I retroscena delle Regionali 2014 in Emilia e Calabria. Gli scenari futuri in Campania in prospettiva delle prossime elezioni.
Dopo le Regionali c’é chi si lecca le ferite e chi gioisce. Crescono i malpancisti in Forza Italia. Si ribellano i 5stelle al duo Grillo-Casaleggio, Renzi va avanti e rischia di perdere pezzi di PD. In Campania: De Luca scalpita, nessuno lo vuole; Caldoro ci ripensa, non vogliono nemmeno lui. Che casino.
di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – Parafrasando il linguaggio calcistico si può dire che i partiti della coalizione di Governo, vincono ma non convincono, con appena il 40% dei votanti la sinistra vince in Emilia Romagna e in Calabria. Renzi esulta su Twitter:“2-0 per noi”.ma perde 769mila voti, mentre l’alleato Alfano diventa quasi irrilevante. Intanto in Campania, De Luca affila le armi contro Cozzolino per le primarie .
Il Partito Democratico lo aveva già preannunciato per tramite della ministra Boschi come peraltro lo aveva detto anche Renzi in persona: “non è un referendum sul governo”, ed infatti la tornata elettorale in Emilia-Romagna e Calabria deve essere contestualizzata in un test elettorale che coinvolgevacirca 4 milioni di elettori, dunque un test poco probante su scala nazionale. Quel che però risalta in tutte e due le Regioni la preminenza del non voto: in Calabria hanno votato intorno al 44%; ina Emilia “Rossa”, addirittura a votare sono stati solo il 37%; un dato sconcertante quest’ultimo, che tocca una regione da sempre molto politicizzata, e tra l’altro roccaforte della sinistra italiana, ma che è bastato a Bonaccini per farsi eleggere. Quivi pochi giorni prima le consultazioni, ci sono molti indagati dalla magistratura penale, toccando consiglieri regionali di tutto l’arco parlamentare, 42 allo stato dell’arte, che di certo sarà stato l’elemento che avrà adisgustato e non poco una regione che si è vista trascurata dall’esecutivo nazionale nelle ultime tragiche vicende calamitose, come il terremoto e le inondazioni degli ultimi anni.
In Calabria ha vinto un ex comunista, espressione della minoranza democratica, Oliviero, una riedizione formato Bonsai dell’Ulivo di prodiana memoria; si è voluto premiare un vecchio galantuomo di altri tempi, in una campagna elettorale tutto sommato sotto tono, molto meno vivace di quella emiliana, ma che deve rapportarsi ad un territorio dove disoccupazione, deindustrializzazione e in special modo la presa delle N’drine sulla società civile, soffoca ogni possibilità di riscatto.
Gli analisti hanno subito individuato un vulnus per il partito di governo e per la maggioranza stessa, un linguaggio neo liberista, poco attento e forse come in passato, sussiegoso, a quel mondo secondario ma accessorio alla sinistra stessa, come il mondo sindacale Cgil in testa, dove molti degli iscritti sono anche elettori del Partito Democratico, e mal hanno digerito atteggiamenti da “bulletto” del Premier verso quella gente e le loro istanze, e la troppa vicinanza al “nemico” Berlusconi, ricordiamolo, un “pregiudicato” che riscrive la Costituzione attraverso le famose Riforme, in un paese democratico non si era mai visto, il Jobs Act che spacca il partito con i Pippo Civati e Rosi Bindi che palesemente lo rinnegano con tutta la Sinistra Dem, ecco tutto questo modo di fare, danno sempre maggiormente l’impressione che Matteo Renzi sia un “corpo estraneo”, un elemento spurio nel centro sinistra. La politica economica non rende i frutti sperati, come anche sul fronte occupazionale, nuovo record negativo con i dati ufficiali, (chissà gli ufficiosi), che danno i senza lavoro oltre la soglia del 13%, un indice intollerabile per una moderna economia che voglia risalire la china; come lo stesso bonus degli 80 €, volatilizzatosi tra tributi e aumenti pubbliche forniture, non incidente nella vita concreta delle famiglie,complessivamente il PD ha perso, è bene dirlo, pur vincendo 769.000 preferenze. Insomma ha perso pur vincendo, o ha vinto pur perdendo.
