Il Partito Democratico lo ignora e continua a cercare un candidato alternativo e condiviso per evitare le primarie. De Luca si incazza.
De Luca, il mancato leader, non è gradito ne al nuovo e ne al vecchio corso del PD. É ingombrante. Paga lo scotto del “Capo”. La sua “Libertà”, troppo “libera”, è tanto “libera”, che nessuno si fida. E lui come nella favola di Fedro “il Lupo e l’Agnello”, aspetta la scusa delle Primarie per rompere con il PD.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – La storia della candidatura a Governatore della Campania sta diventando una vera e propria telenovelas, una di quelle storie scialbe, lunghe e con continui e scontati colpi di scena che alimentano solo la fervida mente di un popolino politico che non aspetta altro di sapere se deve salire o meno sul carro, sempre si ritiene sia vincente.
«Io sono un uomo libero, – Ha detto De Luca a Radio Base, aggiungendo – e questo fa paura, ma io vado avanti per la mia strada, quella del cambiamento». Uno scatto di nervi che sicuramente è il frutto della continua e stressante, quanto lunga ed estenuante storia che il Sindaco di Salerno mostra di non reggere più, e fa capire a quel PD campano, romano e fiorentino, che è stanco, e sapendo che non è gradito vuole le Primarie, e lancia un avvertimento: quello di essere già pronto a una corsa solitaria, fuori dal Pd e con tre liste civiche, così come da tempo si dice e si lavora. Liste, sempre a detta degli informati, che imbarcherebbero un bel pò di persone di tutte le aree, che sarebbero disposte a misurarsi in una sfida escludendosi dalla carneficina che ci sarebbe in un “partitone“, come si appresterebbe ad essere il PD.
Infatti il PD nelle migliori condizioni, e includendo anche lo stesso De Luca, viaggerebbe intorno a cifre di gran lunga al di sopra del 40% in provincia di Salerno, e di poco meno nel napoletano e nelle altre province, ipotizzando per questo un massacro di candidati, i quali, per piazzarsi utilmente dovrebbero superare i 15 mila voti o giù di li, cifre da capogiro, lontane dai consensi che occorrerebbero in altre liste che non avendo il “Marchio Renzi” si baserebbero solo sull’apporto dei singoli candidati e quindi più abbordabili rendendo la competizione possibile, anche dal puntodi vista economico. Gira la voce, anche questa da verificare, che con un De Luca Candidato governatore con il PD alle spalle, una candidatura in una lista secondaria come “Campania Libera” o “De Luca Presidente“, verrebbe concessa previo un impegno economico, una sorta di “ticket” utile a finanziare la campagna elettorale, oltre poi a finanziare la propria, sconfinando di gran lunga quel limite che la Legge conferisce. Cosa diversa se De Luca si candiderà da solo senza il PD, c0me pare si stia pensando, in quel caso si limiterebbe anche la ressa alla candidatura e, sicuramente, si ridurrebbe anche quel probabile “Ticket”. Ovviamente sono voci e spesso vengono anche messe in giro per generare confusione e per questo ritorniamo ai fatti concreti.
Tra le righe nel momento in cui De Luca asserisce a mò di sfida: “Chi si vuole candidare si candidi e dica chi è, cosa ha fatto e cosa vuole fare. – e aggiunge, invocando le Primarie sicuro di portare acqua al suo mulino – non metto idee, ma i fatti, i fatti di chi ha cambiato la propria comunità in modo radicale“, sa bene che il suo PD è in difficoltà, e che più passa il tempo e più non riesce a trovare quel candidato come Raffaele Cantore che consiglierebbe allo stesso De Luca di tirarsi indietro e accodarsi, ovviamente “piazzando” a sua volta il figlio Piero nella Lista del PD e scaricando tutti gli altri che si aspetterebbero un suo aiuto.
