Il Mondo crolla e ci resta solo il disprezzo più profondo per una pletora di persone che non ha nemmeno la decenza di chiedere scusa.
Telefonia mobile. Il Commissario prefettizio di Eboli Filippi precisa: la Fattura oggetto di clamore non è di 18mila euro ma di “soli” 5.614,61 euro a bimestre.
Il comune paga solo 33.687,66€ all’anno per le SIM. Piccoli privilegi, che la “casta” continua imperterrita a beneficiarne: mentre uomini e donne perdono il lavoro; ai malati oncologici, cronici e i disabili si nega l’assistenza ai servizi essenziali.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di chiarimento, pervenutaci dall’Ufficio stampa e comunicazione, del Commissario Prefettizio Vincenza Filippi, circa la vicenda della telefonia mobile, relativamente ad una spesa di 18mila euro, che è stata oggetto di polemiche nei giorni scorsi a seguito di un’inchiesta condotta dal giornalista Francesco Faenza. Nota che chiarisce alcuni aspetti ma che evidenzia, in ogni caso, come la vicenda delle SIM telefoniche, sia solo una delle tante storie che fanno parte di quei piccoli privilegi, che la “casta” continua imperterrita a beneficiarne, dei quali i cittadini sono ormai stanchi e che indipendentemente dalle cifre, non riescono più a sopportare.
Si è appreso dalla nota del Commissario Filippi, che la cifra non è di 18mila euro, relativamente ad una fattura di un bimestre (ottobre novembre 2013) ma di € 5.614,61. Del che si desume che la spesa in capo all’Ente è di 33.687,66 euro all’anno. Potrebbe essere “tutto” e “niente”. “Niente” se fossimo contenti di come Consiglieri, Assessori e Sindaco hanno amministrato, “tutto” se invece al danno si unisce la beffa. E’ altresì indispensabile comprendere quelle cifre a quante SIM sono collegate, e se in capo a quella spesa sono esclusi i dipendenti comunali, che ovviamente non sono per niente in discussione non avendo le SIM “aperte”, nel senso che il loro traffico è regolato diversamente, rispetto a quello degli amministratori.
Quindi un ulterire commento e qualsiasi giudizio in merito, benche apprezzabile la solerzia del ciarimento da parte del Commissario prefettizio, è del tutto sospeso, fino a che non si comprende quei circa 34mila euro all’anno per le SIM a quanti apparecchi corrispondano, anche per valutare se il contratto è vantaggioso o meno rispetto ad altre offerte di altre compagnie telefoniche, ricordando alla Commissaria Filippi che per un servizio del quale usufruisco, che esclude il nolo ma comprende la tassa governativa pago alla mia compagnia solo 10 euro mensili, quindi 20 € a bimestre avendo un fottio di minuti di converszione, internet illimitato ed un altrettanto fottio di sms, mai completamente consumati sebbene faccio un uso smodato del telefono.
In ogni caso resta il fatto di come, in un momento di crisi così violenta e così invasiva per le nostre famiglie, con salari, stipendi e pensioni bloccate da 7 anni, con centinaia di migliaia di uomini e donne che hanno perso il posto di lavoro e i nostri giovani che nemmeno lo troveranno un lavoro, con l’aumento della povertà, con le rstrizioni che non escludono nemmeno i servizi sanitari essenziali per i malati oncologici, cronici, anziani e per i disabili, si possa consentire la spesa di cifre che oggettivamente, anche se possono sembrare irrisorie sommate ad altri inutili sprechi e privilegi fanno la somma e diventano addirittura scandalose e ascrivibili solo ad un disprezzo tra i più profondi per una pletora di persone che non hanno nemmeno la decenza di chiedere scusa.
“Di seguito al comunicato diramato in data 25 novembre u.s., – si legge nella nota del Commissario prefettizio Vincenza Filippi – si precisa che, sulla base delle informazioni acquisite presso i competenti Vertici dell’Amministrazione, cui la scrivente ha richiesto dettagliati elementi informativi, è emerso che, dopo l’approvazione del Regolamento per l’assegnazione e l’uso di apparecchiature di telefonia mobile, è stata avviata una verifica riguardante l’assegnazione del numero dei telefoni mobili e delle relative SIM.
In merito alla fattura di € 18.000 (esattamente € 17.976,29) a carico dell’Ente, – aggiunge la dott.ssa Filippi – relativa al 1° bimestre 2014 e concernente i consumi ottobre/novembre 2013, il dato, oggetto di risonanza mediatica, risulta incompleto.
Dai riscontri effettuati sulla bolletta dall’Ufficio Ragioneria del Comune – precisa il Commissario prefettizio – si rileva che la stessa è stata oggetto di contestazione per l’addebito di una voce non dovuta, relativa al ‘traffico dati’, pari complessivamente ad € 9.379,59. Tale contestazione è stata da tempo accolta dal Gestore della telefonia, che ha emesso la relativa nota di credito. Poiché l’importo indicato in fattura risulta al lordo del canone per il noleggio delle apparecchiature e della tassa di concessione governativa, che sono, invece, a carico del singolo utilizzatore, l’importo della predetta bolletta, rideterminato a carico dell’Ente, ammonta ad € 5.614,61.
Si soggiunge inoltre – Conclude la nota della dott. Vincenza Filippi – che, dal prospetto riepilogativo fornito per i successivi bimestri fino a quello relativo ai mesi agosto/settembre u.s., il costo netto a carico del Comune è ricompreso per ogni bimestre tra € 5.100 ed € 5.500 circa.
Per quanto concerne la restituzione degli apparecchi telefonici, è in corso la relativa verifica, ai sensi di quanto disposto dall’art.4 del predetto Regolamento”.
Eboli, 29 novembre 2014
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