Il “non voto” era molto temuto dai democratici, specie in Emilia Romagna. La campagna elettorale è stata molto fiacca, gli unici due momenti in cui si è destato l’interesse dei cittadini sono stati: lo scandalo per lo scontrino del sex toy comparso nei rimborsi di una consigliera Pd, e l’aggressione a Matteo Salvini, avvenuta fuori dal campo rom di Bologna. Il segretario della Lega ha fatto il pieno di voti, per cercare di lanciare un’Opa nel centrodestra. Due righe per il neo Segnatario della Lega Nord, che ha doppiato il partito azienda di Berlusconi, è riuscito nell’eroica impresa di risollevare un movimento territoriale da un declino che sembrava inesorabile, avviluppato tra scandali e malversazioni e così Salvini è riuscito con una politica tutta incentrata sulla “paura”, nei suoi vari “colori”, ad attrarre consensi, ed ora è l’Homo Novus del centro destra italiano.
Il Movimento 5 Stelle, invece, ha visto franare larga parte dei propri consensi e Grillo, ridottisi ad un decimo alle amministrative rispetto alle mirabolanti percentuali delle politiche del 2013, un esempio palese di come sul territorio conti poco o nulla il movimento, e di come anche le espulsioni continue, l’avvicinamento ai vari Farage e Le Pen, con il loro corollario di xenofobia e linguaggi anti europeistici, hanno spaventato la base elettorale, di larga parte votanti in libera uscita del centro sinistra, che potrebbero a breve rientrare in massa, oramai Grillo & Casaleggio, vengono visti come due despoti dediti alla politica solo per fare marketing lucroso, non rappresentano più una sana anti-politica, ma un becero linguaggio che spaventa.
Il’Ncd di Alfano, dal canto loro, ormai sono solo un orpello: da un lato tenta di ricomporre l’alleanza di destra con Forza Italia; dall’altro si dissocia da Salvini, cercando un difficile equilibrio di sopravvivenza. La stessa cosa per Sinistra Ecologia e Libertà, che tiene i magri ultimi consensi, ma che è ben distante alle prospettive elettorali a due cifre, su cui Vendola, scommetteva, lo stesso Leader visto come troppo “filosofo”, deleggittimatosi dopo le intercettazioni sul caso Ilva di Taranto, è stato sorpassato a “sinistra”, dal Sgretario combattivo della Fiom, Landini. Ma le dolenti note sono in Forza Italia, dove il coordinatore Toti, un manager di Pubblitalia, diventato un Manager del partito, viene retrocesso da Berlusconi in persona, a semplice Consigliere, mentre Raffaele Fitto, Ras regionale ed ex Ministro, condannato in primo grado per corruzione, vuole se non prendersi il partito almeno rivitalizzarlo sotto la sua guida, dove un Leader imbolsito, come l’ex Cavaliere, ha perso lo smalto dei giorni migliori.
La posta in gioco, è il famoso Patto del Nazareno, la nuova legge elettorale, coi relativi premi di maggioranza da decidersi alla Coalizione o al Partito vincente, che tanto scandalo ha destato nei due schieramenti politici. Il patto del Nazareno non è in discussione. E Salvini, leader della Lega Nord, uscita vittoriosa dalle urne dell’Emilia Romagna, è un goleador che può dare il massimo se rifornito di assist da un regista abile come Silvio Berlusconi. E’ un terremoto quello provocato dal leader di Forza Italia con il suo intervento al comitato di presidenza del partito azzurro e poi in occasione della presentazione del libro di Vespa “Italiani voltagabbana”.
Ma Fitto: “sconfitta enorme. E aprire a Salvini è un autogol” subito rimarcando decisamente la differenza di vedute su tale argomento, che preme per avere delle Primarie interne anche per F.I. in modo da candidarsi alla guida in breve tempo, per non morire Renziani. Nello scenario complessivo ci potrebbero essere le dimissioni di Napolitano da Capo dello stato già a Gennaio, deluso si dice, dalle furberie del Premier, e dalla volontà pervicace di rimandare la legge elettorale, che per Re Giorgio, è la “pietra miliare”, da cui far ripartire il Paese, oltre da quelle sempre famose Riforme, che stanno solo spaccando invece di unire l’ Humus della società nazionale.
Nella nostra Regione, venendo a fatti di casa nostra, che andrà alle urne nella primavera 2015, l’era di Caldoro sembra volgere ad un mesto tramonto. Il 25 novembre scorso, la Procura di Napoli, ha chiesto il rinvio a giudizio di sette tra consiglieri ed ex consiglieri della Giunta di centro destra guidata dall’esponente del microscopico Nuovo P.S.I. nell’ambito della prima tranche dell’inchiesta riguardante presunte irregolarità nell’erogazione di rimborsi per le attività istituzionali (il cosiddetto fondo comunicazione). Le accuse contestate a vario titolo dal procuratore aggiunto D’Avino e dal pm Novelli sono di truffa e peculato.