Insomma hai voglia di portare acqua a quel mulino, di De Luca non se ne vuole proprio sentir parlare. Non è gradito ne al nuovo e ne al vecchio corso del PD. Il Sindaco di Salerno lo ha verificato a sue spese all’indomani delle elezioni Politiche, nel momento in cui da Vice Ministro alle Infrastrutture e i Trasporti, chiese invano alcune deleghe che gli potessero dare quell’autonomia a cui è abituato da Sindaco, e perse il braccio di ferro con il Ministro Maurizio Lupi, appoggiato in quella circostanza sia dal Governo Letta e sia dalla stessa segreteria nazionale del PD. La sua presenza è “ingombrante” e naturalmente alcuni come il vice segretario nazionale del PD Guerini ritengono sia poco opportuno una sua candidatura specie se dovesse poi ricevere qualche condanna. Sono scuse anche quelle. Noi non ci auguriamo che il Sindaco di salerno vada a processo, al contrario preferiremmo che le controversie politiche si regolassero con la politica e non affidandoci alla magistratura fino a delegarne talvolta anche l’indirizzo politico.
Quali sono quelle ragioni per le quali non si vuole De Luca? Molteplici. Innanzi tutto: i suoi cambiamenti, dettati più dalle posizioni che da convinzione politica come l’ultimo repentino appoggio dato a Matteo Renzi alle Primarie scorse; Non si esclude anche la circostanza di essersi dimesso dalla carica di consigliere Regionale all’indomani della Sconfitta contro Stefano Caldoro, lasciando il PD senza alcun leader; E in ultimo ma sicuramente non ultimo appunto, quella sua “Libertà“, troppo “libera”, tanto “libera”, che nessuno si fida di lui perché incontrollabile, non allineato alle regole se non quelle, come quando invoca le Primarie perchè gli farebbero comodo, ed è irriverente verso il PD nazionale e i suoi leaders; e mentre per lo stesso De Luca queste circostanze sono un punto di forza, per il resto del PD è una debolezza.
E così De Luca accellera sulle Primarie per accellerare sulla rottura con il PD. Nel senso che si sta creando quell’alibi che gli darebbe in uno il punto di forza da tenere sotto ricatto il PD, e nello stesso tempo la scusa per “strappare” e proseguire da solo, confermando quello che a lui piace essere: “condottiero” per i suoi; “uomo solo al comando” per i suoi detrattori; cioè Papa e Re continuando ad avere la sua corte e i suoi cortigiani, e anche se sa bene di non poter vincere sa bene anche che un suo impegno alternativo al PD fa perdere il PD. Un gioco al massacro, di cui egli ne è stato vittima 5 anni orsono, quando quel mondo legato al PD ma che sub^ la sua candidatura lo aspettò al varco e lo azzoppò, proprio a Napoli dove sperava di sfondare.
Questa “scusa” ci ricorda Fedro e quella bella e significativa favola del “Lupo e l’agnello“. De Luca nei panni del Lupo, il PD in quelli dell’agnello. Ricordando tutte le scuse che il Lupo addusse a pretesto per poter sbranare l’agnello, ma ricordando anche la morale che accompagnava il racconto di Fedro, che ha scritto quella favola per quegli uomini, egocentrici, arroganti e prepotenti, che approfittando della loro forza o del loro potere, opprimono gli innocenti con finti pretesti, per poi assolversi con finte giustificazioni. E De Luca il suo caratterino ce l’ha e come, così come è anche prepotente e arrogante, oltre che scostante e sprezzante, insomma tutte belle caratteristiche per un politico che da anni, se non avesse avuto questi limiti avrebbe dovuto assurgere ad una leadership politica provinciale, regionale e meridionale indiscussa, anziché scegliere un ruolo che lo confina nelle mura “dorate” di Salerno ingombrante per gli altri, perché non può andare avanti e ingombrante per i suoi, perché non può tornare indietro, ingombrante e scomodo per il resto della Provincia che si aspetterebbe un Leader che li guidasse, più che un “capo” che li comandi.
