ANCE Salerno: La filiera ricettiva penalizzata dal dissesto idrogeologico

In Campania per il Presidente Lombardi e del direttore Pappalardo del Centro Studi dell’ANCE Salerno: la filiera ricettiva penalizzata dal dissesto idrogeologico.

In Campania 335 imprese impegnate nel settore dell’accoglienza turistica hanno dichiarato di aver subito ricadute economiche negative in seguito a danni ecologici ed ambientali nel periodo 2011-2014.

Antonio Lombardi
Antonio Lombardi

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – In Campania 335 imprese impegnate nel settore dell’accoglienza turistica hanno dichiarato di aver subito ricadute economiche negative in seguito a danni ecologici ed ambientali nel periodo 2011-2014. Il dato – estrapolato dal Centro Studi Ance Salerno – emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio Nazionale del Turismo di Unioncamere che ha misurato le ricadute del dissesto ecologico/ambientale in Italia sulle strutture di alloggio turistico. Nello specifico, in Campania i danni sono attribuibili nel 52,1% dei casi ad alluvioni e frane; nel 31,9% all’inquinamento; nel 5,9% agli incendi; nel 5,5% a fenomeni sismici e nel 4,7% a neve eccessiva o valanghe.

Di questo ne sono pienamente convinti sia il Presidente dell’ANCI Salerno Antonio Lombardi e sia il direttore del Centro Studi dell’ANCE Salerno Ernesto Pappalardo, i quali sostengono che la filiera ricettiva risulta essere fortemente penalizzata dal dissesto idrogeologico. E’ da notare che la percentuale sul totale-Italia delle imprese campane danneggiate da tali tipologie di eventi (6,7%) è superiore a quella registrata nelle altre Regioni Obiettivo: Calabria (260 aziende; 5,2% sul totale Italia); Sicilia (258; 5,1%); Puglia (199; 4%).

A conti fatti su 1.052 aziende delle Regioni Obiettivo appartenenti alla filiera dell’accoglienza turistica danneggiate economicamente da eventi collegati al rischio ecologico ed ambientale, 335 (31,8% sul totale delle Regioni Obiettivo) sono allocate in Campania.

Ernesto Pappalardo
Ernesto Pappalardo

Se si allarga lo sguardo alle macro-aree nazionali, il dato riferito al Sud e alle Isole per quanto concerne la tipizzazione dei danni subiti dalle aziende in seguito ad alluvioni e frane segnala un 59,5% (media-Italia 68,5%). In questo caso risultano più colpiti il Nord Ovest (79,2%) ed il Nord Est (62,9%). Ma l’erosione costiera rappresenta, invece, nel Sud e nelle Isole (3,4%) uno dei fattori maggiormente critici, attestandosi in termini percentuali al doppio della media Italia (1,6%). Colpisce, inoltre, che le cause di inquinamento sono largamente più insistenti nella aree meridionali: 22,3% rispetto alla media Italia del 15,1% ed ai valori molto più contenuti del Centro (15,1%), del Nord Ovest (9,8%), del Nord Est (8,3%). Stesso trend per quanto riguarda gli incendi: nel Sud e nelle Isole questo indicatore raggiunge il 9,4% rispetto ad una media Italia del 4,2%. Ma proprio in relazione agli incendi il raffronto con le altre aree del Paese rimarca gravi ritardi nella prevenzione: Nord Ovest 0%; Nord Est 2%; Centro 2,2%.

Sotto la media Italia (6,5%) le tipologie di danni rilevati in relazione a cause sismiche (4,1%).

Lo scenario sul piano nazionale “oltre 5.000 imprese dell’accoglienza turistica – si legge in una nota di Unioncamere del 22 novembre scorso – hanno perso più del 36% del proprio giro d’affari per effetto dei danni ecologici e ambientali registrati negli ultimi quattro anni”. Il calo record di incassi nel 2014 è emerso al Sud  con un picco superiore al -18%.

Tra il 2011 ed il 2014 le ricadute del dissesto ecologico-ambientale in Italia (alluvioni e frane) sono state “la principale causa di diminuzione del business (68.5%), seguiti dall’inquinamento ambientale (15,1%) e dai terremoti (6.5%)”.

Antonio Lombardi
Antonio Lombardi

A pagarne le conseguenze sono state in primo luogo le strutture extralberghiere che negli ultimi quattro anni hanno avuto il decremento più elevato (-37,5%), mentre è andata meglio a quelle alberghiere (-33,4%). Ma “a essere maggiormente colpite – emerge dallo studio Unioncamere – sono le imprese ricettive del Mezzogiorno che mettono a segno un decremento di fatturato del -41,1%, mentre sul fronte opposto se la cavano meglio le imprese del Nord Est che, seppure in affanno, perdono sul campo il -27,4%”.

“Arriva l’ennesima conferma – ha dichiarato il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardidegli effetti negativi sul sistema economico e produttivo di pratiche di governo locale inadeguate alla tutela prima di tutto dei cittadini e poi delle imprese. A pagare il conto dell’irresponsabile approccio alla manutenzione del territorio ed alla prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici in Campania sono state in questo caso centinaia di imprese che operano nel segmento turistico e, più specificamente, nel circuito extralberghiero.

Siamo ancora una volta – ha continuato Lombardiin presenza della beffa che segue il danno subito: in piena crisi economica al decremento del giro d’affari si aggiungono ulteriori batoste che pesano per intero sulle spalle degli imprenditori campani. Non solo non si attivano investimenti – ha concluso Lombardi – pur avendo a disposizione fondi attraverso i quali mettere in campo interventi urgenti, anche in vista dei prossimi mesi invernali, ma, nel frattempo, invece di sostenere le strategie operative delle aziende impegnate in una difficile competizione sui mercati del turismo nazionale ed internazionale, si rende addirittura più difficile il loro percorso gestionale”.

Salerno, 29 novembre 2014

1 commento su “ANCE Salerno: La filiera ricettiva penalizzata dal dissesto idrogeologico”

Lascia un commento