I consiglieri in carica all’epoca dei fatti (2008 al 2012), ultimo sconcio di una gestione che ha visto la nostra Regione: ultima in Europa alla pari di due zone depresse della Romania e Bulgaria; nel rating bi-annuale della Commissione Europea; nei vari parametri sociali e amministrativi, come Scuola, sanità, trasporti etc.; e aggiungendo tutti i mal di pancia mugugnati nella sua coalizione e specie in Forza Italia, ci restituiscono un quadro che addirittura si racconta di un Governatore in dubbio sulla sua ricandidatura, e, disinteressato come è arriva ad auspicare, spingendosi in là col pensiero, fino a giungere all’abolizione delle Regioni, viste come un Enti spreconi ed inutili. Detto da lui sembra davvero paradossale, oltre che essere una dichiarazione implicita di un inequivocabile insuccesso, le macro-regioni ipotizzate da Caldoro forse sarebbero ancora peggio, mini-stati, che indebolirebbero solo lo Stato centrale e non favorirebbe le politiche territoriali.
Archiviando il passato caldoriano, e proiettandosi verso il futuro, alla seconda esperienza di Vincenzo De Luca, come aspirante candidato alla presidenza della Regione Campania, egli da subito ha manifestato il suo piglio guerreggiero: “Rispetto a cinque anni fa – ha detto – ho più capelli bianchi, sono più stanco ma anche più arrabbiato perché abbiamo buttato cinque anni inutilmente”. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, tanto da considera ancora Manfrine le Primarie di Coalizione, salvo poi a “brandirle” come una clava, contro quelli di Napoli e di Roma del suo Partito che non lo vogliono ma non sanno trovare la strada giusta per escluderlo dalla competizione. De Luca, e non è una novità, è considerato da sempre come un pessimo uomo di partito, sebbene abbia dimostrato nel corso di tutti questi anni di essere un buon amministratore. In questa fase, viste tutte le chiusure ha aperto un varco anche al “nemico storico” De Mita, per arruolarlo per la sua causa, una apertura ai centristi che ha destato curiosità nei salotti provinciali e non solo.
Il Sindaco di Salerno deve affrontare l’ala napoletana del Partito che non lo ha mai amato per i suoi attacchi alla società napoletana casertana, (considerata non a torto, un elemento di corruttela e criminalità inquinante tutta la Regione e che danneggia come immagine i cittadini campani nella loro incolpevole totalità), e che vede in Cozzolino, europarlamentare primatista di preferenze, il Leader da contrastare a de Luca, per ribadire la supremazia sempiterna di Napoli al vertice regionale. Ed è proprio su questo fronte che la Senatrice salernitana Saggese, volendosi fare da pontiere tra i duellanti, ha invitato a cena Cozzolino e De Luca, per favorirne un dibattito costruttivo in vista delle future consultazioni.
L’impressione aleggiante è che il Partito Democratico, con i suoi alleati possa solo perderle, vista il catastrofico bilancio dell’ultimo quinquenni, ma appunto per questo occorre una coalizione forte che sappia dare risposte all’occorrenza alla società civile campana, dove il tasso di disoccupazione giovanile è al 50% e chiudono i battenti un migliaio imprese solo nel 2014 ancora in corso, altrettante nel settore dell’Edilizia dal solo 2009, e diverse centinaia nella provincia di Salerno.
Numeri a dir poco apocalittici, a cui la futura classe dirigente dovrà dare risposte concrete, la disperazione della gente unita al cinismo delle organizzazioni criminose, potrebbe far detonare una polveriera con prospettive inimmaginabili, il mio auspicio che solo la presa di coscienza collettiva potrà dare risposte, come diceva Kennedy: Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese, riaffermando con forza e passione i valori della pace e della cultura, della difesa dei diritti civili e della libertà, John Fitzgerald Kennedy ci invita non solo a immaginare un mondo migliore ma a prendere direttamente parte al cambiamento.
