anche attraverso atti concreti da parte delle Istituzioni locali, e quello del richiedere di acquisire al patrimonio comunale di Eboli i beni confiscati, ed utilizzarli per finalità produttive e sociali, è l’atto più concreto che una Istituzione possa compiere.
Eboli, 4 dicembre 2014