E proprio parlando di acqua, quella che andrebbe al mulino di De Luca e quella del ruscello che ci richiama al Lupo e all’Agnello e soprattutto guanta acqua è passata da allora in quel “Fiume Irno” e sotto quel “ponte”, fino a riportarci a quando il Sindaco di Salerno arringò il Popolo dell’allora PDS, accorso alla Festa dell’Unità di Agropoli, accusando la classe dirigente di allora e apostrofandola come “Cafoni arricchiti“, sapendo di interpretare il pensiero dei più. De Luca allora aveva ragione e fece bene a combatterla, oggi per il nuovo che avanza egli rappresenta quella classe dirigente da combattere e abbattere, quell’ostacolo da rimuovere per compiere quel cambiamento che allora invocava De Luca nemmeno tanto giovane, e che ora al contrario invocano i giovani “soppressi” e “repressi”, da altri “giovani-vecchi” e “osservanti e ubbidienti” che ruotano nella “corte“. Quei giovani salernitani e della provincia, che hanno trovato sponda nel “bischero” fiorentino, sono andati contro quel circolo vizioso che gira intorno a De Luca, alla sua corte, ai suoi cortigiani e a Salerno. Corte e cortigiani che hanno abbandonato a se stesso il resto della provincia, desertificando ogni iniziativa politica, sol perché non è nella visione prossima dell’uomo solo al comando e quindi ignorata perché lontana dalla propria sfera e dal proprio raggio di influenza, tranne che non sia speculare a a Salerno e al Sindaco di salerno, e ovviamte magari vorrebbe riproporre lo stesso schema nell’intento poi di “cerchiare” anche Napoli come si è fatto per Salerno così da lasciarci dentro chi gli è ubbidiente e fuori chi non lo è.
Nel 2008 POLITICAdeMENTE ritenendo che Vincenzo De Luca potesse rappresentare in quel momento una inversoione di tendenza, rispetto ai molti ritardi, che la Regione e i suoi governanti da Rastrelli a Bassolino avevano accumulato, si schierò apertamente a sostegno del Sindaco di Salerno e lanciò, primo fra tutti una piattaforma virtuale sul Sito web De Luca Presidente. Era il 17 dicembre del 2008. In pochi giorni decine di migliaia di utenti aderirono e si scambiarono opinioni dando corpo ad una candidatura che veniva dal basso e che sostituisse dall’interno quella classe dirigente che allora si ritenne responsabile del mancato decollo della Regione Campania.
Allora si individuava in De Luca un’alternativa: da una parte, vi era un potere stanco e logoro che fu il modello del Governatore Antonio Bassolino; dall’altra, all’incognita di una sicura vittoria del Centro-destra campano si contrapponeva De Luca come una speranza per l’intera Regione. Si ritenne allora dovesse essere l’unica speranza, per cercare di affrancarsi da decenni di cattiva amministrazione, di sudditanza agli sprechi, al malaffare, alla Camorra. E si individuò allora due problemi su tutti, che pesavano come un macigno e che bollarono la Campania, senza equivoci erano: la Sanità e i rifiuti. Non sono da meno la delinquenza e la Camorra. Oggi quei problemi sono sempre gli stessi: Sanità e rifiuti, delinquenza e camorra, Nulla è cambiato. E mentre cinque anni fa si sperava in un De Luca capace di conquistare il SUD oggi si ha la visione di un De Luca Sindaco di Salerno e basta, quello slancio che lo proiettava ad ad andare oltre Salerno si è esaurito, così come si è esaurito l’entusiasmo mentre si riscontra l’amarezza che invece di trasformare De Luca in un leader, ce lo ritroviamo capo, che manifesta il suo ruolo fino ad “imporre” per discendenza diretta suo figlio candidato al consiglio regionale.
Le primarie? Si faranno o non si faranno, cambia poco. Intanto “Renzusconi” cerca il candidato Governatore della Campania. Lo troverà? Sarà abbastanza autorevole per giustificare una sua candidatura diretta? E’ solo l’inizio della Fine. Intanto POLITICAdeMENTE non farà più un Comitato pro De Luca Candidato Presidente e semmai dovesse farlo, proporrebbe un De Luca Sindaco oltre il proprio mandato, riconoscendo innanzitutto di essere stato un buon Sindaco e ritenendo quanto sia stupido limitare a soli due i mandati di Sindaco, ricordando altresì, che una cosa è fare il Sindaco l’altra è essere leader.
Salerno, 13 novembre 2014
Solo una piccolissima precisione sulla favola indicata: Fedro ha solo tradotto in latino la favola originale scritta in greco da Esopo ” Il lupo e l’agnello”.
Fedro imita Esopo per aumentare il prestigio del suo
lavoro
Eboli 14-XI _2014
dott.giuseppe leso
Solo una piccolissima precisazione sulla favola indicata:Fedro ha solo tradotto in latino la favola
originale scritta in graco da Esopo :”il lupo e
l’agnello”.
Fedro imita Esopo per aumentare il prestigio del
suo lavoro .
eboli 14-XI-2014
dott. Giuseppe leso