Napoli, 30 novembre 2014
La tornata elettorale consumata in Emilia Romagna e Calabria ci consegna – oltre la cortina fumogena delle paludate chiacchiere degli opinionisti e degli abituali commentatori dei media dominanti – la crescita impressionante del fenomeno dell’astensionismo dalle urne il quale condiziona ogni possibile giudizio, di tipo tradizionale, sui risultati elettorali.
E’ evidente che il dato emerso è profondamente diverso dal già accertato corso, registrato nelle passate tornate elettorali, verso la disaffezione degli elettori nei confronti dello strumento del voto.
Questa volta le cifre della fuga dal voto sono impressionanti ed anche il dato che questo indicatore provenga, soprattutto, dall’Emilia Romagna (uno dei centri pulsanti del capitalismo tricolore) è paradigmatico di come nelle viscere della società italiana sono in corso sommovimenti sociali che prefigureranno, sempre più, novità e scenari politici inediti rispetto all’abituale contesto verso cui, tutti noi, siamo abituati ad interloquire e riferirci nella nostra pratica politica.
Concordo il botto si avvicina ..l’astensione e’ il primo segnale ,per questo la Regia occulta anche se non ce lo dicono e’ terrorizzata dall’astensione …nel frattempo zitti zitti ci vogliono riempire di nuovi schiavetti in modo che se non ci piacera’ la nuova minestra ( piu’ amara ) la daranno ai disperati che stanno facendo venire sottobanco …e da luoghi dove hanno lucruosi affari ( Africa ) …2 piccioni con una fava …..invece di puntare sulla tecnologia puntano sul consumismo e lo sfruttamento delle masse .”Uomo massa popolo bue ” ( Emilio Zolla )
Io sono soddisfatto,
Renzi ,Salvini, Grillo ok l’importante e’ che piano piano spariscano Berlusconi, Toti, Fitto, Gelmini, Biancofiore e chi piu ne ha piu ne metta
scusate dimenticavo Gasparri naturalmente
evviva evviva evviva
il PD non ha vinto.
É stato semplicemente il meno peggio dei perdenti.
Bisogna essere veramente degli ultras per definire vittoria la perdita secca di 769.000 voti che si sommano al fuggi fuggi dei tesserati.
La soluzione al’astensionismo è semplicissima ma non la faranno mai
La scheda bianca viene assegnata ad un partito di nessuno se questo partito prende la maggioranza tutti a casa
LE DIMISSIONI DI RE GIORGIO 1, FARANNO SALTARE IL BANCO, TUTTO TORNERA’ IN DISCUSSIONE, E ALLORA AL VOTO O NO?
I CALCOLI DI OGGI FRA TRE MESI AL MASSIMO NON VARRANNO NULLA O MENO DI NULLA,E ALLORA SARANNO DOLORI DI PANCIA PER TUTTI.
IL PARTITO DELL’ASTENSIONE AVRA’ LA MAGGIORANZA CAMERALE, TROIKA PERMETTENDO, NAPOLITANO RUMORS DICONO CHE SI VUOLE TOGLIERE DI MEZZO PER PAURA DI PROBABILI DISASTRI SUI MERCATI!
Quando noi Socialisti fummo inquisiti e Imprigionati, ci dimettemmo dalle nostre cariche in segno di rispetto per chi ci aveva votato e per permettere alla Giustizia di operare liberamente. Dopo (in media 10 anni)essere stati assolti dal reato contestatoci, trovammo solo il deserto davanti a noi. Famiglie allo sbando, aziende fallite, morti per il dolore di tanta infamia. De Luca, invece, dopo processi prescritti per la lungaggine dei processi e attuali rinvii a Giudizio, non molla la presa e, oltre al proprio rilancio, si erge a difensore e sostenitore di altri gaglioffi. Il presuntuoso Renzi, travolto nella Banca Rotta familiare (dicine di milioni di euro sottratti alle casse dello stato) continua imperterrito a Governare l’Italia e del Processo della sua Famiglia si sono perse le tracce. Solo i Socialisti e Berlusconi, con false accuse, mai provate, portano il fardello della Giustizia a Orologeria. Dopo i disastri procurati da Bassolino e ancora non tutti sanati, pur con l’impegno di Caldoro, il PD tenta di nuovo l’assalto alla diligenza, dimentichi dello sfascio procurato alla Campania, a Napoli (Iertvolino e De Magistris) a Salerno, cementata in ogni angolo e raggiungibile solo in Elicottero, data la cortina di Ferro cementato che la ingloba in una prigione insormontabile, a Battipaglia (orge in Comune con donne in cerca di lavoro e sospetti di contatti Camorristici), a Eboli (allegra Amministrazione e intrallazzi vari) con Sindaci incapaci (Morrone, Rosania) e malversatore del denaro pubblico (Melchionda). Alcuni Pd chiamano queste mie riflessioni VELENO, fingendo di ignorare che si tratta di Storia.
Dott. Presutto, le ripeterò quello che ho scritto all’amico Dott.Lioi in separata sede,penso che lei da persona intelligente approverà:
pur avendo un mio pensiero politico ho cercato di essere equidistante, che è anche la politica del Blog; ritengo che la politica dell’antipolitica ha perso tutti i suoi attori, penso pure che lo stesso salvini si sgonfierà presto, come il Povero Comico.Comunque, l’antipolitica odierna è il rifiuto secco di scegliere, che nella dialettica democratica anch’essa è una scelta, pur se sterile e pericolosa, facendo cosi decidere per tutti ad una minoranza.Buona Domenica
Esimio Dott. Marco Napomiello, concordo con la sua analisi. Non comprendo, però il mio accostamento all’ottimo Dott. Lioi che di Politica, penso, ne mastichi poco, per non aver ricoperto mai Cariche Politiche e Amministrative. Ottimo studioso delle Scienze di Analisi Cliniche, di Politica ne ha sentito parlare solo in riunioni di Partito. In Italia, la Democrazia è stata negata dal Potere Economico Finanziario e, con l’astensione dal voto, si continua a fare il loro gioco.
Le auguro un fulgido e felice avvenire, cosa negata ai miei cari.
DOPO LA BATOSTA,IL SOLITO CAVALIERE – IN UNA PIAZZA MEZZA VUOTA, BERLUSCONI ATTACCA I GIUDICI DOPO L’IMPUGNAZIONE DELL’ASSOLUZIONE PER RUBY: “APPENA DÒ UN SEGNO DI VITA ARRIVA L’USO POLITICO DELLA GIUSTIZIA” – POI, MENO TASSE PER TUTTI COME AI BEI TEMPI.
E POI,QUIRINAL PARTY – BERLUSCONI DICE CHE SUL COLLE CI VORREBBE “UNA FIGURA CONDIVISA” COME GIULIANO AMATO (E LO BRUCIA) – QUINDI INVERTE L’AGENDA A RENZIE: PRIMA LA SCELTA DEL PRESIDENTE E POI LA LEGGE ELETTORALE – RENZIE RISPONDE PICCHE AL BERLUSCA: “PRIMA L’ITALICUM E POI IL QUIRINALE” – “NON APRO UNA DISCUSSIONE FINCHÈ C’È NAPOLITANO” – AMATO? “I NOMI SI FANNO ANCHE PER BRUCIARLI” – SÌ A UN’ELEZIONE “CON LA PIÙ AMPIA MAGGIORANZA POSSIBILE”
STELLA DÀ DEL “CLOWN DI GENIO” A GRILLO E LO SFIDA “A INVENTARSI UN ALTRO NUMERO”
“GRILLO SI RITROVA A FARE I CONTI CON UN DUBBIO: NON AVRÀ PERSO IL BIGLIETTO DELLA LOTTERIA? NON SAREBBE IL PRIMO”. PRIMA DI LUI, HANNO SMARRITO IL BIGLIETTO VINCENTE I PERSONAGGI COME GUGLIELMO GIANNINI, MARIO SEGNI E ANTONIO DI PIETRO. “BRUTTA BESTIA, IL POTERE. GUADAGNATO QUELLO, IL BOTTINO PIÙ AMBITO DI CHI FA POLITICA, GRILLO È ANDATO AVANTI SPARANDOLA SEMPRE PIÙ GROSSA. NELLA CONVINZIONE CHE OGNI URLO, OGNI INVETTIVA, OGNI INSULTO PORTASSE ANCORA VOTI”. GRILLO È ANDATO AVANTI “SEMPRE NELLA CONVINZIONE CHE IL «SUO» MOVIMENTO POTESSE PRENDERE VOTI A DESTRA E A SINISTRA, TRA I PADANI E I TERRONI, TRA I QUALUNQUISTI E I POLITICIZZATI AL CUBO. UN «PARTITO-TUTTO» CONTRO TUTTO E TUTTI. FINCHÉ, DI SCONFITTA IN SCONFITTA, NON SI È ACCORTO CHE QUALCOSA, COL «SUO» POPOLO, SI STAVA INCRINANDO”.
E PER FINIRE,L PREMIER CONTESTATO A CATANIA SBULLEGGIA: ‘’LE PROTESTE? SI STANCHERANNO PRIMA LORO DI NOI’’- “ABBIAMO PERSO UN MILIONE DI POSTI DI LAVORO IN 6 ANNI. CI VUOLE TEMPO PER RECUPERARE”
Nel caso di Primarie del PD per la corsa a Governatore della Campania, se mi sarà concesso, andrò a votare per Cozzolino e mi batterò per farlo votare. Sarà bello assistere ad un franco duello tra Caldoro, il mio prescelto, e Cozzolino.
Cmq la destra traslocherà.
🙂
Articolo interessante, il Pd ha la strada spianata, de Luca forse non sarà governatore,ma il partito di Renzi sarà il mattatore.
se de luca non vince, via dalla campania casertana & napoletana,essere sudditi di camorraland ci renderà non incisivi nel futuro del paese,condannando le nuove generazioni a morire in una lenta agonia
elezioni…. vincitori… perdenti… poveri.. ricchi… tutte chiacchiere…..l’italia ha bisogno di gente in gamba che non rubi e che si metta a fare pulizia e a risolvere i problemi smettendola di parlarne e basta… cosa fatta per decenni… o di promettere con editti da televendita alla vanna marchi di fare cose che non farà mai visto che a parte rubare l’inverosimile la classe politica in italia non sà fare altro e non ha fatto altro dalla nascita della repubblica….Salvini sta fomentando e strumentalizzando la guerra tra poveri: Disoccupati, delusi e senza prospettive, contro zingari ed immigrati. Percepiti dai primi come un pericolo per la sicurezza ed il diritto al lavoro. Renzi farà bene a ricordare che il cavallo di Salvini ha sempre funzionato nella storia e spesso portato il cavaliere a vincere.
Renzi farà bene a ricordare che il buonismo beota, come quello del pd, ha sempre perso. Ed abbinato al pseudo razzismo della lega, creato disastri.
magari coloro che parlano di affluenza irrilevante sono solo ignoranti -voce del verbo ignorare–non sanno che in tutto il mondo alle elezioni non contano il numero dei votanti ma la percentuale degli stessi, e eleggono lo stesso numero di candidati prestabilito.
la cosa buona è che caldoro e i suoi accoliti sloggeranno nell’infamia della sconfitta totale su ogni capitolo..
RIMPIANGO BASSOLINO!
Ci vorrebbe una legge elettorale che assegni i seggi in base alle percentuali assolute,cioè conteggiate non sul numero dei votanti ma su quello degli aventi diritto.P.E. :il PD alle ultime regionali in Emilia ha la percentuale reale del 15% La Lega del 7,5 e potrebbero ricevere seggi conseguenti. Governerebbero lo stesso i partiti che hanno preso più voti ma i cittadini avrebbero meno “onorevoli” da mantenere. Non la faranno mai ,naturalmente ma ogni tanto è bello fare un sogno ad occhi aperti.
Oggi dire Partito democratico non significa più nulla; è solo un pedissequo partito, un esecutore pedissequo.
I voti che da Forza Italia, a centinaia di migliaia sono confluiti nel Pd, e che non sono riusciti a colmare le perdite dei compagni, ci dicono che il Partito qualunque è rinato già con due correnti: una di destra, del potere capitalista e un’altra di centro destra che azzera e rottama tutte le conquiste di un popolo e che furono storiche.
Ma la Storia si riprende tutte le rivincite, prima o poi, su tutte le destre.
si profila una candidatura di cozzolino,e quasi probabilmente diverrà il nuvo governatore:
mi rallegro perchè è espressione di un area politica che mi appartiene, mi rammirico invece del fatto che nel caso di una sua elezione avremmo di nuovo un esponente della “napoletanità” e ancora una volta le tre provincie non appartenenti al distretto capobastione, partenope-terra di lavoro, non siano riuscite ad esprimere un presidente che le tuteli.
io sono da sempre un fiero avversario del malefico napolicentrismo, che ha causato danni a iosa ai nostri territori(oltre che ha permeabbilizzato indirettamente l’arrivo dei clans e della “monnezza” anche in metaforico senso) d’altro canto, come un fautore nel mio piccolissimo della creazione di una regione nuova staccata da napoli…
speriamo bene sulla prossima consiliatura a palazzo s. lucia, ma sono sfiduciato!